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IV - L'ETA' DI ALESSANDRO

a) Le Esplorazioni

Le imprese di Alessandro Magno (334-325 a.C.) causarono un significativo processo di osmosi oriente-occidente ed i primi effetti si ebbero già nello stesso Alessandro che decise di prendere in riesame alcuni degli insegnamenti del suo maestro Aristotele, soprattutto in ambito geografico.

Infatti durante le sue spedizioni mandava esploratori ed informatori dovunque. E questi ritornavano per riferire ciò che avevano visto. Fecero maturare per esempio in Alessandro, l'idea che il Mar Caspio fosse in realtà un golfo dell'Oceano e di ardua circumnavigabilità. Tra gli uomini mandati in esplorazione vale la pena di ricordare il più noto, Nearco, mandato a ripercorrere con la sua flotta il corso dell'Indo, di navigare costeggiando l'Oceano Indiano fino al Mar Rosso e di là al Golfo Persico per poi rincontrarsi con il suo Re a Susa. Questo racconto è importante perché

vieneraccontato (da Arriano nell'Indikè della sua Anabasi ed in forma riassuntiva), ricalcando l'impresadel "nosthos"(ritorno) di Ulisse: è proprio questa patina letteraria che contribuisce a fare del"paraplo dell'India"(navigazione costiera dell'India), qualcosa di più di un semplice periplo; lasciatrapassare l'intento dell'autore di fornire una descrizione dettagliata delle distanze tra i luoghi sia ingiorni di navigazione sia in stadi, a confermare la nascita di un nuovo genere misto tra raccontonarrativo e resconto geografico. Nell'Indikè di Megastene vi è un altro esempio, dove accanto aduna buona descrizione dei quindici affluenti dell'Indo, si affiancano tutta una serie di "mirabilia" suipopoli e sugli animali, alla tipica maniera erodotea/classico-antica. Questo perché lo scopo è dimediare l'effettiva realtà indiana attraverso il

filtro politico dell'ambasciatore seleucidico (cioè Megastene).

-1 La scienza ellenistica- Pitea di Massalia introduce la questione di Thule, l'isola vera o supposta tale, abitata, più a nord dell'ecumene, descritte dall'ammiraglio-geografo con coordinate astronomiche precise sul circolopolare artico, 66°N: il suo scopo era di inserire thule tra le prove a favore della sua sfereopea e delle sue leggi, per comprendere in ultima istanza il legame tra la variazione di latitudine e i fenomeni atmosferici, il livello di "nordicità" (a Pitea si deve la scoperta della Britannia". D'ora in poi c'è chi la porrà da qualche parte nel nord del mondo ( I "geografi scienziati") e chi ne dubiterà l'esistenza, relegandola solo ai racconti dei luoghi immaginari. Strabone a riguardo richiamando il resoconto di Pitea apre un'altra questione che si collega a Thule: l'importanza

La cesura tra il vero, perché è stato effettivamente visto, e il verosimile perché coerente con le leggi della sfera. Pitea giunge in Britannia e poi dice "ecco da quel punto là DICONO che con sei giorni di navigazione sei a Thule..".

Aristarco di Samo: fu il primo ed unico del periodo a proporre una teoria eliocentrica.

A Cleomide si deve l'aver riportato la descrizione del calcolo della circonferenza terrestre fatto da Eratostene, il quale giunge ad una misurazione di 252000 stadi. In realtà la misurazione si fonda su presupposti incorretti: per prima cosa Siene non sta sul tropico del Cancro, ma a circa 35' più a nord; Alessandria e Siene non sono sullo stesso meridiano; inoltre la distanza tra i due centri è valutata in stadi con calcolo che sembra dedotto a posteriori dalla definizione della latitudine dei due centri e tradotto poi in un segmento misurato in stadi (intendi errori di approssimazione).

Inconclusione si può dire che il risultato ottenuto da Eratostene è "frutto di una fortunata compensazione di errori" (Russo- La Rivoluzione Dimenticata). Eratostene è anche autore di una "Geografia", dove oltre alla descrizione del globo e dell'Ecumene, nel III libro, vi è la trattazione della stesura della carta: divide la terra in "sphraghidès" parcelle catastali, che componevano l'ecumene e si avvaleva, non senza "costrizioni" (forzature grafiche applicate alla reale geografia dei luoghi) di fiumi e montagne come naturali linee divisorie di queste figure. L'Ecumene aveva forma trapezoidale o clamide, occupava uno dei 2/4 della zona superiore della sfera terrestre. Era inoltre circondata dal mare e si estendeva in lunghezza per 78000 stadi e in larghezza per 38000. La rappresentazione dell'ecumene sulla carta avveniva tramite proiezione ortogonale, con paralleli e meridiani che siincrociano tra loro lungo l'asse cartesiano avente vertice in Rodi. Le informazioni presenti nella carta sono attinte in gran parte da peripli, come quelli di Annone, Pitea, Nearco, Patrocle e Timostene di Rodi (fornì distanze in stadi invece che in giorni di navigazione). Venne criticato da Ipparco di Nicea che scrisse una "contro Eratostene", dedicata alla contestazione delle sphraghidés. Ipparco grazie ad una accurata osservazione del cielo era riuscito a scandire i Klimata (latitudini) di tutta la terra con una semplice trasposizione in gradi dei dati, stavolta non contestati, di Eratostene: 252000:360=700 stadi, ogni 700 stadi si varia di 1° di latitudine. V LA GEOGRAFIA COME STRUMENTO DI GOVERNO a) Gli esiti sfortunati della geo-scientifica furono decretati dall'impossibilità di conciliare i risultati della ricerca, con gli interessi politici e tranne per il lavoro di Eratostene, vennero messi da parte i testi di Pitea, Eudosso, Dicearco.Ipparco.-Polibio(208-126 a.C.) non ricorrerà più ai repertori, peripli e trattati geografici, ma mirerà a una "diaìresis" ripartizione e ad un "tàxis" ordinamento dello spazio che parlino un linguaggio universale. Questa "seconda maniera" di approccio alla geografia è da intendersi come una scienza autonoma fondata sulla correzione dei predecessori e sull'osservazione diretta e olistica dei fenomeni del mondo, testimoniata anche dalle parole dello steso storico: "Affinché la mia esposizione non risulti del tutto oscura a chi non conosce i luoghi, bisognerà dire da dove Annibale mosse, quanti luoghi percorse e in quali parti dell'Italia scese: non ci si deve limitare a citare i nomi dei luoghi, dei fiumi e delle città" e ancora "...bisognerà indicare un metodo che permetta, parlando di cose sconosciute, di condurre i lettori a nozioni in qualche misura

