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Capitolo 3: Guerra e Società
La pratica della guerra cambiò la società greca e romana.
La rivoluzione oplitica in Grecia
Prendiamo a confronto due stili di combattimento diversi. Nel primo i guerrieri si muovono in maniera fluida e individualistica, alcuni sono su carri da guerra, altri sono a terra. Si usano giavellotti e spade. Nell'Iliade di Omero è così: un campo di battaglia dominato da eroi che scendono dai carri per combattere. Prendiamo il secondo stile: questo è uno stile coeso e collettivo, con i guerrieri disposti in ranghi serrati, hanno tutti lo stesso equipaggiamento e stanno per battersi. Quest'ultimo divenne il modo tipico di combattere dei Greci: la falange oplitica. Essa era costituita da fanteria pesante con una formazione compatta per creare una sorta di muro di studi in cui i soldati si battono con lance da urto. Il primo stile di combattimento è visto ora come primitivo, con questi individui che vogliono farsi onore.
e con poco peso dato alla strategia. Le sorti di quella battaglia vengono decise da pochi aristocratici. Il secondo stile crea un campo di battaglia civilizzato, con due falangi che si contrappongono. Il singolo guerriero non aveva alcuna libertà: gli veniva assegnato un posto nella falange e doveva rimanere. I guerrieri erano spinti dal voler difendere la propria polis. Questo fu un cambiamento militare, ma anche politico e sociale. In Grecia si creò una classe media di benestanti non nobili, si dice che sia stata lei a portare la falange oplitica. Molti studiosi parlano di vera e propria rivoluzione militare. Anche nell'Iliade, sottolineano alcuni, si ha un combattimento in cui il peso dell'eroe è minimo e conta molto di più la massa di guerrieri. Alcuni sostengono quindi che la rivoluzione militare non ci sia mai stata ma che sia stato un cambiamento graduale. Esistono testimonianze così opposte perché sappiamo poco.Sullaguerra in Grecia e le armi ci dicono poco. L'Iliade va preso come testimonianza storica reale oppure è soltanto un poema? Perché sappiamo che per esempio nel poema ci sono equipaggiamenti militari appartenenti a periodi diversi della storia. Sappiamo poco anche sugli opliti. La maggior parte dei guerrieri sembra essere dotata di una seconda lancia, che gli opliti non avevano. I loro ranghi non sono compatti come quelli della falange oplitica. Insomma, le informazioni che abbiamo sono veramente poche, per questo esistono opinioni così discordanti sulla guerra. Quello che si sa è che la falange oplitica era un fenomeno circoscritto alla città stato, ogni polis finì per farne uso. I greci cambiarono il modo di pensare alla guerra: smisero di seppellire gli uomini con le proprie armi e iniziarono a consacrare armi e armature.
La crisi agraria in Italia
Le guerre negli ultimi due secoli a.C furono scatenate per una crisi agraria in Italia
cheindebolì il governo repubblicano. Ciò creò il principato. La crisi fu il motore per le guerre di conquista, che portarono al saccheggio dei territori conquistati. Con queste entrate si crearono dei latifondi, che iniziarono a spostare i piccoli proprietari terrieri, espropriati dalle loro terre. Essi vanno quindi in città in via di sviluppo dove formano un mercato e si arruolano nell'esercito, contribuendo a sviluppare quel sistema che li aveva allontanati dalle loro proprietà. Questo circolo si interruppe con Augusto che finì le guerre di espansione e creò un esercito di professionisti. Fu l'élite romana a ottenere molti territori conquistati. Essa non si limitò a possedere terre ma anche a scacciare gli agricoltori e i contadini. Si pensava che avere qualche interesse nella comunità fosse importante per la lealtà di quest'ultima, per questo gli agricoltori erano i soldati migliori. Eccoperché si doveva essere proprietari terrieri per servire nelle legioni romane. Ma di questi proprietari diventati soldati alcuni non tornavano dalle guerre, altri riportarono ferite molto gravi che non gli consentivano più di lavorare. L'espulsione dei contadini indebolì la repubblica in due modi. La massa arrivata in città si trasformò in un gruppo di diseredati, formando una plebe scontenta su cui alcuni senatori appoggiarono la loro propaganda dicendo di essere schierati dalla parte del popolo. In secondo luogo ciò portò all'abbandono del requisito di essere proprietari terrieri per servire l'esercito, facendo entrare anche legionari senza terra, che però volevano delle terre al termine delle campagne militari. I comandanti iniziarono a fare affidamento sulle proprie truppe per ottenere appoggio politico. Quando gli eserciti si dimostrarono disponibili a seguire i propri comandanti contro lo stato la repubblica.finì. Quest'interpretazione della crisi agraria è messa in discussione perché i dati sono scarsi e di difficile rappresentazione. La guerra del II secolo a.C era meno gravosa di quella del III secolo e ora non si combatteva nemmeno in Italia. I legionari degli eserciti poi potevano restare lontani dalle loro terre per anni. Abbiamo pochissime informazioni, specialmente su chi coltivava la terra, perché i poveri lasciano pochissime tracce. Non si mette in discussione il fatto in sé, certamente avvenuto, ma la sua dimensione. Si pensa infatti che i latifondi non fossero l'unica realtà agricola sul territorio italico. I latifondi dovevano essere vicini a zone di mercato o vie d'acqua. La forza lavoro variava dal periodo: serviva tanta manodopera nell'estate, ma poca nell'inverno. Si era soliti quindi assumere temporaneamente dei lavoratori salariati e mantenere fissi solo un numero minimo di schiavi. Per questo era interesseDei latifondisti quello di non cacciare i contadini, visto che potevano essere impiegati come lavoratori salariati. E poi, in Italia i latifondi non divennero mai il tipo dominante di organizzazione agricola.
