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LA RIFORMA DELLA COMMEDIA
L'opera di Goldoni nella storia del teatro italiano,si rivelò nella riforma del genere comico con la
modifica dei valori del testo,della recitazione e della messinscena;influendo sulle reazioni del
pubblico,anche se ciò non fu immediato. Due generi e per ragioni opposte,appaiono a Goldoni
refrattari al riformismo:il libretto,perché subordinato al dettato musicale e canoro e la tragedia
perché tutelata dalla lunga tradizione italiana. Il soggiorno a Pisa diede la spinta alle sue idee
riformatrici e a partire dalla fine degli anni quaranta sviluppa una lenta e graduale educazione del
pubblico e degli attori. Poiché le abitudini mediocri della società veneziana vengono riassunte nella
commedia dell'arte,la riforma si baserà nel cambiamento del gusto e delle abitudini nel sistema
teatrale veneziano. Goldoni colma il divario tra testo e scena accogliendo tutte le forme del teatro
vivente,innestando la scena nella scrittura e capovolgendo il rapporto tra letteratura e
teatro,convinto che la vita reale sia più teatrabile delle invenzioni dei comici.
Nei canovacci ciò che vincola di più sono i ruoli fissi con caratteri e qualifiche sociali e linguistiche
convenzionali,dove i teatranti hanno capacità modeste e il pubblico non chiede molto.
Nel primo settecento lo schema del mansionario si irrigidisce rispetto al seicento ,dove gli attori
erano capaci di variare il loro ruolo,alternando anche più mansionari. L'uso delle
maschere,inoltre,accentua la paralisi espressiva e le battute sono trasmesse con ripetitività
meccanica. Goldoni,anche se molto lentamente,elimina le maschere più antiche (es:Tartaglia)
conservando altri come Arlecchino,Pantalone,Brighella ,ecc.,ma facendogli assumere connotati
sociali ed umani contemporanei. Un tentativo simile era stato provato anche dagli scrittori toscani.
La novità goldoniana è cercare negli attori le caratteristiche delle maschere prima di affidarne il
ruolo. L'autore li riscrive su misura e Arlecchino diviene contadino e pastore nel Feudatario (1752)
o Pantalone un mercante appaltatore. Il ruolo è diverso,ma il pubblico deve riconoscere sempre la
maschera e l'ambiente storico ne precisa il carattere. Malgrado il desiderio di rinnovamento Goldoni
deve sempre ricorrere alla commedia dell'arte,affinché gli spettatori comprendano caratteri e
situazioni (amore corrisposto,sdegno,gelosia,ecc.).Egli esclude i caratteri eccezionali e le passioni
violente,scegliendo la medietà legata agli intenti morali,presentandola come ordine scenico dettato
da ragione e moralità piuttosto che naturalismo goldoniano.
Essendo gli attori stessi molto legati alle tradizioni dell'arte,accettarono malvolentieri il testo
integrale del copione e il rigido controllo dello scrittore sul testo, poiché le improvvisazioni
avevano fatto la loro fortuna . Ma Goldoni seppe capirli e valorizzarli,dando parti adatte ai loro
caratteri che portarono molto successo alle sue commedie. Questo conferma il carattere empirico
dell'opera goldoniana.
Il copione scritto poteva portare il pubblico a conoscere già le battute ,ma l'improvvisazione era
spesso espressione di parole e gesti volgari. Goldoni vuole che i suoi attori studino e siano
professionalmente etici. Egli vuole educare anche il pubblico al moralismo e al valore della
realtà,poiché ne vede la mancanza di misura. Combatte inoltre i residui barocchi nella commedia
dell'arte cercando un linguaggio vicino al quotidiano. La lingua lo porta a trascurare le espressioni
poetiche a vantaggio della comunicazione (rapporto tra attori,comprensione degli spettatori).
