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LA FASE DEMOCRATICA

Secondo Crouch il punto più alto della parabola lo si raggiunge o negli anni che seguono

l'affermazione della democrazia o subito dopo una grande crisi di regime, perché si tratta di

situazioni in cui l'entusiasmo per la partecipazione politica è massimo e in cui i cittadini si

impegnano insieme nel definire le priorità politiche che corrispondono ai loro bisogni.

La fase più pienamente democratica vissuta dalla nostra società, in quasi tutti i paesi

dell'Europa settentrionale, ha avuto inizio attorno alla metà del XX secolo, dopo che i

più grandi movimenti antidemocratici (fascismo/nazismo) furono sconfitti dalla

seconda guerra mondiale, ed è stata portatrice di un grandissimo entusiasmo per la

partecipazione politica. Dal punto di vista economico, questa fase, è stata

caratterizzata da politiche economiche associate alla dottrina keynesiana (consistente

nell'intervento pubblico statale nell'economia).

Nelle società industriali venne raggiunto un compromesso sociale tra interessi

d'impresa e classi lavoratrici. Le grandi aziende, in cambio della sopravvivenza del

capitalismo e del generale acquietarsi della protesta contro le diseguaglianze da esso

prodotte, hanno accettato una limitazione del proprio potere. La forza politica

democratica fu in grado di garantire il rispetto di questi limiti, in quanto le grandi

aziende erano in gran parte subordinate all'autorità degli Stati nazionali e per la prima

volta nella storia del capitalismo, la salute generale dell'economia veniva vista in

relazione alla prosperità della massa dei salariati.

È però possibile osservare i primi segni della postdemocrazia già negli anni '70, quando le

due crisi petrolifere misero a repentaglio la capacità di gestire l'inflazione e la

disoccupazione, e quando la nascita dell'economia dei servizi portò al declino dell'industria

manifatturiera mettendo così in crisi il ruolo dei lavoratori manuali. In seguito, negli anni

'80, si assiste su scala globale, allo spostamento della dinamica economica dal consumo alla

Borsa. Ora, la massimizzazione del valore delle azioni, diviene il principale indicatore di

successo si un'impresa economica, tanto che la partecipazione dei lavoratori al reddito

rispetto al capitale, che era costantemente cresciuta per decenni, cominciò ad arretrare di

nuovo ovunque. CRISI DELLA DEMOCRAZIA?

In un certo senso si potrebbe affermare che la democrazia stia vivendo una delle sue

fasi più splendide. Sicuramente ad oggi i politici godono di un minor rispetto acritico

da parte del pubblico e dei mass media, inoltre i governi e i loro segreti vengono

sempre più spesso svelati dall'esigenze democratiche. Questo perché in passato i

politici erano creduti e rispettati da elettori ingenui. Ad oggi la situazione è cambiati,

infatti se da una parte possiamo dire che i politici manipolano l'opinione, dall'altra

parte possiamo sicuramente dire che i politici sono così preoccupati dell'opinione

pubblica da decidere di dedicare enormi risorse per scoprire ciò che l'elettorato pensa

con l'ansia di comportarsi di conseguenza.

Questa visione ottimistica della democrazia, non tiene però conto dell'importante

differenza che c'è tra i due concetti di cittadino democratico attivo:

1. CITTADINANZA NELL'ACCEZIONE POSITIVA → quando gruppi e

organizzazioni di persone sviluppano insieme identità collettive, ne

percepiscono gli interessi e formulano autonomamente richieste basate sulle

loro esigenze che girano poi al sistema politico.

2. ATTIVISMO NELL'ACCEZIONE NEGATIVA → quando lo scopo principale

della discussione politica, non è l'interesse pubblico, ma è sottoporre i politici

ad un esame della loro integrità pubblica e privata.

A questi due approcci alla vita politica possiamo associare due diverse concezioni dei

diritti dei cittadini:

I DIRITTI POSITIVI → tendono a sottolineare la capacità dei cittadini a

• partecipare alla politica : diritto di voto, di associazione, di informazione.

I DIRITTI NEGATIVI → sono quelli che proteggono gli individui dagli altri e

• soprattutto dallo Stato: diritto di citare in giudizio, diritto di proprietà.

La democrazia ha bisogno di entrambi questi approcci alla cittadinanza, ma

attualmente quello negativo è molto più forte e si tratta di un elemento preoccupante

perché mentre la cittadinanza in positivo rappresenta le energie creative della

democrazia, invece la cittadinanza in negativo, vede la politica come qualcosa che

riguarda le élite, che vengono accusate e incolpate da una massa passiva e si arrabbia

se scopre che l'élite ha commesso qualche errore. Quindi, paradossalmente, quando

un funzionario o un ministro viene costretto a dimettersi, diventiamo dispensatori di

un modello di democrazia che considera il governo come un affare riservato solo a

piccole élite.

