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TRA I PITTORI:
1. BAZIOTES: dopo aver posto l'attenzione intorno ai problemi del soggetto dell'opera, prosegue una
pittura che ha per motivo di base l'evocazione dell'interiorità attraverso colori sfumati, tenebrosi, e con la
creazione di spazi indistinti. La disposizione verticale o ascendente delle forme interne alle sue opere si
ripete nella rappresentazione di un duplice livello, con una dimensione terrena e una manifestazione astrale
o trascendente.
2. CONRAD MARCA-RELLI: pittore italo-americano che ha avuto l'occasione di lavorare all'interno dei
programmi del WPA, per poi oscillare negli anni 40 tra istanze figurative e ricerca di nuove formule. Oltre i
paesaggi metafisici del 1952-53, lo scarto decisivo per lui avviene con il passaggio all'uso di un tipo di
collage destinato a evidenziare una struttura o a continuare un dialogo fra distruzione e costruzione (per cui
si possono riscontrare affinità con l'opera di De Kooning, Kline e Pollock), e quindi con l'evoluzione verso un
più aperto confronto fra modelli e principi costruttivi che uniscono la tradizione europea con la nuova
tradizione americana. Questo è confermato dal legame con l'Europa, e in particolare con l'Italia, dove
soggiorna spesso e dove stringe relazioni con Afro e Burri. Con il primo Marca-Relli condivide la
persistenza di una radice naturalistica, mentre con il secondo si possono riscontrare similitudini di alcuni
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collage costituiti fa aree cromatiche neutre, accostate e sovrapposte.
3. BRADLEY WALKER TOMLIN: persegue a sostenere il valore segnico di una distribuzione di tracce
quasi spontanee che si aggregano in funzione calligrafica. I suoi dipinti presentano scansioni orizzontali e di
profondità, e vedono l'intrecciarsi colori più intensi e omogenei di fondo con pennellate banche e nere.
Rispetto ai dipinti 'pittografici' di Gottlieb, i suoi lavori acquistano una sostanza più decorativa, dove le forme
finiscono per perdere la possibile implicazione simbolica o narrativa, in conseguenza del prevalente
automatismo del segno.
4. RICHARD POUSSETTE DART: persegue con valenze esplicitamente simboliche a sua propensione
a un segno usato in senso calligrafico. Nei suoi lavori egli va infittendo poi la presenza di motivi geometrici e
astratti, secondo disposizioni simmetriche e costruttive, giungendo a una sintesi tra i campi di colore e i
dripping di Pollock.
5. MARK TOBEY: è indipendente rispetto al panorama della scuola di New York. Mostra qualche
affinità esteriore con i principi di libera composizione applicati da Pollock, ma in una versione meno energica.
Le dimensioni delle sue opere, che raramente superano quelle da pittura da cavalletto, sono indice di questo
diverso atteggiamento,dove il fluire del segno continuo diventa un esercizio di concentrazione più che di
liberazione di energie. Permangono caratteristiche di continuità con la pittura d'azione e di improvvisazione,
ma la sua è una versione intima dei modi virili adottati dalla pittura d'azione.
6. JACK TWORKOV: i suoi dipinti alternano elementi d'immagine e di gestualità a un infittirsi del
motivo calligrafico.
7. ALFONSO OSSARIO: mantiene i caratteri di una simbologia arcaizzante.
8. JAMES BROOKS: i suoi dipinti sono più chiaramente distaccati da ogni motivo referenziale.
TRA GLI SCULTORI che hanno dimostrato corrispondenze con la pittura americana tra gli anni 40-50. Per
loro si pone la questione di valutare se e come la scultura possa partecipare dei rinnovamenti e delle
caratteristiche proprie dell'arte del gruppo di New York fra anni 40-50, e quindi di definire se il loro lavoro
corrisponda alle qualificazioni estetiche introdotte dai critici. Oppure se la loro collocazione sia da
considerarsi all'interno di una versione allargata del movimento, nell'ambito di diversificazione che
caratterizza soprattutto la vicenda della ''seconda generazione'' della scuola di New York.
1. DAVID SMITH: condivide per molti aspetti l'evoluzione dei pittori, sia per quanto riguarda il confronto
con le istanze surrealiste, sia per l'esigenza di rinnovare una nozione di spazio e di energia. Egli passa negli
anni 40 da elementi figurativi (di origine cubista) a una più libera acquisizione delle possibilità compositive e
costruttive, usando ferro e acciaio. Greenberg riconosce presto il carattere della sua ricerca scultorea,
affermando che i suoi materiali riflettono l'industrializzazione e i caratteri costruttivi americani. Greenberg
riconosce alla scultura la maggiore libertà nel tendere a una nuova rappresentazione di spazio e fisicità,
senza eccessivi legami con il passato. Uno dei motivi che permettono di vedere nell'opera di Smith la diretta
trasposizione in scultura di istanze espresse dalla pittura del dopoguerra è dato dal suo valore di segno nello
spazio: le sue sculture presentano scritture possibili, memorie di figure che diventano segni, e un distacco
dalla concezione della scultura come forma chiusa. Tra gli scultori egli è il più vicino alla scuola di New York,
e numerose sue opere sono riprodotte in Possibilities 1. Smith però non partecipa alla vita dell'ambiente
artistico della città, e le sue sculture vengono presentate in spazi espositivi diversi da quelli dei pittori di
punta, come la galleria di Mirian Willard.
