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In sostanza i fattori che accomunarono Ravenna e Roma furono:

• Prevalenza dell'autorità militare sui poteri civili

• Convergenza di elementi orientali e locali nel ceto dei proprietari fondiari

• Inquadramento dei proprietari fondiari in gerarchie

Capitolo 5 : i l mondo arabo e il mediterraneo

Mentre in occidente i bizantini e i persiani si fronteggiavano in una guerra che sembrava dover

decidere le sorti dell'occidente in Arabia prendeva il sopravvento una civiltà che avrebbe reso la

propria nazione la più potente del mondo civilizzato allora conosciuto. Secondo la tesi di Pirenne gli

arabi crearono in Europa una situazione completamente nuova mettendo fine all'unità del

mediterraneo e provocando in occidente una crisi del commercio, la scomparsa delle città e la

nascita di un'economia interamente agraria. Indubbiamente gli arabi portando il loro durissimo

attacco all'impero bizantino riducendone fortemente il raggio d'azione, crearono un vuoto politico

nel mediterraneo centro-orientale concedendo cosi una maggiore libertà alla chiesa di Roma. La

penisola arabica situata tra Asia e Africa era, come oggi, sostanzialmente un tavolato desertico dove

solo Oman e Yemen godevano di precipitazioni. I letti dei fiumi che anticamente scorrevano in

Arabia erano usati come piste transdesertiche. Anticamente la parte centro settentrionale dell'Arabia

era abitata da tribù di beduini nomadi che praticavano l'allevamento, il commercio carovaniero e la

razzia; erano presenti anche tribù di sedentari. Queste tribù erano indipendenti l'una dall'altra.

La parte meridionale dell'isola godette invece di un maggior livello di civiltà a causa del crocevia

commerciale che si riscontrava in quella zona. La maggioranza della popolazione, composta da

beduini era inquadrata in tribù, la tribù stessa era il quadro sociale di riferimento. All'interno della

tribù venivano prese tutte le decisioni di carattere collettivo, alla guida vi era un capo elettivo

assistito da un consiglio e da un giudice. Il quadro religioso era caratterizzato dalla prevalenza del

politeismo, gli arabi meridionali tendevano verso un culto animistico, mentre quelli del nord

adoravano divinità varie sottomesse ad una suprema, Allah. In questo contesto intorno al V secolo la

città della Mecca divenne un'importante centro commerciale e religioso, in questa città nacque

Maometto tra il 569 e il 571. Nato da una famiglia benestante e rimasto orfano in tenera età fu

allevato da uno zio e sposò una ricca vedova migliorando così la sua posizione economica, questo

gli consentì di dedicarsi alla riflessione religiosa. Nel 610 quando aveva poco più di quarant'anni gli

apparve l'arcangelo Gabriele che gli annunciò di essere l'apostolo di Allah. All'inizio Maometto

esitò ma finalmente nel 613 dietro l'incoraggiamento della moglie diede inizio ad una predicazione

tra l'indifferenza dei Quaraishiti. Il suo messaggio all'inizio non metteva in discussione il politeismo

ma puntava al riconoscimento di Allah come unico vero dio ed a far atto di sottomissione alla sua

autorità, introduceva inoltre l'idea di giudizio finale e il dovere di esercitare la solidarietà verso il

prossimo e verso i poveri in particolare. Il pericolo che l'islam venisse assimilato al politeismo

indusse Maometto a rompere gli indugi e ad attaccare i culti idolatrici suscitando le ostilità del ceto

dirigente timoroso di perdere i propri proventi ricavati dai pellegrinaggi della Kaaba. Maometto

comunque continuò la sua opera di proselitismo definendo il rituale della preghiera che il credente

doveva recitare rivolto verso Gerusalemme. Nel 622 la posizione di Maometto divenne

insostenibile, infatti dopo aver ricevuto fedeltà incondizionata dalla tribù della madre fuggì dalla

mecca fino alla città della famiglia materna che cambiò il nome in Medina. Questa fuga per i

seguaci di Maometto rappresentò l'inizio di una nuova era. Nel 624 Maometto mutò il punto di

riferimento per la preghiera da Gerusalemme alla Mecca, contemporaneamente ne accentuò il

carattere esclusivistico dichiarando l'islam unica vera fede, istituendo anche il mese di digiuno

(ramadan). Il pensiero di Maometto che veniva precisato nel corso del tempo venne raccolto dopo la

sua morte (avvenuta nel 632), dopo circa vent'anni, nel libro sacro del Corano. La lingua usata fu

quella più comunemente usata dai poeti arabi. I principali pilastri della fede scritti nel corano sono i

seguenti:

• Doppia professione di fede

• La preghiera

• Il ramadan

• Pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita

• Elemosina legale (un decimo del reddito) alcuni sostengono anche l'esistenza di un sesto pilatro.