L'imbarbarimento dell'esercito romano. Esso ha portato alla caduta dell'impero romano d'Occidente. Con "imbarbarimento" s'intende la sostituzione delle unità romane con quelle barbariche nell'esercito. Questo fenomeno venne frenato a oriente ma continuò a occidente, per questo l'impero d'oriente sopravvisse e quello d'Occidente no. Si è ipotizzato che in realtà i barbari nell'esercito erano soltanto 1/4 dei soldati, ma ciò è difficile da verificare poiché tanti barbari si identificavano come romani. Si è notato come i soldati barbari non erano più traditori di quelli romani e l'esercito romano aveva sempre adottato stili di combattimento di altre civiltà.
Secondo questa teoria, l'esercito romano non divenne quindi meno efficiente. È difficile da analizzare: abbiamo informazioni sull'identità di una minima parte dell'esercito e di questi membri non veniva mai specificata la provenienza. L'unico modo per capire se si trattava di un romano o un barbaro era il nome, ma era possibile che un barbaro avesse il nome di un romano e viceversa. Anche se non conosciamo i numeri, l'impressione del tempo era che i barbari presero possesso dell'esercito e in varie circostanze ci fu chi condannò "l'imbarbarimento" dell'esercito. Specialmente dopo la sconfitta di Adriano ad Adrianopoli le truppe romane erano completamente imbarbarite, ma l'imbarbarimento dell'esercito non fu certo l'unica causa della caduta dell'impero d'Occidente. Incide infatti anche il numero di usurpatori sul trono imperiale, non disponeva poi di una capitale inespugnabile e non riuscì a includere.i capi dell'esercito nella corte imperiale. Perché le interpretazioni storiche cambiano? Tutte le interpretazioni storiche sono provvisorie ed esistono molte motivazioni. Ovviamente incide la scoperta di nuovo materiale, ma non è così importante. Spesso, infatti, sono cambiamenti nel pensiero o mode intellettuali a cambiare le interpretazioni della storia. L'ultima spiegazione è molto cinica: ogni generazione riscrive la storia per pubblicare e trovare lavoro. Gli storici criticano le interpretazioni altrui perché non possono fare carriera su ciò che hanno scritto gli altri. CAPITOLO 4: PENSARE ALLA GUERRA La guerra influenza la vita di tutti, quindi è necessario conoscerla. Nel mondo classico ci sono numerose riflessioni sulla guerra. Grecia classica Erodoto e Tucidide presero in esame due guerre: la guerra Persiana e quella del Peloponneso. Secondo Erodoto è la vendetta e il senso del dovere che muove la storia. Esaminava quindila guerra analizzando i torti leggendari commessi da entrambe le parti. Si scatena una guerra per vendicarsi, una sorta di vendetta divina. Tucidide, invece, minimizzò il ruolo del divino, circoscrivendolo al fato e alla fortuna. Secondo lui, la causa della guerra del Peloponneso era la crescita di Atene e il timore che questo fatto provocò a Sparta. Nessuno dei due pensatori però si interroga se la guerra sia giusta. Anche Platone e Aristotele si interessano al fenomeno, ma non sulla giustezza della guerra. Platone sostiene che le guerre tra greci e barbari erano necessarie e naturali, ma non quelle tra greci. In queste ultime bisognava quindi mettere dei limiti che non valevano nelle guerre con i barbari (es. i greci non dovevano rendersi schiavi a vicenda). Aristotele sostiene che l'allenamento militare serve a tre cose: impedire di diventare schiavi, trovare dei buoni comandanti e ridurre in schiavitù chi lo meritava. In generale, però, è possibile.costruire alcune regole della guerra classica: i santuari e le feste internazionali erano inviolabili. In discussione era la possibilità di uccidere un prigioniero e anche la pratica di uccidere i civili era dubbia. Alcuni sostengono che una guerra ingiusta era quella scatenata senza che il nemico avesse compiuto torti (Inganno, violenza, saccheggio ecc...). Ma le guerre giuste non devono essere per forza di difesa. Il punto è che per i greci la guerra era così normale che non era necessaria una rielaborazione teorica: le cause della guerra erano così evidenti, non bisognava ragionarci. Le cause maggiori della guerra sono il profitto, l'onore e la difesa. In più, non si applicava un limite di tempo ai torti, quindi una motivazione per fare la guerra era sempre disponibile. Roma repubblicana A Roma si riflette sulla concezione di guerra giusta perché con un così vasto territorio i romani si sentirono in bisogno di giustificare le conquiste. Laguerra giusta deve avere come motivo la vendetta o la difesa, dice Cicerone. Bisogna tenere fede alla parola data (fides), quindi Roma aveva il compito di difendere i propri alleati, mentre loro rimanevano