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IL LATINO
Possiamo collocare la lingua latina tra l'indoeuropeo originario e le lingue romanze. Come tutte le
lingue il latino si è evoluto attraverso i secoli, tra le tecniche della filologia c'è quello di raccogliere
e interpretare le tracce di svolgimenti avvenuti nei testi: la tecnica principale consiste
nell'interpretazione degli errori, che sono i principali rivelatori dei campbiamenti linguistici. Le
lingue romanze quindi in realtà non derivano dal latino, ma da quello che chiamiamo latino volgare
che designare la lingua di uso quotidiano, del parlato spontaneo, usato non solo dai ceti popolari,
ma in realtà da tutte le classi sociali, nella comunicazione quotidiana.
Alcuni testi latini possono essere considerati delle vere e proprie fonti del latino volgare, perchè
contengono materiali che possono essere utili: forme scorrette, dette volgarismi o romanismi, che
preludono a quelle che saranno la norma nelle lingue romanze. Queste fonti sono: opere di
grammatici latini (appendix probi, elenco di volgarismi), iscrizioni, lettere, letteratura tecnica, opere
letterarie. Gli errori, gli ipercorrettismi quindi sono la chiave per cogliere il cambiamento del latino
nella direzione delle lingue romanze.
FENOMENI GRAMMATICALI NELLE LINGUE ROMANZE
I casi, le lingue romanze hanno operato una radicale riduzione del numero dei casi dei nomi
e degli aggettivi del latino
L'articolo, tutte le lingue romanze hanno l'articolo definito e indefinito, che il latino non
possedeva, esso è generalmente posposto al nome
Il neutro, il passaggio dal latino alle lingue romanze ha portato alla perdita di uno dei tre
generi del latino, il neutro.
L'avverbio, nelle lingue romanze ci sono continuazioni dirette del latino, ma c'è una forma
nuova, quella fatta con il suffisso -mente.
Il condizionale, è tra le innovazioni panromanze, il latino infatti non lo possedeva. Dal
punto di vista morfologico il condizionale romanzo è formato con l'infinito e l'ausiliare
HABERE. Si trova nellapodosi del cosiddetto periodo ipotetico.
Il futuro, le lingue romanze hanno perduto il futuro latino nella sua forma originaria elo
hanno sostituito con una perifrasi ottenuta dalla giustapposizione dell'infinito e dal presente
dell'ausiliare HABERE
La pronominalizzazione obbligatoria del soggetto
La negazione, riservano alla negazione il posto precedente al verbo.
L'interrogazione, il latino lo espreimeva grazie a degli avverbi inseriti nella frase, di questo
procedimento non c'è traccia nel dominio romanzo. Per formulare l'interrogazione
conoscevano tutte un mezzo sintattico, l'anteposizione del verbo al sintagma nominale
soggetto, costruzionwe detta inversione
L'articolo partitivo, innovazione che interessa la zona gallo-romanza e le varietà italiane
settentrionali, riguardo appunto l'uso del di partitivo accompagnato dell'articolo definito;
questa forma vale come forma plurale dell'articolo indefinito. Più frequente al plurale è l'uso
della preposizione di seguita dall'articolo singolare, con nomi che indicano materia e
qualche volta anche nomi astratti
L'ordine dei sintagmi, le lingue romanza medievali sembrano presentare come il latino una
libertà nell'ordine delle parole maggiore di oggi. Ma non è del tutto vero. Nella struttura
della frase medievale c'è un elemento variabile X in prima posizione, e uno costante, il
verbo, in seconda a cui seguono altri elementi
La diminutivizzazione, formare dei diminutivi con dei suffissi
La parola dal punto di vista del significante, unità formale segnalata dalla presenza di
almeno un accento e di pause sintattiche. Il posto dell'accento nelle lingue romanze non è
completamente predicibile, possiamo dire quindi che nelle lingue romanze il posto
dell'accento è fonologicamente rilevante, ha carattere distintivo
Essere e stare, avere e tenere, innovazione che interessa la penisola iberica e anche una
larga parte dell'italia meridionale esclusa la Sicilia. Penetrazione del verbo stare nel
paradigma del verbo essere. Differenze di significato associate all'uso dei verbi stare o
essere.
Perdita del passato remoto, o semplicemente perfetto, a vantaggio della forma analitica
detta passato prossimo
L'infinito personale, tratto caratteristico del portoghese e del galego è il fenomeno per cui
l'infinito ammette desinenze personali, costituite da morfemi verbali spesso ridotti nella
forma, posposti al verbo.
La formazione del plurale, l'alternanza di numero è espressa nella Romània in due modi
fondamentali: con -s (plurale sigmatico), oppure con alternanza vocalica (plurale vocalico).
Questa distinzione taglia la Romània in un gruppo occidentale e in un gruppo centro
orientale e italiano.
La lenizione delle consonanti occlusive intervocaliche, per cui le consonanti /p, t, k/ si
sonorizzano e a volte passano attraverso una fase fricativa, addirittura dileguano.
I PRIMI TESTI ROMANZI
Le cause che hanno permesso il passaggio dal latino alle lingue romanze sono di ordine storico,
sociale, linguistico. Le prime attestazioni scritte delle lingue romanze sono relativamente tarde: il
motivo del ritardo nel passaggio dall'orale allo scritto va cercato nel perdurare dell'uso del latino
come lingua scritta nell'ambitoistituzionale e amministrativo, ecclesiastico, culturale. I primi testi
romanzi compaiono nel IX secolo, in seguito alle riforme culturali di Carlo Magno. I primi
documenti romanzi sono principalmente di quattro tipi: documentari (842 giuramenti di
Strasburgo), religiosi, pratici, letterari. L'uso di scrivere il volgare si afferma precocemente in
Provenza e in Francia, un po' più tardi in Spagna (Castigliano, Galego-portoghese, Catalano) e in
Italia (Toscano, Sardo, Romancio).
L'EDIZIONE DEI TESTI
C'è uno stretto rapporto tra filologia romanza e critica testuale, la disciplina che si occupa
dell'edizione dei testi, antichi e moderni. Per accostarsi alle testimonianze medievali, infatti, è
necessario conoscere i materiali scrittori e i tipi di scrittura in uso del medioevo, ma anche i processi
che hanno regolato la trasmissione dei testi dall'antichità dino al XVI secolo. La critica del testo si
propone di fornire l'edizione critica di un'opera, cioè di ricostruirne le caratteristiche originali,
tenendo conto degli errori, dei vari tipi di correzione cui l'editore può o non può sottoporre il testo, e
delle varianti, testimoni che presentano tra loro delle differenze più o meno vistose. L'unico modo
per valutare l'affidabilità dei singoli testimoni per ricostruire più o meno fedelmente l'originale, è
quello di confrontarli e di classificarli sulla base degli errori comuni (operazione detta recensio). Il
risultato finale di questo lungo lavoro è appunto il testo critico che restituisce ai lettori un apparato
testuale più o meno fedele alla tradizione, accessibile alla lettura.
STORIA DELLE LETTERATURE MEDIEVALI ROMANZE, Le origini
Le letterature romanze sono il frutto, spesso straordinario, di una scelta, linguistica e ancor più
culturale, che avrebbe anche potuto non aver luogo, o almeno non aver luogo nei tempi e nelle
forme in cui effettivamente è avvenuta. Le letterature romanze nascono presso popoli che da tempo
apparivano dotati di una propria tradizione letteraria. Una tradizione il cui mezzo espressivo era
costituito da un idioma di elevato prestigio, il latino, già lingua dell'impero romano d'occidente, e
cioè dell'immenso organismo statale di cui le unità etnico-politiche che formano il quadro
dell'Europa medievale avevano in buona parte ereditato i territori. Una scelta, dunque; e anche una
scelta differibile e forse nemmeno obbligata. Sarebbe a questo punto leggittimo chiedersi in che
modo si sono davvero decise le sorti delle letterature volgari; in altre parole, quando è diventato
evidente che la loro sfida alla letteratura mediolatina era una sfida vittoriosa. Va subito detto che,
per aver riconosciuta la loro supremazia sulla blasonata letteratura mediolatina, erede di quella
classica, le giovanissime letterature volgari non hanno in verità avuto bisogno se non di un arco di
tempo relativamente ristretto: arco di tempo che va dall'inizio del XII secolo alla metà del secolo
successivo. In questo periodo le lingue volgari del teatro Europeo hanno progressivamente tolto al
latino la gloria della letteratura, anche se in realtà non sembrano essere riusciute a cancellare la loro
antenata-concorrente del tutto, dato che la letteratura mediolatina è rimasta un potente elemento di
unificazione dell'Europa medievale, e a fiancheggiato le letterature romanze anche oltre i termini
del XIII o del XIV secolo. La dialettica fra tradizione culturale mediolatina e spinte espressive
volgari è un dato innegabile e fondamentale per capire la civiltà del nostro medioevo. In questo
lungo cammino Aurelio Roncaglia ha distinto, con ragione, tra una “continuità di fondo” - la
tradizione latina, prima classica e poi medievale – e una “discontinuità di livello” - l'”innovazione”
volgare. Bisogna però sottolineare che il movimento che conduce all'interconnessione tra questi due
piani, tra il “fondo” continuo e il “livello” superficiale, fattore di discontinuità, è duplice, e in buona
misura antitetico. Da una pate è senz'altro la letteratura mediolatina che impone con forza il suo
influsso tematico e modellizzante sulle letterature volgari. Ma, dall'altra parte, non meno
significativi, anche se quantitativamente più limitati, appaiono i casi in cui sono le letterature
volgari ad aver influito, e anche in profondità, sulla coeva etteratura latina. Corrente che risulta
senz'altro meno prevedibile. Il fatto più rappresentativo di questa assimilazione antitetica è quello
del genere lirico della pastorella volgare che in molti casi, a partire dagli anni 1170-80, è oggetto di
imitazione da parte dei poeti che scrivono in latino.
L'ultimo dato da analizzare riguarda la specificità del ruolo di alcune letterature neolatina nel
determinare tanto il processo d'avvio quanto la conclusione dello straordinario fenomeno culturale
delle letterature romanze.. Si potrebbe dire che quest'ultime sono entrate nel medioevo grazie alla
Francia – Francia del Nord, in primo luogo, ma subito dopo anche del Sud: un avvio nel doppio
nome della lingua d'oil e di quella d'oc e una conclusione nel nome della lingua del sì. Quanto alla
fase di avvio le letterature volgari dell'Europa non sono cominciate tutte nello stesso momento, a<