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Le tecniche cinematografiche del cinema classico sono subordinate alla chiarezza, all'omogeneità,
alla linearità, alla coerenza del racconto e al suo impatto drammatico.
L'azione è dominata da:
scena → durata di proiezione=durata diegetica
• sequenza → insieme di inquadrature che presentano una forte unità narrativa
•
separate da elementi di demarcazione quali:
dissolvenza in nero
• dissolvenza incrociata
•
che possono essere inserite nella storia per significare il passaggio del tempo, il cambiamento di
luogo o il cambiamento di stato fisico/psicologico.
Il racconto è focalizzato su un personaggio o su una coppia dal carattere delineato in modo
abbastanza chiaro, messo a confronto con situazioni conflittuali.
Lo svolgimento offre allo spettatore le risposte alle domande che il film spinge a porsi.
L'instaurazione dei grandi genere ha portato i racconti cinematografici a una progressiva
omologazione.
Ciascun genere comporta caratteristiche specifiche sul piano:
dei contenuti → tipi di personaggio, di intreccio, di scena, di situazione
• delle forme espressive → illuminazione, tipi di inquadratura privilegiati, colori, musica,
• recitazione degli attori.
Un genere si definisce tanto per ciò che ne resta escluso quanto per ciò che ne è parte integrante →
lo spettatore gode pertanto del riconoscimento senza rischiare di essere turbato da elementi di
disordine estetico.
Trasparenza → termine per designare la qualità specifica di un tipo di film in cui tutto sembra
svolgersi senza intoppi, in cui le inquadrature e le sequenze si legano in completa logica e la storia
sembra raccontarsi da sé.
Tuttavia anche il cinema classico ha prodotto dei film più “complessi” e sofisticati sul piano dei
dispositivi narrativi e quindi meno confortevoli per lo spettatore, come ad esempio:
i film a flashback (ritorno all'indietro) → Citizen Kane o Alba tragica
• i film con più punti di vista → Citizen Kane, La contessa scalza
• i film a narrazione ambigua o insolita.
•
In questi casi la complessità della narrazione è compensata da:
la struttura in scene e sequenze
• il rispetto delle regole di montaggio (tranne in Citizen Kane)
• la chiarezza delle informazioni spaziotemporali
• Alcune tendenze ribelli al classicismo
1914 → il cinema americano invade gli schermi del mondo intero e il suo modello estetico sembra
imporsi: il cosiddetto MRI, “Modello di Rappresentazione Istituzionale”, così definito da Burch.
Tuttavia ci sono delle resistenze al MRI:
1. Il cinema sovietico degli anni '20 → dopo la rivoluzione del 1917 il cinema è usato come
mezzo di formazione e propaganda, con una vera e propria missione didattica. Il decreto per
la nazionalizzazione del cinema russo viene siglato nel 1919.
i cineasti sovietici rifiutano il modello hollywoodiano, con le sue scelte di campo
• individualistiche (il personaggio principale, la star), gli obiettivi spettacolari e il
modo di racconto alienate, che non permettono allo spettatore, trascinato dagli
aspetti affettivi della vicenda, di assumere una distanza critica rispetto alla visione
del mondo che gli viene presentata)
alcuni si volgono all'attualità, alla documentazione, al reportage, per rebdere conto
• della realtà in Russia
per spiegare la realtà non basta registrarla, occorre spiegarla, costruirla ed esaltarla
• attraverso il montaggio, per sottolineare le lotte di classe e patetizzarle
storie prive di eroe individuale o personaggio principale (a meno che esso non sia
• emblematico)
storie in cui si affrontano forze (La corazzata Potemkin)
• storie che assumono la forma di un'epopea
• le storie nell'insieme sono chiare, ma nel dettaglio i sovietici si curano meno di
• preservare la coerenza e la continuità delle connessioni spaziotemporali che si
risvegliare la coscienza e la passione dello spettatore
il montaggio ha diverse funzioni:
• narrativa → per quanto riguarda la struttura d'insieme del film
✗ patetizzazione → tendente ad amplificare gli eventi e i conflitti secondo
✗ diversi procedimenti:
1. l'iperframmentizzazione
2. montaggio accelerato
3. montaggio rallentato
4. primo e primissimo piano
5. utilizzo degli angoli di ripresa accentuati e delle illuminazioni
contrastate
argomentazione → tendente ad esprimere idee attraverso
✗ 1. il montaggio parallelo (che consente di paragonare gli scioperanti ad
animali abbattuti e il flusso degli operai in rivolta con quello di un
fiume al disgelo)
2. antitesi (borghesi e operai)
3. comparazione visiva (montando l'inquadratura di Karenskij con quella
di un pavone)
4. le didascalie (che ironizzano, giudicano, formulano slogan)
5. la luce, le angolazioni di ripresa o i primi piani (attraverso i quali si
può ironizzare)
Il cinema sovietico non offre riferimenti spaziotemporali chiari e stabili. I dati sono chiari,
ma lacunosi e astratti, tuttavia nulla resta ambiguo e il senso raggiunge sempre lo spettatore.
2. La prima avanguardia francese: l'impressionismo → l'obiettivo era quello di promuovere
un cinema nazionale in grado di liberarsi dall'assoggettamento al teatro e al romanzo, ovvero
di liberare il cinema dall'obbligo di raccontare storie, trasformandolo in un'arte capace di
sostenersi esclusivamente delle proprie ricchezze formali. Ma sottrarre il cinema alla
narrazione è una missione impossibile e gli stessi fautori del movimento se ne rendono
subito conto, ma la ricerca formale continua e gli autori inseriscono di contrabbando temi e
variazioni visive in finzioni di forma tradizionale:
montaggio accelerato
• rallentatore
• sovrimpressioni semplici o multiple
• passaggio al negativo
• immagini sfocate
• giochi su motivi visivi
• elaborazione del bianco e del nero
•
Si tratta di esprimere, attraverso il cinema, arte del tempo e del movimento, l'imponderabile,
rivelare ciò che non è visibile a occhio nudo, creare un universo di fantasticheria reale.
3. La seconda avanguardia francese: dadaismo e surrealismo → deriva da studi di pittori
tedeschi dell'inizio degli anni '20
4. espressionismo tedesco → si colloca in un movimento culturale che coinvolge tutta l'arte e
che va dal 1907 al 1926.
si contrappone al realismo e alla verosimiglianza
• è un cinema di visioni e allucinazioni
• influenza di pittori e architetti, soprattutto nelle ambientazioni irreali (il gabinetto del
• dottor Caligari) o monumentali (Metropolis) e nel lavoro di composizione delle
immagini
trucco e recitazione contribuiscono all'allestimento di un universo fittizio,
• allucinatorio e inquietante.
Tutti questi movimenti si sono esauriti in poco tempo, ma alcuni dei loro elementi sono filtrati nel
cinema classico e oltre: