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L’equilibrio torna nella I,14 con l’uscita di tutti i personaggi tranne che
Domenica e Marta che parlano della sua relazione con Anzoletto + arriva
Polonia (Benedetti), filatrice d’oro collaboratrice autonoma della bottega, che
racconta del suo progetto di andare in Moscovia all’ingresso di Anzoletto si ha
un clima di cortesia raggelata: Domenica non lo aiuta e lui ringrazia Nessuno +
offre il tabacco e nessuna accetta+ Marta lo interroga e lui si sente in un
ambiente processuale ( lo tradisce la sua mimica: elimina il tono cattedratico
del personaggio incarnato da Zanetti)= ambiente connotato in luce cupa e
diffusa in cui si hanno microscene caratteristiche per la connotazione
psicologica dei personaggi
All’uscita di Polonia che va a Cercare madame Gatteau per interrogarla nelle sue
intenzioni nei confronti di Anzoletto Domenica rimane sola in scena e tiene un
monologo con tono chiaro e deciso tipico dello Stabile di Genova e lontano dal
patetismo: ironia nel personaggio scisso tra stupore-dolore-combattività
Il II atto si apre con il dialogo tra Zamaria e Anzoletto in cui elimina la prima
battuta per dare maggior rilevanza drammatica+ i personaggi sono illuminati da
luce chiara su fondo scuro nel laboratorio (richiamo del carnevale in entrambe
le edizioni= dimostrazione del contrasto esterno-interno e richiamo temporale):
1° accusa è quella di aver cercato da solo i contatti ( lettera di Francesco
Zanuzzi, comico dell’arte, che invita Goldoni come dimostrazione), Anzoletto
afferma che i fatti suoi li sa il mondo e che lui ha dovuto riflettere sulla
decisione+ 2° accusa, impoverimento del repertorio: Goldoni loda gli spiriti e il
gusto di Venezia affermando come in essa vi sarà sempre produzione adatta
( periodo di cessazione della sua ispirazione e stanchezza nel trovare la
costante novità per soddisfare la logica del mercato= ha sofferto più di quanto
merita)
Zamaria risponde in modo consolatorio di essersi trovato bene( non Vendramin):
per Anzoletto sono stati sprecati oro-argento-seta (metafora testo/testi teatrali)
e si è ripiegato in terraferma (2° domenica dopo pasqua in cui la compagnia del
san Luca portava i testi poco apprezzati tra Milano-Vicenza-Verona non abituate
al teatro drammatico) stretta di mano conclusiva con l’accordo di mandare
disegni (commedie: Ventaglio del 65): nella versione televisiva Zamaria va nel
salotto e ravviva la vicenda tagliando la gag del ballo di Momolo, in quella
teatrale invita tutti a giocare
Il gioco di carte è il primo intrattenimento del II atto tutto giocato su un
concertato corale degli attori: si ha una situazione della massima anti-teatralità
con i personaggi fermi attorno ad un tavolo che comunicano solo attraverso il
dialogo (apprezzamento doti mimetico-gestuali e fisiche)
A dominare l’intero atto è il gioco della meneghella: Goldoni lo spiega nella
prefazione delle edizioni Pasquali di 10 anni dopo ( more comico che comincia a
marzo) nel 72, è un poker semplificato che si gioca a coppie+ comporta una
grande intesa tra i giocatori, anche sensuale ( nelle etimologie non pone quella
più probabile del sesso femminile per le spade incrociate), che devono farsi
capire per contrapporsi alle altre coppie (risvolti seduttivi)= la duplicità mette in
scena i risvolti sentimentali e personali tra i personaggi l’efficacia della scena
sta nella realizzazione del concertato su due livelli: quello della comunicazione
ufficiale/formale della carte giocate sul tavolo, quasi come basso continuo tra
tutte le coppie, e quello a parte, in cui ci si riferisce all’interlocutore partner nel
gioco= incastro costante tra la lingua ufficiale e quella personale che rivela il
plot sentimentale-risvolti comportamentali/caratteriali+ si intuisce anche dai
silenzi la psicologia dei personaggi + nella costante interruzione delle battute si
comprende come l’inquietudine spezzi sempre la vivacità
Si ha una perfezione paganiniana che vede il perfetto controllo del ritmo e della
partitura dei personaggi (tono comico e inquietudine di fondo)= sono maniaco-
depressi che dimostrano nella loro schizzofrenia di scissione dell’animo l’epoca
moderna il riassorbimento dell’inserto didascalico avviene con il rumore di
monete/cambio della luminosità in scena teatrale e riprendere delle azioni in
quella televisiva= la scena viene realizzata attraverso il contributo di ogni
personaggio che, dopo aver imparato la parte autonomamente, congiunge il suo
gioco attoriale con la volontà registica nel contesto della scena
Tutti impararono il gioco della Meneghella grazie a Zorzi (componente del Teatro
storico)+ la vicinanza al pubblico (piano aggettante costruito nei vari teatri e
tecnica dei primi piani/piani obliqui con piano in sequenza della telecamera che
si sposta seguendo l’azione in quella televisiva) porta alla trionfo
dell’improvvisazione e dell’esperienza mimico-gestuale degli attori= lo stretto
contatto del pubblico porta ogni microsequenza ad essere essenziale alla
comprensione delle psicologie dei personaggi
Squarzina si stacca dal seguire in modo filologico le intenzioni dell’autore come
ha fatto fin ora attraverso uno dei momenti topici della commedia: dopo
l’ingresso degli artigiani a montare il grande tavolo rettangolare in scena tutti si