• La guerra santa

Ad integrazione del corano venne posta la Sunna cioè, la raccolta della tradizione comportamentale

di Maometto in determinate occasioni che diventerà la base del diritto mussulmano. Il messaggio di

Maometto accoglieva aspetti non marginali della società e della cultura araba. La razzia, la

poligamia, la schiavitù, il pellegrinaggio e il culto della pietra nera. A differenza di quanto accadeva

nel passato Maometto riorganizzò la società eliminando il particolarismo e concentrando tutto

intorno ad una figura sia politica che religiosa. Quando Maometto arrivò a Medina si fece costruire

una casa che divenne luogo di aggregazione e di preghiera, qui Maometto iniziò ad attirare gran

parte delle genti cittadine. Nel frattempo i continui attacchi alle carovane provenienti da la

Mecca da parte dei mussulmani di Medina costituivano una seria minaccia per l'economia della

Mecca. I Quraishiti dopo fortune alterne con le armi si convertirono all'islam e aprirono a Maometto

le porte della città (gennaio 630) da allora crebbe di continuo il numero delle tribù beduine che si

convertirono all'islam. Alla morte di Maometto ci fu un contrasto tra i suoi seguaci per designare un

sostituto (califfo) che avrebbe dovuto reggere la comunità secondo lo spirito di Maometto. La scelta

cadde su Abu Baku suocero ed uno dei primi seguaci del profeto, alcune tribù beduine non

riconoscendo la sua autorità abbandonarono completamente l'islam. Il califfo reagì con forza

ripristinando già nel 633 il suo dominio su tutta la penisola arabica lanciando addirittura le truppe in

direzione dell'Iraq. La scomparsa del califfo nel 634 riaprì la questione della successione che fu

risolta per qualche decennio grazie al sistema elettorale. La vera rottura si ebbe quando la sede del

califfo venne spostata a Kufa, nel basso Iraq, facendo perdere alla Mecca e Medina il loro ruolo

politico. Il califfo Alì si mantenne al potere grazie alle armi dei suoi seguaci (sciiti) contrapposti alla

maggioranza dei mussulmani ortodossi, detti sunniti. Le lotte per la successione non frenarono lo

slancio espansionistico islamico che in poco più di vent'anni spazzò via l'impero persiano e amputò

all'impero bizantino la Siria e l'Africa del nord. Il governo di un territorio cosi vasto mostrò subito

l'inadeguatezza dell'ordinamento sociale dell'età pre - islamica. L'uguaglianza dei mussulmani

stabilita dal corano si dimostrò subito solo teorica, in quanto la tribù di Maometto aveva acquistato

un ruolo egemone. Dopo la morte di Maometto ci fu un risveglio dei clan famigliari e il sistema

tribale fu esaltato in guerre di conquista condotte da eserciti reclutati su basi tribali. I non arabi

convertiti vennero all'inizio dell'VIII secolo assunti nell'esercito e pagati con regolare salario,

formando comunità distinte rispetto alle popolazioni sottomesse, stabilendosi in accampamenti

provinciali. Per il governo dei territori conquistati fu necessario provvedere ad un apparato

amministrativo che fu in gran parte ereditato dalla precedente dominazione bizantina e persiana. A

capo di ogni provincia fu posto un governatore assistito da un corpo di guardie, da un giudice e da

un supervisore finanziario. Il califfato in questo contesto raccolse grande potere e si rafforzò come

se fosse una monarchia ereditaria. La stabilizzazione del potere coincise con una ripresa del

movimento espansionistico ed un rafforzamento dell'apparto statale. La capitale venne trasferita a

Damasco, in Siria, per esercitare maggiore pressione sull'impero bizantino rimasto l'avversario

principale e per soffocare i tentativi di rivolta che i clan allestivano nelle varie parti del regno.

L'espansione verso Costantinopoli fallì 677 quando fu distrutta la flotta araba da parte dei bizantini,

la nuova direttrice di espansione fu quella dell'Africa settentrionale, che l'arco di cinquant'anni fu

conquistata fino alla costa atlantica. Nel 711 gli arabi varcarono Gibilterra, conquistando la spagna

in soli cinque anni. Intanto i califfi lanciarono una nuova offensiva verso l'asia, raggiungendo, nel

710-714 il bacino dell'indo. Come in Spagna la conversione all'islam fu rapida, in asia però, si

rivelò difficile, la convivenza tra gli arabi ed i nuovi convertiti a causa di violente rivolte destinate

ad essere fatali per la dinastia omayyade. La situazione precipitò nel 747 a seguito di

un'insurrezione armata promossa dagli abbasidi, che si ritenevano successori di Maometto. Una

volta preso il potere spostarono il centro dell'impero dalla Siria all'Iraq fondando la nuova capitale

Bagdhad. Venne riorganizzato il potere sullo stampo delle monarchie assolutiste orientali e venne

riconfigurato il ruolo del califfo che andrà a rappresentare dio in terra. I califfi quindi si

allontanarono sempre di più dalla popolazione lasciando il potere effettivo nelle mani dei visir. Il

sistema tribale in uso nell'esercito venne abrogato e l'esercito stesso divenne uno strumento di

potere nelle mani dei capi militari. La lingua araba trovò in Baghdad il suo centro principale e la

cultura araba si sviluppò su campi nuovi quali la medicina, la filosofia, la fisica, l'astronomia, la

matematica e la geografia. A questa fioritura culturale si univa uno slancio economico. Il principale

settore produttivo era l'agricoltura. Uno stimolo assai forte al mondo agricolo giunse dalle città in

quanto in esse si ebbe un notevole incremento demografico. In questo contesto si venne a creare una

nuova classe dirigente, la borghesia mercantile. Lo stato islamico però mostrava delle debolezze in

quanto l'aumento della ricchezza aveva accentuato gli squilibri sociali. Lo sviluppo delle città aveva

irrimediabilmente danneggiato le campagne. Non furono però questi squilibri a mettere in crisi

l'impero abbaside ma piuttosto il sorgere di varie spi

Dettagli
A.A. 2014-2015
46 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anna.manfredini.7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Ronzani Mauro.