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11. INCREMENTO DEMOGRAFICO E PROGRESSI DELL'AGRICOLTURA NELL'EUROPA DEI SECOLI XI-XIII

11.1 L'aumento della popolazione

Nella seconda metà dell'XI secolo i normanni e veneziani comparvero sulla scena. L'Occidente andava alla conquista dell'oriente. All'inizio del nuovo millennio la popolazione europea era di nuovo in aumento. Ovunque vi è un ampliamento delle terre messe a coltura attraverso impegnative opere di dissodamento, disboscamento, bonifica. Salgono i prezzi dei prodotti agricoli. Aumenta la durata media della vita. Vennero fondati nuovi villaggi. È possibile dare un'approssimazione dell'incremento demografico grazie all'Inghilterra con il suo Domesday Book, una specie di censimento a fini fiscali di tutti gli abitanti del regno.

11.2 L'ampliamento dello spazio coltivato e del popolo rurale

Ampliamento dello spazio coltivato. L'espansione delle coltivazioni avveniva a spese di quelle zone incolte che

costituivano parte integrante delle curtes e del territorio dei villaggi, l'opera di dissodamento e il risultato di un contratto tra il proprietario terriero e il coltivatore. Il primo concedeva la terra richiedendo in cambio il pagamento di un canone in natura solo a partire dal momento in cui la terra avrebbe cominciato a produrre.

I più solleciti nello stipulare patti agrari appaiono gli enti ecclesiastici e soprattutto i monasteri. I signori laici nella valorizzazione di zone completamente disabitate, nelle quali essi cercavano di attirare coloni sia per valorizzarle sia per accrescere il numero degli uomini soggetti alla loro giurisdizione.

I nuovi centri abitati erano chiamati villanuove o borghi franchi. I signori per attirarli sulle proprie terre e concedevano privilegi di vario genere tra cui il diritto di essere giudicati all'interno del borgo e da giudici espressi dalla comunità.

Un ruolo assai importante nell'espansione dello spazio coltivato ebbero i

Nel corso del XII secolo furono fondati due nuovi ordini monastici: i cistercensi e i certosini. Questi ordini cercarono soprattutto la solitudine e la povertà, rifugiandosi nel cuore della foresta in territori spopolati. I lavori più pesanti furono lasciati ai conversi, a quei monaci che rimanevano allo stato laico, e intorno ai nuovi monasteri sorsero villaggi di contadini desiderosi di iniziare una nuova vita sotto la guida e la protezione dei monaci.

Costruzione di nuove dimore per i contadini sparse per i campi erano a casa di legno che i coloni di solito smontavano alla fine della locazione, portandosi via il legname.

Riorganizzazione dell'attività produttiva: la casa colonica era al centro di un'azienda agraria, nata dall'accorpamento di un certo numero di terre. I poderi sono documentati in Toscana agli inizi del trecento e rappresentano il punto di arrivo dei progressi realizzati nell'arco di almeno tre secoli.

11.3 Le grandi opere di colonizzazione: aree costiere dei Paesi Bassi.

nell'alto medioevo era scarsamente popolata perché era disseminata di paludi e acquitrini, quindi abitata solo da pescatori e produttori di sale. Nell'arco di due-tre secoli l'intera zona fu bonificata attraverso la creazione di canali di drenaggio. Sulle aree recuperate e liberate dalla salsedine si procedette poi a impiantare aziende agrarie e di allevamento. In Spagna, il ripopolamento e la messa a coltura di nuove terre procedevano insieme al movimento di riconquista, da parte dei cristiani, dei territori occupati dagli arabi nel secolo VIII. Un più intenso slancio espansivo si ebbe in Germania. I principi territoriali incoraggiavano con privilegi e carte di libertà i contadini disposti a impegnarsi nella valorizzazione delle loro terre, all'opera di intermediari "incettatori di uomini" che organizzavano l'opera di colonizzazione. I principi territoriali "spingevano verso oriente" guidando i coloni al di là delle frontiere delle loro signorie.interritorio dei quali erano partite circa otto secoli prima le migrazioni verso occidente delle popolazioni deigermaniche.
LOTARIO DI SUPPLIMBURGO fece superare l'Elba.
Già a partire dal 1143 le ondate dei colonizzatori fecero risorgere i villaggi e castelli distrutti.
Verso la fine del XII secolo verso le regioni del Baltico.
Altre ondate migratorie partirono dalla Sassonia e dal Brandeburgo verso la Slesia e la Boemia, e dalla Baviera in direzione dell'Austria. Vienna fu fondata nel 1018 e divenne capoluogo della marca orientale, creato ducato di Carinzia.
11.4 L'evoluzione sociale delle campagne
All'origine di tutto c'era l'incremento demografico che rendeva eccessivo il carico umano sulle terre già coltivate. desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita.
Il signore di quelle terre si dovettero porre il problema di evitare la partenza dei loro contadini e si resero conto che l'unico modo era quello di venire incontro.all'esigenza di maggiore libertà, sia personale sia di iniziativa economica, espressa dal mondo rurale. La curtis trasformazione di entità diversa nelle varie parti d'Europa e dovunque c'era la tendenza di ridurre la riserva padronale e di estendere l'aria a diretta gestione dei coltivatori. La maggiore libertà di iniziativa fece emergere differenziazioni. 11.5 I progressi dell'agricoltura L'introduzione di nuove tecniche agrarie e di nuove coltivazioni. Introduzione di tecniche di aratura capaci di smuovere terreni pesanti nonché ricchi di radici d'albero e sassi. L'aratro pesante era in grado di incidere più in profondità il terreno e di smuovere le zolle, sollevandole e rovesciandole. Era necessario però un traino animale più numeroso. Sistema di bardatura consentì di impiegare nell'aratura il cavallo che era molto più veloce del bue. Sfruttamento delle miniere a partire.dall'XI secolo.Il cavallo restava pur sempre un bene costoso sia per l'acquisto sia per il mantenimento, per cui non tutte lefamiglie contadine potevano disporne. Un ostacolo alla sua diffusione era anche la scarsità di foraggi,superata con l'introduzione a partire dal IX-X secolo della rotazione triennale.11.6 Due modelli di agricolturaLa rotazione triennale era più difficile in Europa mediterranea dov'è la primavera era più breve e asciutta.Tra il 10° e il XII secolo ci fu un aumento anche della produttività del suolo però poi in seguito vi fu unascarsità di concime perché la quantità di letame utilizzabile era scarso.12. LA RIPRESA DEL COMMERCIO E DELLE MANIFATTURE12.1 Caratteristiche del commercio dell'Alto MedioevoI progressi dell'agricoltura nel XI-XIII secolo valsero la ripresa del commercio e dell'artigianato nonché dellecittà. 31Le popolazioni più

