LINGUA
- Periodi ampi (ispirazione dalla prosa latina classica ecc. Cicerone, Quintiliano)
- Stile ipotattico (molte subordinate)
- Particolare gerarchia tra le varie proposizioni, c'è un genere e un ordine particolare nel quale vengono organizzati i periodi
- Musicalità studiata, sono frequenti endecasillabi e settenari, come se le novelle fossero poesie
- Verbo posposto (come nella frase latina SOV). frase che termina col verbo, abitudine che Boccaccio prende dall'imitazione dei classici (Cicerone e Quintiliano)
COMINCIA IL LIBRO CHIAMATO DECAMERON, COGNOMINATO PRENCIPE GALEOTTO, NEL QUALE SI CONTENGONO CENTO NOVELLE IN DIECE DÌ DETTE DA SETTE DONNE E DA TRE GIOVANI UOMINI.
Comincia il libro chiamato Decameron (libro inteso come opera, non è solo testo ma è un'idea unica, unitaria). È un nome dato da Boccaccio che conosceva male il greco, Decameron composta da (deca: dieci; e giorni). Boccaccio mostra che la sua opera
(in10 giorni) vuole essere un nuovo modo odi ricreare il mondo attraverso ilracconto (mondo che vive soltanto nella novella/racconto). 10 sono anche inovella tori (7 donne e 3 uomini). 10 è il numero completo, dell'universo(ritrovato anche in Beatrice).Il cognome è Prencipe galeotto ( galeotto autore presunto del libro chePaolo è Francesca hanno letto cadendo nel peccato)Boccaccio vuole mettere in guardia, perchè questo libro può esser galeotto,avere lo stesso effetto che quel libro ebbe su Paolo e Francesca.
<Proemio>Umana cosa è aver compassione degli afflitti:una cosa umana è avere dispiacere di chi sta malee come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richesto li quali giàhanno di conforto avuto mestiere e hannol trovato in alcuni;a maggior ragione per le persone che stanno bene, a queste è chiesto piùche alle altre di essere compassionevoli. perchè queste persone che
stannobene sanno di essere state qualche volta confortateBoccaccio vuole fare di questo libro una forma di consolazione così comeper lui è stato consolatorio per lui nei momenti difficilifra' quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno o gli fu caro o già ne ricevette piacere, io sono unodi quegli. Per ciò che, dalla mia prima giovanezza infino a questo tempo oltre modo essendoacceso stato d'altissimo e nobile amore, forse più assai che alla mia bassa condizione nonparrebbe, narrandolo, si richiedesse, quantunque appo coloro che discreti erano e alla cuinotizia pervenne io ne fossi lodato e da molto più reputato, nondimeno mi fu egli digrandissima fatica a sofferire, certo non per crudeltà della donna amata, ma per soverchiofuoco nella mente concetto da poco regolato appetito:il quale, per ciò che a niuno convenevole termine mi lasciava contento stare, più di noia chebisogno non m'era spesse volte sentir mi facea.
Nella qual noia tanto rifrigerio già miporsero i piacevoli ragionamenti d'alcuno amico e le sue laudevoli consolazioni, che io portofermissima opinione per quelle essere avenuto che io non sia morto. Ma sì come a Colui piacque il quale, essendo Egli infinito, diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine, il mio amore, oltre a ogn'altro fervente e il quale niuna forza di proponimento o di consiglio o di vergogna evidente, o pericolo che seguir ne potesse, aveva potuto né rompere né piegare, per se medesimo in processo di tempo si diminuì in guisa, che sol di sé nella mente m'ha al presente lasciato quel piacere che egli è usato di porgere a chi troppo non si mette ne' suoi più cupi pelaghi navigando; per che, dove faticoso esse solea, ogni affanno togliendo via, dilettevole il sento esser rimaso. Ma quantunque cessata sia la pena, non per ciò è la memoria fuggita de' benifici già ricevuti.datimi da coloro a' quali per benivolenza da loro a me portata erano gravi le miefatiche; né passerà mai, sì come io credo, se non per morte. E per ciò che la gratitudine,secondo che io credo, trall'altre virtù è sommamente da commendare e il contrario dabiasimare, per non parere ingrato ho meco stesso proposto di volere, in quel poco che perme si può, in cambio di ciò che io ricevetti, ora che libero dir mi posso, e se non a coloro cheme atarono, alli quali per avventura per lo lor senno o per la loro buona ventura nonabisogna, a quegli almeno a' quali fa luogo, alcuno alleggiamento prestare. E quantunque ilmio sostentamento, o conforto che vogliam dire, possa essere e sia a' bisognosi assai poco,nondimeno parmi quello doversi più tosto porgere dove il bisogno apparisce maggiore, sìperché più utilità vi farà e sì ancora perché più vi fia caro.
