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Perciò ciò significa che noi possediamo già strutture specializzate nel calcolo per natura e poi

Tale difficoltà consiste nel

l’ambiente e l’istruzione vanno ad agire su questi sviluppandoli).

leggere e scrivere i numeri, nell’identificare le grandezze, nel comprendere e usare i

simboli per effettuare operazioni numeriche, nell’apprendere le tabelline, ecc. Ogni

difficoltà va a creare dei tipi diversi di discalculia: quindi la difficoltà nell’eseguire i

calcoli indica una discalculia procedurale, quella nell’apprendere le tabelline una

discalculia dei fatti numerici e quella nel trattamento dei simboli numerici discalculia

del trattamento dei numeri. Riguardo poi la causa di tale disturbo gli studiosi non

sono concordi, alcuni pensano che sia causata da un disturbo cognitivo generale , altri

invece che sia prodotto da un disfunzionamento a livello anatomico delle aree

dedicate al calcolo.

La comorbilità: si definisce comorbilità il coesistere in una stessa persona dei disturbi

indicati sopra.

Gli Aspetti Psicologici:

La presenza nel bambino o nell’adulto di problemi quali

dislessia,disgrafia,discalculia,ecc determinano la presenza di altrettanti problemi

emotivi e psicologici. Per molto tempo si è pensato che la causa dei disturbi di

apprendimento fossero proprio la presenza nell’individuo di problemi emotivi e

psicologici, fu Orton che per la prima volta dimostrò invece che essi si presentavano

solo nel momento dell’insegnamento e che quindi erano una conseguenza dei

problemi di apprendimento, determinati appunto dai continui fallimenti scolastici. In

particolare i sentimenti principali che prova l’individuo con DSA sono:

la frustrazione : che può derivare dal fatto che non riescono a soddisfare le

­ aspettative che gli altri hanno su di loro e le proprie aspettative. Inoltre spesso

vengono definiti come “distratti”, “stupidi” o “asini” quando invece pochi

sanno che in realtà essi si impegnano tantissimo per riuscire nel compito loro

richiesto. Ma la frustrazione può dipendere anche dal fatto che non riescono ad

avere buone relazioni sociali in quanto hanno problemi nell’espressione del

linguaggio orale, spesso si verifica il cosiddetto fenomeno della “parola sulla

punta della lingua” , o anche spesso hanno difficoltà a riferire la loro data di

nascita,l’ordine dei mesi, a contare in ordine decrescente,ecc tutte cose che li

fanno sentire a disagio.

L’ansia e la rabbia : spesso sapendo che devono apprestarsi a svolgere un

­ compito e che non riusciranno a svolgerlo bene iniziano a provare ansia. La

rabbia invece è un altro sentimento che può essere provato a causa delle

continue frustrazioni e spesso tale rabbia viene sfogata proprio sulle persone

che si prendono cura di loro, quindi in primis i genitori soprattutto con la

madre.

Proprio per questi motivi è molto importante che scuola e famiglia collaborino.

Per quanto riguarda specificatamente la famiglia, dato che i DSA sono ereditari uno

dei due genitori o entrambi hanno o hanno avuto gli stessi problemi del figlio, perciò

essi possono reagire alla sofferenza che vedo nel figlio in diversi modi come negare il

disturbo credendo che si deve impegnare di più, oppure possono rivivere nel figlio

l’esperienza negativa che loro stessi hanno vissuto. Altre cose che possono capitare

all’interno della famiglia sono ad esempio il fatto che i genitori possono tendere a

sostituire il figlio nello svolgere i compiti quindi leggono, scrivono per loro,ecc e

questo anche se fatto con le migliori intenzioni porta spesso il bambino a sentirsi

incapace e a non accettare l’aiuto, a non svolgere proprio i compiti,ad avere un rifiuto

verso la scuola. Perciò affinchè i genitori possano dare ai figli un aiuto positivo che

non li blocchi ulteriormente ma che li sproni invece a fare le cose, che li faccia sentire

capaci e che gli dia autostima è molto importante che i genitori conoscano bene il

problema di apprendimento del figlio e sappiano quindi come agire in modo

adeguato.

Per quanto riguarda invece il ruolo dell’insegnante, esso anche deve cercare di non

sostituirsi nel fare le cose al bambino ma deve fornirgli quegli aiuti necessari per

poter far da se e diventare autonomo. Tali aiuti che consistono in strategie didattiche

alternative possono essere utili non solo per il bambino con DSA ma anche per il

resto della classe, perciò l’insegnante può adottarle in modo generale riuscendo in

questo modo anche a creare un ambiente positivo e nello stesso non facendo vedere il

bambino con DSA agli occhi dei compagni come diverso (spesso infatti vedono le

strategie applicate con il loro compagno con DSA come delle facilitazioni nei suoi

confronti). L’insegnante non deve però sostenere il bambino non solo dal punto di

vista pratico ma anche dal punto di vista emotivo. Ovvero deve cercare di creare un

buon clima di classe e valorizzare nell’alunno con DSA quelle sue potenzialità

oggettive per fargli acquisire autostima, che è molto importante in quanto un bambino

che si sente bene con se stesso può fronteggiare meglio i problemi che incontra

nell’apprendimento e di conseguenza sentirsi meno frustrato in quanto riesce.

