II. L’ISLAM SI ESPANDE E L’EUROPA SI ORGANIZZA
Gli Arabi e la loro religione
All’inizio del VII secolo si diffuse la religione islamica, nuova religione monoteista delle tribù arabe. Gli
Arabi sopraggiunsero: - in area mediterranea, di fede cristiana;
- nell’Impero sassanide, che andava dall’Eufrate fino all’Asia centrale, di culto ira-
nico (dottrina di Zoroastro, che concepiva l’universo come un campo di batta-
glia nel quale si affrontano sotto la sguardo di Dio spiriti buoni e spiriti malva-
gi);
- sulle rive del Mar Rosso, di religione cristiana l’Etiopia e di fede politeista lo
Yemen;
- nell’Arabia preislamica, fondata su molte divinità locali identificate con i corpi
celesti e ritenute incorporate nelle pietre, negli alberi e negli animali. Il suo cen-
tro era la Mecca, luogo di scambio di merci e di idee, governata da un’aristocra-
zia mercantile, e il suo santuario era la Ka’ ba, meta di pellegrinaggio e sede di
un culto universale. L’Arabia era abitata al Nord e al centro da beduini organiz-
zati in tribù e dediti alla pastorizia, nel deserto da mercanti carovanieri, e in città
da una minoranza di contadini e artigiani.
Con la loro avanzata, l’Impero bizantino si ritrasse: qui emerse una nuova dinastia di imperatori di
origine siriana, che riuscì a contenere la minaccia araba, la dinastia Isaurica, conosciuta per gli scontri
sempre accesi fra iconoclasti, ovvero fedeli che rifiutavano le immagini sacre ritenendole fonte
d’idolatria, e iconoduli, ovvero fedeli che si opponevano alla rimozione delle immagini sacre. Essa si
schierò con i primi.
L’Islam
L’Islam prevede l’assoluta sottomissione del Muslim (“musulmano”) a Dio. Riconosce il giudaismo
come suo antenato e il cristianesimo per il concetto di aldilà e di Giudizio universale, ma considera
Gesù il profeta di Dio, non il figlio, e rifiuta i dogmi della Trinità e dell’Incarnazione.
Il libro sacro dell’Islam è il Corano, che raccoglie le rivelazioni di Allah che Maometto conobbe
attraverso l’angelo. Secondo il testo, la vera fede va applicata nella vita quotidiana: esso contiene, infatti,
precetti relativi all’organizzazione della società e precetti riguardanti la vita degli individui, come il
divieto di bere vino, la poligamia e la riduzione dell’importanza della donna, che poteva essere ripudiata.
Nacque addirittura una scuola islamica, in cui si insegnava a leggere e interpretare il Corano e la Sunna,
ovvero il modo di agire dei profeti e della comunità.
Cinque erano gli obblighi dell’Islam:
1- professare la fede riconoscendo Allah come unico Dio e Maometto come il suo profeta;
2- la preghiera cinque volte al giorno in un luogo qualsiasi sacro;
3- fare l’elemosina, che andò a costituire un decimo delle entrate;
4- digiunare durante il Ramadan;
5- fare almeno un pellegrinaggio nella vita.
Si può notare che fra di essi non vi era la Gihad, ovvero la guerra di conversione all’Islam, cosa che
dimostra la capacità dei musulmani di convivere con le civiltà altrui e di rispettare culture e religioni
differenti.
Chi era Maometto?
Appartenente a una famiglia di mercanti, Maometto nacque alla Mecca intorno al 570.
Un giorno, mentre se ne andava solitario per il deserto, ebbe un contatto soprannaturale e divenne così
messaggero di Allah, e in particolare il suo ultimo profeta.
Nel 622 egli fu costretto alla fuga a Medina, città in cui si impose sia come uomo di religione che come
capo politico. Nel 629 la Mecca venne conquistata con le armi.
Dopo Maometto: il califfato e la Gihad
Con la morte di Maometto avvenuta nel 632, un nucleo di seguaci nominò il parente Abubakr come
suo successore, dandogli il titolo di “califfo”, e iniziò la Gihad, cominciata come guerra civile ma che
poi dilagò anche fuori dall’Arabia.
Spiegare l’espansione territoriale araba come una “guerra santa” è errato, innanzitutto perché i beduini
avevano una conoscenza ancora molto superficiale dell’Islam, e perciò le motivazioni religiose
entravano poco in gioco, e poi perché l’espansione dei popoli arabi fu possibile soprattutto grazie alla
forza che derivava loro da un sovrappopolamento della penisola che accelerava la diffusione della
nuova religione.
La dinastia Ommayade
Nel 661 terminò la serie dei califfi legati al profeta da vincoli familiari (rimasero solo in Mesopotamia) e
si affermò la dinastia Omayyade, che spostò la capitale da Mecca e Medina a Damasco.
Essa si espanse verso il Maghreb (Tunisia e Marocco), verso il cuore dell’Asia, verso il Nord-Ovest
dell’India, e in Spagna, che, stanca dell’amministrazione visigota, accolse con favore il suo arrivo
(rimasero cristiane solo le zone di Asturie, Navarra e Aragona, dalle quali sarebbe poi ripartita la
reconquista cristiana).
La dinastia Abbaside
Ma internamente Sciiti e Karingiti, ovvero due sette che non avevano mai voluto riconoscere la
legittimità dei successori ommayadi di Maometto, incoraggiarono rivolte contro la dinastia stessa,
arrivando a rovesciarla nel 750.
