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Nievo e la sua partecipazione alle guerre di indipendenza
Nel '59, Nievo si arruola nell'armata di Garibaldi, un esercito di rivoluzionari volontari repubblicani. In quel periodo, ci sono due grandi partiti che si fanno la guerra, ma sono alleati per l'unità d'Italia. C'è un gruppo moderato che vede la monarchia costituzionale come soluzione ottimale, richiedendo un suffragio ristretto e un controllo sociale. Dall'altra parte ci sono i repubblicani come Nievo, il cui obiettivo è la Repubblica, con il suffragio universale maschile e l'istituzione della democrazia.
Garibaldi ha provato a realizzare questi ideali nella prima guerra di indipendenza, ma nella seconda guerra c'era ancora più bisogno del suo aiuto. Era necessario cambiare alcune leggi per migliorare la vita dei contadini, e Nievo si schiera quindi dalla parte di Garibaldi e partecipa alla seconda guerra di indipendenza.
Nel 1860, Garibaldi decide di sostenere dei moti rivoluzionari nel Regno delle due Sicilie, e Nievo prende parte a questa impresa dei Mille.
Garibaldi: inizialmente è una guerriglia di volontari. Garibaldi è uno bravo a fare alla guerra. Viene nanziato moltissimo e Garibaldi alla ne vince. Arrivato a Napoli, il Re fugge e a quel punto si pone un problema, cosa fa Garibaldi? Lui è un democratico e per il nemico è pericolosissimo. Decide di cedere quello che viene preso al Re d'Italia, si fanno dei plebisciti e si chiede ai cittadini del Regno delle due Sicilie se vogliono far parte dell'Italia. Nell'agosto del '60 l'esercito garibaldino sbarca in Calabria, Nievo è rimasto in Sicilia, sotto richiesta di Garibaldi per un compito importantissimo che gli viene assegnato (controllare dei conti) e per il quale so re. Lui preferirebbe essere sul campo a combattere. Marzo del 1861, parte dalla Sicilia con un vapore e si dirige a Torino, per portare la relazione su tutti i conti della impresa dei Mille, ma nella notte tra il 4 e il 5 marzo, il vapore scompare.
Non è mai arrivato a Napoli, all'altezza di Capri ha probabilmente avuto un incidente, nessuno sa che ne abbia fatto. Nievo è scomparso nel nulla insieme ad altre decine di persone. Tredici giorni dopo viene proclamata l'unità di Italia. Il romanzo rimane chiuso da qualche parte e solo pochi sanno che esiste. Lo sa una signora che è la moglie di uno scrittore molto amico di Nievo, si aspettava molto di questo romanzo. Grazie all'aiuto della famiglia di Nievo, mette le mani su questi tre quaderni e cerca di farli pubblicare. Fa molto fatica, sempre per via del titolo. Dopo la Resistenza in Italia, molti intellettuali sentono un senso di fallimento, così come Nievo. Il lettore non apprezza il titolo, quindi viene dato un altro titolo, "Le confessioni di un ottuagenario". Dato che Nievo non viene considerato un grande scrittore, molte parti del suo romanzo vengono modificate o tagliate, diventa un libro che ha un notevole successo. Cento.Annidopo la morte di Nievo si inizia a cercare di ripristinare il romanzo completo. L'incipit del romanzo è tentativo di riscrivere l'inizio dell'Ortis. C'è un veneziano anche qui, tutto quello che è successo a Jacopo e a Foscolo. Quest'ultimo sarà anche presente nel romanzo di Foscolo, conoscente del protagonista. Nievo ha letto bene l'Ortis, ha riflettuto sul tipo di sovversivo che è Jacopo e ne ha creato un altro. Carlino è un altro tipo di sovversivo, ha vissuto più di Jacopo e vede molte più cose di lui. Il titolo non è originale, cita "Le confessioni di Rousseau", autobiografiche ebbe un gran successo. Nievo ha un ideale concreto, che attraversa quasi tutti gli intellettuali, dirigenti politici e borghesi. Va a fare la guerra con Garibaldi, una delle due possibilità che ha al tempo. Sente di partecipare alla formazione dell'unità d'Italia. Garibaldi
èconsiderato un pericolosissimo sovversivo per molti anni. Fa fare cose moltopratiche. Quando gli scrittori fanno politica non c’è una di erenza tra scrivere etenere conti; secondo Nievo si può fare politica in entrambi i modi. La relazionea datagli da Garibaldi impiegano i suoi ultimi mesi di vita.Il romanzo di Nievo è abbastanza unico nella letteratura italiana. Viene de nito come“romanzo mondo” da Moretti, che indica un romanzo che abbraccia lunghe epoche,con un numero consistente di personaggi e colpi di scena, storie che tendonoall’epico. In Italia non ci sono romanzi di questo tipo. La storia di Carlino avviene inun arco di ottanta anni. I romanzieri italiano hanno sempre evitato storieparticolarmente ricche di vicende personali. Il grande romanziere dopo Nievo èVerga, che farà romanzi molto diversi. Nievo viene paragonato a scrittori comeDickens, Balzac o Stendhal. Romanzo che racconta anche di cose crude, dure,
Ma con una base di ottimismo e ironia. Un'altra cosa particolare è che si tratta di un romanzo storico, ma anche di formazione. Gli scrittori del tempo chiamano romanzo storico quello che fanno. Genere che ha un notevole successo. Il romanzo storico si impone ai primi dell'Ottocento con Walter Scott. Manzoni prende dichiaratamente spunto da questo scrittore. Il romanzo storico inserisce dei personaggi inventati in un ambiente di un determinato periodo storico con dei personaggi storici realmente esistiti, che hanno un ruolo importante ma rimangono marginali. Nievo scrive nel 1857, anni dopo che il modello manzoniano si è imposto come romanzo d'eccellenza italiano. Manzoni anni dopo scrive un saggio in cui dice che il romanzo storico non si deve fare, si auto-sconfessa in maniera netta. Scatena grandi discussioni tra letterati e intellettuali. Nievo queste cose le sa, sceglie apposta di fare un romanzo storico, come contro mossa a Manzoni.
