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La Conferenza di Losanna del 1932 organizzata delle nazioni alleate, ridusse ulteriormente il

debito ad una cifra trascurabile. Difatti il piano Young rimase in realtà lettera morta: il presidente

degli USA concesse una moratoria per il pagamento della somma dovuta per il 1931-'32,

giustificata dalla crisi finanziaria tedesca; e quando Adolf Hitler fu nominato cancelliere nel 1933 i

pagamenti furono interrotti definitivamente.

La Conferenza di Ottawa (1932)

La decolonizzazione seguì, nei diversi paesi, strade differenti, con processi di transizione

all'indipendenza più o meno rapidi e pacifici.

In linea di massima si può affermare che la Gran Bretagna, la quale aveva cominciato il processo

di decolonizzazione già nel ventennio 1919-1939, col tentativo di associare i diversi dominions al

Commonwealth, accordò l'indipendenza alle sue colonie con relativa facilità, favorendo il

passaggio dei poteri alle forze nazionaliste locali per mezzo di trattati.

Prima del Commonwealth i vari dominions erano uniti dal vincolo monarchico e dalla lealtà politica

alla madrepatria britannica. Già nel 1931, con lo Statuto di Wenstminster, la GB concesse ai

dominions il diritto di rigettare le leggi votate in GB proclamando la piena sovranità.

Nel 1932 nella Conferenza di Ottawa sul regime doganale preferenziale, con la GB nasceva il

Commonwealth of Nations, quale comunità di nazioni liberamente associate e accettanti uno

speciale vincolo con la GB.

Diverso fu il caso del sistema coloniale della Francia che, non interessata a politiche simili a quelle

inglesi, si sfaldò invece con conflitti spesso devastanti.

In generale la decolonizzazione in Asia precedette quella in Africa, la quale fu però in compenso

più rapida.

In Africa, tuttavia, i confini fra i nuovi stati, modellati dalle potenze europee, non rispettavano in

molti casi le precedenti formazioni statuali e le tradizioni etniche dei popoli: ciò fu la causa di

numerosi e sanguinosi conflitti anche futuri.

Mussolini nei primi anni '30

Sino agli Trenta Mussolini non modificò la politica estera italiana. Tra il 1928 e il 1932 cominciò a

fascistizzare la propria politica ma molto lentamente e diplomaticamente.

Gli obiettivi erano:

• scrollarsi di dosso la vittoria mutilata creando un sistema di alleanze nella zona danubiano-

balcanica che permise il controllo dell'Adriatico.

• ottenere compensi coloniali che non erano stati ottenuti nel 1919, pacificare la Libia che durante

la Guerra era sfuggita al controllo italiano e ribadire e aumentare il proprio controllo sull'Etiopia.

Mussolini in questo periodo chiedeva con molta coerenza di elaborare con la Francia una politica

comune, ottenendo i famosi compensi coloniali del patto di Londra.

L'Italia aveva ora uno stato nuovo con il quale aveva combattuto fra il 1919 e il 1920 una serrata

lotta per la definizione dei confini.

1919 Gabriele D' annunzio, occupando Fiume aveva approfondito dissensi.

1920 col trattato di Rapallo e nel 1924 col Patto di Roma fu raggiunto un compromesso: l’Italia

acquisiva posizioni importanti annettendo il Dodecanneso ma doveva combattere una dura guerra

di repressione per recuperare il controllo della Libia.

Né la Francia né la Gran Bretagna lasciavano spazio alle ambizioni nazionalistiche italiane se non

in aree limitate dell'Adriatico, come forse ma non certamente, il canale di Otranto, per il controllo

dell'Albania.

Il New Deal (1932)

La spirale della crisi durò negli USA fino al 1932, con l’elezione di Roosevelt che attuò un piano di

risanamento. Tali provvedimenti interni furono adottati dal presidente USA tra il 1933 e il 1938 per

fronteggiare gli effetti della Grande Depressione.

Lo scopo del New Deal (nuovo corso) fu il superamento della disoccupazione, il miglioramento

delle condizioni di vita, con l'obiettivo ultimo di superare la crisi anche a costo di indebolire lo Stato.

Si avviarono delle assunzione dei disoccupati da parte dello Stato per la costruzione di opere

pubbliche (strade ponti ospedali e scuole). Fu svalutato il dollaro, per rendere più facile

l'esportazione delle merci. Fu istituito un controllo sulle banche e sulle attività dei finanzieri per

evitare operazioni simili a quelle che avevano portato al crollo di Wall Street. Si concessero prestiti

ai contadini, si garantì alla maggior parte dei lavoratori una pensione di vecchiaia.

Gold standard (1934)

Il gold standard (detto anche sistema aureo) è un sistema monetario nel quale la base monetaria è

data da una quantità fissata d'oro.

Si possono distinguere tre casi:

• nel primo, l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea);

• nel secondo, viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, dal momento che il valore in

oro della moneta complessivamente emessa è pari alla quantità di oro conservata dalla banca

centrale (circolazione cartacea convertibile totalmente in oro);

• infine, nel terzo caso, le banconote sono convertibili solo parzialmente, risultando il valore della

quantità di banconote emessa un multiplo del valore dell'oro posseduta dallo stato (circolazione

cartacea convertibile parzialmente in oro).

Nel caso una moneta sia convertibile in un'altra moneta, a sua volta convertibile in oro, si parla di

gold exchange standard.

Prima del 1934, per effetto del cosiddetto Gold Standard, la carta moneta statunitense era

convertibile in monete d'oro; con la legge sulle riserve auree del 1934, la convertibilità fu abolita.

