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GLI EFFETTI NEI CONFRONTI DEI FIGLI
Nei confronti dei figli, gli effetti del matrimonio valido si producono
indipendentemente dalla buona fede dei genitori, i figli anche se nati da
matrimonio nullo, conservano il loro status di figli.
Fanno eccezione solo i casi in cui la nullità dipenda da bigamia o incesto, in
questo caso i figli conservano lo statusa condizione che almeno uno dei genitori
fosse in buona fede.
In caso di mala fede di entrambi, essi conservano lo status nei casi in cui il
riconoscimento è ammesso. I figli nati da bigamia sono oggi riconoscibili
sempre.
GLI EFFETTI NEI CONFRONTI DEI CONIUGI
Nei rapporti tra coniugi resta salvo il principio secondi cui gli effetti di
matrimonio validi si producono fino alla sentenza di nullità solo a favore del
coniuge (o entrambi) in buona fede.
La buona fede consiste nell'ignoranza della causa di invalidità. Alla buona fede
vengono equiparate la violenza ed il timore.
Parte della dottrina e della giurisprudenza tendono ad ampliare la nozione di
buona fede. La buona fede va valutata in termini soggettivi, con riguardo
• alla condizione personale e sociale del coniuge
• allo stato psicologico di ignoranza o di errore indipendentemente dalla
sua scusabilità.
La buona fede deve sussistere al momento della celebrazione del matrimonio,
inoltre non deve essere dimostrata da chi la allega ma è l'altra parte che deve
fornire la prova contraria.
La buona fede viene intesa come condizione di ignoranza o di errore.
Secondo l'art 128 la nullità opera ex tunc solo nei confronti del coniuge in
buona fede, vi sono tuttavia numerosi effetti che si producono fino sentenza di
annullamento a prescindere dalla buona o mala fede dei coniugi.
Fino al passaggio in giudicato della sentenza di annullamento il coniuge sperato
ha diritto di percepire l'assegno di separazione. In seguito all'annullamento la
moglie perde il diritto ad usare il cognome maritale.
Quanto alla cittadinanza, si deve escludere che l'annullamento del matrimonio
determini la perdita della cittadinanza acquisita dallo straniero o apolide per
effetto del matrimonio con il cittadino.
La dichiarazione di nullità fa venir meno il vincolo di affinità.
Il minore che abbia conseguito l'emancipazione per matrimonio non la perde in
seguito all'annullamento.
Si è invece discusso se, con riguardo al regime patrimoniale tra coniugi
l'annullamento operi come causa lo scioglimento ex nunc o se tale effetto si
verifichi solo a favore del coniuge in buona fede.
→ Secondo alcuni lo scioglimento della comunione si verificherebbe ex
nunc solo a favore del coniuge in buona fede.
La buona fede ha sicura rilevanza ai fini successori.
L'annullamento determina la perdita dello status di coniuge e quindi anche dei
diritti successori nei confronti dell'altro. Tuttavia, nel caso in cui l'annullamento
venga pronunciato dopo la mote del coniuge, il coniuge superstite in buona fede
conserva i propri diritti successori, compresi i diritti di abitazione e d'uso.
Se il de cuius al momento della morte, è legato da un matrimonio valido, il
coniuge putativo è escluso dalla successione a vantaggio del coniuge legittimo.
L'annullamento del matrimonio determina inoltre la nullità delle donazioni
obnuziali compiute in favore dei coniugi.
Il coniuge in buona fede non è tuttavia tenuto a restituire i frutti percepiti
anteriormente alla domanda di annullamento del matrimonio.
L'ASSEGNAMENTO TEMPORANEO E LA RESPONSABILITÀ DEL
CONIUGE IN MALA FEDE
Gli art 129 e 129bis riconoscono un assegno o un'indennità a favore del coniuge
in buona fede.
L'assegno temporaneo risponde ad un principio di solidarietà, ha natura
prevalentemente assistenziale, e prescinde da eventuali profili di responsabilità.
L'indennità ha una funzione risarcitoria del danno subito dal coniuge in buona
fede.
Di entrambi i rimedi la legge stabilisce le condizioni di attribuzione e di
qualificazione, riconoscendo al giudice un certo margine di poteri discrezionali.
I coniugi, tuttavia, possono anche regolare convenzionalmente i propri rapporti
patrimoniali successivi all'annullamento.
Nel caso in cui le condizioni del matrimonio putativo non si verifichino rispetto
ad entrambi i coniugi, il giudice può disporre a carico di uno di essi, ed a favore
dell'altro, somme periodiche (periodo non superiore a tre anni) di denaro in
proporzione alle sue sostanze.
L'assegno in caso di annullamento del matrimonio ha carattere temporaneo ed
ha lo scopo di mettere l'altro in grado di riorganizzare la propria vita e
provvedere autonomamente a se stesso.
Con riguardo alla quantificazione non si differenzia dall'assegno della
separazione spetta al coniuge in buona fede, a partire dal presupposto che non
abbia i mezzi adeguati.
L'art 129bis c.c configura un ipotesi di particolare responsabilità a carico del
coniuge al quale sia imputabile l'invalidità del matrimonio.
Il coniuge in buona fede qualora il matrimonio venga annullato ha diritto ad una
congrua indennità anche in mancanza di prova del danno sofferto. Indennità che
in ogni caso deve comprendere l'assegno di mantenimento per tre anni.