Cerca di andare in unadirezione opposta, nonostante ammiri molto Manzoni. Nievo sceglie di raccontareun lungo percorso, ottanta anni della storia italiana, che porta al momento in cui ilromanzo è stato scritto. Romanzo storico che è comunque attuale. Alcune cose nelromanzo di Nievo non sono totalmente veri cate e le fonti non sono del tuttoprecise. L'immagine di Foscolo è abbastanza ridicola. Aveva in mano delle biogra edi Foscolo inattendibili. Nievo vuole divertire il lettore, con la stesso scopo diFoscolo, trasmettere delle idee. Il romanzo di formazione è una categoriaabbastanza vaga, però nell'Europa tra Sette-ottocento si fonde un romanzo in cui siracconta la vita di un personaggio con il principio che questo personaggio maturadelle conoscenze sul mondo e su se stesso. Processo di formazione. Sonol'iopochissimi i romanzi del tempo in cui è protagonista e narratore del romanzo.Nievo deve giusti care ad usare questa tecnica.La mia auto-biografia. Tutto quello raccontato viene filtrato dagli occhi di Carlino, il protagonista. Non racconto in modo oggettivo. Serve allo scrittore per ridurre il rischio di censura, senza esagerare. Per un romanziere che ha voglia di raccontare la storia italiana, si usa la storia di una persona come mezzo. Quello che si racconta è solo una visione della storia, non la sua completa verità. La storia ha un valore simbolico di una parte della società alla rincorsa dell'unità della nazione, tema abbastanza importante. Il romanzo è diviso in tre grandi parti, coincidenti con i tre quaderni in cui Nievo ha lasciato il suo romanzo. In Foscolo la divisione è chiara, decisa da lui; in Nievo questo non c'è. La prima parte (capitoli 1-7) occupa gli anni dal 1775 al 1792. È l'annidella formazione del bambino, in cui è presente anche una bambina, la Pisana, che ha un ruolo importante. Si racconta l'infanzia in un mondo isolato,
A Fossalto, c'è una località chiamata Fratta in cui c'è un castello, dove cresce Carlino. Ha un parente trovatello, che viene trattato più come un mezzo-servo, poiché povero. La seconda parte (capitoli 8-17) occupa il periodo 1792-1799. Ci sono lunghe ellissi, lunghi periodi di tempo descritti in poche parole. Si racconta delle vicende in cui agisce Foscolo, le rivoluzioni giacobine. Cosa succede quando arrivano i francesi e parte la rivoluzione italiana. Carlino è un veneziano e all'arrivo dei francesi è nel maggior consiglio a Venezia. Deve decidere cosa fare all'arrivo di Napoleone. Nievo mette in mezzo agli eventi, non ha un grande ruolo, sembra un testimone. Crede nella rivoluzione, ma nel romanzo non ha il ruolo dell'eroe. Chiave umoristica di Nievo. Nel 1799 i francesi si sono un po' ritirati dall'Italia e gli austriaci e i russi cercano di riprendere possesso.
dell'intera penisola. A Napoli i Borboni arrestano irivoluzionari napoletani e li impiccano. Alla fine del 1799 torna Napoleone, nella battaglia di Marengo, con cui i francesi occupano di nuovo tutta l'Italia. Da lì comincia la terza parte del romanzo (capitoli 18-23). Qui finisce nel 1858, periodo lunghissimo in cui succede di tutto in Italia. Disposizione smisurata della materia. Romanzo aperto, che ha tempi diversi e non tutto è raccontato. Carlino e la Pisana devono anche fuggire a Londra in un certo periodo, e Londra non viene neanche raccontata, Nievo non conosce la città e non può parlarne. Il Risorgimento allora, come parola, non ha un significato particolare, ben preciso. Significa quello che significa Rinascimento. La parola Risorgimento comincia ad assumere significato attorno al 1775, con la pubblicazione di un libretto di Bettinelli, "Risorgimento dell'Italia dopo il Mille". Alla base del Risorgimento c'è l'idea
che l'Italia sia stata una grande potenza ai tempi dei romani, che dopo abbia generato grandi intelletti e che a un certo punto tutto questo si sia spento, perché l'Italia ha iniziato ad essere dominata da stranieri. Il 1775 è anche intorno al periodo in cui nasce il protagonista di "Confessioni di un italiano". Intorno a questi anni Foscolo è uno dei grandi teorici di questo movimento politico. Nasce un grande argomento di propaganda politica: l'Italia è stata grande, ha generato grandi intelletti (Dante, Petrarca, Machiavelli, scrittori che hanno sperato nell'unità d'Italia). Idea che attraversa molti secoli. Succede che una classe sociale in Italia sta cercando di imporsi come classe dominante, la borghesia. La caratteristica dominante della borghesia è che è una classe sociale senza proprietà e privilegi. Nella società feudale, l'aristocratico ha una proprietà per privilegio,
sulla quale ha un diritto esclusivo e può amministrare la giustizia. Il borghese è un t