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IL GIORNALISTA RADIOFONICO, ISTRUZIONI PER L’USO – PATRIZIA SIMONETTI
Il lavoro del giornalista è molto bello è vero ma è molto difficile avere la possibilità di sfruttare al
meglio le proprie capacità e potenzialità, soprattutto con le poche possibilità che ci sono oggi.
Sicuramente bisogna avere delle caratteristiche innate, altre invece si possono conquistare. Una
delle prime è la curiosità, è importante essere curiosi e interessati a quello che accade nel mondo,
porsi domande e amare spiegare agli altri dettagliatamente le cose. Essere quindi persone che si
informano con i tg e internet è già una spinta.
Un’altra dote innata è la vivacità, non bisogna essere pigri o abitudinari, soprattutto all’inizio
bisogna spostarsi spesso, lavorare anche oltre l’orario e stare al ritmo.
Non guasta avere la faccia tosta, non è buon segno sentirsi in imbarazzo, il giornalista deve essere
sempre lucido e razionale. L’insicurezza non è una buona alleata. Molto utile è inoltre la prontezza
di riflessi.
Ovviamente le caratteristiche da sole non bastano, il giornalismo ha le sue regole.
Il giornalista è colui che informa, deve dare notizie precise, veritiere ed interessanti, fare notizia.
LA NOTIZIA è un evento raccontato, la comunicazione di un fatto/un’azione e le sue conseguenze,
può essere breve o dettagliata, e riguardare qualsiasi ambito. In redazione ovviamente si viene a
contatto con moltissime notizie e bisogna scegliere quali tenere e quali no, in base ovviamente ad
un criterio di notiziabilità. Importanti sono: l’effetto dell’avvenimento, la vicinanza a chi legge la
notizia, la novità, la particolarità, la stranezza, la tempistica, il coinvolgimento di un personaggio
noto o un numero elevato di persone.
“se un cane morde un uomo – a meno che questi non muoia – non è una notizia perché si sa che i
cani a volte mordono. Ma se un uomo morde un cane, diventa una notizia perché è insolito e,
speriamo, poco probabile che accada.”
Altre notizie sono interessanti per natura perché influenzano la vita come quelle politiche,
economiche. La notizia data per primi e in esclusiva è lo SCOOP può anche arrivare da un
testimone veloce.
La notizia deve essere attendibile, quindi deve essere prima verificata. Oggi con internet la velocità
con cui arrivano le notizie spesso non permette di fare dei controlli, in questo caso è possibile
comunque annunciarla ma aggiungere “al momento la notizia non è ancora confermata”.
LA FONTE è la persona o l’organismo che fornisce la notizia. Il giornalista radiofonico raccoglie le
notizie dalle agenzie di stampa (fonti secondarie) la principale è l’Ansa ma ce ne sono molte
AdnKronos, Agi, Asca..
Queste sono delle aziende che raccolgono informazioni, le elaborano e dietro pagamento le
forniscono ai giornali. In testa ad ogni Lancio c’è data e orario e alla fine c’è scritto “fine dispaccio”
vuol dire che non ci sono più cose da dire. Ma potrebbero arrivare nuovi lanci se la notizia evolve.
Si parla in questo caso di Notizie in Divenire. Le agenzie a volte non elaborano nemmeno le notizie
per darle in tempo reale così arrivano i “flash di agenzia” al quale seguono i lanci con maggiori
dettagli.
I flash sono sempre urgenti vicino ci sono dei segni come dei più o asterisco.
Ci sono poi altre fonti secondarie come siti internet, emittenti e poi ci sono le fonti primarie, le
istituzioni e forze dell’ordine che hanno propri uffici stampa. Altre fonti primarie sono i giornalisti
che si trovano sull’evento, oppure testimoni a caso.
Una volta individuata la notizia va elaborata e resa presentabile, va specificato l’oggetto, l’evento il
Who, What, Where, When, Why.
posto, il motivo ecc la regola delle 5 w
Queste corrispondono a chi, cosa, dove, quando e perché ed impone una regola ferrea per la
notizia. A queste va aggiunta How ovvero come, poiché dopo le 5 w si cerca di spiegare anche
come sono andati i fatti.
L’attacco della notizia (solitamente di un paio di righe, circa 40 caratteri) deve essere originale e
accattivante, bisogna sempre restare obiettivi e imparziali, usando un linguaggio adeguato
all’argomento.
IL GIORNALISTA RADIOFONICO
Fare il giornalista radiofonico non è facile come sembra, è un informatore che lavora senza sosta,
anche di notte, i giornali radio vanno in onda a distanza di poche ore parliamo quindi di un lavoro
frenetico, rapido con tempi stretti.
I ruoli del giornalista radiofonico sono molteplici, è conduttore, redattore, inviato e corrispondente.
Alcune tecnologie necessarie sono un registratore, un pc.
In radio regna la diretta e questa è la sua caratteristica più bella, mentre nella tv o sul giornale il
giornalista registra prima, quindi può correggere errori questo nella diretta non avviene è tutto
istantaneo.
Non si può tagliare o cancellare, ecco perché è importante essere portati e avere faccia tosta e
prontezza di riflessi, deve inoltre essere sintetico ma saper allungare il brodo se ci sono
inconvenienti, insomma bisogna essere sempre in grado di saper parlare.
