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– I LIBRI NELL’ATENE DEL V E IV SECOLO A.C.
ERIC TURNER - una coppa a figure rosse (430 a.C. LOUVRE) mostra un maestro che sta
srotolando con qualche difficoltà un rotolo e un alunno con in mano delle
Svolge 2 indagini: tavolette che lo osserva
- la prima sulla struttura materiale dei libri ad Atene interroga i più antichi libri - un rilievo tombale (fine V) rappresenta un giovane che sta leggendo un libro e
superstiti e le pitture vascolari si sofferma a meditare.
la seconda sull’editoria
- sul modo in cui i libri si diffusero ad Atene. Turner contesta sia l’idea del Wilamowitz che i primi libri
B. fossero stati quelli con i
testi dei tragici sia la sua stessa definizione di libro come “testo pubblicato
A. Il più antico libro greco superstite è una copia del nomos di Timoteo I Pesiani, dall’autore con la mediazione di un commercio librario organizzato, a beneficio di
rinvenuto ad Abusir (presso Menfi) in una tomba databile al IV a.C. grazie alle un pubblico in attesa” che è anacronistica (presa a prestito dal
sepolture circostanti. Caratteristiche: XIX secolo!!!).
nel Prometeo parla della “combinazione dei segni” come “memoria di
- colonne larghe e irregolari Eschilo (VI-V)
ogni cosa”
- scrittura faticosa e lapidaria (vd forma epigrafica sigma, pi, epsilon ed la funzione della parola scritta è semplicemente quella di REGISTRARE
omega). GLI EVENTI. Anche Euripide (V a.C.) nel Palamede definisce vocali, consonanti e
sillabe come “rimedi all’oblio”, e fa 2esempi:
MA Turner non è propenso a considerare il Papiro di Timoteo come paradigmatico
per un libro ateniese, perché come si evince da un passo delle Leggi di Platone - i testamenti scritti evitano contestazioni in famiglia e
sull’educazione elementare dei fanciulli: “pur non avendo attraversato l’oceano, standosene a casa si può venire a conoscere
-
ciò che accade lì“
1. la calligrafia era praticata ad Atene fa riferimento alle opere geografiche degli ionici (la carta
2. ad Atene doveva essere in uso una corsiva per questioni di rapidità. geografica di Anassimandro, la Periegesi di Ecateo, le anonime Descrizioni della
Del resto come avrebbe potuto svilupparsi da maiuscole squadrate in soli 40anni la terra ecc.) cui il W. non volle concedere la dignità di libri: li definisce
corsiva agile e leggibile del Papiro di Elefantina (284-3 a.C.)? hypomnemata, promemoria e sostiene che la loro pubblicazione avveniva in
maniera orale tramite conferenze o scritta tramite manoscritti che circolavano entro
Due civiltà contribuirono alla conoscenza della scrittura presso i Greci: una ristretta cerchia di amici e allievi. Cmq qualsiasi fosse il mezzo di
l’Egitto che fornì
1. anche il papiro MA a differenza di essi che dipingevano con pubblicazione è riduttivo parlare di questi scritti come di promemoria perché erano
un giunco morbido, i greci vi scrivevano con una canna appuntita, rigida e certamente destinati anche ad un pubblico futuro se Eraclito (VI-V) volle deporre il
cava il kàlamos con cui è scritto anche il Papiro di Timoteo. NB= i simboli suo trattato in un tempio (infatti sopravvisse abbastanza a lungo da poter essere letto
alfabetici non richiedono di essere dipinti ≠ geroglifici. 150anni dopo da Atistotele).
2. la Mesopotamia da cui inoltre forse i greci importarono la penna: Si tratta naturalmente di opere in prosa di carattere tecnico o cmq messe per iscritto solo
per essere sottratte all’oblio e non per dilettare (lo stile è molto poco espressivo,
- due rilievi neohittiti del IX-VIII mostrano una tavoletta per scrivere è il
ripiegata, forse l’antenato del dittico greco verso il mezzo x allettare l’orecchio dell’uomo). Tucidide riflette ancora questo stadio
rilievi assiri dell’VIII (BM) rappresentano uno scriba che sta per incidere
- (ktema es aei).
Lo stadio successivo nell’evoluzione del libro comporta una rivoluzione: i discorsi
con lo stilo una tavoletta di argilla e un altro scriba che regge una penna e vengono prima scritti e poi imparati a memoria dall’oratore (secondo la Suda Pericle fu
scrive su un materiale cedevole papiro o pelle.
Sicuramente la tavoletta era più utile per gli appunti (poeta, scolaro, segretario il primo a pronunciare in tribunale un discorso scritto, mentre i suoi predecessori li
nelle pubbliche riunioni). Il papiro è menzionato di rado ma era certamente il improvvisavano) e i libri sono progettati per essere letti ad un vasto uditorio (in un passo
materiale scrittorio fondamentale: di Diogene Laerzio si legge che Protagora lesse per prima tra le sue opere Sugli dei,
- Erodoto dice che gli Ioni chiamavano pelli i libri (perchè usavano pelli di secondo alcuni in casa di Euripide in casa di Megaclide, secondo altri nel Liceo
per l’oratoria un’accurata
pecora e capra quando questi scarseggiavano) prestandogli la voce il discepolo Arcagora). Ciò comporta
- una coppa di Duride (inizio V) rappresenta un maestro che tiene in mano un preparazione con una particolare attenzione alla strutturazione logica del pensiero e di
rotolo e l’alunno che recita la lezione prosa l’utilizzo di vari espedienti in grado di far
variazioni del ritmo, e per gli scritti in
l’idria di Atene 1260 (Beazley presa su un pubblico abituato all’oratoria.
