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Le due flotte

Sotto le spinte delle nuove tecnologie della comunicazione la mappa dei quotidiani italiani è

cambiata notevolmente. È aumentato il numero dei giornalisti professionisti e la mappa è dominata

da due grandi gruppi con impronta industriale come Rcs con sede a Milano e Gruppo editoriale

l’Espresso con sede a Roma. Il più grande raggruppamento di periodici appartiene invece alla

Mondadori di Silvio Berlusconi.

I grandi quotidiani sono diventati più grossi, seguendo tendenze da supermarket, cioè offrendo di

tutto. Tra i locali, alcuni appaiono ben radicati nella loro zona ma non pochi sono in difficoltà. La

mappa è popolata da piccole testate che escono con sei numeri alla settimana e denunciano tirature

modestissime. In molti casi la proliferazione dei piccolissimi è stata consentita dagli aiuti pubblici, e

in particolare dalla possibilità di stampare giornali con testate diverse e contenuti comuni e

differenti nella stessa azienda. È il frutto delle sinergie.

Fino agli anni Settanta la fisionomia della mappa come si era formata nel secondo dopoguerra

appariva sostanzialmente immutabile: pochissime testate di informazione generale a diffusione

nazionale e una debole rete di quotidiani locali. Facevano spicco inoltre gli organi dei partiti e

quattro testate sportive. Modesta per diffusione complessiva era la presenza di quotidiani

economici.

In base agli intendimenti editoriali e ai contenuti giornalistici i settori della mappa erano cinque:

quotidiani di informazione e di opinione, quotidiani della sera, organi di partito, sportivi,

economico-finanziari.

I primi cambiamenti sono stati l’aumento del numero dei quotidiani nazionali e la nascita di testate

locali di tipo nuovo. Un nuovo cambiamento è avvenuto, grazie alla teletrasmissione, con gli inserti

dedicati a grandi città. Infine, la novità più recente: i quotidiani distribuiti gratuitamente a Roma,

Milano e in altre grandi città. Si tratta di giornali di piccolo formato, ma ricchi di informazioni e

molto colorati, adatti a una rapida lettura sui mezzi di trasporto. Sono invece spariti i quotidiani

della sera.

I collaterali: il boom dei libri

Le iniziative promozionali di genere giornalistico e culturale offrono ai lettori inserti specializzati in

economia, fascicoli di enciclopedie, atlanti geografici e storici, guide turistiche, ecc.

All’inizio del 2002, la Repubblica ha lanciato una campagna nuova, ovvero l’uscita settimanale di

un celebre romanzo del Novecento: il successo è stato notevole e si è prolungato diventando un vero

e proprio boom.

Gli aiuti pubblici

L’intervento dello Stato per i quotidiani è cresciuto notevolmente durante il secondo governo

Berlusconi (2001-2006), ed era cominciato nel 1981. Il problema di tutto ciò è che il contributo

viene calcolato sulle copie stampate e non su quelle vendute, favorendo così una distribuzione

gratuita.

D’informazione e di opinione

Vediamo ora le caratteristiche essenziali di quotidiani suddivisi per generi e specializzazione.

Il settore di gran lunga più numeroso è quello dei quotidiani di informazione e di opinione, mentre il

settore dei quotidiani del pomeriggio e della sera non esiste più da tempo.

Anche il settore degli organi di partito è ridotto quasi a zero: alcuni sono scomparsi, altri non si

presentano più come organi del partito di proprietario e vengono indicati come quotidiani di

tendenza.

Di economia e finanza

La straordinaria crescita dell’interesse per l’informazione economica e finanziaria è uno degli

aspetti più importanti nelle vicende dei media nel nostro paese. In cima c’è Il Sole-24 Ore. La

materia in questione è la più delicata fra tutte quelle trattate dai giornali e dagli altri media. Oltre

all’onestà e alle capacità professionali di chi lo pratica, il giornalismo economico e finanziario

richiede una buona preparazione specialistica.

La crescita di questo settore del giornalismo è cominciata tardi (metà degli anni Cinquanta), ma

soltanto dalla seconda metà degli anni Settanta e nel corso dei decenni successivi l’informazione

economica e finanziaria ha ottenuto un’attenzione primaria e una buona visibilità.

Sono stati gli eventi a suscitare un interessamento più esteso tra i lettori dei quotidiani.

All’interno di questo panorama, Il Sole-24 Ore merita una considerazione analitica particolare: la

ricetta di questo successo consiste nell’accoppiamento di due modelli di gestione (quello editoriale

e quello giornalistico) che appaiono più correlati che in altri casi. In sintesi, i padroni ci sono ma

non pretendono che il giornale si caratterizzi con intonazioni da battaglia, preferendo che agisca

come uno strumento di persuasione ed eserciti pressioni ma in forme discrete.

In un contesto editoriale e giornalistico come il nostro, nel quale le regole dei rapporti tra

informazione e potere non esistono oppure sono confuse ed è diffusissimo il ricorso alla

spettacolarizzazione e al marketing, Il Sole-24 Ore si presenta con una foliazione costante, i titoli

non gridati e un linguaggio non al di sopra della norma.

Lo sport guardato e detto

Due sono i settori della stampa quotidiana nei quali il rapporto con la televisione non appare quasi

esclusivamente di dipendenza passiva, bensì ha assunto forme di integrazione e di connubio: gli

spettacoli e lo sport.

