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CASISTICA E SISTEMA PRUDENZIALE

Uno dei maggiori problemi che si pone nel caratterizzare il prodotto dell attività dei giuristi, e dato dalla

compresenza nelle loro opere di un impostazione casistica e di una linearità dimostrativa di n calcolare coi

concetti, una rigorosa consequenzialità che permette il raccordo logico tra le differenti soluzioni e

componenti dell ordinamento.

La difficolta per il giurista moderno nasce dalla circostanza che casistica e sistema indicano due concetti

polivalenti che possono essere assunti dall osservatore del fenomeno giuridico con diversi significati e

possono presentarsi con diverse correlazioni: possono esprimere sia il prodotto di due differenti modelli

metodologici , di due differenti modi non solo di rappresentare ma anche di interpretare e costruire il

diritto, sia il prodotto dello stesso modello scientifico diversamente rappresentato, sia il prodotto di

differenti modelli scientifici rappresentati in forma analoga. Se si intende casistica come : formulazione e

elencazione dei casi compiuta per applicarvi o indurre una norma, una casistica puo essere prodotta e usata

con metodo deduttivo e con metodo induttivo e puo essere o meno organizzata e ordinata in un sistema: a

sua volta il sistema puo essere solo l ordine estrinseco con cui il giurista espone il risultato della propria

attività, di costruzione concettuale in cui i singoli concetti e le singole regole sono connesse tra loro.

I due concetti casistica e sistema concernono prodotti di un attività, il problema del metodo, casistico o

sistematico, investe l attività; una casistica puo essere prodotta e usata con metodo deduttivo o induttivo,

puo o meno essere organizzata in sistema e questo sistema puo essere estrinseco o intrinseco. A sua volta il

sistema intrinseco puo essere di tipo induttivo o deduttivo. Il problema concerne il rapporto tra la struttura

della casistica quale risulta dal Pithanà di Labeone e il metodo con cui tale casistica e stata prodotta.

I PITHANA DI LABEONE E LA TECNICA DELL ASTRAZIONE.

Gli aspetti della letteratura giuridica romana che dobbiamo valutare sono due: la tecnica di astrazione del

responso rappresentato nella letteratura giuridica e il procedimento logico che viene seguito da giuristi per

l uso successivo del principio giuridico cosi rappresentato e per la critica e il superamento di esso.

Per quanto concerne la tecnica di astrazione questa si delinea nei responsi di Servio Rufo. Il metodo

espositivo in forma problematica trova esplicazione e affinamento nell opera di Labeone i Pithanà, il

giurista piu attento all esigenza di proiettare i risultati dell interpretazione pratica in un tipo di letteratura

che per fissando le soluzioni dei casi in principi apparentemente generali prospettasse mediante la

particolare struttura degli schemi argomentativi usati, l implicazione che non si trattava di risultati

definitivi, di regole chiuse ,ma solo di criteri di soluzione probabili e come tali suscettibili di modificazioni e

adeguamenti successivi.

La struttura di queste massime in cui e ancora evidente il collegamento con la prassi, e indicata nel titolo.

Phitanà infatti indica un insieme di argomentazioni e regole che dal loro stesso carattere “probabile”

traggono valore persuasivo. La singola “regola “rappresenta per Labeone la soluzione che appare piu

probabile per il caso concreto in quanto rientri come casi di specie nella formulazione generalizzante

adottata per descrivere la fattispecie cui quella soluzione si coordina. Esso non costituisce una regola che

deve essere comunque applicata: la sua individuazione non esclude che di volta in volta si possano dare

configurazioni del caso concreto che presentino elementi tali da sostanziare i presupposti per una disciplina

che rappresenti un eccezione alla regola stessa.

La massimizzazione dei criteri decisionali, attuata con la semplificazione e la tipizzazione del casus porta alla

formulazione di una ratio decidendi che per la sua applicazione corretta richiede l esercizio del distinguo,

nella verifica della corrispondenza tra elementi di fatto tipizzati, per i quali e indicata la soluzione

probabile in forma di regola casistica e elementi significativi del caso concreto che possono portare all

introduzione di un diverso principio giuridico.

Il responso precedente non e applicato necessariamente, deve essere invece usato nel ragionamento volto

a individuare la norma del caso concreta. Spetta poi al giurista confermare di volta in volta il principio sia

espresso o individuare la necessita di modificarlo introducendo eccezioni. Nei Pithanà trova espressione la

tecnica di astrazione come schema argomentativo che permette il passaggio dalla soluzione concreta, piu o

meno verbalizzata, a una letteratura problematica, in cui i risultati dell interpretazione pratica vengono

fissati in casi tipo o in massime, che nella loro stessa struttura presentano l implicazione propria del metodo

casistico: il principio giuridico individuato in rapporto alla soluzione di un caso concreto o di piu casi, che

presentano caratteristiche analoghe, non ha i caratteri della certezza, di una proposizione vera e necessaria

da cui debbano dedursi le successive soluzioni su casi simili, ma e solo enunciazione di una soluzione che ha

solo un valore probabile e quindi puo anzi deve, essere continuamente verificata dallo stesso giurista che la

propone e dagli altri giuristi che la usano.

ALCUNI ESEMPI

I Pithanà rappresentano una specie di sintesi della trama di base dei risultati sino a quel momento

consolidati nell attività dei giuristi rispondenti. Vi è un caso nei Pithanà che puo costituire un esempio, in

cui paolo corregge una massima di Labeone con una massima di contenuto contrario tratta da altra e

successiva opera dello stesso Labeone.