Goldoni usa la lingua comune ,adottando il dialetto veneziano che usa per l'improvvisazione
secondo i valori del razionale e del verosimile e opponendolo a quello stereotipato delle maschere.
Fu un nemico del movimento della Crusca,in particolare di Carlo Gozzi un suo membro.
Nel corso della riforma goldoniana,il dialetto potrà essere contaminato per esprimere convenzioni
della società e due e poi tre,quando andrà a Parigi,le lingue usate:veneziano,italiano e francese.
Usate senza gerarchia di valori. Il dialetto non si fissa su norme precise,ma viene usato come
caricatura,mentre l'italiano serve per la conversazione civile.
DA VENEZIA A PARIGI. STORIA DI UN GENIO PRUDENTE.
DALL'APPRENDISTATO AL PROFESSIONISMO (1729-1743)
Goldoni attraverso i suoi Mémoires fa conoscere il suo percorso di avvicinamento alla riforma e
come,dopo un rapporto più empirico,con compagnie e teatri,nasce in lui il concreto desiderio di
riformare. Nel 1734 incontra la compagnia di Giuseppe Imer e sottoscrive anche un contratto con il
nobile Grimani. Dal 1738 si orienta verso la commedia e nel 1743 presenta La donna di garbo,la
sua prima commedia interamente scritta. Ma il suo ruolo riformatore si presenterà con la prima
edizione delle sue commedie per il veneziano Bettinelli(1750). Prima di giungere ad un riordino
editoriale sperimenterà ogni tipo di tecniche per gli spettacoli teatrali aiutato dalla complessità della
realtà del teatro a Venezia.
Carlo Goldoni nasce il 25 febbraio 1707 a Venezia,trascorre un'infanzia movimentata diviso tra
madre e padre,quest'ultimo per ragioni di lavoro viaggiava molto. Goldoni racconta che fu subito
attratto dal teatro e che a otto anni compose una commedia e più tardi si dedicò alla recitazione.
Nel 1720 frequenta i corsi di filosofia presso i domenicani di Rimini e qui,desideroso di rivedere la
madre,fugge con una barca verso Chioggia. Queste informazioni sono contenute nei Mémoires,
scritti in tarda età, e le informazioni sulla sua vita appaiono più come una valorizzazione della sua
gioventù presso il pubblico francese . Ottenuto il consenso del padre si dedica agli studi di
giurisprudenza a Pavia. Le sue letture si ampliano verso opere,oltre che italiane (amò
particolarmente la Mandragola),francesi,inglesi e spagnole. Compone alcune poesie tra cui la satira
il Colosso,che lo fa espellere dal collegio,ne compone altre nate da una cultura poetica superficiale.
Durante un viaggio in Friuli si dedica al teatro e agli intrighi erotici e rappresenta,nel castello del
conte Lantieri,la commedia di burattini dal titolo lo starnuto di Ercole scritta da Martelli.
Viaggia in diverse città dove rappresenta,con attori dilettanti,le sue prime opere comiche (1729-
1730). Muore il padre (1731) e Goldoni si laurea in giurisprudenza iniziando a lavorare come
avvocato. Per un intrigo amoroso fugge a Milano dove viene assunto come segretario da
Bartolini,ministro residente di Venezia,ma da dove si licenzia. Frequenta i salotti e gli artisti
milanesi ed è coinvolto,indirettamente, nella guerra tra i franco-sardi e gli austriaci.
Continua una saltuaria attività teatrale con successi e delusioni,finendo per distruggere col fuoco per
la rabbia il melodramma Amalasunta.
Perduto il lavoro di segretario,Goldoni incontra nel 1734 a Verona il capocomico Imer,gli legge la
tragedia con titolo Belisario e ne conquista l'amicizia. Si recano insieme a Venezia dove firma un
contratto con Grimani,impresario di Imer al teatro Samuele (1734-1735). Dopo il Belisario Goldoni
pubblica la tragedia Rosmonda,seguita da Griselda e molte altre.