I quotidiani sportivi sono stati i primi a dover fare i conti con la televisione, sacrificando la cronaca

particolareggiata.

Gian Paolo Ormezzano divide l’evoluzione del giornalismo sportivo in tre tempi ai quali dà

etichette paradossali: amore, erotismo, pornografia. Il primo tempo è stato quello dei giornalisti

cantori di sport, il secondo è caratterizzato dallo studiare, raffinare, legittimare questo amore, il

terzo è quello che porta a un’immane operazione di voyeurismo.

L’apporto della televisione ovviamente è fondamentale: la televisione mostra lo spettacolo in

diretta, mentre la stampa, prima e dopo lo spettacolo, offre un ricco contorno fatto di anticipazioni,

retroscena, opinioni degli allenatori, degli atleti, dei tifosi, commenti, pettegolezzi, descrizioni e

analisi dei personaggi.

I portatori di notizie

Appendice obbligatoria della mappa dei quotidiani sono le grandi agenzie senza le quali i giornali e

i media in genere sarebbero molto meno ricchi di notizie.

Le agenzie generalista del nostro paese qualificate come nazionali sono quattro: Ansa, Agi,

Adnokronos, Asca.

Proprietà e catene

In tutti i paesi di lunga tradizione democratica quotidiani e periodici appartengono alla sfera privata

mentre quasi sempre il settore radiotelevisivo è misto, privato e pubblico.

In Italia questa suddivisione risale al 1997.

Nel campo della stampa si fa un’altra differenza, quella tra l’editore “puro” o “professionale”, e

l’editore che ha interessi extraeditoriali più forti.

In Italia, il maggior numero delle testate appartiene a società o persone che hanno altre attività, e

quindi altri interessi più importanti di quello editoriale, con tentazioni di omologazioni politiche.

Comprati e venduti

I cambiamenti di proprietà di gruppi editoriali o di quotidiani significativi sono stati caratterizzati

quasi sempre da conflitti di interesse politico oltre che economico.

Due episodi suscitarono un grande clamore: il primo conflitto si accese sul destino del gruppo

Rizzoli-Corriere, salvato dal baratro attraverso l’amministrazione controllata e sulla cui vendita

intervennero in modo diretto alcune forze politiche all’inizio degli anni Ottanta; il secondo conflitto

politico ed editoriali è avvenuto attorno alla Mondadori e al gruppo Espresso-Repubblica e sfociò in

uno scontro prolungato tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi.

Gli altri cambi di proprietà non sono stati così clamorosi. Lo è stato invece un tentativo di scalata al

Gruppo Rcs compiuto da un immobiliarista romano, Stefano Ricucci.

3. Come si fabbricano

Si va on line

Internet rappresenta per i quotidiani lo strumento di successo che era stato previsto. In Italia sono

107 i quotidiani con testate on line. I più tuttavia si limitano ad immettere in rete gli stessi contenuti

del foglio stampato. La soluzione che adotta il principio del giornale elettronico è l’immissione in

rete di un’edizione diversa rispetto a quella stampata. Hanno compiuto questa scelta la Repubblica,

la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, La Stampa, Il Sole-24 Ore. Il successo si misura col

numero dei contatti giornalieri.

Oltre agli eventi eccezionali e, naturalmente, agli incontri calcistici, le scelte giornalistiche che

attirano di più gli internauti sono i forum, cioè le discussioni su un fatto o un problema, oppure la

possibilità di rivolgere domande a una personalità. Esistono inoltre quotidiani esclusivamente on

line, e non sono pochi.

Cellulare, computer, telefax

Nella redazione di un quotidiano non si trova più molta carta come una volta. Fino alla fine del XX

se ne accumulava molta nelle stanze delle redazioni, ma ora si scrive e si legge tutto quello che

arriva e si impagina tramite videoterminali collegati in rete. Un altro strumento che ormai è un

classico è il telefax, insieme al telefono cellulare.

Dal vecchio al nuovo sistema

Prima di descrivere come si fabbricano i quotidiani nell’era di Internet, vale la pena ricordare come

si costruivano nel secolo scorso.

Le differenze sono enormi.

In Italia la grande trasformazione, importata dai paesi più sviluppati, è cominciata intorno al 1970,

ed è stata lunga e lenta. La rivoluzione si è svolta in due fasi.

La prima ha cambiato totalmente la tecnica della composizione tipografica dei quotidiani e ha

prodotto e diffuso la possibilità di teletrasmetterli, passando dall’impiego del piombo a quello della

fotocomposizione.

La seconda fase, che portò al compimento del “nuovo sistema editoriale” in Italia cominciò nella

primavera del 1981 con la comparsa dei computer in alcune redazioni. Il completamente del nuovo

sistema avvenne più tardi con l’adozione della video-impaginazione.

Il passaggio in sintesi si può indicare come da un sistema verticale a uno orizzontale: un tempo si

procedeva dalla direzione e poi si scendeva verso la tipografia, che era sempre in basso; oggi,

attraverso la rete dei computer e la teletrasmissione alla tipografia, questo passaggio può essere

considerato orizzontale.

4. Giornalismo e deontologia

Di giornalismo non ce n’è più uno solo, quello dei quotidiani che cominciò a prendere forma e

sostanza alla fine dell’Ottocento e

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher viola_fr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura giornalistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Jucker Maria Cristina.