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REGNO DEI FRANCHI
Tale sistema ebbe un importante punto di diffusione nel regno dei franchi. Qui il rapporto
vassallatico significò: insieme di legami personali, scambio di favori tra titolare del potere e
un suo fedele, e, a sua volta, scambio tra quest’ultimo e altri fedeli.
DINASTIE COMITALI: quando l’impero di Carlomagno si spezzò, si costruirono veri e
propri principati territoriali, che riconoscevano all’imperatore solo un omaggio formale.
Come i re, anche questi Grandi concedevano protezione ai vassalli in cambio di servizi.Ben
presto si formò una clientela di “Uomini d’’armi”, che formò delle DINASTIE COMITALI.
Il VASSALLAGGIO era il giuramento di fedeltà ,di un uomo verso un altro uomo, e il
vassallo che giurava fedeltà faceva un atto di omaggio al signore; il signore, in cambio,
concedeva al suo vassallo un feudo.
In origine qualsiasi tipo di bene poteva essere un feudo, ma con il tempo si indicò solo la
concessione di terre.
LA SOCIETA’: gli intellettuali del tempo ne definiscono 3 ordini, sacerdoti, guerrieri e
lavoratori.
L’Europa non conobbe un solo tipo di feudalesimo. Ecco le differenze:
GERMANIA: qui l’organizzazione feudale arrivò più tardi
- INGHILTERRA: la fedeltà poteva non coincidere con la concessione di terre
- AQUITANIA: con le istituzioni feudali nacque la libera proprietà e l’autonomia
- giuridica personale
NORMANDIA E BRETAGNA: il feudo fu una terra concessa da un signore a un
- coltivatore
LAZIO PONTIFICIO: il rapporto non comparve fino a prima del 1000, e fu
- introdotto da papa Silvestro II
Il feudo era un bene revocabile, che il signore poteva riprendere in mancanza del legame di
fedeltà.
Sotto i Carolingi furono fatte importanti concessioni ai vassalli maggiori come successione
ereditaria: il figlio poteva ereditare il feudo dal padre.
Nell’877 Carlo il Calvo emise il “Capitolare di Quierzy-sur-Oise”, in cui tutti i feudi
comitali vennero dichiarati ereditari in caso di assenza del re. 26
La tendenza ad essere autonomi dal proprio signore fu presente anche tra i vassalli minori: il
vassallo, per ottenere ciò, prestava giuramento a più vassalli contemporaneamente, in questo
modo annullava gli obblighi di fedeltà verso ciascuno di essi tramite un gioco di precedenze
incrociate.
Nell’11° secolo, per annullare tale espediente, nacque l’ “Omaggio Ligio”: il vassallo
poteva prestare giuramento a più signori, ma doveva dichiarare a chi dava la precedenza,
ma anche questo espediente non funzionò.
INCASTELLAMENTO: processo attraverso il quale si costruirono nuovi castelli, e molti
villaggi aperti furono chiusi con mura. Anche l’organizzazione del potere locale ebbe al
proprio centro il castello, cioè un villaggio fortificato da una cinta muraria.
La costruzione di un castello era prerogativa del re, ma in Occidente vi furono casi in cui sia
il castello fu costruito all’insaputa dei re, sia i signori ,che disponevano dei castelli costruiti
dai re, li ritennero di loro proprietà.
Inoltre, intorno al castello, si organizzò il potere sugli uomini.
Le invasioni del 9° e 10° secolo e i progetti signorili rappresentarono alcune ragioni
dell’incastellamento, ma non l’unico. Spesso i castelli erano già stati costruiti prima o dopo
delle invasioni, quindi ci sono vari tipi di castelli medievali..
Confondere “feudalesimo” e “signoria” è un errore.
Il feudalesimo si basò su un rapporto tra ceti elevati della società, quindi il termine non
indica non indica il rapporto sociale ed economico tra contadini e signori, che invece è
proprio della signoria.
SIGNORIA: comprende i mezzi di cui dispone un uomo ricco per appropriarsi dei risultati
del lavoro degli uomini che domina. Tale potere lo ha sia come proprietario della terra
(SIGNORIA FONDIARIA) sia in quanto comanda e costringe, cioè esercita il “Banno”
(SIGNORIA TERRITORIALE).
FEUDALESIMO: insieme dei legami personali, scambio di favori e servizi, tra un re e un
vassallo e di questo con altri suoi fedeli, uomini liberi. Era un fatto privato. 27
5
Occidente tra continuità e sperimentazione
CONTADINO STANZIALE: fu una figura che nacque al termine di movimenti migratori,
quando i nuovi popoli si insediarono nel suolo europeo mescolandosi con quelli che già lo
occupavano.
Nel medioevo la distinzione tra liberi e schiavi, che era stata semplice per i romani, si
complicò fino a creare molti gradini di semiservitù o semilibertà.
SCHIAVITU’: condizione di chi, privato dei diritti civili, politici e della propria libertà, era
divenuto possesso di un padrone.
La fine del mondo romano portò a una diminuzione del numero di schiavi, ma non la fine
della schiavitù, e non finì nemmeno l’uso di reclutare manodopera agricola facendo
prigionieri. Inoltre, nei documenti, è presente la figura del “servus”, lo schiavo legato con
un vincolo di carattere personale al padrone.
