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IL LUOGO: i giardini pubblici di Milano, un luogo in cui tutti possono venire a trovarsi, un
luogo in cui c’è un richiamo alla condivisione della vicenda ed è un tentativo di
autenticazione e di condivisione della conoscenza. I personaggi costituiscono anch’essi il
gioco di divisione e di unità.
STRUTTURA: non è rigida, costituita di cinque paragrafi separati fra loro da asterischi.
TOPOS DELL’INCONTRO: è molto importante perché è qualcosa di fatale.
RACCONTO A CORNICE DI TIPO ASIMMETRICO: il narratore di sé non ci dice nulla,
sappiamo solo che è uno scrittore, mentre Eugenio ci racconta di sé più a lungo.
La descrizione che viene fatta della gamba è ironica, macabra: chiusa in un’urna di vetro
come una reliquia sembra esposta alla vista e alla venerazione di tutti.
OROSCOPO: è un’espressione che, usata in senso figurato, sta a significare la previsione
di un fatto. Le parole che Eugenio rivolge a colui che lo sta ascoltando sono un oroscopo
sulla sua morte.
TEMATICA DELL’AMORE: Per gli scapigliati l’amore è una via per superare la finitezza
della vita, in particolar modo per Tarchetti. La scelta della giovane età del narratore sta ad
indicare l’anelito dell’infinito raggiungibile, oltre che con l’amore, con l’arte.
LA RETICENZA: la scelta onomastica di citare i personaggi con il nome per esteso e il
cognome solo con l’iniziale, Eugenio M. e Lorenzo D. è una reticenza, cioè una
sospensione fra dire e non dire, usata per dare verosimiglianza, come anche l’allusione
che Eugenio fa in riguardo alla sua gamba amputata.
TEMPO DELLA STORIA: è molto ampio con numerosa analessi ed ellissi:
Mattino - analessi indefinita ( con ellissi )
1. Analessi – sera
2. Giorno dopo (maggio)
3. Ellissi – giugno
4. Ellissi indefinita – 40 gg., ellissi di 4 mesi.
5. Il Pugno Chiuso di Arrigo Boito
E’ definito da Todorov “il perfetto racconto del fantastico”, perché conserva fino alla fine
l’elemento caratterizzante il fantastico che è il principio di esitazione.
STILE: non banale, che crea mistero, con ritmo, sintassi, ricercatezza verbale (“Il
Malocchio” invece non ha connotati linguistici ed è definito di grado 0 ), fortemente
letterario, cioè ha a che fare con quell’idea che è della Letteratura.
ELEMENTI FANTASTICI che lo caratterizzano sono: l’elemento della parte separata, cioè
il pugno chiuso, la mancata armonia delle parti; il passaggio di soglia; il punto di vista della
scienza contro quello dell’irrazionale; struttura narrativa a cornice; elemento del contagio,
l’influenza di una forza soprannaturale che determina gli eventi.
SCENARIO: in Polonia, fuori dalla chiese della Madonna di Czenstokow, dove un medico
(ricercatore, scienziato) si reca per studiare la malattia della plica polonica.
SPAZIO: molto ampio, ci sono molte persone, molto teatrale, visivo, enfatico, quasi
apocalittico, molto scenico.
TEMPO DELLA STORIA: settembre 1867 ( il racconto è stato scritto proprio nel settembre
1867)
I narratori sono due, il medico e il mendicante Paw, i quali si alternano in un racconto
diviso in tre momenti evidenziati dal cambio del narratore, in una struttura a cornice.
Il linguaggio è ricercato, sia quando a parlare è il medico, sia quando è un mendicante.
Questo perché è lo stile narrativo dell’autore stesso.
Nel brano “Il Pugno Chiuso” ci sono delle parti messe fra parentesi. Il narratore è interrotto
per introdurre delle indicazioni particolari. Questo inciso, utilizzato nei testi teatrali, si
chiama didascalia. Sono delle sintetiche indicazioni che l’autore fornisce sul luogo e il
tempo in cui si sviluppa la vicenda o sul modo in cui i personaggi entrano oppure escono
dalla scena, si muovono, sono vestiti, parlano. In genere sono scritti in corsivo o poste fra
parentesi, come nel brano considerato, se intervallate da battute. Possono avere varia
lunghezza.
LA FIGURA DI LEVY: nel racconto troviamo alcune espressioni, dette luoghi comuni che
definiscono il personaggio di Levy, come: ebreo, avaro, usuraio. Tale personaggio è
presentato come chi sfida i tabù, gli obblighi razionali. Levy ha la mania del denaro che
conta ossessivamente, è un soggetto completamente amorale, che non ha il senso del
limite, ed ha una concezione diversa del tempo.
IL PASSAGGIO DI SOGLIA: il non senso del limite è evidenziato anche dal passaggio di
soglia, cioè la mancata differenziazione fra sogno e realtà: Levy sogna lo studente
defunto, ma si sveglia anche con il pugno chiuso nel quale il morto ha versato il suo
fiorino…realtà e finzione si mescolano.
IL CORPO COME CONTENITORE DI MISTERO: il pugno chiuso esprime l’avarizia di
Levy, ma anche il mistero celato nel corpo stesso dell’individuo.
IL TEMA DELLA PARTE SEPARATA: è rappresentato dal pugno chiuso che non si apre al
comando di chi possiede quella mano chiusa e dal fiorino separato dal resto del denaro,
motivo per il quale il milione di Levy non è completo.
