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TESTO APPARATO
PRIMA REDAZIONE EVOLUTIVO
REDAZIONE INTERMEDIA EVOLUTIVO + GENETICO
ULTIMA REDAZIONE GENETICO
Apparato verticale e orizzontale – La rappresentazione delle varianti può avvenire in due modi:
con un apparato verticale, definito anche “rappresentazione in colonna”, o con un apparato oriz-
zontale, definito anche “rappresentazione lineare”.
Consiste nel mettere in colonna e rappresentare verticalmente tulle cor-
APPARATO VERTICALE rezioni di un verso, dalla prima all’ultima, indicando con marcatori tipo-
o in colonna grafici opportunamente scelti (corsivi, neretti) le cassature che hanno
portato alla scrittura di una nuova lezione o gli inserimenti di nuove por-
zioni di testo. La verticalità coincide con la temporalità. È evidente che
questo apparato è adottabile solo per i testi in poesia. Il suo vantaggio è
che testo e apparato non sono divisi e l’occhio può seguire l’evoluzione
del testo. Lo svantaggio è che non si ha la possibilità di leggere distesa-
mente il testo senza le correzioni. Uno svantaggio meno evidente è dato
dal fatto che l’apparato impedisce di cogliere i legami tra correzioni che
racchiudono unità sintattiche maggiore che travalicano la misura di un
verso.
Consiste nella distinzione tra testo e apparato, che vengono separati to-
APPARTO ORIZZONTALE pograficamente e graficamente. Nella parte superiore si trova il testo, in
o lineare basso in una fascia a piè di pagina l'apparato in cui vengono elencate le
varianti una di seguito all’altra. L’orizzontalità coincide con la temporali-
tà: una porzione del testo stesso viene ripresa in apparato seguita da
una parentesi quadra seguita a sua volta dalla variante.
es. lezione del testo] A variante, B variante,...
A tale schema si possono aggiungere altri elementi: fasi di elaborazione
(numero o lettera alfabetica), abbreviazioni indicanti la topografia delle
varianti, segni diacritici o corpi tipografici diversi per distinguere crono-
logicamente le varianti. Lo svantaggio è che bisogna riferirsi al testo so-
prastante per seguire le correzioni. Il difetto diventa più marcato quan-
do l’apparato è relegato in fondo al volume. Il vantaggio è che si può uti-
lizzare sia per i testi in prosa che per quelli in poesia.
Varianti immediate e varianti tardive – Guardando un manoscritto possiamo accorgerci che le
correzioni non sono tutte dello stesso tipo: ad esempio, l’uso di penne diverse suggerisce che la
correzione è avvenuta in momenti differenti. Infatti le varianti non devono essere considerate
come un’unità indifferenziata, ma come serie distinte cronologicamente, come strati correttori.
Possiamo operare la distinzione tra varianti immediate e tardive:
Varianti immediate → Sono apposte nell’atto stesso della stesura e solitamente sono in
– rigo. Una particolare caso di variante immediata è rappresentata dalle varianti implicate
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che sono le correzioni soprascritte, sottoscritte o ascritte (allineate al testo a destra o sini-
stra) ma implicate con il senso seguente.
Varianti tardive → Sono apposte al testo in una fase successiva alla prima stesura e a rigore
– sono tutte quelle non in rigo e non implicate con il testo seguente anche se possono essere
riconosciute con certezza solo se l’autore usa penne diverse o nel caso in cui si trovino cor-
rezioni sistemiche (es. cambiamento onomastico). In assenza di specifici indicatori graici si
dovrà tenere conto di fattori come il ductus (andamento della scrittura), la grafia, i legami
sintattici e lessicali, lo stile dell'autore, le abitudini correttorie,...
Apparato orizzontale parlato o simbolico → Mentre l’apparato verticale non ha bisogno di ab-
breviazioni e simboli perché affida la rappresentazione della diacronia alla verticalità delle varianti,
l’apparato orizzontale necessita di indicazioni e simboli. Tali indicatori possono essere dati in for-
ma abbreviata o simbolica, e dalla loro scelta si distingue tra:
APPARATO ESEMPI
ABBREVIAZIONI
PARLATO corr. in (corretto in)
sempre in corsivo
SIMBOLICO SIMBOLI →
Molto frequenti sono gli apparati di tipo-misto.
Apparato fotografico e apparato diacronico → La génetique francese è incline a rappresentare
le varianti così come presentate nel manoscritto senza distinzione tra testo e apparato e rispettan-
do la stessa topografia del testo. Nella filologia italiane, dalla rappresentazioni di Moroncini, si
sono sviluppate tecniche di formalizzazione sempre più raffinate, soprattutto grazie alla scuola di
Isella, che negli ultimi anni ha sancito il passaggio verso un apparato diacronico e sistemico. Que-
sto tipo di apparato, realizzato dalla fine degli anni Novanta in poi, si è testo sempre più a rappre-
sentare le fasi di evoluzione di un testo e non la collocazione delle singole varianti (es. Rime di Tas-
so di Gavazzeni, che usava esponenti alfabetici vicino alla variante per indicarne la posizione): non
come la variante si realizza graficamente in rapporto al testo superato ma come la variante si può
mettere in rapporto diacronico con la precedente. La differenza principale sta nella confrontabilità
delle fasi con il testo finale e nella loro individuazione relativamente a un sistema. Il vantaggio di
questo apparato è la sua autonomia perché permette allo studioso di seguire lo sviluppo svincola-
to dalla sua rappresentazione fotografica: quindi, è un apparato non testo a una migliore rappre-
sentazione dell’autografo, ma a una migliore interpretazione dell’autografo.
