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STUDI CULTURALI
Negli ultimi vent'anni si sono invece molto diffusi in Italia gli "STUDI CULTURALI", grazie anche al proliferare, soprattutto nelle università americane, di studi sulle culture delle minoranze e degli oppressi: dalle scritture femminili e del femminismo, alle espressioni culturali legate ai diversi orientamenti sessuali. Il termine "cultura" cui si fa riferimento parlando di "studi culturali" va inteso in senso non antropologico-sociologico, umanistico, ma in senso semiotico, nel suo tradursi in valori, costumi e credenze, e cui tali manifestazioni sono individuabili come "segni" di un sistema complessivo, in cui le diverse componenti si rimandano reciprocamente. Sulla base di queste idee i "CULTURAL STUDIES" aprono lo sguardo su tutti i linguaggi, sottolineando il carattere interconnesso di ogni manifestazione culturale. Ne deriva una relativizzazione della specificità del letterario.Si riutilizza una concezione della comunicazione letteraria come codice dotato di una sostanziale vocazione all'autonomia o alla referenzialità intertestuale. Da queste basi deriva anche un forte ridimensionamento delle gerarchie di valore estetico. È inoltre la matrice semiotica e sociologica dei Cultural Studies che li colloca nel grande alveo dell'attenzione prevalente per il "contesto". Questi studi sono inoltre caratterizzati da una libertaria radical:vocazione e essi si propongono di esplorare le aree dimenticate dalla storia ufficiale; di dare voce alle minoranze e ai perdenti: le donne; le minoranze etnico-religiose; i non occidentali; le diverse forme delle diversità di orientamento sessuale. Illuminando quindi le aree soffocate dalle culture che hanno esercitato una egemonia nelle rispettive società ed epoche. "Egemonia" termine coniato da Gramsci, che designava un sistema ideologico e un insieme di valori che, per rispondere agliinteressi di una parte della società, di una classe, riusciva ad ottenere il consenso dell'intera società, al punto di apparire come qualcosa di "naturale". (Michele Cometa Culturali, 2010)
In saggio (Studi ha sottolineato le radici antiche dei Cultural Studies, individuandole nello storicismo europeo, e soprattutto in quello tedesco, tra ne Settecento Ottocento.
La definizione di Cometa degli "Studi Culturali" conferma come la caratteristica della teoria letteraria vada ricercata nell'ermeneutica. Egli individua il nucleo più significativo dell'approccio di tali studi nell'istituzione di un "dialogo tra l'oggetto studiato e l'osservatore, alla fine del quale entrambi gli interlocutori subiscono delle modificazioni".
Questa definizione mette l'accento sull'elasticità degli approcci ma anche su una dimensione dialogica che presuppone la mobilità dell'identità del soggetto.
Disposto al cambiamento, cioè il lettore. L'aspetto fondamentale degli "Studi Culturali" è perciò la centralità del confronto tra le culture, secondo una prospettiva liberatoria per i soggetti deboli, che da voce alle minoranze e ai tradizionalmente esclusi, ma vuole anche essere strumento di critica per le culture dominanti stesse.
Gli ultimi anni del Novecento hanno dunque visto un vero e proprio proliferare di paradigmi polisemici interpretativi. Questo non è un male: in quanto non viene contraddetta la natura e pluridimensionale della comunicazione. La molteplicità dei paradigmi o re anzi suggestioni utili per interrogare i testi secondo angolazioni variate e imprevedibili, anche se può lasciare interdetti il proliferare di modelli interpretativi (divisi in scuole e raggruppamenti). L'unico pericolo sta nel fatto che i più disparati paradigmi interpretativi non siano l'occasione per un confronto reale con il testo.
ma si impongano come criteri predeterminati di analisi. Come se l'adozione di un metodo, determinasse a priori le modalità di lettura di un testo. ffi fi fi fi fi ff fi ff ff fi ff ff fi fi fiforma contenuto. In un testo letterario è quindi impossibile scindere la dal Se ogni elemento del discorso letterario è semantizzato, cioè contribuisce alla formazione del significato, ne consegue l'impossibilità di mutare la forma del testo senza che nel suo complessivo venga modificato o impoverito. lologia, Si spiega qui l'importanza della la disciplina che in primo luogo si preoccupa che il testo venga offerto ai lettori in maniera corretta, cioè nella forma il più possibile vicina a quella uscita edizione dalla penna dello scrittore. L'edizione di un testo che risponda a questi requisiti si chiama critica edicatore ed è chiamato in lologia lo studioso che allestisce un'edizione critica. Prima di giungere alla versione definitiva,
L'opera passa attraverso vari abbozzi e redazioni, sulle quali lo scrittore interviene apportando modifiche. L'opera nella sua forma definitiva costituisce l'originale. L'originale è cosa diversa dall'ultima volontà dell'autore.
