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Gli uomini focosi sulla scena danno spettacolo ma non lo godono;su questo modello gli uomini

geniali creano una copia. I grandi poeti e attori imitano la natura con gusto e discernimento:sono gli

esseri meno sensibili perché sono occupati a osservare,studiare e trascrivere. Nei geni è la testa che

comanda. Nella donne è impossibile:è il cuore che domina ma le porta ad una posizione di

inferiorità quando un attore imita. Quando una scena di pianto è di un attore che lavora con la testa

sarà molto più toccante di quella di una donna sensibile.

Nella commedia del mondo i pazzi sono in scena,mentre i geni in platea. L'occhio del saggio coglie

il ridicolo e fa ridere di tutto,sia di quello di cui si è vittima,sia si se stessi. Se si chiede di questa

tecnica agli attori eccellenti la negano.

Ci si chiede perché gli accenti non producono sentimento:questi sono cadenzati e fanno parte di una

tecnica declamatoria. Sono intonati secondo uno studio che permette di emetterli correttamente.

Nello scrupolo con cui l'attore ricostruisce il sentimento,lo spettatore ne resta ingannato. L'attore

non è il personaggio che interpreta ma lo fa così bene da far credere che sia vero:l'illusione è dello

spettatore perché l'attore sa qual è la verità.

L'estrema sensibilità fa gli attori mediocri;la sensibilità mediocre fa dei cattivi attori ma la

mancanza di sensibilità crea eccellenti attori.

Le lacrime suscitate da un racconto patetico crescono poco a poco;le lacrime di un evento tragico

irrompono come un lampo. Il colpo di scena naturale ed autentico deve essere come le lacrime di un

racconto tragico:brusche e totali. Più difficile è creare l'illusione perché basta un particolare falso a

distruggerla.

Il primo chiede al secondo perché grandi autori (Corneille,Racine,shakespeare...) non si possono

recitare con una voce da conversazione. Il secondo risponde perché non hanno scritto nulla di

buono. Allora il primo fa l'esempio:si sta raccontato qualcosa ad un gruppo di persone in modo

colloquiale,ad un certo punto arriva uno nuovo che bisogna introdurre nella vicenda. Non è

possibile però che il primo narratore riesca a rimettere l'enfasi originaria nelle parole. Questo però

non succede agli attori perché recitano personaggi di cui non gli importa nulla. Sono i fantasmi

frutto dei poeti e non i personaggi storici. Questo avviene grazie ad una convenzione di Eschilo.

C'è una grandissima analogia tra Agamennone della prima scena di Ifigenia e la situazione di Enrico

IV:entrambi sono ossessionanti dal fatto che qualcuno della famiglia potrebbe ucciderli. Se Enrico

IV si alzasse e si andasse a confidare,userebbe un certo registro che gli si addice. Quindi in teatro

cosa significa essere veri? Sicuramente non significa rappresentare le cose così come sono in natura

ma il vero sulla scena è rappresentare le cose così come sono state immaginate dal poeta ed

esagerate dall'attore. Le passioni enormi sono accompagnate da smorfie che l'attore senza gusto

copia mentre il grande artista evita. Le azioni devono essere esagerate sulla scena perché senza

affettazione risulterebbero meschine e in contrasto con la poesia.

La natura ha i suoi momenti sublimi ma chi è in grado di coglierli,è anche colui che è in grado di

restituirli filtrati nell'immaginazione.

Esiste una commozione acquisita o fittizia che è comunque pericolosa quanto la sensibilità naturale:

porta alla monotonia e all'attore di maniera. È un elemento nocivo di cui il grande attore è obbligato

a spogliarsene anche se sarebbe meglio non averlo mai acquisito. Questo sdoppiamento è

estremamente difficile ma confina ogni attore in un unico ruolo,condanna le compagnie ad essere

numerose e le commedie ad essere mal recitate. Questo non accadrebbe se si facessero le commedie

per gli attori,ma sarebbe sbagliato dato che dovrebbero essere gli attori ad esser fatti per commedie.

Il secondo controbatte che una folla che si raduna per un qualche incidente per strada svela,per

ognuno dei suoi componenti,una propria sensibilità che crea un meraviglioso spettacolo.

Il primo concorda ma chiede se questo spettacolo potrebbe essere paragonato al risultato di una

concertazione. Se il secondo crede a questo paragone,allora il primo è indotto a chiedere che cosa

sia,per lui,la magia dell'arte se questa può guastare uno spettacolo che naturalmente è ottimo.

Questo negherebbe che si possa abbellire la natura. Se si prendono a coppia i partecipanti della

folla,lasciandoli padroni della proprie azioni,risulterà una cacofonia che avrà perso ogni sensibilità

naturale.

In uno spettacolo avviene quello che succede in una società ben ordinata:ognuno sacrifica una parte

dei propri diritti per il bene collettivo. L'uomo giusto e l'attore freddo sono quelli che meglio sanno

valutare questo sacrificio.

Quando un attore mediocre recita con un grande attore lo influenza. Il grande attore ha concepito

grandiosamente il personaggio ma deve rinunciare a questo modello ideale per mettersi al livello

dell'attore mediocre,sacrificando il suo modello. Invece due attori dovrebbe sostenersi a vicenda.