- 440-30 a.C.)mostra Saffo che sta ripetendo su un Per quanto riguarda l’epìdeixis
rotolo il testo che dovrà cantare (= il discorso sofistico) si può dire che esso era reso
- una pisside di Atene 1241 poco più antica rappresenta una Musa che recita pubblico nel momento in cui veniva pronunciato davanti ad un uditorio, ma spesso se ne
tenendo in mano un libro attuava una seconda pubblicazione mediante la messa in circolazione di copie scritte. Ad
es. i lògoi di Isocrate (IV a.C.) erano letti davanti ad un vero e proprio pubblico ad Atene
(l’Antidosi si apre con l’espressione: “il discorso che sta per essere letto”) e molto scrive che “ognuno ha in mano un libro” e
bene il sarcasmo di Aristofane che nelle Rane
l’ironia di Platone che nell’Apologia fa dire a Socrate quell’affermazione riguardo i libri
probabilmente Isocrate come Protagora si serviva della voce di un discepolo, visto che
come ripete più volte egli non possedeva i requisiti essenziali del saper porgere e di Anassagora che potevano essere acquistati al mercato allo spregevole prezzo di una
dell’energia; ma i suoi lògoi erano anche messi in circolazione in varie copie scritti dracma (cifra anche per questo da non prendere troppo sul serio). La parola scritta era
(Isocrate usa l’espressione didònai) questo è un passaggio fondamentale infatti quindi temuta da chi voleva conservare un sapere circoscritto a pochi, perché tutti
Isocrate dice che “quando queste opere furono scritte e messe in circolazione, mi potevano diventare “lettori”. Col primo trentennio del IV secolo a.C. cmq i libri si sono
guadagnai vasta reputazione e richiamai molti discepoli”. Bisogna notare che Isocrate saldamente affermati!
non parla mai di questo procedimento di pubblicazione di un lògos come di una sua
invenzione possiamo concludere quindi che Isocrate segue una prassi di (NB= Il progresso della parola scritta era stato promosso almeno in parte dai sofisti ma
anche le scuole dei loro avversari (l’Accademia di Platone e il Peripato o Liceo di
pubblicazione propria dei sofisti. Del resto nella collezione dei libri di Eutidemo
descritta in Senofonte figurano due generi di opere: quelle dei poeti e quelle in prosa dei Aristotele) usarono i libri, nonostante vilipesi da Platone, per salvare le opere dei loro
più famosi sofisti. maestri.)
Tra i mezzi di diffusione fin qui tratteggiati non trova posto il commercio librario di cui
nell’Atene del V secolo vi era una
sappiamo pochissimo. Non sappiamo nemmeno se
figura di editore, cioè una persona disposta a sostenere il rischio di produrre molte copie
prima di sapere se vi sarebbe stata richiesta dell’opera. Tutto ciò che sappiamo è che si
parla di libri tra le merci imbarcate sulle navi e che ad Atene si comprano e vendono libri
Platone fa dire a Socrate che le opere (biblìa) di Anassagora potevano essere
acquistate da chiunque tutt’al più al prezzo di 1 dracma nell’orchestra (= una parte del
sorgere ulteriori difficoltà perché l’unica volta che è
mercato) MA questo prezzo fa contenente i
citato il costo di un rotolo di papiro (chàrtes) nel V secolo è nell’epigrafe
conti degli epistatai preposti ai lavori dell’Eretteo, da cui risulta che il rotolo di papiro
costa nell’anno quindi com’è possibile che i libri di
407 a.C. una dracma e due oboli
Anassagora costassero solo 1 dracma (meno del prezzo di un rotolo ed escluse le spese
di copiatura anche se lo scrivano fosse stato uno schiavo!)? N. Lewis pensa che Socrate
un’opera di Anassagora che forse non occupava più di 5 fogli dei 20 che
alluda a
componevano un rotolo medio, oppure si deve supporre che negli ultimi anni della
Guerra del Peloponneso (in cui la situazione economica doveva essere pesante) il prezzo
del papiro fosse aumentato.
Probabilmente cmq il commercio librario era piuttosto modesto, anche se secondo
Wilamowitz esso sarebbe stato il mezzo che aveva permesso ai testi dei tragici greci di
giungere a un pubblico di lettori appassionato e attento. Alcuni riferimenti li troviamo in
Aristofane anche se solo una volta egli parla esplicitamente di un testo scritto di un opera
Dioniso dice di leggersi per conto suo l’Andromeda
teatrale (nelle Rane, di Euripide a
bordo della nave), le altre volte si tratta di battute sarcastiche (ad es. quando dice che
“Euripide trae il succo delle sue tragedie dai libri” sembra porsi come un l’uomo pratico
che schernisce l’intellettuale che attinge la conoscenza della vita di seconda mano).
Secondo Turner infine la conoscenza che del teatro ha il pubblico è piuttosto quella di
chi ci va cche non quella di chi legge, senza contare poi che i drammi venivano
regolarmente messi in scena ad Atene, al Pireo, a Salamina, attraverso recitazioni private
ecc.
Certo la diffusione del libro e soprattutto il ruolo sempre più importante che esso
assumeva come strumento di lavoro intellettuale, in concorrenza con un a trasmissione
del sapere fondata interamente sul discorso orale entro ristrette cerchie d’élite, spiega
–
TONNES KLEBERG COMMERCIO LIBRARIO ED EDITORIA NEL MONDO suo amico Arpalo le opere dei grandi poeti tragici e gli scritti dello storico Filisto)! Ed è
ANTICO (NELL’ETA’ ELLENISTICA) proprio con l’età alessandrina che si apre “libresca”:
la vera e propria civiltà con la
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