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LE FONTI:
Per procurarsi il materiale prima di tutto bisogna sapere cosa si sta cercando, poi dove
trovarlo e a chi andare a chiedere. Cominciare sempre dalle 6 domande di base: chi, che 2
cosa, dove, come, quando, perché, ma non fermarsi qui. Servono aneddoti e dettagli
(meglio raccogliere troppe informazioni che troppo poche; nell’articolo rientreranno magari
solo 2/5 delle cose raccolte, ma i dettagli servono anche al giornalista per capire bene il
contesto della notizia, avere il quadro della situazione il più completo possibile).
Esistono 3 categorie di fonti: umane, informatiche, su carta.
Come trattare con una fonte:
- Dite sempre chiaramente che siete un giornalista, fare diversamente significa strappare
informazioni con l’inganno (inoltre le persone che pensano di parlare con una persona
comune potrebbero esagerare nel raccontare lo svolgimento dei fatti, mentre sapendo che
siete un giornalista diventerebbero più responsabili perché sanno ce quello che dicono
sarà reso noto e può avere degli effetti);
- siate corretti con le fonti: se volete che le fonti vi aiutino, la gentilezza, la sincerità e la
correttezza funzionano molto meglio della prepotenza, inganno, intimidazione.
-ritrattazioni: molte volte una fonte può dire qualcosa ad un giornalista e poi pentirsene. Se
una fonte vuole correggere quello che vi ha detto dovete permetterle di farlo, a meno che
non abbiate degli ottimi motivi per pensare che ci sia sotto qualcosa.
-compensi: gli informatori retribuiti non sono mai stati molto affidabili: sanno che più la
storia è forte, più alto sarò il prezzo che potranno chiedere quindi hanno un buon motivo
per inventare o ricamare sui fatti.
FONTI UFFICIALISono tutte le fonti autorizzate a darvi informazioni; bisogna sempre
assicurarsi che la fonte sia veramente in grado di sapere quello che sostiene di sapere.
Quando abbiamo a che fare con un ufficio stampa il fatto che sia autorizzato non significa
sempre che sia ben informato. Cercate di coltivare i rapporti con i funzionari che possono
darvi informazioni direttamente piuttosto che attraverso il filtro del loro addetto alle
pubbliche relazioni.
- spin doctors: termine che inizialmente si riferiva alle persone che lavoravano per una
campagna elettorale e il cui compito era quello di chiacchierare con i giornalisti dopo un
sondaggio o dibattito del candidato e di dare interpretazione favorevole al loro partito. Nel
corso del tempo è stato poi applicato a tutti i personaggi che si occupano di pubbliche
relazioni o di immagine. Attenzione a quello che dicono, perché sono di parte.
LE FONTI NON AUTORIZZATEAlcune fonti non sono autorizzate a darvi le informazioni
che vi forniscono. Possono passarvi dei documenti, limitarsi a suggerirvi di andare a
scavare in un certo settore. È proprio da queste fonti che vengono alcune delle notizie più
interessanti (es. durante ricerche sul Watergate, Bob Woodward e Carl Bernstein
ottenevano informazioni da quello che chiamarono “Gola profonda”, li metteva sempre
sulla pista giusta ma la sua identità non è mai stata scoperta). Quando trattate con loro,
bisogna chiedersi quali sono le loro motivazioni per dire quello che vogliono dire; chiedere
se c’è qualcun altro che potrebbe sostenere la loro versione, magari qualcuno che
accetterebbe di rendere pubblico il proprio nome; chiedere dei documenti che accertino la
veridicità della loro versione.
INTERVISTE
Molte interviste si svolgono in modo semplice e diretto, ma in paio di casi particolari
possono sorgere dei problemi: quando si intervista qualcuno che si sente a disagio ed è
riluttante a parlare, oppure qualcuno che è evasivo e ostile.
Prima di cominciare a fare domande a qualcuno, dovete fare tutto il possibile per metterlo
a suo agio. Decidere in anticipo quello che volete tirar fuori da un’intervista: dovreste
sempre avere un’idea delle informazioni basilari che volete ottenere da una certa fonte
prima di cominciare a fare domande. Pensate alla forma finale che l’articolo potrebbe
3
prendere quindi alle informazioni di cui avete bisogno. Cercate di capire quali vuoti ci sono
nella vostra storia e cercate in tutti i modi di riempirli (mai trarre conclusioni di testa
propria!). prendete tanti appunti (i più grandi giornalisti prendevano sempre appunti
meticolosamente: Brera, Cederna, Terzani…).
Prima dell’interviste fate delle ricerche per avere delle nozioni sull’argomento. Controllare
sempre nomi e titoli: chiedete all’intervistato di darvi nome, titolo, età, indirizzo se serve e
accertatevi di scrivere tutto nel modo giusto. Alla fine ricontrollate sempre con l’intervistato
quello che avete scritto; se ci sono dei vuoti, chiedete di nuovo. Se la persona che
intervistate si sente a disagio evitate di partire subito con le domande; chiacchierate,
cercate delle cose in comune con lei per smorzare la tensione.
Se invece si tratta di persone ostili ce non vogliono assolutamente rilasciare informazioni
dovete perseverare (chiamatela, andatela a trovare al lavoro o a casa); state attenti ai
dinieghi che non negano (si verificano quando qualcuno viene accusato e invece di negare
fa un’affermazione che offende la persona che lo ha accusato, o il giornalista o entrambi).
DATI E STATISTICHE
Per un giornalista è essenziale saper leggere e fare statistiche corrette.
Medie statistiche: sono di tre tipi: aritmetica, mediana e moda.
Aritmetica: è il tipo più comune. Si ottiene sommando tutti i valori e dividendo la somma
per il loro numero. Il punto debole è che nasconde tanto quanto rivela: non ci dice nulla
sulla scala dei valori utilizzati per il calcolo.
Mediana: in una serie di valori è il valore che sta al centro della scala dei dati.
Moda: valore più comune della serie.
Da tenere conto è la distribuzione (è la gamma coperta dai valori e si deve conoscere per
dar senso ai dati) e la deviazione standard (che indica il livello di concentrazione dei valori
attorno alla media aritmetica; s ei valori sono molto vicini tra loro la deviazione è piccola,
se i valori sono lontani tra loro la deviazione sarà maggiore).
Percentuali: il tasso di decremento si calcola sottraendo il vecchio valore dal nuovo, il
risultato si divide per il vecchio e si moltiplica il risultato per cento.
Fare sempre attenzione alla base di riferimento (è il vecchio valore, quello con cui il nuovo
viene confrontato); inoltre attenzione al fatto che non si possono sommare le percentuali.
Sondaggi: chiedere sempre quali erano le dimensioni del campione (un conto è se erano
in 10 persone, un altro è se erano in 10.000).
Margine d’errore: percentuale di errore probabile che si calcola in base al numero di
persone che costituiscono il campione.
Come è stato selezionato il campione? C’è differenza tra un sondaggio condotto su un
campione scelto a caso e uno formato da volontari (perché potrebbero essere fanatici,
attivisti, e le loro opinioni quindi possono essere distorte); di solito si usa un campione
casuale stratificato.
IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO
Ha quattro caratteristiche che lo distinguono:
-comporta una ricerca originale: ampia serie di interviste, confronto tra fatti e cifre per
arrivare a scoprire connessioni che nessuno aveva fino ad ora intuito. 4
-l’argomento è di solito un illecito o negligenza di cui nessuno ha ancora pubblicato le
prove.
-la posta in gioco è alta: sia l’incolumità fisica del giornalista, sia la propria reputazione (se
i fatti sono veri avrete successo, se sono falsi colerete a picco).
Caso esemplare di giornalismo investigativo è l’indagine di Woodward e Bernstein sul
caso Watergate (libro “tutti gi uomini del presidente”, trasposto poi anche in film).
ERRORI, RETTIFICHE E BUFALE
Oggi i maggiori giornali ammettono gli errori e pubblicano rettifiche il prima possibile.
Ci sono 6 categorie di errori, che possono riguardare:
-dettagli (nomi, età, indirizzi),
-contenuto (parti non vere in un resoconto per altri versi corretto,
-bufale e invenzioni8tutto il servizio è inventato di sana pianta,
-contesto,
-omissione,
-interpretazione.
LE CAUSE DEGLI ERRORI:
1)erronee informazioni acquisite dalle fonti: nomi, date, età. Bisogna almeno
verificarne la plausibilità. Es. del Titanic avevano detto che erano tutti salvi senza pensare
che l'informazione giungeva dalla compagnia navale che aveva un grande interesse a far
credere che fosse cosi;
2)appunti carenti: appunti carenti e confusi → diventano articoli carenti e confusi.
Bisogna dedicare un po' di tempo a migliorare la propria scrittura.
3)mancata verifica dell’attendibilità delle fonti;
4)riluttanza a verificare i fatti sensazionali e il loro svolgimento: bisogna sempre essere
scettici, soprattutto riguardo le notizie bomba; vai a fondo, anche a costo di scoprire
qualcosa che la va’ a smentire.
5) omissione dei fatti: mai farsi un'idea preconcetta dei fatti
6)eccessiva fretta di pubblicare: errore commesso per es. dal News of the world con i
presunti diari di Hitler→ il timore di perdere lo scoop ha portato a pubblicare una bufala e a
perdere credibilità;
L'ETICA PROFESSIONALE
Nei rotocalchi diretti al grande pubblico non c'è etica → pur di accaparrarsi notizie i
redattori e i giornalisti fanno di tutto. In un giornale più qualificato il codice deontologico è
da rispettare (quindi il rispetto dell’etica varia a seconda dei tipi di giornali e a seconda
della concorrenza, se essa è alle stelle si pubblica qualsiasi cosa sensazionale anche se è
poco accurata o non vera, se invece un giornale gode di una situazione di monopolio è più
probabile che rispetti l’etica).
- Ogni articolo deve essere frutto di decisioni libere in assenza da pressioni politiche e
commerciali.
- Niente viene pubblicato per uno scambio di denaro.
- Tutti gli articoli sono pubblicati per i loro meriti.
I giornalisti dovrebbero essere solo al servizio dei giornali e dei lettori → il giornalista non
deve essere al servizio di nessun partito, di nessuna azienda. Nessun fervore deve
influenzare un giornalista. In America è proibito a un giornalista dipendente di partecipare
a manifestazioni.
Onesta ricerca della verità → pubblicare la verità anche se scomoda. 5
Respingere qualsiasi pressione → attenzioni alle promesse di vantaggi. Non fare
pubblicità occulta (cioè tra le righe). Ciò viola il contratto fondamentale con i lettori e
distrugge il rapporto di fiducia coi lettori.
Molto diffuso tra i giornalisti è il costume di accettare i cosiddetti freebies cioè
viaggi/biglietti/pasti/oggetti gratuiti offerte dalle azi