A Venezia rimane come autore comico fino al 1736,viaggia in molte città,fino a Genova dove sposa
Nicoletta Connio,che lo segue a Venezia. Tra il 1734 e il 1738 ha rapporti professionali regolari con
pubblico e attori. Sperimenta tutti i generi teatrali,ma la tragedia solo nel 1738.
Goldoni scrive tragedie,tragicommedie e melodrammi;non tanto per la moralizzazione del costume
letterario e teatrale,ma piuttosto per ragioni commerciali volute dai teatri dei Grimani.
Le tragedie (1734-1738) sono spesso adattamenti di opere già note sue o di altri scrittori. Per
esempio rielabora Griselda da un lavoro di Apostolo Zeno e che rielabora nuovamente per il teatro
in prosa.
Goldoni non modificò mai nel profondo i modelli tradizionali e di successo sapendoli i preferiti dal
pubblico. Tra il 1736 e il 1742 rimaneggia molti copioni per il teatro San Samuele e il teatro San
Giovanni Crisostomo, produce anche adattamenti e opere in musica verseggiate. Nel 1740
compone il primo libretto interamente suo nel genere alto dal titolo Gustavo primo re di Svezia.
In tutti gli scritti che seguirono a Goldoni è stato attribuito oggi il ruolo di un regista o un direttore
di scena. In questo periodo aveva esordito con la tragicommedia e l'intermezzo in uno stile
distaccato dagli accademici dell'Arcadia. Alle volte la lingua non preoccupava Goldoni sfociando in
un uso trito e declamatorio che ricordava più l'avvocato che lo scrittore.
Brevi opere erano gli intermezzi giocosi per musica,che essendo brevi,davano all'autore più libertà
rispetto alle regole della tradizione tragica e aulica. Altro stile praticato era la parodia del mondo del
teatro musicale, come l'Impresario delle Canarie nel Metastasio;erano opere inserite nei
melodrammi seri e arrivate fino al teatro di prosa nella tragedia e nella commedia. Goldoni le
colloca in ambienti concreti,soprattutto veneziani,riferiti alla vita quotidiana,mantenendo il buffo,la
concitazione e il ritmo da balletto per compensare gli intrecci e il plurilinguismo dialettale (esempio
in Birba). L'intermezzo fu usato da Goldoni come esercizio all'educazione della lingua scritta
destinata al canto e alla teatralità. Non riuscendo ad esordire nel melodrammi seri,tornerà agli
intermezzi producendone un gran numero:sarà il librettista comico più influente del Settecento e le
date della sua carriera coincideranno con il trionfo dell'opera buffa.
Cerca di scrivere nuovi scenari più adatti allo scopo.
L'incarico di Goldoni,per il teatro di San Giovanni Crisostomo,cessa nel 1741 e si ritrova console
della Repubblica di Genova (1741-1743). Durante tale incarico redige più di cento dispacci
settimanali,documenti che osservano l'ambito politico e commerciale. Ma il suo lavoro non verrà
pagato e si troverà ad affrontare delle disavventure finanziarie che lo allontaneranno da Venezia.
Goldoni riesce però a comporre una nuova commedia la donna di garbo(1743) prodotta su misura
per Anna Baccherini,della compagnia di Imer,ma la sua morte non ne permetterà la
rappresentazione;solo nel 1744 andrà in scena con Marta Bastona ma Goldoni,avendo lasciato la
città,la vedrà solo nel 1747 a Livorno. La donna di garbo fu composta dall'inizio alla fine,ma
essendo la prima opera ha carenze strutturali e toni monocorde,inoltre manca di libertà inventiva ed
eccede in schematismo e rigidità.
Osservando l'attore Francesco Golinetti,che eccelleva nella recitazione a viso scoperto,Goldoni
scrive l'uomo di mondo. La novità si avverte,ma le caratteristiche della commedia dell'