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L
subiranno dunque la “maledizione del vincitore”: riceveranno 70 azioni nel caso in cui vi sia overpricing, mentre
verranno razionati nel caso di underpricing; quindi, gli investitori retail parteciperanno al mercato soltanto se in media
si aspettano di essere in pareggio. Il vincolo degli investitori retail è {(V P) * D * [D /(D +D )]} = (P V ) * D . Il
H R R I R L R
primo termine del vincolo è il profitto per gli investitori retail nel caso di emissione con underpricing (V > P). Il
H
secondo termine è la perdita per gli stessi in caso di overpricing (P > V ). Se non esiste alcun rischio di venire esclusi
L
dagli investitori istituzionali (D =0), il vincolo viene soddisfatto con P=10. Eppure, date le ipotesi, gli investitori retail
I
si aspettano di pareggiare ad un prezzo di offerta di 9,58, cioè con uno sconto pari a circa il 4% di 10. Nello scenario 2
gli investitori istituzionali non partecipano: dato che la domanda retail risulta insufficiente, si assume che la banca
assorba l’offerta rimanente.
(2) Bookbuilding
L’obiettivo del bookbuilding è quello di indurre gli investitori istituzionali a cooperare. Questi investitori sono infatti
incentivati a rappresentare V come il vero valore, cercando di abbassare il prezzo. La banca dovrebbe potersi
L
impegnare credibilmente a prezzare e allocare l’offerta in modo da rendere il profitto atteso dagli investitori
istituzionali nel caso in cui rivelino il valore corretto (V ), almeno pari a quello che otterrebbero dichiarando che il vero
H
valore è invece V . Data A l’allocazione delle azioni agli investitori istituzionali abbiamo che [A *(V P ) > A *(V
L H H H L H
P )]. Il prezzo dipende dalla strategia della domanda degli investitori istituzionali: P (P ) è un prezzo che indica un
L H L
valore alto ( ). Affinché questa condizione si verifichi, la banca d’investimento può massimizzare il primo termine
basso
A *(V P ), ma dovrebbe farlo a spese dell’emittente ( ). La banca d’investimento
cioè con un prezzo di offerta inferiore
H H H
può altrimenti minimizzare il secondo termine A *(V P ). Tuttavia per farlo esistono due opzioni.
L H L
La prima è quella di stabilire P=11: (V P ) sarebbe quindi uguale a zero. In questo caso si presenterebbe però un
H L
problema: gli investitori istituzionali non parteciperanno all’emissione quando il valore è davvero pari a V . L’unica
L
possibilità è di stabile P =9.
L
La seconda opzione è quella di porre A =S D =30 e A =S=100, cioè dare semplicemente priorità agli investitori
L R H
retail, quando quelli istituzionali dichiarino P . Si avrà allora: 100*(11 P ) > 30*(11 9) cioè P < 10,4. Il prezzo
L H H
atteso diventa 50%*10,4+50%*9=9,70. Il controvalore atteso è superiore col bookbuilding ( ). Date le
9,70 invece di 9,58
indicazioni di interesse, una banca è quindi in grado di stimare il vero valore dell’emissione. Quando il valore è 11, la
banca è disposta ad offrire azioni con uno sconto di 0,60 (10,4) così da incentivare gli investitori istituzionali a rivelare
il prezzo corretto. Qualora non concedesse lo sconto, la banca subirebbe un danno reputazionale. Questo esempio
evidenzia inoltre l’importanza della discrezionalità nell’allocazione. Si noti infine che l’underpricing atteso non è
0,60, ma 0,30 ossia la differenza tra il prezzo atteso di 10 e 9,70.
ASTA
Le aste vengono utilizzate con successo in altri tipi di emissioni come per i titoli di Stato. Il punto di
partenza è sempre la solita forchetta, vista anche per il bookbuilding. Il gestore dell’asta riceve degli ordini
( ), in questo caso l’ordine è preciso: si deve dire quanti titoli si vogliono e dire un prezzo (
bid differenza con il
); l’intermediario che gestisce l’asta ordina i prezzi
book building; o con l’asta tradizionale dove il bene è solo uno
dal più alto al più basso.
Esistono due principali tipologie di aste, da cui dipende la determinazione del prezzo di collocamento:
Marginali ( ). Nelle aste marginali tutti i vincitori pagano lo stesso prezzo: il prezzo di
i) uniform price
equilibrio è quello più basso tra gli ordini aggiudicati. In caso di eccesso di domanda, ogni investitore
che presenti un ordini superiore al prezzo di equilibrio riceve l’intero quantitativo di titolo richiesto ( in
alcune aste, in caso di eccesso di domanda, tutti gli investitori con ordini al di sopra del prezzo di equilibrio
). Se si hanno bidder non competenti potrebbero
vengono razionati su base prorata oppure secondo sorteggio
offrire un prezzo più alto solo per aggiudicarsi l’asta sapendo che poi andranno a pagare un prezzo più
basso ( ): in questo caso i bidder più
tuttavia si ha un’inflazione in quanto il prezzo del collocamento cresce
competenti potranno decidere di non partecipare all’asta. Ecco perché questo non è uno dei metodi
migliori per il collocamento dei titoli azionari.
Competitive ( ). Durante un’asta competitiva i vincitori pagano il prezzo
ii) disciminatory o paywhatyoubid
offerto nei propri ordini.
In Italia abbiamo entrambi i meccanismi per i Bot viene utilizzata l’asta competitiva, mentre per i BTP l’asta
marginale.