Il testo è l'insieme delle parole di cui l'opera è costituita, indipendentemente dal supporto che lo contiene; in lologia prende il nome di testimone. Il testimone può essere un esemplare unico o uno dei tanti o pochi esemplari della stessa edizione a stampa, ed è qualcosa che ci offre una versione del testo. Quando un testimone è stato redatto o curato personalmente dall'autore, allora si parla di autografo.
Per la lologia l'autografo è sempre qualcosa di prezioso, ma non sempre costituisce l'originale.
Produrre un'edizione critica significa epurare il testo dagli errori che si sono accumulati durante la trasmissione sua (le volte in cui è
stato copiato o ristampato). Nel caso dei testi antichi quando copista, ogni singolo testimone veniva trascritto manualmente da un l'accumularsi degli errori era un fenomeno comunissimo. Le procedure usate dalla lologia per produrre un'edizione critica (nel critica testuale) loro insieme chiamate coesistono essenzialmente nella raccolta dei testimoni di un'opera, cioè dei manoscritti o delle edizioni che la riproducono (recensio) e nel loro sistematico confronto. È un'operazione complessa, ma che in una seconda fase sempli ca il lavoro del locodex descriptus, studioso. Si dice quando un testo viene ricopiato da qualcuno in possesso dell'editore, eliminare questi codici descripti è un'operazione economica essenziale. Individuare le stemma, relazioni di parentela dei testimoni porta alla costrizione dello cioè di uno schema che indica quali codici sono stati copiati da altri e in quale rapporto si pongono rispetto
all'originale, che costituisce il vertice dello schema. I testimoni raggruppati e accomunati per la presenza di unfamiglie.nucleo di errori comuni vengono de niti A seguito dell'individuazione di questi l'editore può procedere all'allestimento del testo critico, la cui edizione sarà accompagnata daun'introduzione che illustra lo stemma e il ragionamento per il quale l'editore è arrivato a quelleapparato critico,conclusioni. L'edizione critica è inoltre fornita di un nel quale vengono indicate leforme attestate dai vari testimoni che lo studioso ha deciso di scartare nel ricostruire il testo.Quando si parla di errori non ci si riferisce a forme manifestamente erronee, ma a forme diverse,varianti, tra le quali è spesso di cile scegliere per chi ricostruisce un testo, perché questedue criteri:possono avere tutte un senso. Tra le varianti, lo scrittore sceglie attenendosi a- La lectio di cilior: ovvero, laLa forma più di cile, infatti, tra due varianti è ritenuta corretta la forma meno ovvia, è improbabile che un copista abbia corretto il testo introducendo una forma rara o desueta, mentre è più probabile che di fronte a qualcosa per lui di cile abbia scelto di tradurla con una forma più banale.
L'usus scribendi: viene scelta quella sempre più vicina allo stile o al lessico caratteristico dell'autore, o dell'epoca. sensibilità critica. Il lavoro del lologo comporta perciò continue scelte a date alla sua La Lachmann, metà Ottocento, ricostruzione dello stemma fu imposta a dal lologo il quale sosteneva che la lologia doveva costruire una tecnica puramente oggettiva, che escludesse l'intervento del giudizio dello studioso. La costruzione dello stemma è in realtà un'impresa impossibile e disperata. In particolare quando tra i testimoni esistono molte contaminazioni. La contaminazione si verifica
Quando un testimone è ricopiato da più testimoni diversi, il copista non si è quindi limitato a riprodurre un solo testo, ma ha di volta in volta scelto tra le forme (lezioni) riportate dei testimoni a sua disposizione quella che lo soddisfaceva maggiormente. E poiché un copista non dice cosa ha tratto da uno e cosa da un'altro, allora risulta di cilissimo collocare in una precisa famiglia il testo che ha riprodotto.
Quando si ha la fortuna di entrare in possesso delle carte di un autore, il lologo ha a disposizione la storia dei rifacimenti e degli interventi operati dallo scrittore sul testo, prima che esso varianti assumesse la forma definitiva. Le modifiche apportate dallo scrittore prendono il nome di d'autore. Uno dei grandi meriti della lologia italiana è stato l'avere istituito l'importanza metodologica delle varianti d'autore, difatti, queste varianti costituiscono il settore della lologia.
fi fi fi fi fi fi fi ffi fi fi ffi fi ffi fi ffi fi fifi fiff fipiù immediatamente vicino alla critica letteraria. Il loro studio non è nalizzato alla costruzione diun testo corretto, ma consente di penetrare nei meccanismi di costruzione dell’opera.
Rispetto alla lologia tradizionale, che si preoccupa di uni care le molteplici varianti prodottedurante la trasmissione di un testo, al ne di ottenere un testo che sia il più vicino possibileall’originale, un’edizione critica fondata sulle varianti d’autore si preoccupa di distinguere le variefasi di elaborazione dell’opera, così come si sono succedute nel tempo.
L’allestimento di un’edizione critica comporta, assieme al reperimento dei testimoni disponibili,l’applicazione di complesse competenze che consentano di collocarli con esattezza in tempo espazio. codicologia paleogra a.
Per quanto riguarda i codici più antichi è essenziale l’apporto
della