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STATI UNITI
-Randolph Rogers (1825-92): impiegato in un magazzino di NY, aveva cominciato a
modellare e così il suo datore di lavoro gli paga un apprendistato in Italia. Realizza nel
1858 Nydia, la ragazza cieca, il cui movimento barcollante suggerisce che lo scultore si
sia aperto ad alcuni aspetti del neo-barocco, nonostante il suo fondamentale classicismo.
-William Rimmer (1816-79): unico scultore americano di spicco della sua generazione,
autodidatta, ha uno stile potentemente espressivo. Realizza Gladiatore mentre cade nel
1861 e Centauro morente nel 1871, due figure estremamente drammatiche.
AUSTRIA E GERMANIA
-Fernkorn (1813-78): pratica il suo apprendistato a Monaco, poi si trasferisce a Vienna
dove reagisce alla tradizione neoclassica riscoprendo la scultura barocca, probabilmente
sotto impulso francese. Realizza tra il 1853 e il 1859 La statua equestre dell’arciduca
Carlo.
-Begas (1831-1911): talento precoce formatosi a Berlino, andò a Roma con una borsa di
studio e la scoperta di Michelangelo e Bernini cambiarono radicalmente il suo stile. In Pan
conforta Psiche, 1857, raggiunge la fama con una Psiche che conserva ancora le tracce
del neoclassicismo, mentra la figura di Pan appartiene già al neo-barocco.
PARTE IV: 1870-1900
1) PITTURA: RIFLESSI DELLA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA
Nel 1870 inizia la guerra franco-prussiana e nel 1871 scoppia anche la guerra civile a
Parigi tra le forze della Comune di sinistra e il governo della Terza Repubblica.
Le risposte degli artisti francesi:
-Manet: realizza una serie di incisioni e litografie sulle scene più sanguinose della guerra,
in cui ancora una volta adotta un punto di vista da osservatore distaccato, come in La
guerra civile, 1871: i cadaveri sono disposti casualmente e con la sensibilità estetica tipica
di Manet per i contrasti di luce-ombra. Eppure vi sta dietro un’enorme cultura visiva:
richiami a precedenti massacri parigini di Meissonier, Daumier e Goya ; il quadro afferma
dunque da un lato le precedenti tradizioni artistiche, dall’altro la nuova dottrina realista.
-Meissonier: come Manet partecipò nella Guardia Nazionale durante l’assedio di Parigi, e
raccontò ciò che vide in quadri come L’assedio di Parigi, 1870, in cui mostra la solita
precisione miniaturistica nel descrivere dettagli e figure, ma allo stesso tempo utilizza
l’allegoria nel ritrarre la Città di Parigi come una donna che domina sulla composizione, e
la figura della fame accompagnata dall’aquila prussiana, in cielo. Anche Meissonier
unisce, in modo quasi contraddittorio, due mondi, uno che sembra ereditato dalla
tradizione di Delacroix e uno moderno.
-Daumier invece, noto per il suo stile realista, paradossalmente si dedica a vignette
simboliche con implicazioni universali come Atterrita dal peso dell’eredità, 1871.
Le risposte degli artisti tedeschi:
-Menzel: incaricato di dipingere la partenza del re prussiano Guglielmo I per il fronte,
realizza nel 1871 il quadro; sebbene abbia piena coscienza delle conseguenze politiche di
questo giorno, ritrae la scena come una confusione piacevole in un qualunque giorno di
festa, al modo di Manet. Tuttavia la tecnica di Menzel, più minutamente descrittiva,
sembra fondere insieme Meissonier e Manet in modo poco coerente.
-Arnold Bocklin: il più grande artista tedesco del periodo, nutriva verso il mondo dell’arte le
stesse idee dell’amico svizzero storio del Rinascimento italiano, Jacob Burckardt, e tenta
di commentare i disastri contemporanei attraverso il linguaggio dell’antichità. Così realizza
Il combattimento dei centauri, 1873, dove i centauri tentano di distruggersi in un trionfo
della bestialità sulla ragione umana che apre un ampio arco di riflessioni sulla condizione
umana. Bocklin stava in fondo facendo ciò che Goya con Saturno aveva fatto o Picasso
con Guernica avrebbe fatto; eppure la sua visione è anche estremamente reale, e si crea
così una collisione di mondi vecchi e nuovi, antico e realismo.
-Vereshchagin: russo, realizza L’Apoteosi della guerra, 1871, in cui una piramide di crani
umani abbandonata si staglia in un paesaggio desolato; è in sostanza simile a quello di
Bocklin, solo che Vereshchagin sostituisce i simboli della mitologia classica con quelli di
un modello etnografico moderno ma diverso, quello asiatico (sembra la testimonianza di
un rituale asiatico).
2) 1874: LA PRIMA ESPOSIZIONE IMPRESSIONISTA
Molti pittori francesi degli anni Settanta dell’Ottocento censurarono il trauma delle guerre
dalla loro arte, continuando a dipingere i piaceri leggeri e raffinati della vita urbana e di
campagna. Nel 1874, nello studio del grande fotografo parigino Nadar (primo ad aver
realizzato fotografie aeree), fu ospitata la prima mostra impressionista, così come vennero
chiamati questi artisti da un critico ostile, Leroy. Fu Castagnary il critico che si sforzò
maggiormente di capirli, interpretando la loro arte giustamente come estensione del
realismo, comprendendo che la loro mancanza di finitzza era data dal tentativo di rendere
non un paesaggio ma la sensazione prodotta da un paesaggio.