avuto.E chi negherà questo, quantunque egli si sia, non molto più alle vaghe donne che agli uomini convien donare?E chi negherà che si convenga donare più alle belle donne (vaghe: belle) che agli uomini?Boccaccio è molto filogino (ama le donne) perché la donna è una parte assoluta dell'umanità. Questo rivolgersi alle donne, fare delle donne un lettore ideale, è segno di umiltà (possono leggerlo anche le donne).In realtà Boccaccio sa di aver scritto un capolavoro. La differenze è il modo in cui è scritto che riesce ad arrivare anche a chi non ha un livello alto di cultura.Esse dentro a' dilicati petti, temendo e vergognando, mette in luce la debolezza delle donne (anche di esprimersi) tengono l'amorose fiamme nascose, le quali quanto più di forza abbian che le palesi coloro il sanno che l'hanno provate:le fiamme nascoste sono più forti di quelle palesi e oltre a ciò,Ristrette da' voleri, da' piaceri, da' comandamenti de' padri, delle madri, de' fratelli e de' mariti, società patriarcale e di controllo. Oltre a questo sono costrette, limitate dal volere e dal piacere dei padri, madri, fratelli e mariti il più del tempo nel piccolo circuito delle loro camere racchiuse dimorano. Prima di sposarsi stanno chiuse nelle loro stanze e quasi oziose, sedendosi, volendo e non volendo, in una medesima ora, indica lo stato di ansia dettata dalla noia, seco rivolgendo diversi pensieri, rivolgendo a sé stesse pensieri vari, li quali non è possibile che sempre siano allegri. Che non è possibile che siano sempre allegri. Questa noia segue un'impossibilità di esprimersi. E se per quegli alcuna malinconia, subentra una malinconia. Leggendo possono fare ciò che vogliono, mossa da focoso desio, sopraviene nelle lor menti, in quelle conviene che con grave noia si dimori, se da nuovi ragionamenti non è.
rimossa:senza che elle sono molto men forti che gli uomini a sostenere; il che degli innamoratiuomini non avviene, sì come noi possiamo apertamente vedere.Essi, se alcuna malinconia o gravezza di pensierise gli uomini sono presi da malinconia o da pensieri oppressivi, escono(hanno i loro modi di alleggerire quella sensazione).se loro lo desiderano è possibile andare a spasso, udire e vedere molte cose,uccellare, cacciare ec..., avere i loro hobbygli affligge, hanno molti modi da alleggiare o da passar quello, per ciò che a loro, volendoessi, non manca l'andare a torno, udire e veder molte cose, uccellare, cacciare, pescare,cavalcare, giucare o mercatare:de' quali modi ciascuno ha forza di trarre, o in tutto o in parte, l'animo a sé e dal noiosopensiero rimuoverlo almeno per alcuno spazio di tempo,da queste strategie ognuno ha un modo di trarre l'animo a sé (ritrovarsi) deltutto o parzialmente e rimuoverlo dal pensiero doloroso perQualche tempo appresso il quale, con un modo o con altro, o consolazione sopraviene o diventa la noia minore. Dopo il quale con un modo o un altro la noia diminuisce nell'ultimo capoverso Boccaccio ci da la materia che parlerà. L'amore è uno delle azioni più praticate e presenti nel Decameron delle quali le già dette donne, che queste leggeranno, parimente diletto delle sollazzevoli cose in quelle mostrate e utile consiglio potranno pigliare, in quanto potranno conoscere quello che sia da fuggire e che sia similmente da seguitare: le quali cose senza passamento di noia non credo che possano intervenire. Il che se avviene, che voglia Idio che così sia, a Amore ne rendano grazie, il quale liberandomi da' suoi legami m'ha conceduto il potere attendere a' lor piaceri.
LIVELLI DI NARRAZIONE NEL DECAMERON
Livello 1: autore narratore: Boccaccio (Boccaccio prenderà parola anche nell'introduzione della 4 giornata e nelle conclusioni)
Boccaccio narratore cinarra di questi 10 ragazzi. Quando smette di parlare, parlano i ragazzi tra di loro.
LIVELLO 2: CORNICE le vicende della brigata dei 10 narratori.
LIVELLO 3 ogni personaggio della brigata racconta una novella al giorno quando uno di loro racconta una novella a sua volta diventa un narratore (si crea un altro livello, il 3)
LIVELLO 4 se nelle novelle narrate i personaggi a loro volta narrano i personaggi presenti nella novella a loro volta racconta qualcosa
LIV. 1 Il modello per questa costruzione (cornice) non è inventato da Boccaccio ma è già
LIV. 2 presente nelle mille e una notte.
Nelle due settimane di racconto (lun-giov)
LIV. 3 LIV. 4 ogni giorno c'è un tema per il racconto, tranne per Dioneo. (1 non ha un tema, ma quasi tutte le novelle hanno tema religioso, molto critico; 2: casi finiti bene; 10: giornata della magnanimità)
6) Giovanni Boccaccio, Decameron (giornata VII, novella II)
Dioneo è il re della 7 giornata decide che
Andranno raccontate le beffedelle donne ai loro mariti (trionfo delle donne che hanno subito nella storia e ora hanno la loro rivincita)
Peronella nonostante la condizione sociale, è molto intelligente (nel solitamene l'intelligenza prevale nello status sociale alto)
Decameron
Nelle novelle c'è un introduzione, per dare un'idea sulla novella
Settima giornata
FINISCE LA SESTA GIORNATA DEL DECAMERON: INCOMINCIA LA SETTIMA, NELLA QUALE, SOTTO IL REGGIMENTO DI DIONEO, SI RAGIONA DELLE BEFFE, LE QUALI O PER AMORE OPER SALVAMENTO DI LORO LE DONNE HANNO GIÀ FATTE A' SUOI MARITI, SENZA ESSERSENE AVVEDUTI O SÌ.
II. Peronella mette un suo amante in un doglio tornando il marito a casa; il quale avendo il marito venduto, ella dice che venduto l'ha a uno che dentro v'è a vedere se saldo gli pare: il quale, saltaton
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