Anteprima
Vedrai una selezione di 19 pagine su 87
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 1 Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 2
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 6
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 11
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 16
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 21
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 26
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 31
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 36
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 41
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 46
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 51
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 56
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 61
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 66
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 71
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 76
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 81
Anteprima di 19 pagg. su 87.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Letteratura Italiana I, prof. Di Staso, libro consigliato I tre libri di letteratura Origini_Seicento, Santagata, Carotti, Casadei, Tavoni Pag. 86
1 su 87
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

QUATTROCENTO

Le coordinate storiche: tratto saliente del XV secolo è tendenza all'aggregazione politica e statale.

Tra fine 300 e 400 i regimi monarchici formatisi nei secoli precedenti in Francia, Inghilterra e

Spagna, si rafforzano e cominciano ad acquisire la fisionomia di Stati nazionali. Li caratterizzano

1) territorio definito e unitario; 2) consolidamento del potere regio; 3)creazione di strutture

centralizzate di governo, amministrazione e difesa. Italia e Germani non possono dar vita a Stati

nazionali, ma si esplicano nella formazione di entità statali di ambito regionale e perciò di

dimensioni territoriali mediamente superiori a quelle delle signorie trecentesche.

In Italia dunque il panorama politico non cambia molto. Nel Nord, Valle padana, Romagna, Marche

ci sono principati e signorie. Spicca il Ducato di Milano dei Visconti, Marchesato degli Este a

Ferrara, la Contea dei Gonzaga a Mantova, le signorie dei Malatesta a Rimini e dei Montefeltro a

Urbino. Nell'Italia settentrionale l'altro stato eminente è quello della Repubblica di Venezia. Al

centro troviamo piccoli territori e città-Stato, di fatto autonomi, in cui è frammentato il cosiddetto

Patrimonio di S. Pietro. L'Italia meridionale mantiene la sua natura di Regno, con Napoli come

capitale, e una forte impronta feudale. Cambia però la dinastia del potere perchè dopo un lungo

periodo di crisi e di decadenza, nel 1442 agli Angioini subentrano gli Aragonesi.

Il 9 aprile 1454, dopo oltre vent'anni di guerre, i maggiori stati italiani firmarono il trattato di Lodi

(pace di Lodi) → promotori furono Milano e Venezia, ai quali si unirono Papato, Firenze e Napoli.

Nasceva così la lega italica, un'alleanza che si impegnava a mantenere gli equilibri politici esistenti

e a impedire aggressioni ai danni degli Stati membri. Questo garantirà almeno 40 anni di equilibrio

delle forze, che continuerà un significativo sviluppo politico e culturale del paese. Due soli eventi

lo misero seriamente a repentaglio: la guerra di Ferrara che vide Venezia minacciare

pericolosamente la libertà del piccolo Ducato di Ferrara e la “congiura dei baroni” ordita dai grandi

feudatari del Sud ai danni della monarchia aragonese.

Ma nel 1494 abbiamo la discesa in armi del re francese Carlo VIII. L'obiettivo era di conquistare il

Regno di Napoli. I francesi, perciò attraversata tutta l'Italia senza incontrare resistenza, raggiunsero

Napoli e la occuparono nel febbraio 1945 → conquista effimera poiché battuto a Fornovo sul Taro

nel luglio dello stesso anno da una lega antifrancese alla quale avevano aderito l'Impero e la

Spagna, Carlo VIII dovette rientrare in Francia. L'intervento francese mise a nudo la fragilità di

un'Italia politicamente divisa nei confronti delle monarchie nazionali.

In questi anni gli stati si consolidano ma in molti casi cambiano anche i massimi dirigenti. Il dato

interessante è che alcune delle nuove dinastie, anche delle più importanti, non hanno una illustre

nobiltà da esibire. Rispetto alla grande nobiltà dei Visconti gli Sforza, capitani di ventura, sono

poco più che dei parvenus.

La situazione sociale, politica e culturale del 400 è determinata da due grandi fenomeni:

l'Umanesimo e la corte come istituzione politico-sociale.

Caratteri Umanesimo: si giunge al termine di quel movimento di ritorno all'antico e di recupero del

latino classico, iniziato da P e B. il nome di Umanesimo è stato affibbiato solo nel '900: all'origine

dei termini “umanesimo” e “umanista” è l'espressione ciceroniana studia humanitatis, “studi

relativi all'uomo”. Secondo gli umanisti lo scopo della cultura è di formare l'uomo nella sua

interezza, sviluppandone armonicamente le facoltà morali e intellettuali. Gli studia humanitatis,

studio di discipline letterarie, in particolare letteratura greca e latina, sono il cardine di questa

educazione integrale. Gli autori antichi sono anche modelli di virtù civili e morali: le loro opere

trasmettono un'ideale di humanitas nel quale si fondono amore per la conoscenza, senso del valore e

della dignità dell'uomo, tensione alla gloria e alla realizzazione mondana, apprezzamento del bello,

esercizio della vita attiva.

La riscoperta della civiltà classica gradualmente matura una nuova consapevolezza della distanza

storica che separa gli uomini moderni da quelli vissuti nell'antichità, e ciò si allarga alla

consapevolezza della distanza storica che separa gli uomini moderni da quelli vissuti nell'antichità,

e ciò si allarga alla consapevolezza della specificità di ogni epoca. Nasce così una visione

prospettica della storia. È anche grazie a questo nuovo modo di concepire la storia che il richiamo

all'antichità si proietta sul presente, che il dialogo con il passato può tradursi in un insegnamento per

l'oggi.