Sicuramente un aspetto importante è il linguaggio, la notizia che compare su un giornale può
essere riletta per essere compresa chi invece ascolta la notizia deve capirla subito chiaramente.
Anche perché bisogna pensare che chi ascolta la radio fa sempre anche altro.
La radio inoltre non ha immagini, il ruolo delle foto è svolto dai suoni, dalle parole, bisogna “far
vedere” ciò che si sta raccontando a parole usando termini descrittivi per creare delle immagini
mentali.
La voce è fondamentale poiché è il mezzo con cui il giornalista fa il suo lavoro, l’italiano deve
essere perfetto anche se poi ognuno ha il suo stile. Bisogna avere una buona dizione quindi
evitare dialetti e cadenze, Quando si “va in voce”, ovvero si parla, in diretta o in registrata, davanti
al microfono, si dovrebbe essere uno speaker impeccabile.
C’è però da chiarire che il giornalista radio non è uno speaker professionista e farlo leggere ad un
professionista potrebbe risultare tipo recita. La cosa più giusta è quella di usare innanzi tutto parole
semplici, conosciute, scrivere secondo la propria personalità, sapendo e ricordando che ciò che si
scrive poi andrà letto: inutile andare a trovare vocaboli altisonanti o d’effetto se poi chi li ascolterà
non li capirà o chi li leggerà lo farà in modo sbagliato.
Se poi si è costretti a pronunciare un nome o una parola poco noti o familiari, si verifichi prima la
loro esatta pronuncia. Si può chiedere ad un collega che è certo di saperlo oppure, per andare sul
sicuro, ci si può affidare al DOP, il Dizionario di Ortografia e Pronuncia, onnipresente nelle
redazioni radiofoniche e oramai anche su internet. In rete esistono anche siti specifici dove si
possono persino ascoltare le giuste pronunce di parole e nomi, italiani e stranieri.
Bisogna inoltre sapere l’inglese perché il giornalista deve comunicare con tutti e l’inglese è di uso
comune.
Altra cosa importante sono i tempi che in radio sono fondamentali, bisogna quindi fare delle prove
per vedere quanti minuti si impiega per leggere. Una notizia in lettura dura circa 20 secondi che
equivalgono a 4/5 righe. La durata media di un servizio è di un minuto ovvero 15 righe. Importanti
sono il tono e l’espressione, che devono variare da notizia a notizia.
Bisogna leggere con le pause, dare una giusta intonazione e non bere o fumare prima per la
salivazione.
La notizia radiofonica ha dunque caratteristiche ben diverse da quella scritta, l’attacco saranno le
prime parole, bisogna utilizzare una frase secca e poi subito le caratteristiche della notizia. Mai
dilungarsi troppo perché l’ascoltatore potrebbe spegnere la radio. Bisogna fare attenzione alla
ripetizione delle parole che diventano noiose, un vocabolario semplice ma ricco. Bisogna evitare
refusi, rime, ecc.
La radio non ha le immagini, ha i sonori. Il sonoro nel giornalismo radiofonico viene usato però
soprattutto nei “servizi” e può essere anche un rumore (spari, esplosioni,versi di animali...)
attinente al tema del servizio, uno stralcio di un dialogo da un film se si parla di cinema, oppure
una o più voci.
In questo caso si parla di inserto vocale e si usa nel mezzo del servizio. L’inserto viene estrapolato
da un’intervista, un commento o un’opinione.
può essere uno stralcio di conferenza
stampa o una frase “rubata” al personaggio in questione in un “mucchio” (vedremo tra poco le
differenze parlando dell’intervista), oppure può essere una “vox populi” (“voce di popolo”), ovvero
una serie di voci diverse, montate di seguito l’una dietro l’altra, registrate tra la gente in strada cui
si chiede un commento o un’opinione sull’argomento del servizio. Possono anche essere due o tre
voci “attaccate” di altrettanti personaggi noti (politici, sindacalisti, artisti...) che commentano un
avvenimento o un fatto. In questo caso si chiama anche “trenino di voci”.
Un servizio può essere anche fatto a partire da un Sonoro importante, ma solitamente si sceglie
prima l’argomento.
SERVIZIO RADIOFONICO è l’approfondimento di una notizia che viene resa ricca di dettagli, può
anche riunire una serie di notizie riguardanti lo stesso argomento, collegate tra loro o verificatesi
nello stesso posto: in quel caso parliamo di “pastone”. Se il servizio non contiene inserti sonori, ed
è fatto solo del parlato del giornalista, si chiama “tale e quale”.
Piccola parentesi lugubre: in ogni redazione, anche radiofonica, esistono dei servizi già pronti o
semi pronti che riassumono vita e carriera di personaggi celebri e per lo più anziani, che vengono
via via aggiornati: si chiamano “coccodrilli” e verranno pubblicati o mandati in onda in caso di
morte improvvisa di quel
personaggio. Il servizio, detto anche “pezzo”, è quindi, ovviamente, più lungo di una notizia che
solitamente dura una ventina di secondi, potendo arrivare anche fino a un minuto e mezzo, anche
se solitamente va dai 50 ai 60 secondi. Perché se nella carta stampata la lunghezza si misura in
righe e colonne – unità di base di una pagina, sia nel senso della lunghezza che della larghezza –
in radio l’unità di misura è sempre il tempo. Quindi, ancora sintesi.
Il servizio può av