IL TOPOS DEL DENARO: (il denaro come feticcio) ha una caratterizzazione quasi
misteriosa. Levy e Paw e gli altri mendicanti sono i personaggi estremi di questo racconto,
rispetto al denaro. In questo racconti il denaro non ha valore di commercio, di scambio, ma
di accumulo per il primo, di sussistenza per i secondi. Inoltre il fiorino dal valore economico
passa ad avere un valore numismatico, non commerciale.
DIAGNOSI MEDICA SUL PUGNO CHIUSO DI LEVY: anche il narratore medico, il quale
passa dai suoi interessi scientifici, a prendersi cura e interesse per la vicenda di Paw, fa
una diagnosi della malattia che riduce in fin di vita il mendicante con l’uso di termini tecnici.
Il medico del racconto definisce questa malattia frutto di una mania, di un’ossessione,
dell’idea fissa tematica tipica del fantastico che non cessa la sua valenza perturbante
neanche con le spiegazioni scientifiche del medico. Paw eredita da Levy sia il fiorino che
l’ossessione.
ELEMENTO DI CONTAGIO: dal momento in cui Levy viene derubato da Wasili, la sua
condizione è di mendicante come gli altri, ma disprezzato d quest’ultimi per il suo passato
da usuraio. È qui che Levy incontra Paw, il quale, impietosito dalla sua condizione, si
prende cura di lui, ascolta la sua storia e, contagiato, diviene con la morte dell’ex-usuraio,
erede del fiorino e del pugno chiuso.
OGGETTO SEGNATO: oggetto segnato o oggetto maledetto sta a significare un oggetto
che si porta dentro il biasimo morale. In “Il Pugno Chiuso” l’oggetto segnato è il fiorino
rosso, definito anche “il fiorino dell’usura”. Il finale è molto teatrale, tipico della cultura
melodrammatica di Arrigo Boito e che sembra confermare la diagnosi fatta dal medico-
narratore.
INTERTESTUALITA’: è la relazione che si viene a creare fra due testi che dialogano tra
loro. Ci sono due tipi di relazione intertestuale:
Citazionale: in un testo moderno viene letteralmente citato un brano più antico;
1. Allusiva: attraverso l’utilizzo, nel testo moderno, di un topos, tema, ecc.,
2. appartenente a un opera più antica.
Ne il Pugno Chiuso c’è un rapporto intertestuale con il settimo canto della “Divina
Commedia” di Dante sia in termini citazionali che allusivi. Infatti nel brano di Boito sono
utilizzati alcuni versetti appartenenti al settimo canto.
LA LETTERA U di Iginio Ugo Tarchetti
Nella spiegazione dei brani fantastici, “La Lettera U” segue “Macchia Grigia” perché è un
racconto sulla dissociazione, sulla parte scissa, infatti la lettera U è una parte, dell’alfabeto
o comunque di tutte le altre vocali. La lettera U è un testo teatrale, performativo.
Gli arcaismi come “io vedeva, io sentiva, io credeva” sono tipici di Tarchetti. I testi di
Tarchetti non finiscono mai con un successo, anziché il “bildung”( formazione), che in
letteratura prende il nome di “bildunsroman”, cioè romanzo di formazione, dove si narra
l’evoluzione positiva di un giovane verso la vita adulta e ragionevole, in essi mette in atto
l’anti-bildung, cioè un percorso opposto, un percorso discensionale.
IL TITOLO: “La Lettera U. Manoscritto di un pazzo”, assieme alle due righe finali del
racconto, detto explicit, apportano un cambio del narratore: dal narratore che racconta
della sua mania al narratore che ci dice di essere questo il manoscritto di un pazzo e della
fine che farà quest’ultimo. È questo un esempio di racconto a cornice.
Il testo è composto di due parti, tipiche del fantastico:
Parte teorica: dedicata alla lettera U, nella quale chi racconta vuole comunicarciil
1. terrore che ha di questa lettera;
Parte narrativa: dove il narratore ci racconta la sua vita e le vicende legate a questa
2. lettera.
LA PARTE SEPARATA RISPETTO A UN TUTTO: in tutto il racconto si vuole scorporare la
lettera U dalle frasi, dai nomi, ecc. l’elemento perturbante è dato proprio da questa
separazione. Uno dei temi del testo, infatti è proprio la malattia del linguaggio. Nella parte
teorica, l’ elemento perturbante della lettera U è evidenziata nel suono (evidenziazione
fonica) e visivamente (evidenziazione visiva), perché anche graficamente la lettera U
viene separata con la conseguente perdita dell’armonia, dell’organicità.
ELEMENTO PERTURBANTE: il narratore tenta un’operazione di straniamento, esso vuole
presentare un oggetto familiare che non lo è più. La lettera U è così trasformata da
abituale a straniante. Anche l’elemento della donna, alla quale la lettera U è legato è un
elemento perturbante.
ELLISSI: il ritmo narrativo è molto forte con la presenza di ellissi, cioè racconti del
narratore che parlano solo della sua mania.
LA FIGURA FEMMINILE: nei racconti fantastici la figura femminile è fatale e causa di
morte, infatti in questo brano anche il sorriso della moglie del narratore manifesta del
mistero e perciò perturbante ed è causa del tragico epilogo del narratore, della sua follia e
della morte in manicomio.
L’AMORE LEGATA ALLA MORTE: La morte nei testi fantastici è spesso legata alla figura
della donna e spesso, a causa di questa, all’amore…
“ Macchia Grigia” di Camillo Boito
IL TITOLO: il termine macchia, indica qualcosa che non ha forma, mentre grigia evoca
l’idea di mistero. Per questo racconto è fondamentale l’elemento della descrittività, resa
nella maniera più evocativa possibile, ricco di colorismo e di elementi simbolici