Alla base del culto umanistico per l'antico c'è l'esaltazione delle lingue della classicità: del latino,

poi anche del greco. Per gli umanisti il latino non era una lingua come le altre, era la lingua della

civiltà. Il latino è per gli umanisti una lingua di dignità molto superiore a quella del volgare. Gli

umanisti cominciano anche a studiare il greco, ignoto a Dante, e rudimentale per P e B. Nella

seconda metà del 400 emerge pure l'esigenza di comprendere più a fondo la Bibbia, e così nasce

l'interesse per l'ebraico. Il movimento umanista era animato dal bisogno di conoscere i testi degli

antichi, ma questi, in larga parte, giacevano chiusi e dimenticati nelle biblioteche dei conventi, delle

cattedrali e delle grandi abbazie europee. Il Medioevo tramandato solo piccolo numero di opere

latine e greche: molte erano conosciute attraverso compendi, riassunti o citazioni. I pionieri delle

ricerche bibliografiche erano stati Petrarca e Boccaccio. Nel nuovo secolo il più attivo a portare

alla luce grandi testi della latinità è Poggio Bracciolini che nel corso dei suoi frequenti viaggi

nell'Europa settentrionale, tra il 1415 e 17 scopre opere di Cicerone, Quintiliano e Lucrezio. Dopo

la caduta di Costantinopoli cominciano a circolare anche importanti opere greche. Sullo scorcio del

400 riemerge la Poetica di Aristotele.

Gli umanisti coltivano la filologia. L'umanista non è solo un ricercatore e uno studioso, è una

compiuta figura di intellettuale immerso nel dibattito culturale e politico contemporaneo. Gli

umanisti occupano ruoli importanti nel sistema dell'insegnamento a tutti i livelli ed esercitano

funzioni anche di notevole importanza all'interno dei governi sia repubblicani, sia principeschi.

Il potere si accorge subito del potere esercitato da questi intellettuali. La retorica in politica è

fondamentale ed è facile capire che questi nuovi custodi del sapere antico costituissero una parte

importantissima per il potere. Ad esempio, il cancelliere della Repubblica fiorentina Colluccio

Salutati elabora il mito della “libertà fiorentina contro la tirannide di Milano. Più tardi Leonardo

Bruni, anch'egli cancelliere, nel momento in cui torna a farsi pressante la minaccia viscontea

celebra la città di Firenze come novella Roma e novella Atene, e scrive una storia, “Historiae

florentini populi”, che è un monumento grandioso alla virtù repubblicana. Valla su commissione di

Alfonso, nel regno di Napoli, scrive nel 1440 il trattato De falso credita et ementita Constantini

donationae.

Quello umanistico è stato un movimento totale. Nel corso del tempo elabora una visione del lavoro

intellettuale e del ruolo dell'uomo nella società e della sua collocazione nel mondo che si riverbera

su tutti i settori della vita, dalla politica alla storia, dalla morale alla filosofia, alla letteratura.

Esistono alcuni concetti basilari comuni a gran parte di loro: l'idea della dignità dell'uomo che,

grazie al libero arbitrio e alle facoltà intellettuali di cui Dio lo ha dotato, può essere artefice del

proprio destino, e pertanto orientare la storia e trasformare il mondo intorno a lui. Da questa idea

discendono alcune conseguenze anche di ordine pratico, quali l'impegno nella vita attiva e una

nuova idea di otium, cioè del tempo dedicato allo studio e alla riflessione.

Nella seconda metà del 400 il consolidarsi degli Stati regionali provoca profondi cambiamenti nella

composizione e nel ruolo dell'antico istituto della corte. Intorno alla metà del secolo nasce quella

civiltà delle corti che, passando attraverso varie trasformazioni, eserciterà in tutta Europa

un'influenza determinante sulla formazione dei ceti dirigenti e degli strati elevati della società.

La corte principesca del secondo Quattrocento è diversa non solo dalle corti feudali del

Medioevo, ma anche quelle signorili che l'hanno immediatamente preceduta. Essa infatti è il luogo

centrale di governo dello Stato,cioè è il centro effettivo del potere, ma è anche, nello stesso

tempo, il teatro della vita mondana, e quindi il luogo dove si producono e si consumano gli eventi

culturali.

La società di corte produce una cultura che rispecchia il suo modo di vivere. La corte principesca

finisce per esercitare una egemonia culturale che va al molto al di là del ristretto mondo cortigiano.

Nella corte troviamo il patriziato cittadino, l'antica nobiltà feudale, la nuova nobiltà delle

magistrature, i funzionari, i militari, gli amministratori, i giocolieri, i buffoni, senza dimenticare gli

artisti, i letterati e gli uomini di cultura. Un insieme eterogeneo che però tende sempre più a

uniformarsi in una nuova figura sociale, quella del gentiluomo, cioè del nobile o del nobilitato che

dalla corte dipende economicamente e socialmente. Ma il gentiluomo non dipende tanto da una

singola corte quanto dal sistema delle corti. I gentiluomini cortigiani possono passare da una

all'altra senza avvertire differenze sostanziali. Un insieme tanto eterogeneo aveva problemi di

fusione: necessitava di un costume e di un vocabolario comuni e soprattutto necessitava di un

sistema di valori che potesse essere condiviso da tutti.

1454 l'invenzione della stampa a caratteri mobili, a Magonza, da parte di Johann Gutenberg.

Primo esemplare di testo a stampa è la Bibbia. Un carattere mobile è un supporto di metallo o di

legno su cui è impressa una lettera dell'alfabeto. Accostati si può comporre qualsiasi parola. I

caratteri vengono inchiostrati e poi impressi con un torchio sul foglio. I vantaggi sono evidenti: in

tempi rapidi è possibile stampare un numero elevatissimo di copie di uno stesso testo e

abbattendo i costi di produzione. Così si facilit&

Dettagli
A.A. 2014-2015
87 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher juanbassist1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Di Staso Grazia.