Due personaggi,i cui modelli ha parità o subordinazione ma senza che uno dei due sia più forte o

più debole,dovrebbero eliminare le differenze. A questo servono le prove:a stabilire un equilibrio

per far risultare un'azione scenica unificata. Quando la superbia di uno si sottrae all'equilibrio,è

sempre a spese delle perfezione d'insieme perché difficilmente l'eccellenza di uno colma la

mediocrità degli altri ma anzi la mette in risalto.

Il primo chiede a quale età si è grandi attori:non durante la giovinezza perché,chi è stato destinato

dalla natura ad esserlo,diventerà eccellente nella sua arte dopo una lunga esperienza e quando la

mente sarà calma e lo spirito padrone. Succede però che gli attori maturi non abbiano più il fisico

per interpretare determinati personaggi e questo è un limite allo spettacolo. È anche vero che dei

baby-prodigi sono rari e che un vecchio attore non sarà ridicolo finché non sarà senza forze o non

riesca a compensare la diversità tra la sua età e quella del personaggio. La Clairon ha esordito

recitando come un automa ma è migliorata con l'esperienza. Dopo 10 anni dal ritiro ha deciso di

tornare in scena con un risultato mediocre:aveva perso il ricordo delle sue vecchie interpretazioni.

Il primo porta un esempio di moglie e marito che si odiano e recitano insieme una scena identica

allo loro situazione,tratta dalla scena III del IV atto del Dispetto di Molière. La stessa scena poi si

suppone recitata tra due amanti. Il triangolo che si crea nella vita è identico sulla scena fornendo

un'interpretazione orrenda perché gli attori si sentono coinvolti. Ma quando un attore finge di

esserne coinvolto si ha il perfetto spettacolo. Ad esempio l'attore inglese Garrick non sapeva ridere

o piangere a sua discrezione ma illudeva di saperlo fare. Essere un grande attore significa essere un

grande mistificatore al quale il poeta ha dettato le parole.

Diderot,che il primo interlocutore,di definisce un uomo sensibile e mediocre perché troppo soggetto

alle passioni;il suo amico Sedaine è l'uomo freddo e di genio che davanti all'enfasi resta calmo e

razionale. Altro esempio che Diderot fa per dimostrare come l'uomo razione ha la meglio su quello

emotivo è quando ha aiutato un amico in difficoltà. Questi aveva un fratello teologo e ricco che non

lo aiutava. Allora Diderot va per intercedere che scopre che l'amico aveva avuto un pessimo

comportamento con il fratello. Dopo un momento di panico e scoraggiamento,Diderot riprende

razionalità e riesce a perorare la causa dell'amico.

Si riesce ad ottenere ciò che si vuole solo quando la sensibilità è lontano e l'animo è calmo:uno

scritto per un'amante perduta sarà migliore quando il dolore sarà passato e si potrà valutare la

perdita subita riandando con il pensiero ai momenti di felicità. I piaceri e i dolori violenti sono muti:

uno vede un amico dopo tanto tempo e lo abbraccia ma se si accorgesse che l'altro non ricambia,si

sentirebbe male. Risultano falsi i colloqui che ostentano la pienezza di spirito.

Solo l'attore può salvare da questo il teatro:ma che tipo di attore? La sensibilità è sempre nociva,

sulla scena quanto nella vita. L'uomo sensibile obbedisce agli impulsi e sa esprimere solo al suo

cuore;quando si modera è solo un attore che recita. Il grande attore osserva la realtà e si serve

dell'uomo sensibile come modello:lo studia e sceglie cosa tenere e cosa eliminare.

Alla prima di Ines di Castro,il pubblico rise nel momento di maggior pathos e la Duclos si arrabbiò

per poi riprendere la scena con un altro profondo sentimento di dolore. L'indignazione dell'attrice

era vera mentre il dolore era finto,apposta per la scena. Solo il grande attore è capace di deporre e

riprendere la maschera a proprio piacimento.

Un attore è innamorato di un'attrice e la commedia che mettono in scena parla della gelosia. Lo

spettacolo ci guadagnerà se sono attori mediocri ma ci perderà se sono grandi attori perché si

rispecchiano nella situazione e non recitano più secondo il modello ideale ma mettono loro stessi.

Un attore non dovrebbe interpretare un personaggio con una qualità che possiede.

Il primo spiega la differenza tra interpretare un avaro,un tartufo e L'avaro,Il Tartufo. I primi sono

dei modelli generali in cui nessuno di specifico si riconosce e fanno ridere;i secondi sono riferiti a

qualcuno,sono persone reali e fanno del teatro un'arma affilata.

Se si chiede ad un pittore di ritrarre l'idealizzazione della pittura,della filosofia,della poesia...

rappresenterà sempre la stessa modella che,per quanto bella,non sarà mai l'idealizzazione.

Il secondo chiede se un modello ideale potrà mai esistere:non c'è nulla che l'intelletto non abbia

prima conosciuto con i sensi. Il primo non è d'accordo e fa l'esempio della scultura. La scultura

copiò il primo modello che trovò,in seguito scelse modelli sempre imperfetti e li preferì. Iniziò a

correggere i difetti più evidenti,poi quelli meno evidenti finché realizzò un'immagine che non era

più in natura.

Il grande attore o è tutto o è niente. Egli è il tutto per eccellenza perché la sua forma particolare non

contrasta mai con le forme che deve assumere. Con l'attore Quinault-Defresne che il secondo port

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaTita di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di regia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Sciaccaluga Marco.