Lo stato giuridico del servo medievale era uguale a quello dello schiavo romano: si trattava
di un uomo non libero, proprietà di un altro uomo. La differenza tra i due era che al servo
medievale era consentita una vita familiare. 28
Vi sono, poi, i “Servi Casati” giuridicamente liberi perché non erano proprietà personale del
padrone né sottoposti alla legislazione schiavistica . Tali schiavi, però, erano vincolati alla
terra che lavoravano di padre in figlio: se la terra veniva venduta, essi non la
abbandonavano, ma cambiavano proprietario. Questi erano chiamati, anche, “SERVI
DELLA GLEBA”.
AGRICOLTURA
CURTIS o VILLA: organizzazione tramite la quale i grandi proprietari sperimentarono,
dall’8° sec, un’organizzazione nuova del lavoro agricolo. Il centro di diffusione fu l’area
franca.
La Curtis era una specie di villaggio di contadini con al centro una casa padronale,
un’azienda agraria le cui terre erano gestite in due modi:
Pars Dominicia: aveva come centro i magazzini e l’abitazione del padrone
- Pars Massaricia: composta da piccoli poderi, mansi, sufficienti ad alimentare una
- famiglia, in cui vi lavoravano i servi casati o concessi in affitto a famiglie di
“massari” liberi in cambio di un canone in denaro o in natura.
Una cosa del genere accadde anche in Inghilterra, qui, però, le aziende agricole erano meno
estese e si faceva più uso di schiavi poiché le guerre contro gli scandinavi fornivano
prigionieri per il lavoro nei campi.
La grande proprietà fondiaria di tipo occidentale si diffuse, dal 9° sec, anche nella penisola
iberica;
In Italia si sviluppò nelle terre longobarde quando furono conquistate da Carlomagno.
Non tutta l’agricoltura era organizzata, però, come Curtes: una parte della terra era
frammentata in piccoli appezzamenti, di proprietà di singoli coltivatori diretti, che li
gestivano in autonomia.
Sotto la spinta degli stanziamenti dei barbari, i grandi proprietari di stirpe romana
preferirono spostarsi in campagna e si disinteressarono all’amministrazione urbana.
Molte città, così, tra 4° e 8° sec, si spopolarono, e alcune scomparvero. Altre, dette “città
ritratte”, rimasero in vita, ma ridotte rispetto al passato.
La popolazione di Roma subì un drastico ridimensionamento.
Anche l’Italia non fu tutta uguale: il sud divenne un “cimitero di città”. 29
Terza parte
1
L’anno 1000
Con l’anno 1000 è possibile parlare di svolta solo in Europa occ: area che uscì da una
depressione molto profonda; l’impero bizantino, invece, rinunciava a ogni ipotesi di
ricostruzione della sua potenza, mentre quello musulmano completò la fase di crescita che
aveva dilatato i suoi confini.
Quindi la parte occidentale dell’Europa si sviluppò sempre più, tramite:
Organizzazione progressiva dei regni
- Avanzata cristiana verso le terre degli infedeli
- Crociate
- “reconquista” spagnola
-
Il cambiamento maggiore riguardò la popolazione, che aumentò e cambiò il suo modo di
vivere; mutò la forma delle istituzioni; cambiarono campagne e città; vi fu una nuova
espansione religiosa; la popolazione ricominciò a spostarsi.
La popolazione era diminuita fino al 7° sec, ma dal 9° sec vi furono segni di ripresa.
Gli storici sono d’accordo nell’affermare che tra la fine dell’8° e l’inizio del 9° sec vi fu una
prima espansione demografica. 30
Una motivazione certa a questo fatto non c’è, ma si può dire che la crescita demografica
andò di pari passo con la crescita della superficie coltivata.
2
Le campagne
L’espansione agricola durante l’anno 1000 fu soprattutto il risultato del dissodamento di
terre incolte e boschi. A promuoverlo furono monasteri,signori, comunità contadine e città.
Ora si trattò di conquistare nuovi spazi per l’agricoltura, strappandoli alla foresta e alle
paludi. Il bosco è un ostacolo faticoso da superare.
Per dissodare regioni del tutto vergini, molti contadini dovettero lasciare le proprie case,
spostandosi lontano, costruendo nuovi villaggi nel cuore delle macchie incolte.
La creazione di nuovi villaggi, spesso, non fu un processo spontaneo, ma diretto
dall’esterno. L’arrivo e l’insediamento di una piccola comunità fu sollecitata da chi
esercitava potere su quel territorio.
La scelta dei re e dei signori di incoraggiare la nascita dei villaggi di colonizzatori fu dettata
anche da considerazioni politiche, amministrative e militari.
Tra 11° e 12° sec si costruirono nuove terre che si fecero originare dal mare e dalle paludi.
Tra gli interventi quello che colpisce di più fu la creazione dei “Polders” in Fiandra, in cui i
conti fecero asciugare i pantani del litorale e costruire dighe che impedissero l’irruzione del
mare. 31
Anche nell’Italia sett si avviarono bonifiche. Iniziarono lavori per contenere le inondazioni
del Po e si gettarono le basi del sistema dei canali di navigazione e irrigazione della pianura
padana.
Con il nuovo millennio ci furono dei miglioramenti della tecnica agricola: RIVOLUZIONE
AGRICOLA del medioevo.
Il lavoro più difficile per i contadini era quello di mantenere la fertilità dei campi nel tempo.
Nacque il SISTEMA DI ROTAZIONE BIENNALE: alternanza di un anno di coltivazione e
uno di riposo. Il contadino divideva la terra in due campi: un anno se ne seminava uno
facendo riposare l’altro e viceversa.
A tale sistema si affiancò quello di ROTAZIONE TRI