Da allora in poi la moneta circolante, sia cartacea sia metallica, è stata del tipo fiduciario.

Il Secondo New Deal (1935)

La speranza che i provvedimenti del 1933 sortissero immediati effetti positivi svanì rapidamente.

Nel 1935 Roosevelt promosse quindi un "secondo New Deal", incentrandolo sulle problematiche

del lavoro e sulla ricerca di un rapporto privilegiato con i sindacati, in polemica con il mondo dei

grandi affari, sin lì mostratosi critico verso la sua azione di governo. Le nuove misure prevedevano

una maggiore tassazione dei profitti più alti, regole più rigide nella produzione industriale, ma

soprattutto una legislazione sindacale rivoluzionaria, a garanzia della contrattazione collettiva

(National Labor Relations Act del 1935) e la determinazione del limite massimo di ore di lavoro e

dei minimi salariali (Fair Labor Standards Act del 1938). Per il resto, se un nuovo stanziamento

permise il rilancio dell'attività della Work Projects Administration (WPA), sempre nel 1935 la legge

sulla previdenza sociale introdusse l'assistenza pubblica per pensionati e disoccupati.

La spinta riformista si fermò nel 1937, non riuscendo ad aver ragione dell'opposizione della classe

industriale; A partire dal 1939 poi, l'attenzione del governo e dell'opinione pubblica si concentrò

progressivamente sui temi della politica estera.

L'eredità maggiore del New Deal, più ché sul fronte del rilancio dell'economia, risultò essere

l'enorme crescita delle responsabilità assunte dal governo federale e la creazione di una vasta

coalizione di interessi attorno al Partito democratico, fattori che gli garantirono una lunga

permanenza al potere negli anni successivi.

Guerra di Etiopia (1935-1936)

Sia la Francia, sia la GB reagiscono all'attacco italiano all'Etiopia con due tipi di reazione: la

resistenza e l'appeasement. La resistenza fu sviluppata all'interno, della SdN, con il sistema di

sicurezza collettiva e le sanzioni previste erano essenzialmente di condanna ed economiche. La

Francia, secondo gli accordi Mussolini-Laval, si schiera con la SdN, ma partecipa con estrema

moderazione alle sanzioni, che tra l'altro prevedevano materiali utili alla guerra come, piombo,

ferro, acciaio e soprattutto petrolio.

La GB, pur avendo interessi molto più vasti della Francia in Etiopia, opta per una strategia basata

sull'Appeasement, vale a dire, evitare la guerra a tutti i costi, anche offrendo all'Italia compensi di

carattere territoriale o una sorta di protettorato sull'Etiopia. Questa linea politica porta alla

formazione del Piano Hoare-Laval, che prevedeva la concessione all'Italia dei 2/3 del territorio

etiope, in cambio di uno sbocco sul mare. Il Piano fallisce per l'opposizione dell'opinione pubblica,

in seguito alla sua pubblicazione su alcuni quotidiani.

Conferenza navale di Londra (1936)

Si organizzo nuovamente nel 1936 per confermare i rapporti di forza sanciti precedentemente e

aggiungervi una clausola che prevedeva l'aumento proporzionale delle flotte britanniche e

statunitense come risposta alle violazioni tedesche e nipponiche; si svolse però in un clima di

diffidenza tale che il governo di Tokio richiamò i propri delegati e non si ebbero più grandi incontri

negoziali sul disarmo prima della seconda guerra mondiale.

Rimilitarizzazione della Renania (marzo 1936)

Il governo francese aveva ricevuto informazioni sicure sull'invio delle truppe tedesche in Renania.

Si trattava di una violazione del trattato di Pace e degli accordi di Locarno, che poneva alla Francia

anche dei problemi strategici a livello di difesa. In Francia si pensò anche ad un'azione militare,

prevista tra l'altro a Locarno. Ben presto pero, prevale la volontà di non agire.

La Francia sopravvalutò la forza militare tedesca priva di molti ufficiali. In Francia c'era inoltre una

forte opinione pubblica che era contro la guerra e che finì per influenzare il governo.

La Gran Bretagna ebbe invece una reazione passiva. Prevale l'opinione che Hitler si sia

impossessato di un territorio tedesco. Il dubbio di entrambe è colmato con il confermato supporto

della GB alla Francia in caso di aggressione tedesca. L'assenza di una reazione francese alla

rimilitarizzazione della Renania ha delle conseguenze di lungo periodo importanti: anzitutto è

evidente che nessuno può impedire l'Anschluss, la Francia perde credibilità con tutti i paesi alleati

dell'Europa dell'Est e inizia l'avvicinamento dell'Italia alla Germania.

Il Fronte Popolare: Nel 1936 i comunisti, i socialisti e altri piccoli partiti di sinistra come i radical-

socialisti vincono le elezioni e formano un governo di Fronte Popolare, con a capo Leon Blum e

agli esteri Delbos. I primi passi in politica estera del governo di Fronte Popolare sono decisamente

timidi, si continua a fare riferimento alla sicurezza collettiva e alla SDN.

Guerra civile spagnola (1936-1939)

Dopo un primo momento in cui Blum volle offrire aiuto militare al governo di Fronte Popolare

spagnolo, inviando armi, munizioni e aerei, prevale la moderazione. La GB propone di creare un

comitato di non intervento a cui aderiscono tutte le nazioni, Italia e Germania compres

Dettagli
A.A. 2015-2016
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MrsGessleItalien di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Novarino Marco.