“vere e conosciute” (Historiae3,36-37). Il taglio corografico distingue questo filone che inizia con Polibio per proseguire con altriautori romani (Strabone,Mela,Plinio) e consente di cogliere l’evoluzione di un’idea nata in sensotecnico con Eratostene, ma “corretta” poi in una prospettiva che sempre più privilegia la letturapolitica del mondo. A tal fine i dati geografici devono essere selezionati in un certo modo attraversol’autorità dell’istituzione promotrice delle esplorazioni e garante della qualità delle informazioniraccolte.

-Artemidoro di Efeso (attivo attorno al 104-101) contesta carta di Eratostene scriveGeographumena.

-Posidonio di Apamea ( 135-150 circa): anche egli autore di un “Oceano” che mette volutamente aconfronto con l’omonima opera di Pitea, per verificare le teorie del massaliota sulle maree, chePosidonio collegava, oltre che alle fasi lunari, anche ai solstizi e agli equinozi.

Cercò di dare unamisura della circonferenza terrestre con un metodo diverso da Eratostene. - C.J. CAESAR: maturò la concezione che la Britannia fosse l’estremo confine settentrionale, oltread averci lasciato numerosi descrizioni dettagliate di Gallia Italia e Iberia. - AUGUSTO: con Augusto si pongono le basi di una concezione ecumenica che fondava sullapropoganda una politica del consenso, indispensabile alla gestione dell’ormai divenuto tale,Imperium. Questa propaganda con Orazio (carm 4,14,41ss;carm. saec. 53-56) e soprattutto conStrabone, alimentò l’idea di un’orbis romanus in chiave ecumenica estea su tutte le terre di Romaed assecondò profiquamente il progetto augusteo (molto sinteticamente: civilizzare il mondo,romanizzandolo), che fece della geografia un importante strumento di governo. - STRABONE (64 a.C. – 25 d. C. )Fu prima che geografo, uno storico e scrisse dei commentari in cui si ricollegava, come datradizione, al

Il tuo predecessore Polibio. Poi fu incaricato di seguire Elio Gallo prefetto d'Egitto nellasua spedizione tra il 26 e il 24. fino all'Arabia Felix e poi lungo la risalita del Nilo fino a Siene.Si Spostò su una prospettiva geografica che egli stesso definì così: "Il molteplice vantaggio che sipuò trarre dalla Geografia in ambiti che vanno dal politico e dalla pratica di governo, allaconoscenza dei fenomi celesti e degli esseri viventi in terra e in mare, richiede lo steso tipo di uomo,cioè quello attento alla qualità della vita e al raggiungimento della felicità" (Geografia 1,1,1). Ilmestiere del geografo consiste nel "..definire dapprima il nostro mondo abitato, la sua dimensione ela sua forma, la sua caratteristica naturale e la sua posizione in relazione al globo terrestre" (2,5,4).Parte dalla critica ai suoi predecessori. La sua terra abitata somiglia molto a quella descritta daipoeti alessandrini: ha

La forma di un'isola e si estende tutta in una metà dell'emisfero boreale. Il limite meridionale viene fissato a 8800 stadi a nord dell'equatore, all'altezza del parallelo che passa dal Paese della Cannella e che passa anche per Taprobane (Sri-Lanka). Il limite settentrionale è posto all'altezza di Ierne-Irlanda, un'isola a nord della Britannia. Il Promontorio Sacro, 3000 stadi a ovest delle colonne d'Ercole, segna il confine occidentale. L'estrema propaggine del Tauro con il monte Imeo che arriva fino al Mar Indiano, segnano gli estremi orientali dell'Ecumene. Per estensione, la ipotizza meno ampia rispetto a Eratostene: 70000 stadi invece che 38000. Come Eratostene, anche il geografo dell'Impero utilizza una proiezione ortogonale che mantiene l'inconveniente di rappresentare i meridiani paralleli, invece che convergenti; il vertice rimane in Rodi. In fede a Omero rimane anche la concezione dell'Ecumene circondata dal

mare e caratterizzata dai 4 golfi. Dal Mediterraneo con direzione Occidente -> Oriente c'è la periegesi che tocca i trecontinenti, descritti con diversa ampiezza a seconda della loro importanza e co
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Publisher
A.A. 2012-2013
10 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BocaJunior92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia storica del mondo antico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Moioli Maria Lauretta.