Apparato orizzontale progressivo o derivativo → Una volta ripetuta in apparato la porzione di
testo coinvolta da variante seguita dalla parentesi quadra chiusa le correzioni possono essere rap-
presentate in forma progressiva o derivativa seconda dell’ordine nella catena di varianti.
varianti in ordine
APPARATO EVOLUTIVO PROGRESSIVO lezione a testo] A corr. in B corr. in C corr. in D
APPARATO GENETICO DERIVATIVO lezione a testo] da D da C da B da A
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Postille e varianti alternative → La novità metodologica introdotta dagli apparati realizzati alla
fine degli anni Novanta non poteva essere realizzata senza la razionalizzazione dei livelli testuali del
manoscritto introdotta da: Racconto italiano di ignoto del Novecento di Gadda curato da Isella nel
1983 con la differenza tra apparato, postille varianti alternative.
Apparato → Con apparato si intende una parte di testo in rapporto di subordine grafico (a
– piè di pagina) e tipografico (in corpo minore). Il subordine può diventare più marcato quan-
do l’apparato è relegato in fondo al volume o assurgere a maggiore dignità quando gli si de-
dica un intero volume a parte (es. Fermo e Lucia a cura di Isella).
Postille → Osservazioni scritte che possono essere di scontento o di soddisfazione, avverti-
– menti o consigli che l’autore rivolge a se stesso, e anche dubbi, collegamenti tra luoghi di-
versi. Essendo postille al testo dovrebbero essere idealmente ai margini, ma per esigenze ti-
pografiche sono raccolte in un regesto finale.
Varianti alternative → Da non confondere con le varianti genetiche/evolutive, sono lezioni
– concorrenti tra cui l’autore non sa decidersi. Sono registrate a piè di pagine e sono contras-
segnate da un esponente alfabetico e il rapporto con il testo è di pariteticità tipografica e
grafica perché in quel punto non sabbiamo cosa avrebbe deciso l’autore.
Segni diacritici e abbreviazioni → Non si è ancora giunti a stabilire criteri omogenei: il lettore
deve familiarizzare ogni volta con il sistema adottato dal curatore. L’uso di alcuni simboli tuttavia è
condiviso, ma per altri simboli l’uso può rappresentare fenomeni diversi se non opposti.
USO PREVALENTE ALTERNATIVA
→ Tutto ciò che è dovuto al curatore
Parentesi quadre Parentesi uncinate
(es. integrazioni di parole tronche, lacune
[ ] < >
testuali o punteggiatura).
Tre puntini
in parantesi quadra/tonda → Caduta di una pozione di testo.
[…] (…)
Mezza parantesi quadra chiusa → Separazione all’interno dell’apparato
] tra testo e variante.
Parentesi uncinate rovesciate → Cassatura. Corsivo
> xxxxx < 11
Esempi
Petrarca: il Codice degli abbozzi
TRADIZIONE DEL CANZONIERE
PRIMA STE- - Vat. Lat. 3196 Il “Codice degli abbozzi”
SURA
FASI INTER- La copia della forma detta “pre-Chigi” o “Correggio” (dal destinatario, il
MEDIE signore di Parma Azzo da Correggio) è andata perduta ma è stata rico-
struita in maniera indiretta grazie a testimonianze ricavata da lettere e
da manoscritti discendenti e dal confronto con le testimoanite interme-
die.
- Chigiano L V 176 Autografo di Boccaccio.
- Laurenziano XLI 17 Copia di un codice perduto, donato al signore di
Rimini Pandolfo Malatesta.
- Queriniano D II 2 Copia di un codice peerduto allestito per un igno-
to destinatario.
STESURA FI- - Vat. Lat. 3195 Stesura finale, metà autografa di Petrarca e metà
NALE idrografa del suo copista Malpaghini.
Dagli anni Cinquanta, grazie a E. H. Wilkins si sono identificate ben nove forme che permettono di
legare la struttura del codice alle varianti puntuali subite dalla singole rime. Quindi, studiare le va-
rianti può dare conto delle ragioni interne ma portare ad equivocare il legame che si instaura per
identità o differenza con altre rime. Quindi, la difficoltà della rappresentazione unitaria del Vat. Lat.
3195 con un apparato costituito dalle diverse testimonianza non è di facile risoluzione perché se è
possibile creare l’apparato per un singolo testo non sempre questo ha mantenuto la stessa posizio-
ne/funzione nelle diverse redazioni. Per questo la filologia petrarchesca ha seguito due strade pa-
rallele: SOLUZIONI FILOLOGICHE
1) Approfondimento della costituzione della costituzione → De Robertis,
del Canzoniere (cronologia, cambiamenti di disposizioni, Segre,
interpretazioni di macrostrutture) Santagata
2) Edizione fotografica e critica dei principali testimoni
ALCUNE EDIZIONI DEL CODICE DEGLI ABBOZZI (Vat. Lat. 3196)
1652 Ubaldini Edizione pionieristica con rappresentazione delle correzioni e
avanzati accorgimenti tipografici (corpo minore e corsivo per parti
sottoposte a variante, corpo maggiore per definitive).
2000 Paolino Edizione per Ricciardi. Capitoli introduttivi su storia delle carte au-
tografe (ricostruzione importante, con puntuale descrizione di
materialità del ms. e di criteri adottati nell’edizione). Fondamenta-
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le la seriazione cronologi