Gli Aspetti Didattico-Metodologici:

Osservazione - Interventi di Potenziamento - Diagnosi

Un primo strumento in mano agli insegnanti riguardo i bambini con DSA è

“l’osservazione” (non solo nei primi segmenti dell’istruzione quindi nella scuola

dell’infanzia e nella scuola primaria, ma anche per tutto il percorso scolastico). Infatti

i bambini con DSA hanno degli stili di apprendimento e caratteristiche cognitive

specifiche, pertanto è importante attraverso l’osservazione individuare potenziali

disturbi di apprendimento (esempio: errori ricorrenti nella scrittura che si presentano

a lungo e in modo sistematico) per mettere così in atto strategie adeguate. Nel

momento in cui l’insegnante dall’osservazione si rende conto che ci sono dei segnali

in un bambino di un possibile DSA deve mettere in atto degli “interventi di recupero

e potenziamento” e se a seguito di questi il problema rimane, deve comunicare alla

famiglia del bambino quanto riscontrato, affinchè essa possa ricorrere all’aiuto di uno

specialista per la diagnosi. Non è detto che la diagnosi poi rilevi effettivamente la

presenza di un DSA (secondo le ricerche infatti del 20% circa di bambini che

presentano iniziali difficoltà nel primo biennio della scuola primaria solo il 3-4%

andranno incontro a un DSA)e inoltre essa può essere formulata con certezza solo

alla fine della seconda elementare, ma comunque l’intervento di potenziamento degli

insegnanti nel periodo in cui il bambino sta acquisendo proprio le abilità di lettura,

scrittura e calcolo, risulta in ogni caso utile perché se si è trattato solo di una

difficoltà che il bambino ha incontrato e non di un vero disturbo tale intervento gli ha

comunque permesso di superare la difficoltà o può essere magari stato utile per il

resto della classe.

Pertanto sia l’osservazione che l’uso di interventi di potenziamento devono partire già

dalla Scuola dell'Infanzia (infatti le attività di potenziamento proposte sotto forma di

gioco in caso di difficoltà a 4-5 anni possono contribuire significativamente a ridurre

le difficoltà che il soggetto potrebbe manifestare a 6-7 anni) . L’insegnante si può

rendere conto se un bambino (ad esempio a 5 anni) presenta difficoltà se confonde i

suoni, non completa le frasi, sostituisce suoni o lettere, ha difficoltà nella

coordinazione occhio-mano, nella coordinazione generale, difficoltà nell’orientarsi

nel tempo (ieri,oggi,domani), oppure lentezza in attività di pregrafismo, pressione

debole o eccessiva esercitata sul foglio,ritoccatura del segno già tracciato,diffiocltà

nell’individuare le quantità,sindrome di iperattività,antecedenti familiari positivi per

un disturbo di apprendimento,ecc. A questo punto può intervenire con specifiche

attività quindi: se ha problemi nella scrittura l’insegnante potrà fargli fare esercizi con

i quali percepisce e ricrea con la fantasia le forme (che disegna) sperimentandole con

tutto il corpo, quindi ad esempio far tracciare la forma al bambino sul pavimento

camminando o in aria con le mani, oppure può tracciare la forma sulla lavagna con

una spugna bagnata e poi far tracciare la forma di nuovo al bambino sul foglio. Può

far fare al bambino esercizi linguistici sotto forma di giochi, nei quali riprodurre i

suoni delle parole, se invece nota difficoltà nel calcolo può fargli fare esercizi di

stima di piccole quantità (chiedendo: quanti sono?) o di confronto di quantità

(chiedendo: di più?di meno?tanti quanti?)., in modo che egli inizi ad astrarre i numeri

al di là delle caratteristiche degli oggetti (3 stelline, 3 quadretti, 3 caramelle,ecc) per

poter risolvere problemi nella realtà quotidiana. Alla Scuola Primaria si possono

invece usare esercizi di sintesi sillabica, ovvero ricostruire una parola a partire dalla

sequenza delle sue sillabe, oppure riconoscimento di una sillaba iniziale, finale o

intermedia, oppure formare treni di parole dove la sillaba finale della prima

costituisce quella iniziale della seconda,ecc. Per quanto riguarda poi l’aspetto

fonologico si possono proporre attività come individuazione del fonema iniziale di

una parola, associazioni grafema/fonema, conteggio dei fonemi, raggruppamenti di

immagini il cui nome comincia o finisce con lo stesso suono. Un metodo è quello di

illustrare ogni grafema come derivante dalla forma di un particolare oggetto o

elemento della natura (esempio la montagna per la m) in questo modo si rafforza

l’associazione mentale perché il bambino fissa nella mente il grafema come

immagine e la scrittura o la lettura gli risulterà più facile. Questo dipende dal fatto

che il bambino non si forma ancora dei concetti astratti sulle cose ma se le raffigura,

quando gli spieghiamo qualcosa, gliela raccontiamo,ecc lui si crea nella mente

un’immagine. Nel caso poi della scrittura l’insegnante dovrà dare indicazioni molto

precise per la scrittura, spiegando come si tiene correttamente la matita o la

penna,come si deve muovere la mano,come deve essere la dimensione delle lettere

rispetto allo spazio del foglio,ecc. Per quanto riguarda invece le abilità di calcolo sarà

necessario potenziare il calcolo mentale, la capapcità di attribuire il nome ai numeri,

di rappresentarsi mentalmente i numeri, di capire le quantità in base al

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
12 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maxedeb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Chiappetta Cajola Lucia.