Libro ordini dell’asta
Investitor Prezzo € # di azioni Cumulato Allocazione
e (ml) (ml) (%)
A 13 1 1 100
B 12,5 1,5 2,5 100
C 12 1 3,5 100
D 11,5 2 5,5 100
E 11 2,5 8 100
F 10.5 4 10 50
G 10 3,5
H 9,5 4
ESEMPIO. Si consideri il caso di un’offerta per 10 ml di titoli. La banca d’investimento che organizza l’asta stabilisce
l’intervallo di prezzo: 911. Il libro degli ordini è riportato nella seguente tabella.
Nell’asta marginale, il prezzo di equilibrio sarebbe pari a 10,5: per prezzi superiori vi sono ordini per 8 ml di titoli.
L’ordine dell’investitore F è per 4 ml di titoli: l’investitore F riceverà però soltanto 2 ml di titoli, venendo razionato al
50%.
Nell’asta competitiva, l’investitore A pagherebbe 13 per azione, B pagherebbe 12,5 per azione e così fino all’ultimo
investitore aggiudicatario, che verrebbe razionato.
Il prezzo stabilito con l’asta incorpora le informazioni fornite dagli investitori, come nel bookbuilding ma si
distingue da questo per il criterio di allocazione ( ). La discrezionalità
che nel bookbuilding è discrezionale
nell’allocazione, ancorché poco trasparente, può essere vantaggiosa per gli emittenti. Infatti i risultati delle
aste sono piuttosto variabili, sia per quanto riguarda il livello di sottoscrizione ( ), sia
over/undersubscription
con riferimento al prezzo di collocamento ( ). Ciò dipende prevalentemente da due problemi
over/underpricing
(1) maledizione del vincitore e (2) comportamento opportunistico.
Prezzi di equilibrio per diverse aste
Deviazione standard = € 1 Deviazione standard = € 2
N. di
partecip Prezzo di Offerta Prezzo di Offerta
anti equilibrio media equilibrio media
200 10,09 10,14 10,17 10
500 10,86 10,04 11,72 9,94
1000 11,31 9,86 12,52 9,96
5000 12,31 10,05 14,21 10
10000 12,34 10,02 14,59 10,03
Maledizione del vincitore (winner’s curse). Problema: “ho vinto, ma preferirei se non fosse così”. In un’asta
chi vince è per definizione colui che ha presentato l’offerta più alta, la quale potrebbe però essere troppo
alta. Il problema potrebbe essere risolto con una modifica al ribasso del prezzo offerto, che tenga conto del
numero degli altri partecipanti e dell’informazione in loro possesso. Nella pratica però è piuttosto difficile
conoscere anticipatamente il numero dei partecipanti e le loro informazioni. ESEMPIO. Si consideri un’asta
marginale in cui sono offerte 100 azioni e ogni investitore ne ordina soltanto una. Il prezzo di equilibrio dovrebbe
essere quello della centesima offerta più alta. Ogni investitore presenta un’offerta secondo una distribuzione normale
con media pari a 10 e deviazione standard pari a 1 ( ). La media corrisponde al vero valore delle azioni. La
oppure 2
deviazione standard misura invece l’incertezza nel prezzo e le capacità di valutazione degli investitori. Ognuno di loro
infatti presenta un’offerta con una componente di “errore”, senza cioè conoscere il vero valore delle azioni. La tabella
sottostante contiene i prezzi di equilibrio per una seria di aste simulate con un differente numero di partecipanti.
L’offerta media fornisce sempre una buona stima del valore corretto delle azioni. Tuttavia, i prezzi di equilibrio si
trovano in un intervallo compreso tra 10,09 ( ) e 14,59 (
200 partecipanti con deviazione standard pari a 1 10000 partecipanti con
). Il secondo prezzo ( ) illustra perfettamente il concetto
deviazione standard pari a 2 quasi il 50% in più rispetto al vero valore
della maledizione del vincitore.
Gli investitori potrebbero ridurre le proprie offerte per tenere in considerazione la tendenza al rialzo.
Tuttavia per farlo in modo razionale dovrebbero conoscere il numero dei partecipanti e il grado di
asimmetria informativa.
ESEMPIO. La tabella sottostante riporta minimo, massimo e media del prezzo di equilibrio per 200 aste simulate.
Prezzi di equilibrio per 200 aste simulate
N. di Deviazio Prezzo di equilibrio
partecip ne Min Max Media
anti standard
200 1 9,82 10,26 10,01
1000 2 12,31 12,86 12,56
Le prime 100 hanno 200 partecipanti e una deviazione standard pari a 1, le altre 100 hanno 10000 partecipanti e una
deviazione standard pari a 2. Il prezzo medio di equilibrio per aste con 200 partecipanti e deviazione standard di 1
risulta essere 10,01, con un’entità quasi trascurabile della maledizione del vincitore (+0,01 rispetto al vero valore). Al
contrario, il prezzo medio di equilibrio per aste con 1000 partecipanti e deviazione standard di 2 è pari a 12,56: la
maledizione del vincitore in questo caso è molto più grave ). Ipotizziamo che gli investitori
(+2,56 rispetto al vero valore
siano in grado di osservare queste aste: potrebbero allora presentare le proprie offerte aggiustandole per la tendenza al
rialzo. La strategia di offerta corretta è però strettamente correlata al numero di partecipanti all’asta e al grado di
asimmetria informativa. Ipotizziamo che un investitore faccia un’offerta in un’asta il cui numero di partecipanti e la cui
deviazione standard siano ritenuti rispettivamente pari a 200 e 1. Gli investitori si aspetteranno di affr