ALTERNATIVE ALLE POLITCHE ELETTORALI

Contro la tesi di Crouch secondo cui la politica si starebbe indebolendo, troviamo l'esistenza

di numerosi gruppi di pressione uniti per qualche causa. Si pensi ad esempio, alle

organizzazioni a difesa dei diritti umani, del Terzo Mondo, dei senzatetto, dell'ambiente etc.,

Si tratta di un argomento molto forte che contiene anche alcune risposte alla situazione

attuale. Tuttavia, presenta anche dei punti deboli. Per prima cosa dobbiamo distinguere tra:

l'attivismo che persegue un programma essenzialmente politico e che cerca di

• ottenere dalle istituzioni pubbliche un'azione concreta

coloro che intervengono in prima persona affrontando le questioni che

• tradizionalmente sono affidate alla politica

Del primo gruppo fanno parte organizzazioni cresciute considerevolmente negli ultimi

tempi e questa crescita è un riflesso delle difficoltà che la democrazia sta vivendo e del

diffuso scetticismo sulle sue capacità. Si pensi ad esempio alla crescita di gruppi self help,

attività assistenziali e di volontariato che cercano di colmare il vuoto lasciato dalla politica e

proprio perché indicano un allontanamento dalla politica, non possono essere utilizzati a

sostegno dello stato di salute della democrazia. Tant'è che alcune di queste attività possono

svilupparsi anche in società non democratiche.

Il secondo tipo di organizzazioni è più complesso, si tratta di lobby con un preciso

orientamento politico, che senza cercare di influenzare l'elettorato, agiscono

direttamente sulla politica governativa. L'esistenza di questo tipo di gruppi attesta una

società liberale forte che però non coincide con una democrazia forte.

Mentre la democrazia richiede una certa uguaglianza nella reale capacità di influire

sui risultati politici, il liberalismo invece, richiede libere opportunità di influire su

questi risultati politici.

È chiaro che l'ideale più ambizioso di democrazia non possa svilupparsi senza un

forte liberalismo, ma liberalismo e democrazia, sono cose diverse e in una certa

misura anche in conflitto. Infatti, ad esempio, se non si impongono restrizioni ai fondi

che i partiti possono usare per promuovere la loro causa, è chiaro che i partiti che

godono di maggiori risorse finanziarie avranno maggiori probabilità di vincere le

elezioni. Questo tipo di regime favorisce il liberalismo ma danneggia la democrazia

poiché non crea un terreno di competizione uniforme. Al contrario, se invece

vengono imposte delle restrizioni alla spesa per la campagna elettorale, si favorisce la

democrazia, ma si danneggia la libertà.

Le lobby appartengono al campo politico liberale e quelle che rappresentano interessi

economici sono di gran lunga avvantaggiate:

primo perché gli interessi economici sono in grado di minacciare i governi in

➔ quanto sono in grado di mettere a repentaglio la crescita economica

secondo perché possono controllare enormi somme finanziarie per la loro

➔ attività e non solo perché sono ricche in partenza, ma anche perché il successo

delle lobby aumenta il profitto.

Quindi i costi sostenuti per gestire le lobby rappresentano un investimento, al contrario, il

sostegno di interessi non economici, non porta ad un vantaggio materiale perciò i loro costi

rappresentano una spesa e non un investimento.

I SINTOMI DELLA POSTDEMOCRAZIA

Ad oggi secondo Crouch siamo ormai avviati verso la fase discendente della parabola

ed è infatti possibile individuare numerosi sintomi della postdemocrazia:

Primo fra tutti, la sopravvivenza di tutti gli elementi formali della democrazia anche

• laddove c'è una forte presenza di organizzazioni che tentano di influenzare l’attività

politica senza far leva sull’elettorato ma direttamente sui governi (sintomo di una

società liberale forte ma di una democrazia debole). Quindi, gli interessi di una

minoranza potente, le lobby, sono divenuti ben più attivi della massa nel piegare il

sistema politico ai loro scopi. Nella società postdemocratica, i politici rispondono in

prima istanza alle esigenze di un pugno di imprenditori ai quali si consente di

tradurre i propri interessi particolari in linee di condotta politica generale.

Il welfare state assume un ruolo sempre più residuale destinato al povero

• bisognoso piuttosto che parte dei diritti universali di cittadinanza.

I sindacati che vengono relegati ai margini della società.

• I poveri che smettono progressivamente di interessarsi al processo politico e sempre

• meno vanno a votare tornando volontariamente alla posizione che erano obbligati a

occupare nella fase predemocratica.

Il crollo della deferenza verso il governo, soprattutto nell'approccio alla politica da

• parte dei mass media. Di fronte a questo cambiamento e incapace di tornare alle

precedenti posizioni di autorità, per il mondo politico, diventa fondamentale

conoscere l'opinione della popolazione per controllarla. Per questo ha fatto ricorso

alle tecniche di manipolazione politica, che gli assicurano la superiorità di conoscere

l'opinione del pubblico senza che questo sia in grado di controllare il processo a

proprio beneficio. Le tecniche di controllo dell'opinione pubblica diventano sempre

più sofisticate, mentre il contenuto dei programmi di partito sempre più vaghi e

insulsi. Ciò non si può definire una politica non democratica, perché in gran parte

sottolinea la preoccupazione dei politici per le opinioni dei cittadini, ma è difficile

anche parlare di democrazia perché i cittadini sono ridotti ad una partecipazione

manipolata e passiva.

Il forte degrado della comunicazione politica.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
10 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher japponetiamo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero politico contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Dessi Giovanni.