L'indennità spetta al coniuge in buona fede solo se l'annullamento è imputabile
all'altro.
Perché vi sia imputabilità in senso oggettivo, occorre che il coniuge abbia
tenuto un comportamento tale da indurre l'altro coniuge a concludere un
matrimonio non valido.
Il diritto al risarcimento presuppone che il coniuge richiedente sia in buona
fede, anche in questo caso la buona fede si identifica con la condizione di
ignoranza al momento della celebrazione del matrimonio delle circostanze da
cui dipende l'invalidità.
Alla buona fede va quindi equiparata la condizione del coniuge che ha subito la
violenza o il timore.
Sono inoltre risarcibili gli ulteriori danni di cui si riesca a dare prova. Il
risarcimento può comprendere oltre al danno patrimoniale anche quello non
patrimoniale.
Infine l'art 129bis riconosce al coniuge in buona fede un diritto alimentare nei
confronti dell'altro.
GLI EFFETTI PATRIMONIALI DELLA SENTENZA DI NULLITÀ
PRONUNCIATA DAI GIUDICI ECCLESIASTICI.
La disciplina degli effetti della nullità si applica anche nel caso in cui la nullità
sia pronunciata dai Tribunali ecclesiastici con sentenza riconosciuta agli effetti
civili.
La disciplina dei provvedimenti patrimoniali nei giudizi di deliberazione delle
sentenze ecclesiastiche costituisce uno dei punti più delicati e in larga misura
irrisolto della disciplina del matrimonio concordatario.
Nullità civili e nullità canoniche sono profondamente diverse ma entrambe
dipendono da un vizio preesistente alla celebrazione.
Capitolo 8
Rapporti tra genitori e figli
I diritti dei minori tra famiglia e società. Il minore dopo la dichiarazioni
universale dei diritti dell’uomo passa dall’essere inteso come un oggetto ad un
soggetto dotato di propria autonomia. I diritti del bambino assumono un
carattere preminente su quelli degli adulti. Questa rivoluzione attraversa tutto il
mondo e a livello europeo trova attuazione nella Carta di Nizza che dedica
attenzione ai diritti del bambino con l’articolo 24. Da dove emergono:
➖il diritto del bambino alla protezione e alle cure insieme al compito dei genitori
ad educarli ed istruirsi. In generale la Carta garantisce il benessere del bambino
che comprende la salute fisica o psichica e la sfera sociale, economica e morale.
➖il diritto ad esprimere liberamente la propria opinione in considerazione alla
sua età e maturità. Questo diritto nasce per garantire spazi di autonomia.
➖l’ interesse superiore del bambino dev’essere considerato come preminente in
tutti gli atti compiuti da autorità pubbliche e istituzioni private.
➖ intrattenere regolarmente relazioni con entrambi i genitori salvo quando
questo sia contrario ai suoi interessi.
La potestà non costituisce più un diritto ma una funzione, una responsabilità
orientata alla promozione della personalità del figlio.
Negli ultimi anni si è avvertita l’insufficienza di queste dichiarazioni che
rischiano di ridursi a normale astratte se non si dispone degli strumenti
necessari alla oro realizzazione. La legge di riforma dell’adozione del 2001
impegna le istituzioni a sostenere la famiglia che si trovi in difficoltà con
misure concrete anche di natura economica. Quindi si afferma l’idea che il
principale compito delle istituzioni è quello di agevolare la famiglia nello
svolgere i suoi compiti.
Eguaglianza dei figli e rapporti con i genitori. Dalla discriminazione
all’unicità dello status. Nel vecchio sistema il matrimonio costituiva il
fondamento della filiazione, in quanto solo i figli, nati al suo interno, godevano
di una posizione giuridica pienamente tutelata. Oggi la posizione di figlio è
pienamente tutelata indipendentemente dal matrimonio dei genitori e il rapporto
educativo è soggetto alla stessa disciplina indipendentemente da esso. Nel 2012
si sancisce l’unicità dello status di figlio, quindi è la procreazione che fonda la
responsabilità dei genitori nei confronti dei figli, anche quelli privi di stato.
La riforma del 1975. Regola i rapporti tra genitori e figli, legittimi e
illegittimi. Prima di questa riforma il figlio nato al di cuori del matrimonio non
poteva stabilire rapporti di parentela con altri familiari in linea collaterale.
La l.n.219/2012. Unifica la condizione giuridica dei figli, cancellando
l’espressione figli legittimi e figli naturali. Si afferma il legame di parentela tra
le persone che discendono da uno stesso stipite, viene esplicitata l’unificazione
degli status e conseguentemente vengono disciplinati in modo unitario diritti e
doveri tra genitori e figli. La l. Inoltre afferma che il giudice del tribunale
ordinario sia competente a disporre l’affidamento dei figli e a provvedere in
ordine al suo mantenimento, in occasione della separazione dei genitori.
I modi di accertamento della filiazione .
Nella disciplina del codice del 1942,le regole sull’accertamento della filiazione
si ispiravano al favor legitimitatis, ai figli legittimi era riservato un trattamento
giuridico differenziato e più favorevole rispetto a quello spettante ai figli
naturali. Le ragioni del favor legitimitatis consistevano nell’esigenza di
assicurare al figlio uno status giuridico più tutelato e nell’interesse generale alla
salvaguardia dell’onore e della coesione della famiglia legittima. Dalla riforma
del diritto di famiglia del 1975 emerge una