D.8.5.21: finche non c e ancora acqua in superficie la relativa servitù di acquedotto non puo essere

costruita. Paolo: io penso invece che ciò sia falso in quanto la servitù puo essere costituita con l in iure in

cessio con l intesa che tu possa cercare l acqua e anche condurla una volta che sia stata trovata.

D.8.3.10: Labeone diche che una servitù siffatta puo essere costituita, in modo che tu possa cercare l acqua

e pure trovatala, condurla. Se e possibile costituire una servitù a carico di un edificio non ancora costruito,

perche non deve essere possibile costituire una servitù prima che si sia trovata l acqua? E se la possiamo

fare oggetto di in iure cessio perche la si possa cercare, la si potrà anche costituire perche, una volta

trovatala, la si conduca.

Le massime raccolte nei Pithanà hanno sia per il giurista che le proponeva che per quello che le

commentava, il valore di una sintesi rispetto alle soluzioni gia emerse, proposte come probabili, in quanto

solo indicative del dritto individuato sino a quel momento in rapporto alla struttura dei casi esaminati, ma

suscettibili di essere sottoposte a correzione laddove ne risulti l inadeguatezza a tener conto di tutti gli

elementi qualificanti in rapporto a casi eguali o simili: individuati tali elementi si potrà formare una regola

nuova, di ambito piu generale o specifico o addirittura di segno opposto. Cosi paolo nel caso sopra riferito

riferisce che la regola di Labeone deve essere considerata falsa ma solo perche cio e richiesto dalla

particolare natura dell enunciazione labeoniana che puo essere corretta solo attraverso una nuova

enunciazione con le stesse caratteristiche: la riprova di un ulteriore processo di massimazione in questo

caso compiuta da paolo, rispetto all enunciazione della nuova soluzione da parte dello stesso Labeone è che

in questo caso la nuova regola viene da paolo mutuata da una differente successiva soluzione dello stesso

Labeone espressa al giurista probabilmente nel suo commentario a edictum.

LA TECNICA DI ASTRAZIONE E IL DISTINGUO

Questo modo di innovare sull’interpretazione precedente mediante l introduzione di distinguo può vedersi

nelle annotazioni che paolo svolge sulle regole enunciate da Labeone. Leggiamone un altro passo:

D.19.2.62: se una frana distrugge un canale la cui costruzione tu hai effettuato in esecuzione di un contratto

di locazione d opera, prima che sia stato effettuato il collaudo definitivo, il danno e a tuo carico. Paolo: se

ciò e avvenuto per un difetto del suolo il danno e a carico del locatore, se e avvenuto per vizio dell opera il

danno è a carico tuo.

La struttura del caso prospettato da Labeone è chiaro: tra tizio e caio c’è un contratto di locazione d opera

per la costruzione di un canale e tizio (conduttore) aveva gia portato a termine l opera ma non era ancora

avvenuto il collaudo, quando una frana ha causato la distruzione del canale. Secondo Labeone il danno per

la distruzione dell opera deve essere in tutti i casi che presentano queste caratteristiche, sopportato dal

conduttore. La soluzione di Labeone non e motivata, tuttavia e la stessa descrizione del caso che fornisce a

un giurista che ne legge la massima, gli elementi della ratio decidendi.

a) Si tratta di un contratto d i locazione d opera che ha ad oggetto un obbligazione di risultato, il

conduttore e liberato dalla sua obbligazione solo nel momento in cui vi sia la consegna dell opera

collaudata o in caso di impedimento per cause di forza maggiore

b) La probatio non e ancora avvenuta quindi il conduttore non e liberato della sua obbligazione

c) La frana non e dovuta a forza maggiore ed e intervenuta dopo che l opera e stata eseguita

La soluzione di Labeone: non essendosi potuti giungere al collaudo in quanto l opera e andata distrutta per

una causa che non e rapportabile alla forza maggiore, non puo ritenersi estinta l obbligazione e il danno

andrà a carico del conduttore, senza che sia necessario indagare su altri fatti che l hanno causato. E

irrilevante la circostanza che il canale sia franato per un difetto della costruzione o per il terreno inadatto.

Questa soluzione non e di per se generalizzabile al di la del caso indicato dal giurista. Es un corretto uso

della ratio decidendi espressa da lanbeone nella sua massima non comporta l atribuzione del rischio al

conduttore nell ipotesi in cui la frana si verifichi quando i lavori per la costruzione non siano ancora

cominciati. Cosi mentre in alcuni casi puo risultare giusto attribuire al conduttore tutti i rischi dell

inadempimento, salvo i casi di eventi naturali inarrestabili, in altri casi puo apparire altrettanto giuso

distinguere l ipotesi in cui l adempimento si riveli impossibile per una circostanza che pur non derivando da

forza maggiore, sia ad essa equiparabile sotto il profilo dell inevitabilità del danno. (vizio nella cosa

consegnata dal locatore). Dice infatti paolo che se la frana del canale dipende da un difetto del terreno e a

carico del locatore, quindi sua responsabilità, tuttavia puo darsi che la responsabilità sia del conduttore se

questo poteva prevenire il danno qualora si fosse accorto del vizio e abbia taciuto.

TIPIZZAZIONI CASISTICHE E REGOLE INTERPRETATIVE.

Il procedimento di astrazione si manifesta

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A.A. 2014-2015
55 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dafne.91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Vacca Letizia.