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FASI DEL PROBLEM SOLVING 7
1.3.3 Personalizzazione e individualizzazione: dimensioni inclusive
dell’organizzazione
Personalizzare e individualizzare implicano decisioni, scelte e operazioni complesse che fanno
riferimento alla necessità di differenziare e caratterizzare l’insegnamento-apprendimento sulla
base delle diversità presenti nella classe e nella scuola. Il diritto all’istruzione esige un
insegnamento adattato al singolo allievo. L’adattamento nell’organizzazione della didattica è tale
se si fonda sulla situazione reale, attraverso strategie flessibili a misura degli allievi e non se viene
stabilito in ossequio a una metodologia rigida che non considera le caratteristiche e i bisogni
formativi di ciascun allievo.
INDIVIDUALIZZAZIONE - insieme di strategie didattiche, mediate dall’azione dell’insegnante,
finalizzate al raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento per tutti gli allievi e alla
portata di ciascuno, tenendo conto delle individuali situazioni di partenza.
PERSONALIZZAZIONE - diverse modalità di apprendimento riferibili a stili cognitivi e ritmi di
apprendimento, alle motivazioni e agli interessi peculiari, ai contesti di provenienza socio-
culturale e alle pluralità delle intelligenze.
Gardner (teoria delle intelligenze multiple) afferma che tra le intelligenze c’è indipendenza per
cui l’abilità in un campo non implica pari abilità negli altri campi. Questo ha condotto all’idea di
“scuola su misura” dove individualizzare significa diversificare i traguardi della formazione in
relazione alle potenzialità mentali del bambino, aiutando ciascuno a sviluppare la forma di
eccellenza cognitiva che corrisponde al genere di talento posseduto.
1.4 Didattiche e autonomie scolastiche
L’autonomia scolastica è dimensione e strumento per eccellenza per individualizzare e
personalizzare l’insegnamento
LEGGI DELL’AUTONOMIA
· Modifica del titolo V della Costituzione (legge n. 3/2001) l’autonomia scolastica viene
elevata al rango costituzionale.
· Art. 21 della legge 59/1997 - nuove competenze a carico della scuola.
· Decreto 275/1999 - regolamento per l’attualizzazione dell’autonomia.
La dimensione dell’inclusione si fonda sul riconoscimento dell’importanza della piena
partecipazione della totalità dei soggetti alla vita scolastica al fine di realizzare una scuola in grado
di accogliere tutti, anche mediante una trasformazione del suo curriculum e delle sue strategie
organizzative, didattiche e gestionali.
L’identità professionale dei docenti va ricercata nella ridefinizione di un ruolo determinato
dall’interdipendenza con gli altri e dall’integrazione sinergica delle professionalità interne ed
esterne alla scuola, nonché dalla capacità di auto valutarsi.
Gestire la classe significa ricercare le condizioni più adeguate affinché possano realizzarsi uguali
opportunità per tutti gli allievi, sulla base di un’offerta formativa capace di incrementare parità
di occasioni di sviluppo e di diritti e di rispondere alle diversità della classe.
Organizzare la didattica vuol dire promuovere esperienze di successo nel fare insieme in cui la
disponibilità e l’apporto di ciascuno è fondamentale e richiede una relazione fra i componenti del
gruppo, improntata al benessere derivante dallo stare insieme e dal lavorare con i compagni. 8
Ambiente di apprendimento - situazione educativa che implica lo sviluppo della capacità di
condividere le proprie risorse con quelle degli altri per raggiungere scopi comuni, desiderio di
conoscere gli altri conoscendo sempre meglio anche se stessi, assumersi le proprie responsabilità
in un sistema condiviso di diritti e di doveri.
I docenti che interagiscono con la classe sviluppano sempre più le competenze a fare gruppo essi
stessi, a realizzare la modalità di lavoro cooperativo e collaborativo, prima ancora di richiedere
questo agli alunni.
1.5 La didattica speciale dialoga con le didattiche disciplinari: l’orizzonte
interdisciplinare inclusivo
La DIDATTICA SPECIALE:
· È una disciplina autonoma che propone interventi fondati su modelli teorici.
· Verifica la compatibilità di regole e indicazioni offerte dalla didattica generale con le
esigenze specifiche degli allievi;
· Analizza i problemi e ricerca soluzioni con strategie efficaci e innovative, ponendo
massima attenzione allo sviluppo integrale della persona.
1.6 Per una valutazione inclusiva: alcune riflessioni
Valutazione inclusiva - approccio alla valutazione scolastica negli ambienti comuni in cui politica
e prassi sono ideati per promuovere l’apprendimento di tutti gli alunni.
Col progetto europeo “Valutazione nelle classi comuni” si è aperto un dibattito sulla v.i.,
finalizzato alla sua realizzazione in ambito scolastico.
Obiettivo del progetto - esplorare le prassi valutative in relazione alle strutture e alle politiche
nazionali e regionali e fornire suggerimenti pratici per l’attuazione della v.i.