Si affermò così una nuova dinastia persiana, la dinastia Abbaside, che spostò la capitale da Damasco a
Baghdad e che segnò un periodo di prosperità: - i musulmani erano tutti uguali;
- molte città decaddero e altre ne sorsero in posizioni
più favorevoli e centrali. Al loro interno nacque un ce-
to che si arricchì sfruttando manodopera a basso costo
e reinvestendo i guadagni nell’agricoltura;
- furono introdotte riforme agricole e fiscali: da una par-
te, le terre incolte venivano affidate a contadini disposti
a metterle a frutto in cambio di sostanziosi sgravi fisca-
li e i tributi, dall’altra i tributi pagati in precedenza veni-
vano rimborsati a chi avrebbe migliorato i sistemi di ir-
rigazione del terreno e a chi avrebbe introdotto nuove
coltivazioni nei propri campi;
- il commercio e la produzione artigianale crebbero no-
tevolmente (monete d’oro).
Ciononostante, nelle campagne le condizioni di vita dei contadini peggiorarono e scoppiarono delle
rivolte: la rivolta degli schiavi neri reclutati nell’Africa orientale e la rivolta dei Karmati, setta eretica
composta da uomini poverissimi che vivevano in piccole comunità in comunione di beni.
La dinastia Abbaside si espanse verso Creta, verso la Sicilia nell’827 e in Puglia. Essa governò fino al
1258 quando Baghdad venne distrutta dai mongoli.
L’Europa carolingia
Alla morte del re dei Franchi Clodoveo, il regno venne suddiviso fra i figli in tre zone: l’Austrasia con
capitale Reims, la Neustria con capitale Parigi e la Borgogna con capitale Orléans, nelle quali il potere
dell’aristocrazia aumentò a scapito di quello monarchico → iniziò così l’ascesa dei “maestri di palazzo”,
chiamati anche “maggiordomi”.
I primi che si fecero spazio furono i membri della famiglia degli Arnolfingi, più tardi chiamati
“Pipinidi” e ancora “Carolingi”.
Carlo Martello - maestro di palazzo
Il primo re carolingio che si ricorda è Carlo Martello: egli difese la cristianità con la battaglia di Poitiers
(732), contribuendo così al consolidamento del prestigio dei Pipinidi e al crollo dei re merovingi (detti
“re fannulloni”).
Egli spartì il regno fra i due figli: a Carlomanno, nominato “re d’Italia” nel 781, toccò l’Austrasia, la
Svevia e la Turingia, e a Pipino il Breve la Neustria, la Borgogna e la Provenza; entrambi, però, avevano
l’Aquitania e la Baviera.
Pipino il Breve - re
Pipino il Breve viene ricordato per essere sceso in Italia per difendere quelle terre italiane, ovvero
Esarcato e Pentapoli, che nel 754 erano cadute nelle mani del longobardo Astolfo, e per aver
riconquistato l’Esarcato, facendone dono, però, non ai bizantini ma al papa stesso. Il suo ruolo venne
confermato con l’olio santo, con il quale il re veniva posto al di sopra del potere terreno e la dignità
regale si tramandava per via ereditaria all’interno della sua famiglia.
!! È proprio in quest’epoca che viene dimostrata la falsificazione del Constitutum Constantini, ovvero della
Donazione di Costantino. In particolare, si voleva far credere che nel 313 Costantino il Grande avesse
donato a papa Silvestro I il palazzo lateranense, la città di Roma e gli attributi della potestà imperiale
sull’intero Occidente.
Carlo Magno - imperatore
Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve, operò una serie di conquiste attraverso le quali diede corpo a un
impero cristiano:
1- conquistò le terre sassoni (772 - 804), cristianizzando la popolazione con la forza;
2- incluse il regno longobardo (774): fu chiamato in Italia da papa Adriano I per contrastare il re
longobardo Desiderio: egli sconfisse i Longobardi nel 774, dando così alla penisola una nuova
frammentazione politica con il papa al Centro, i Franchi al Nord (al posto dei Longobardi) e i
Bizantini nelle zone costiere (Venezia, Calabria e Sicilia). La capitale era Pavia.
dopo una disastrosa campagna contro i musulmani della penisola iberica, istituì la marca della
3- Catalogna, frontiera carolingia con Al-Andalus.
Con l’incoronazione imperiale di Carlo Magno nell’800 si configurò la resurrezione dei due Imperi,
quello d’Occidente e quello d’Oriente.
Ludovico il Pio - imperatore
Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, capì l’importanza dell’unità del regno:
1- introdusse l’Ordinatia Imperii nell’817: si trattava di un atto che concepiva l’Impero come una co-
sa sacra e non scomponibile, che poteva ben sopravvivere
alla morte del suo re. L’idea originaria, invece, era che il
regno fosse soltanto la proprietà personale e il prestigio
del capo vittorioso;
2- introdusse il ricambio fra i conti;
introdusse la Constitutio nell’824: con essa si sanciva la centralità dello Stato rispetto al pontefice.
3- In particolare, non poteva essere incoronato papa chi non a-
vesse prima giurato fedeltà all’imperatore;
4- organizzò la successione ereditaria: - Pipino: regno d’Aquitania;
- Ludovico il Germanico: Baviera;
- Bernardo (nipote): Italia;
- Lotario: regno d’Austrasia. A lui erano sottoposti tutti gli
↓ altri (era detto “re dei re”).
Questo quadro, però, andò in crisi quando nacque l’ultimo figlio di Ludovico il Pio di seconde
nozze, ovvero Carlo il Calvo, il quale ricevette il regno d’Alsazia che faceva parte in origine dei beni
di Lotario → Lotario si ribellò, ma Ludovico il Germa
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