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LA DIMENSIONE ETOLOGICA

1. Scienze sociali e sociobiologia

I condizionamenti naturalistici della vita politica e, più in generale, la condizione sociale

quotidiana potrebbero affondare le radici non solo nelle restrizioni delle macrostrutture fisiche quali

spazio e tempo, ma negli universali etologici che regolano i rapporti tra gli individui in tutte le

specie di animali sociali.

La questione è controversa. Spiegare tutti i comportamenti degli animali sociali è il tentativo

della sociobiologia negli anni Settanta, che ha suscitato un forte risentimento in tutte le scienze

sociali. Era destinata a colpire l'idea di Wilson di usare gli stessi parametri per analizzare sia le

colonie di insetti che le società dei moderni primati. Altri aspetti del risentimento riguarda il

Novecento, periodo dove l'antropologia culturale, la sociologia come la filosofia politica e le

scienze del linguaggio considerano che l'essere umano rappresentasse un momento di rottura

totale nella storia evolutiva isolandolo in una prospettiva antropocentrica. Un terzo elemento è lo

scontro tra totalitarismi che condizionarono la storia sociale del '900. Il secolo

dell'antropocentrismo, dei totalitarismi, delle guerre mondiali, del razzismo e degli olocausti. Il

secolo della cecità cognitiva tra scienze sociali e naturali.

La sociobiologia è stata sottoposta ad una profonda revisione a partire dalle riflessioni degli

ultimi quarant'anni. Alcuni strumenti dell'analisi sociobiologica sono riusciti a entrare

nell'antropologia culturale, nella sociologia e nella psicologia dimostrando la loro potenzialità

esplicativa. Claude Levi-Strauss, il più illustre esponente dell'antropologia culturale introdusse la

prospettiva coevolutiva, dove l'evoluzione culturale determinerebbe quella biologica quanto quella

biologica determina quella culturale.

1.1. Per una biologia delle relazioni speciali

La sociobiologia è lo studio delle basi biologiche di ogni forma di comportamento sociale. Si

fonda sull'idea che qualsiasi comportamento sociale è condizionato dalla struttura del genotipo

specie-specifico e dalle variazioni fenotipiche individuali. La ricostruzione dei criteri di dominanza,

la formazione di alleanze e gerarchie come i criteri di selezione sessuale, familiare e di gruppi

dipenderebbero dall'affermarsi degli individui portatori dei migliori geni.

Non sempre la selezione dei buoni geni è la base ideale per la comprensione della selezione

naturale. Bisogna considerare come basi biologiche del comportamento sociale non solo il il

sostrato genetico specie-specifico e le caratteristiche fenotipiche ereditarie, ma anche quelle che

molti etologi definiscono come ''Relazioni Speciali'' tra gli individui, non determinate da geni

altrettanto speciali. Questo costrutto teorico di base della società animale potrebbe essere

considerato una Funzione dedicata per le relazioni speciali (FDRS).

Possiamo considerare una struttura sociale come una sintesi di come gli individui interagiscono

fra loro. Concentrarsi sulle interazioni in sociobiologia significa focalizzarsi sulla natura degli

scambi biologici che regolano i modelli di mortalità, successo riproduttivo e dispersione

ambientale. Per affinare questi modelli si distingue tra studio delle interazioni e delle relazioni. Le

relazioni sono integrazioni di dati interazionali nel tempo.

Per rendere più flessibili i parametri sociobiologici si è tentato di rendere più flessibili a sua volta

i modelli interpretativi introducendo una distinzione tra misure non-sociali e misure-sociali di

relazione. Le misure non-sociali di relazione sarebbero ''fisse'' relativamente alla struttura

filogenetica delle popolazioni. Misure sociali sono quelle relative al rango o alla posizione sociale

degli individui. Con questi indicatori, come l'indice di dominanza o l'indice di socievolezza, non si

risolvono i problemi che affliggono i modelli della sociobiologia.

Per un nuovo modello di biologia della politica, gli indicatori più utili si rivelano quelli che

riescono ad individuare il nascere e il polarizzarsi di relazioni sociali non connesse direttamente

alla riproduzione e sempre più frequenti tra classi di individui non legate tra parentela, relazioni

stabili che si instaurano tra estranei. Le relazioni speciali sono quei rapporti intraspecie tra individui

non imparentati che scambiandosi beni, servizi e funzioni si procurano forti vantaggi reciproci.

Vediamo alcuni tratti comuni:

 non si tratta di relazioni a sfondo riproduttivo

 stabili e destinate a durare

 sistematiche e motivate

 hanno un investimento emozionale

 non si configurano come relazioni gratuite

 mostra istanze affiliate

 si estendono ad una classe di conspecifici e diventano un fenomeno sociale che può

modellare una struttura politica

 costituiscono delle coalizioni

 comporta l'uso di una dimensione vocale che contrassegna l'amicizia a funzioni sociali

1.2. Cause ed effetti delle relazioni speciali

Tra tutte le relazioni sociali che possono instaurarsi in una comunità, solo alcune produrranno

effetti naturalistici per l'etologia del potere e le relazioni speciali sono tra queste.

Un modello centrato sulla FDRS, che si concentra su una valutazione dei cicli generazionali

storici, ovvero mai superiori all'età della vita media di una certa popolazione, potrebbe produrre

previsioni in tempi brevi, fornendo supporti e processi decisionali concreti, opposti agli astratti

progetti platonici di ingegnerizzazione sociale.

L'analisi delle relazioni speciali degli individui nelle piccole o grandi comunità si rivela decisiva per

comprendere cosa stia accadendo e per prevedere cosa accadrà in futuro.

1.3. Psicologia sociale delle relazioni speciali

E' possibile categorizzare le variazioni demografiche sotto i termini naturale e naturalistico,

mentre per gli stati psicologici può sorgere qualche dubbio, nonostante non vi sia nulla di più

naturalistico di uno stato psicologico. Le variazioni umorali possono anche essere indotte dai

contesti sociali. Gli stati psicologici, gli umori, i sentimenti, le emozioni sono indotti da strutture

biologiche: quelle individuali e quelle collettive.

La felicità o infelicità biologica influenza i cicli demografici che determinano le variabili

controllabili della fitness di una specie: quanto si riproduce e si sposta. Questa connessione con

fenomeni demografici e migratori avvalora l'idea della naturalità degli stati psicologici. I modelli

demografici più efficaci tengono conto della covariazione degli stati psicologici. Per diversi studiosi

gli elementi naturali decisivi per capire le tendenze demografiche sono due stati psicologici: la

speranza di vita e i livelli di fertilità dovuti allo stato psicologico della componente femminile in

quanto è sempre quest'ultima ad avere il desiderio di mettere al mondo dei figli.

Nel caso dell'anomalia ecologica umana, gli stati psicologici sono l'elemento naturalistico più

concreto nella determinazione degli esiti finali demografici e migratori da cui dipendono gli assetti

sociali di un sistema politico. I processi demografici e migratori, più gli stati psicologici sono tutti

prodotti indiretti della FDRS.

1.4. L'infelice confusione: sessualità e riproduzione

Se consideriamo la struttura della società una conseguenza delle strategie di riproduzione dei

geni ci troviamo di fronte alla confusione tra sessualità e riproduzione. Qualsiasi comportamento

sociale legato alla sessualità viene ricondotto ai suoi scopi riproduttivi che comportano una serie di

conseguenze sociali a catena: dalla struttura della dominanza sessuale derivano gli assetti politici

di ogni singola specie.

2. Dominanza e socialità nel mondo animale

La sociobiologia di Wilson è la prima opera scientifica che amplifica la ricchezza

dell'interpretazione naturalistica delle strutture sociali della dominanza. Wilson registra la differenza

tra società fondate sulle gerarchie di predominanza assoluta e quelle di predominanza relativa

dove si rileva un'alta partecipazione dei subordinati ai privilegi dei dominanti.

I privilegi associati al rango non sono relativi solo al sesso ma anche all'accesso al cibo,

posizione di difesa favorevoli e in generale vantaggi relativi ad una minore esposizione al rischio e

maggiore possibilità di accaparrare risorse. Wilson rileva come le strutture sociali in cui questa

funzione generale si distribuisce sono variabili e irregolari nel regno animale.

In secondo luogo la dominanza assoluta di un soggetto, quasi sempre maschio, è rara. Sono

pochissime le società dove solo ad un maschio è concesso l'accoppiamento con tutte le femmine

del gruppo.

2.1. Dal dispotismo alla democrazia contrattata dei mammiferi

Il primato del dispotismo sessuale va all'elefante marino che si accoppia con un numero di

femmine che arriva ai centocinquanta esemplari in un mese e dove si rintracciano continue

molestie alle femmine. Negli elefanti marini si è accertata una chiara evidenza di relazioni speciali

da Garai, la cui tesi ha dimostrato che la laringe dell'elefante costituisce un sistema simili a quello

degli esseri umani e altri mammiferi: la vibrazione vocale effettuata con la modulazione del tratto

vocale offre mezzi efficaci per produrre suoni a bassa frequenza per comunicare a lunga distanza,

che sembrano riservati alle funzioni sociali. L'uso di segnali a bassa frequenza può essere

considerato come una specie di promessa di fidanzamento, segnali sociali per agevolare funzioni

prettamente biologiche.

La questione del paradosso della stazza, ovvero che alla maggior richiesta di consumi proteici

corrisponde un dispendio di energia elevato con la conseguente morte degli animali in breve

tempo, ci spiega come tra gli animali sociali nessuna struttura gerarchica si fonda sulla forza pura

trasmessa geneticamente da individuo a individuo.

2.2. Dominanza e relazioni speciali nei primati

Per comprendere la dimensione biopolitica dei raggruppamenti sociali è necessario guardare

matrici complesse di fatti di natura strutturale ed ecologica come la competizione per il cibo e

l'accoppiamento, la presenza o meno di gerarchie sociali, presenza di relazioni speciali. Ogni

specie ha una natura politica piuttosto flessibile. Il quadro derivante dagli studi sociobiologici

evidenziano l'esistenza di un pattern di comportamento sociale comune a tutti i primati, dove

anche l'uomo si riconoscerebbe.

BABBUINI

Zuckerman ha sostenuto che i babbuini formano gruppi sociali fondati sul sesso, la violenza e

l'assoluta dominazione maschile del leader su femmine e maschi, attribuendo a questo animale

una politica dispotica.

Shirley Strum sfata questi miti accostando i loro comport

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Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MFallout di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Pennisi Antonino.