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OBIETTIVO TRE: RACCOGLIERE FONDI
Internet è l’ambiente perfetto per raccogliere donazioni, soprattutto in America con la campagna di
Obama è stato un successo, lo stesso non può dirsi dell’Italia.
Elementi per il fundraising online:
- prima di chiedere i fondi costruire una relazione, coinvolgere le persone e stabilire un rapporto di
fiducia
- i donatori non sono un bancomat non potete solo chiedere soldi, dovete anche informarli, renderli
partecipi di eventi e petizioni
- da vergogna a orgoglio, bisogna pensare alla donazione non come ad una richiesta ma come la
possibilità per il cittadino di partecipare e sostenere quindi motivo di orgoglio
- richieste concrete, le persone preferiscono fare donazioni per progetti e cause reali (vedi appunto
Obama)
- descrivere la missione in modo chiaro, specificando finalità, candidato e punti
- non si può solo chiedere, bisogna innanzitutto ringraziare per le donazioni e magari abbinare a
ogni cifra un piccolo beneficio simbolico riprendendo il modello del crowdfunding
- coinvolgere i sostenitori nella scelta delle spese da fare
- semplificare la donazione mettendo sempre un pulsante
- utilizzare le e-mail che sono lo strumento più efficace per le donazioni
- chi dona una volta è più probabile che lo faccia in futuro
- aumentare progressivamente le richieste
- personalizzare i messaggi per ognuno come ha fatto Obama molto attento ai dettagli (anche in
base a posizione geografica)
- far crescere il numero dei sostenitori
- legare le richieste delle donazioni alla attualità politica
- misurare e controllare per ottimizzare le richieste
- chiedere finanziamenti è un’attività strategica
- saper scrivere è fondamentale per coinvolgere
- si può aumentare la frequenza delle richieste in casi eccezionali
- coinvolgere nel fundraising i volontari.
Capitolo 3 – Gli strumenti della comunicazione online
Bisogna avere un mix di strumenti da utilizzare per comunicare, innanzitutto bisogna creare un
Hub, un nucleo centrale, cuore della produzione di contenuti, dove i materiali vengono raccolti e
dove si sviluppa l’attività di comunicazione. Questo di solito è il sito ma può essere la pagina
Facebook ecc.
In secondo luogo è necessario un canale per mantenersi in contatto con i sostenitori, informarli. Di
solito è l’email ma anche un altro network va bene.
Infine è necessario avere strumenti per estendere il proprio raggio di azione, raggiungere
sostenitori e influenzare la discussione online.
Definiti gli strumenti si può iniziare.
SITO WEB: purtroppo in Italia c’è la pecca di pubblicare invece che coinvolgere, i siti sono un
archivio politico, invece esso dovrebbe rappresentare un elemento di mobilitazione, un contatto tra
le attività online e offline dove fare petizioni, donazioni, suggerire attività e non essere una
semplice vetrina.
La navigazione online offre molti stimoli, ognuno rimane su una pagina in media 10/20 secondi
pertanto bisogna catturare l’attenzione del visitatore attraverso un modello Distribuzione di Weibull
negativa, dove i primi 10 secondi sono critici perché è possibile che l’utente lasci la pagina.
Organizzare i contenuti in modo chiaro e strategico, Seth Godin paragona l’utente ad una scimmia
in cerca di una banana, se non la vede se ne va.
Utilizzare form con i dati da inserire, progettare l’organizzazione dei contenuti per rendere tutto
semplice. Non bisogna fare il progetto del sito senza tenere conto delle finalità. Esiste un
approccio User Experience Design UXD che opera uno spostamento della progettazione secondo
le esigenze del consumatore.
Bisogna quindi partire da cosa vuole il consumatore, poi realizzare una progettazione indirizzata
all’utente, verificando il suo comportamento. Spendendo un po’ di più nel sito si avranno
sicuramente ritorni positivi.
Per quanto riguarda le analisi, bisogna fornire informazioni ottimali per migliorare la campagna. Le
fonti di accesso principali sono due: gli utenti che digitano il nome del candidato o
dell’organizzazione sul motore di ricerca e quelli che arrivano direttamente ad un articolo seguendo
un link.
Nel primo caso abbiamo un utente interessato alla campagna che è un potenziale sostenitore,
quindi in questo caso bisogna mettere in mostra gli obiettivi strategici, creare una splash page, una
pagina che accoglie il visitatore (il primo ad usarla è stato John Kerry ma solo Obama ne ha
sfruttato le potenzialità). Deve essere una pagina semplice che chiami al call to action, con un
invito diretto, nel caso di Obama il livello di personalizzazione era molto alto, le splash page
cambiavano a seconda del comportamento precedente dell’utente. Dopo questa pagina, l’utente
arrivava alla home page dove si trovano sezione su temi politici, volontari, pulsante per le
donazioni, sezione per la stampa, contatti. Solitamente c’è sempre una pagina di presentazione
corredata da foto e qualche banner con link ai progetti vari.
Si possono anche inserire posizioni dell’avversario attraverso una modalità comparativa, è utile
organizzare i contenuti su più livelli con sottopagine di approfondimento. Il sito del Comune di
Manchester ha ottenuto molti riconoscimenti per la sua architettura orientata all’usabilità.