2. DAVID HARE: adopera soprattutto materiali ferrosi, ma realizza anche fusioni in bronzo, con
soluzioni che rivelano matrici figurative più radicate. Le composizioni metamorfiche dimostrano evidenti
assonanza con matrici surrealiste (Max Ernst); allo stesso tempo però il ricorso a una forma di magia
primitiva nella trasformazione delle figure originarie richiama la poetica dei creatori di miti: infatti è lui l'unico
scultore coinvolto nel progetto della scuola Subject of the Artist, così come sarà fra i protagonisti di dibattiti
nello Studio 35.
3. FERBER, LIPPOLD, LOUISE BOURGEOISE: partecipano all'attività dello Studio 35, e pongono il
problema della corrispondenza tra l'agire creativo dello scultore e quello dei pittori. Bourgeoise si pone già
la questione di elaborare soluzioni di carattere vicino all'istallazione.
4. RICHARD STANKIEVICZ: con i suoi assemblaggi di materiali recuperati conduce la composizione
plastica verso nuove proposte di valore oggettuale e neo-dadaista
5. ISAMU NOGUCHI: le sue opere sono caratterizzate da un astrattismo biomorfico di origine
surrealista, che evolve verso soluzioni ambientali, senza però costituire un corrispettivo tridimensionale delle
ipotesi dell'espressionismo astratto e della scuola di New York. 30
FRA LE DONNE: sebbene l'immagine proposta dall'espressionismo astratto e dalla pittura d'azione sia
prevalentemente legata all'affermazione di una soggettività maschile, la presenza di autrici con personalità e
qualità specifiche ha una sua importanza. Si riscontra la mancanza di un'autonomia nella loro pittura, e
soprattutto di un'autonomia di genere, seppure le loro opere esprimano qualità individuali. I riferimenti a
immagini immediatamente presenti appaiono forse come una manifestazione di un diverso rapporto con il
mondo circostante, meno autoreferenziale rispetto alla pittura degli uomini, con una differente
manifestazione del valore autonomo del legame tra opera e artista. Nell'opera di queste pittrici si ritrovano
elementi comuni, ma essi non riguardano un possibile carattere femminile della scuola di New York, quanto
la corrispondenza del genere di pittura aperta a suggestioni esteriori con il fenomeno più complessivo della
'seconda generazione' della scuola di New York.
1. LEE KRASNER: come altre, ha ricevuto una luce spesso solo riflessa, rispetto alla fortuna e alla
notorietà dei loro compagni; ha inizialmente contribuito a far apprezzare Pollock presso gli esponenti del
mondo artistico dei primi anni 40.
2. ELAINE DE KOONING: diversamente dalla Krasner, fu molto apprezzata per la sua attività critica
prima che per la sua pittura, che denota l'influenza di quella del marito. Rispetto alla pittura di Willem,
intende affermare esplicitamente la necessità di far riferimento a un soggetto che può anche essere
un'immagine. Elaine avanza questa chiave teorica in antitesi alla lettura formalista di Greenerg, e in
relazione piuttosto alle nuove forme di 'impressionismo astratto'. I temi della sua pittura sono tratti da scene
sportive, corride, concerti di musica jazz e altri motivi dinamici, che alimentano la gestualità di una pittura
aggressiva di tono espressionista.
3. HELEN FRANKENTHALER: è emersa autonomamente nel corso degli anni 50, ma riceve molto
credito grazie alla sua vicinanza con Motherwell. Il colore si diffonde liberamente in quanto è usato in una
soluzione molto diluita e lasciato colare sulla tela non preparata. Dopo prove che ricordano le figure di Gorky,
Frankenthaler individua il suo stile nel 1952, realizzando una tela (Mountans and sea) che dichiara, anche
nel titolo, un'ascendente naturalistico dato dagli addensamenti e liquidità del colore. Dà vita a un
procedimento che verrà chiamato stained painting, o pittura a macchie, che sarà poi adottato anche da
Morris Louis. Nelle composizioni della Frankenthaler le macchie liquide assorbite dalla tela fanno da
schermo sul quale fluttuano le altre tonalità, senza mai giungere a una vera e propria configurazione di
immagine.
4. JOAN MITCHELL: sia la sua pittura che quella della Hartigan tende a reintrodurre la questione del
soggetto e a proporre una ricerca cromatica che si allontana dalla gestualità dominante. Nella pittura della
Mitchell affiorano elementi naturalistici, in un affittirsi della combinazioni di luce e colore; la stesura del colore
lascia evidenti tracce di colature, derivate dal peso della materia cromatica applicata alla tela appesa alla
parete.
5. GRACE HARTIGAN: nella sua opera si riscontrano, all'interno di una gestualità più espressionista,
caratteri di una costruzione dello spazio in rapporto con le contemporanee tensioni al superamento del
cubismo.
INFORMALE – Le posizioni degli autori affermatisi sul finire degli anni 40 non hanno immediatamente
prodotto una vera e propria scuola; negli anni 50 però emergono molti artisti che partecipano del generale
clima internazionale, legato a quello che in Europa viene chiamato 'Informale' , ovvero un'arte che negli Stati
Uniti segue i presupposti dell'espressionismo astratto. I pittori che rivestono maggiore influenza sono:
1. HANS HOFMANN: la sua lezione guarda all'arte della prima metà del secolo con un occhio sempre
rinnovato
2. WILLEM DE KOONING: la duttilità del suo stile permette di spaziare fra la dimensione libera del
gesto sulla tea e la memoria di figure o di elementi naturalistici.
3. FRANZ KLINE: è il pi&ug