Attive erano quelle che si trovavano nel ponte di incontro tra aree economiche diverse: Veneziani, Amalfitani, Frisoni, Vichinghi. Gli ebrei ebbero un ruolo importantissimo come intermediari tra mondi lontani e diversi.

12.2 La formazione di un sistema economico unitario

Ampliamento del ceto dei mercanti di professione e la crescita di importanza delle fiere. Formarsi di una certa circolarità di rapporti tra i vari segmenti del commercio altomedievale con due grandi aree distinte quella mediterranea e quella nordica con articolazioni interne.

Area mediterranea rentrée settore: facente capo a Costantinopoli, i paesi musulmani, Occidente cristiano. Veneziani e Amalfitani si appoggiavano alle isole di Creta, Cipro, Sicilia.

Nell'area nordica: settore Atlantico è un altro formato dal Mar Baltico, Mare del Nord e canale della Manica. Nell'XI-XII secolo si attuò in maniera non episodica il collegamento tra l'area mediterranea e quella nordica. Iniziarono le

fiere di Champagne che duravano un paio di mesi in località vicinissime risultando una specie di mercato permanente. Decaddero a metà del 200 però nel massimo della loro fioritura favorirono l'incontro e lo spirito europeo. Nel corso dell'XI secolo si vennero definendo non soltanto le rotte e gli oggetti del commercio mediterraneo ma anche le posizioni di forza all'interno del mondo della mercatura. I più attivi e intraprendenti erano i Veneziani e adesso si aggiunsero genovesi e nei secoli seguenti i Pisani e poi Francese e Catalani. 12.3 I miglioramenti dei trasporti Introduzione di alcuni miglioramenti tecnici per rendere i viaggi più sicuri e più convenienti dal punto di vista economico investendo capitali nella costruzione di navi. Fu possibile così ridurre progressivamente il periodo invernale di inattività, per cui già alla fine del Duecento una nave era in grado di fare nel corso dell'anno due viaggi di.

Andata e ritorno attraverso il Mediterraneo. Nel XII secolo fu scoperta la bussola e nel XIII secolo i portolani che erano delle guide per naviganti. Inoltre le navi erano sempre più grandi e sicure per soddisfare le nuove esigenze del commercio e della guerra. La rete viaria era sempre più fitta e per questo motivo si cercò anche di creare lungo i percorsi più battuti dei punti di appoggio per il cambio dei cavalli.

12.4 Le merci del commercio internazionale. Aumento notevole delle merci in circolazione con merci di ogni tipo: il grano del mezzogiorno diventò voce importante per il bilancio della monarchia meridionale, produzione del sale, vino, materie prime per l'industria tessile, tessuti. Le lane provenienti dall'Inghilterra erano di ottima qualità mentre il cotone aveva diverse qualità in base da dove proveniva. Indispensabile per l'industria tessile erano le materie tintorie e l'allume per sgrassare le fibre e fissare il

colore dei panni. Inoltre, una merce diffusa erano gli schiavi per lavori domestici soprattutto. 12.5 Il ruolo del mercante Il mercante aveva un'attività che si avvaleva di strumenti sempre più sofisticati. Per non essere derubati si usavano delle lettere di cambio o cambiale tratta che erano stipulati in genere davanti al notaio e in base alla quale per una determinata somma presa in prestito a Genova ci si impegnava a restituire la somma equivalente a Costantinopoli in valuta locale. Quindi il debitore scriveva un suo corrispondente di Costantinopoli con l'ordine di pagare il suo debito al presentatore della lettera o un suo delegato. Forma intensa di circolazione fiduciaria. Navi più robuste. Diversificazione dei propri investimenti: un mercante non impiegava tutte le sue risorse in una determinata operazione, ma coinvolgeva in essa altri mercanti o persone, che disponevano di denaro contante ma che non erano in grado o non avevano voglia di gestire traffici.l'anno successivo. Questo sistema permetteva ai mercanti di condividere i rischi e le spese delle loro attività commerciali, mentre allo stesso tempo mantenevano la loro indipendenza come imprenditori. Le società o commende erano organizzate in modo tale che il mercante principale, chiamato "commendatore", forniva il capitale iniziale e si occupava della gestione generale dell'attività. Gli altri mercanti, chiamati "commendatari", contribuivano con il loro capitale e partecipavano ai profitti e alle perdite dell'impresa. Questo sistema di società o commende era molto diffuso nel periodo medievale e rinascimentale, e ha contribuito allo sviluppo del commercio e dell'economia in Europa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
76 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marydf00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Figliuolo Bruno.