Scelta di colori, font e layout deve corrispondere all’immagine che si vuole dare, spesso i siti sono
fatti a scorrimento ma questa soluzione molto di moda è scomoda perché i contenuti variano e la
persona non presta attenzione. È bene dare tutte le informazioni a chi arriva sul sito e qualche info
di approfondimento. Sono importanti gli articoli correlati (che di solito escono in basso alla pagina)
così da interessare le nicchie. Non devono mai mancare i pulsanti di condivisione.
Oltre l’80% degli italiani è presente almeno su un social media, perciò una strategia politica
adeguata non può prescindere dai social. Il web è un’attività a due fasi, oltre all’espressione delle
proprie opinioni bisogna ascoltare gli utenti, se si parla di temi complessi è sempre bene
approfondire, chiedere l’aiuto di esperti il che ovviamente richiederà un secondo livello di gestione
messaggi con sensibilizzazione dello staff.
Si possono utilizzare software per la gestione dei messaggi ricevuti, sarà di aiuto acquistare o
personalizzare uno strumento che consente la gestione automatizzata dei solleciti, inviando un
remainder quando è stato inoltrato un messaggio senza risposta.
Sul web bisogna sempre mantenere una discussione ordinata, non cancellare i commenti negativi
ma rispondere, interagire. Ovviamente i commenti offensivi possono essere eliminati e i troll vanno
semplicemente ignorati (non alimentare i troll). Coloro che scrivono commenti positivi vanno
ringraziati.
Ci sono modalità di gestione scorrette chiamate Black Hat – cappellino nero (opposto a White Hat)
sono tecniche ingannevoli come profili fake, false identità online per promuovere un candidato,
acquistare mi piace o follower (chi li adopera cerca di fare leva sulla riprova sociale, un
meccanismo sociale secondo cui le persone tendono ad adeguarsi alla massa, quindi se vedono
una pagina molto seguita mettono mi piace). Questi sono mercati fiorenti. Altra tecnica è la web
infiltration ovvero l’utilizzo di profili fake per pubblicare commenti positivi, o astroturf opposti ai
movimenti spontanei dal basso grassroots.
Queste tecniche non sono nate con il web esistevano già in precedenza, come le aziende che
inviavano le lettere per sponsorizzare l’utilizzo di petrolio.
Alcuni account falsi sono stati svelati nel movimento 5 stelle. Grillo lamenta di essere vittima di
web infiltration. Tutti questi comunque sono pericoli e non è consigliabile usarli.
Facebook è il primo social media per numero di iscritti permette un grado elevato di interattività, i
politici ne valorizzano l’aspetto di promotion of self. È una piattaforma flessibile, sfruttabile a vari
livelli per campagne di ogni dimensione, è semplice, consente di interagire e di accedere ai dati
delle persone, inoltre è molto personalizzabile e consente di utilizzare la pubblicità anche a target
mirati.
Aprendo una pagina facebook i contenuti si posizionano nei motori di ricerca, inoltre la presenza
del candidato può prendere diverse forme:
- coltivazione, far crescere la comunità pubblicando contenuti, rispondendo, monitorando i
comportamenti
- interazione, coinvolgendo le persone in azioni online
- azione, costituisce il passaggio dall’online all’offline con attività di partecipazione al voto
- promozione, il sostegno da parte della propria comunità è fondamentale, i commenti sono efficaci
Luca Conti ha approfondito stimoli e strumenti di Facebook:
- avviare una relazione, rispondendo e leggendo i commenti
- pubblicare contenuti di qualità
- pubblicare regolarmente
- non esagerare pubblicando spesso (attenersi al principio di scarsità, secondo cui il valore di un
bene è percepito come prezioso, laddove scarso).
- scegliere l’orario migliore, solitamente la mattina o nel primo pomeriggio o dopo cena
- valorizzare le immafini
- chiedi e ti sarà dato, quindi una call to action chiara
- favorire la condivisione
- misurare i risultati, Facebook premia le pagine dove c’è maggiore interazione, l’algoritmo
EdgeRank determina la visibilità di un post e privilegia quei contenuti che crede più interessanti per
l’utente
- valorizzare i contenuti strategici, le pagine possono essere molto personalizzate anche con
sottopagine
- sfruttare la pubblicità, l’online advertising su Facebook rappresenta una grande opportunità
- scegliere il target, personalizzando per età, sesso, area geografica, interessi
- far crescere la pagina
- sponsorizzare i post
- non pubblicare contenuti automaticamente
- non collegare Facebook a Twitter
- Facebook oltre Facebook, sfruttare le sue funzioni collegandolo ad un blog ecc
TWITTER: scoperto dai mass media italiani nella primavera del 2011, ha catturato l’attenzione di
giornalisti, commentatori, analisti. È un servizio di microblogging, strumento privilegiato per
studiare il potenziale politico. Non è diffuso come Facebook ma è molto utilizzato per la
partecipazione politica. Twitter non è un social mainstream ma uno strumento per avvicinare
determinate personalità.
Consente di ascoltare opinioni, battute e capire come si diffonde il consenso. Il suo potenziale però
non è colto a pieno.
Sara Bentivenga ha costruito una fotografia della presenza dei politici su Twitter, e