-Monet: realizzando che chiamarla una veduta di Le Havre avrebbe suscitato aspettative
di una descrizione convenzionale, egli realizzò Impressione, Alba; poi realizza Boulevard
des Capucines, 1873, che a prima vista può sembrare una confusione incomprensibile di
movimenti casuali resi a piccole macchie, e che tuttavia è tutto il risultato di qualcosa di
osservato. Venne tuttavia concepito come un affronto agli standards del finito, come un
ribaltamento del mondo stabile e misurato definito dalla pittura tradizionale, e anche come
un impudente rifiuto dell’abilità pittorica, che viene qui, agli occhi dei critici, sostituita da
macchie infantili.
-Camille Pissarro (1830-1903), nella sua lunga carriera riflette i maggiori cambiamenti
nell’approccio al paesaggio, per esempio la sua svolta impressionista nel 1873 con Brina:
la vecchia strada per Ennery nel Pontoise. Qui l’effetto velato della brina su una terra
grossolanamente striata è reso a moduli sfuggenti. Il critico Castagnary tuttavia,
scorgendo nella figura del vecchio agricoltore un riferimento a Millet, attribuisce una fonte
tradizionale a quello che sembrava a prima vista un quadro così lontano dalle
convenzioni.
-Auguste Renoir: artista dalla personalità estetica ed emotiva, è più a suo agio nel ritrarre
relazioni e piacevoli attività umane, come Palco, 1874, opera criticata come impressionista
per l’imbrattatura di pittura bianca e nera che rende indistinguibile il confine tra il vestito
della signora e quello del gentiluomo, e poi los trano taglio del gomito, la duplice messa a
fuoco.
-Degas: i suoi ippodromi, danzatrici e stiratrici erano sempre parte di più complesse
implicazioni psicologiche e spaziali, che da sempre distinguono la sua opera. Una
carrozza alle corse di cavalli, 1870, sembra quasi un quadro finto nei suoi colori stesi
piattamente e nella sua difficile collocazione (è un ritratto di famiglia, un paesaggio, la
descrizione delle corse fuori Parigi, o è tutto questo insieme?), eppure sebbene vi sia
tecnica espressionista nello stendere la materia, Degas mantiene sempre una forte
precisione, un equilibrio che blocca tutto al suo posto.
Questa struttura incisiva e astratta distingue Degas dai compagni quanto il disegno pulito
e netto, sul quale ha sicuramente influito l’incontro con il vecchio maestro Ingres, quando
l’artista era ancora ventunenne.
-Paul Cezanne: membro della generazione degli impressionisti, è sempre stato un alienato
nel mono parigino, sia nell’arte che nella vita. Il primo decennio della sua opera esplorò i
recessi scuri e morbosi della sua psiche turbolenta e creò immagini di violenza e
sessualità come l’Assassinio, 1867-70. In seguito, incontra Camille Pissarro che lo prese
sotto la sua ala protettrice e lo invitò a partecipare all’esposizione impressionista del 1874;
qui presenta Una moderna Olympia, in cui rivisita Manet mantenendo uno stile vicino
all’impressionismo, ma scostandosi dalla riproduzione della realtà della visione per
piegare il soggetto rappresentato ad una sua fantasia erotica complessa. Nel quadro
infatti aggiunge un cliente, nel quale si può immaginare proiettata la psicologia dell’artista,
che osserva la prostituta rannicchiata goffamente sul letto, affiancata da una serva di
colore. Un genio destinato a crescere.
3) 1874: AL SALON DI PARIGI E ALLA ROYAL ACADEMY
-Manet: poteva facilmente essere incluso tra gli impressionisti, anche se preferì rimanere
nell’arena delle istituzioni. Eppure quadri come Ferrovia, 1973, è confusione di luce solare
accecante, persone, cose e avvenimenti osservati in modo accidentale, rappresenta una
totale offesa alla pittura convenzionale. La struttura spaziale, definita dalle parallele e
perpendicolari della cancellata di ferro, è sconcertante; inoltre il modo in cui le figure
sembrano escluse dal mondo del dipinto e incluse nello spazio reale dell’osservatore, i
profili irregolari e le pennellate rapide e illeggibili, la pluralità dei punti di vista narrativi (è
un ritratto? È un paesaggio?), la sensibilità per i contrasti luce-ombra, determinano la
fusione di due mondi, quello del quadro e quello dello spettatore.
-Gerome: una via di mezzo in questa polarità rappresentata da quadri acclamati ai Salon e
quadri come Ferrovia, è rappresentata da L’Eminenza grigia, in cui se da un lato la
realizzazione avviene attraverso pennellate minute e precise, arrivando ad una finitezza
quasi fotografica, dall’altro il soggetto è uno squarcio immediato di vita, sebbene non sia
quella moderna ma quella del Seicento; anche l’inquadratura scelta è tagliata, accidentale,
con punti focali narrativi che vanno in direzioni opposte.
-Tissot: altro esempio di via di mezzo in questa polarità, in Turisti a Londra, 1874, fonde
insieme stili opposti ma complementari, Degas e Manet nella resa di un momento di vita
urbana casuale, Gerome e Messonier nella finitezza della tecnica della pennellata e nella
resa dei dettagli.
4) 1870-1880: DAL REALISMO ALL’ESTETISMO
Negli anni settanta, altri artisti sulla scia di Manet e gli impressionisti o dei più accettati
Tissot e Gerome, continuarono a cercare di fissare un istante di tempo e un frammento di
spazio sulla tela.
-Eakins: americano, in I fratelli Biglen al giro di boa, 1873, mette in luce la sua
accuratezza scientifica nello studio e resa di anatomia, luce e prospettiva.
-Caillebotte (1848-94): della generazione di Eakins, affronta soggetti moderni con lo
stesso tipo di descrizione rigorosa e scientifica di dettagli e volumi. In I raschiatori di
parquet 1875, si ha un soggetto che può ricordare