Elementi del contesto educativo che sostengono la v.i.:
1. Infrastruttura: strutture, politiche e sistemi di sostegno alla valutazione;
2. Sistemi di valore condiviso: opinioni, valori e credo professionali.
VALUTAZIONE IN UNA SCUOLA PER TUTTI (punti chiave) OBIETTIVO: didattica e apprendimento,
· Individuazione della destinazione delle risorse umane e finanziarie,
· Attenzione a come l’allievo apprende e alle opportunità da mettere in atto per migliorare
le sue competenze di autoapprendimento. 9
CAPITOLO 2 - Il contributo dell’OMS alla cultura
dell’inclusione: ICF e ICF-CY
2.1 Il modello biopsicosociale dell’ICF per la progettualità inclusiva
ICF: strumento di classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute;
realizzato dall’OMS (2001), a cui ha fatto seguito l’ICF-CY - versione per bambini ed adolescenti
(2007).
· Descrive la SALUTE come risultato di un benessere psico-fisico, dunque globale;
· Definisce la DISABILITÀ una complessa relazione tra le circostanze contestuali in cui vive
→
l’individuo: condizione di salute, fattori personali e ambientali qualunque persona può
vivere una disabilità, anche temporaneamente, in rapporto ad un ambiente sfavorevole
al suo stato di salute.
· È innovativo, multidisciplinare e dall’approccio universale.
· Funge da supporto alla progettualità inclusiva finalizzata alla valorizzazione di tutte le
diversità.
· Permette il confronto tra realtà differenti, utilizzando un linguaggio condiviso e adottato
per essere impiegato a livello internazionale e interculturale.
Concetto di “FUNZIONAMENTO UMANO” posto a fondamento della comprensione dello stato
di salute:
· Permette all’ICF di essere utilizzato nelle scienze e discipline,
· È determinato dall’incontro di ciascuna persona con il proprio ambiente (altre persone,
cose, tecnologie che possono costituite barriere/ostacoli o facilitatori/sostegno
nell’interazione).
· Permette di comprendere le opportunità che ciascuno ha di fiorire nel proprio ambiente
di vita (capability approach).
2.2 L’ICF (2001): excursus storico
· È una revisione della Classificazione Internazionale delle Menomazioni, delle Disabilità e
degli Handicap (ICIDH) (1980)
· Fa parte delle Classificazioni Internazionali (FCI)
· Classifica il funzionamento e la disabilità associati alle condizioni di salute.
· Viene utilizzato assieme all’ICD-10 - classificazione di malattie, disturbi e lesioni.
· Permette di rilevare informazioni attraverso la descrizione delle situazioni che riguardano
il funzionamento umano e le sue restrizioni e le organizza in un modello bio-psico-sociale
di riferimento.
L’ICF è strutturato in 2 parti e in 4 componenti:
1. PARTE PRIMA. FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ
COMPONENTI: 10
B (body) funzioni corporee (osservazione a livello corporeo) funzioni fisiologiche dei
sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche. Es. mentali, della voce, del sistema
digestivo.
S (structure) strutture corporee (osservazione a livello corporeo) parti anatomiche del
corpo - organi, arti e le loro componenti. Es. sistema nervoso, cardiovascolare.
D (Domain) attività e partecipazione (osservazione a livello della persona): indicano
l’esecuzione di un compito / azione da parte di un individuo. Es. mobilità,
comunicazione, vita domestica e di comunità.
2. PARTE SECONDA. FATTORI CONTESTUALI
Componenti:
E (environment) fattori ambientali (osservazione a livello ambientale):
caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti che possono avere
impatto sulle prestazioni di un individuo. Es. prodotti e tecnologia, ambiente
naturale, servizi.
Fattori personali: si riferiscono al singolo individuo, al vissuto personale e
rappresentano le caratteristiche individuali non riconducibili alla condizione di
salute o degli stati ad essa correlati. Es. sesso, razza, età, forma fisica, stile di vita,
abitudini, educazione ricevuta, capacità di adattamento, istruzione, professione,
eventi della vita passata ed attuale e i modelli di comportamento generali e stili
caratteriali.
2.4 Profilo di funzionamento e analisi del contesto per rilevare “barriere”
o “facilitatori”: il principio di accessibilità
L'ICF è lo strumento operativo più efficace per identificare i BES (che devono essere considerati
in una visione complessiva interattiva tra ambiente ed individuo).
Diritto all'accessibilità (ONU) - le persone con disabilità possono vivere in maniera indipendente
solo con l'eliminazione di barriere/ostacoli (emarginazione, dagli atteggiamenti distanti e carichi
di pregiudizi) di qualsiasi genere in qualsiasi contesto.
L’ICF auspica l’impiego di facilitatori finalizzati alle attività e alla partecipazione di ciascuno.
2.5 I qualificatori
Denotano l’identità del livello di salute o la gravità del problema in questione.
Vengono codificati con una gradazione numerica che va da 0: Nessun facilitatore/Nessuna
difficoltà a 4: Difficoltà completa/Facilitatore completo.
Permettono di associare a ciascuna persona un livello di funzionamento in relazione alle funzioni
e strutture corporee, all’attività e alla partecipazione, e ai fattori ambientali e personali.
IN AMBITO SCOLASTICO: 11
· Qualificatore di performance - descrive ciò che una persona fa nel suo ambiente abituale
nell’ambito di una relazione d’aiuto;
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