bloccano+ Anzoletto astrae dal suo personaggio e si pone in proscenio
cominciando a recitare le parole di Goldoni ( codificano il suo spirito e
ambizioni/ragioni nella creazione dell’opera) e la struttura di Squarzina
lasciando cogliere il suo messaggio attualizzante quest’interpolazione
registica porta alla comprensione di ciò che era noto nel 1762 al pubblico del 68
e pone in trasparenza la perfetta connessione tra Anzoletto e l’intellettuale
dell’epoca= il parlare in Italiano e il passare dal ruolo di personaggio a narratore
( nella versione televisiva avviene con fermo immagine sull’edizione delle
Memoirs e la voce di Zanetti che legge)porta ad una rottura della finzione che
permette una riflessione epica e straniante alla Brecht da parte dello spettatore
Il testo viene costruito sulla base della prefazione dell’Edizione del 72 e gli
inserti tradotti da Squarzina asciugandone/semplificandone il fraseggio del 43°
capitolo delle Memoires= si calca sull’aspetto che nel 61 Goldoni si congedi da
ogni comico+ sull’illustrazione delle ragioni della partenza: 1° aveva bisogno di
un impiego stabile nella vecchiaia in cui aumentano i bisogni e cessano le
energie+ 2° l’indifferenza della repubblica veneziana nei suoi confronti: poteva
ambire anche alla magistratura, se avesse trovato una pensione a Venezia non
l’avrebbe mai lasciata la Serenissima risponde che i talenti dilettevoli
verranno sempre dopo le pratiche utili= richiamo al moderno disinteresse per la
cultura rispetto alle attività produttive+ indifferenza politica delle istituzioni
riguardo alla cultura rispetto alla resa economica immediata di altre attività che
porta alla fuga dei Cervelli per trovare un paese in cui ottenere nuove
prospettive/riconoscimento
Squarzina introduce la sua età precisa per dimostrare come un uomo di 54 anni
si ponga in uno di 30 per dimostrare la sua propensione al nuovo/cambiamento
e la possibilità di rinnovamento del sé= dimostra come il testo per Squarzina
stesso/la prima Generazione registica sia un messaggio di resistenza, unico dei
3 direttori degli Stabili a non abbandonarli+ come egli stesso sia pronto a
rinnovarsi per portare a termine la funzione di tali strutture ( a contrario delle
critiche riescono a comunicare al pubblico attraverso uno spettacolo classico in
modo attuale) + riprende la contestazione giovanilistica in quella della riforma
di Goldoni creando un parallelo personaggio-autore-regista come nel Ciascuno a
suo modo del 61 in cui rivela il rapporto regista-istituzioni con Moliere e
Bulgakov la conclusione avviene con l’illustrazione della metafora tessuto-
testo ( dimostra sia la raffinatezza di Goldoni che come parlasse al pubblico)
Discute con Palmieri (critico teatrale del Resto del Carlino: esperto di Goldoni e
teatro veneto) sul senso del parallelismo tra 1762-1968 nella prima lettera del
12/08/68= con il proseguire del Carteggio Palmieri sostiene che Goldoni non
abbia la rabbia dell’intellettuale moderno e la scelta del lasciare o cambiare
genere e forma produttiva( come avviene a Strehler il 20/08): Anzoletto
rifornisce 5/6 botteghe e pensa di tornare lo mette in guardia da un’eccessiva
attualizzazione: Squarzina nella lettere del 20/08, giorno prima dell’inizio delle
prove a Venezia e poi a Genova nel 29/08, ribadisce come per lui si essenziale
questa dimensione di parallelismo e porti in questa sua scena alla perdita della
dimensione cattedratica di Anzoletto= ha con un carattere fatto di asserzioni e
non argomentazioni+ di tesi e non sentimenti e pare sempre dire di essere
pronto al cambiamento come molti 40enni che non si sentono inferiori ai
giovani+ usa la voce dell’incertezza riguardo alla sua riforma/fama che lo
accomuna all’intellettuale moderno (melanconia/crisi)
II, 3: all’uscita di Zamaria Marta crea le coppie del gioco: da sinistra si hanno
Domenica-Anzoletto+ Marta-Lazzaro+ Alba-Bastian+ Elenetta-Agustin+ Polonia-
Momolo= la partita comprende 4 manche in cui si hanno spazi per la definizione
delle relazioni tra le puntate e le giocate prima a dare le carte smazzate da
Momolo è Polonia, poi la comunicazione passa a Domenica e Anzoletto che le fa
la Proposta di venire in Moscovia con lui come sua sposa (sorride visibilmente)+
poi a fare il Mazzo è Elenetta che continua dimostrare il rifiuto di puntare i soldi
ottenuti in prestito per il gioco da Zamaria (rifiuto alla partecipazione alla vita:
Domenica le dice che non è bene sprecare il denaro ma è bene tentare)+ poi le
carte passano ad Agustin che enfatizzando con il gesto del sistemarsi una
scarpa (Squarzina: in Goldoni lo dichiarano solo Momolo e Polonia) dà la
meneghella alla moglie dimostrando di barare al gioco per compensare il ruolo
di perdente nel contesto economico-sociale
Coppia comica è quella di Bastian-Alba: lei dimostra la sua incapacità di aderire
alle istanze sociali attraverso la costante ricerca del compromesso, il chiamarsi
fuori quando Bastian la riprende (ripetizioni di termini di Goldoni come “fante”
fino a giocarlo per lei) per le sue eccessive smanie e la dimostrazione che non è
la mancanza di volontà di partecipare al gioco che la connota ma quella del
rifiuto del gioco della vita ( stigmatizzato in modo antifrasico: critica di Goldoni
alla borghesia)
II, 4 entra Zamaria e Anzoletto parla chiaramente dei suoi progetti= virata verso
il dramma come nella