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VALUTAZIONI DI BILANCIO:
Le rimanenze di esercizio sono espressione di processi economici in corso di svolgimento nel
momento in cui si redige il bilancio: processi iniziati nell'esercizio che sta per concludersi, ma che
avranno compimento nel prossimo esercizio. Sono costituite da materie prime, sussidiarie e di
consumo, prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti nelle imprese industriali e
da merci destinate a vendita nelle imprese commerciali.
Le rimanenze esprimono la correlazione tra costi e ricavi rilevati nell'esercizio con i costi e i ricavi
degli esercizi futuri. Una volta valutate, consentono di configurare, assieme ai costi e ricavi di
esercizio, un complesso di valori da cui determinare il reddito di esercizio. Possono essere
concepite in tre modi che sottointendono altrettanti fondamentali criteri di valutazione:
1. costi sospesi → a seguito dl rinvio dell'esercizio successivo di una parte dei costi già sostenuti
durante l'esercizio in chiusura (la valutazione sarà “a costo”);
2. ricavi anticipati → per l'anticipazione, all'esercizio in cui sono stati sostenuti i costi, dei ricavi
che si manifesteranno nel futuro (la valutazione sarà “a ricavo presunto netto futuro”);
3. scissione di risultati economici in corso di formazione → valutazione a valore intermedio.
Si preferisce la terza alternativa per comprendere appieno e in modo corretto il ruolo del valore
delle rimanenze in bilancio.
Nella rilevazione, si ha il sorgere di due valori non numerari di uguale importo, ma di segno
opposto:
– valore non numerario che esprime il componente positivo di reddito per l'esercizio in chiusura,
da iscriversi in AVERE del Conto economico;
– valore non numerario che esprime il componente negativo di reddito per il futuro esercizio e
pertanto elemento attivo del capitale di funzionamento, da iscriversi in DARE di un conto acceso
agli elementi attivi del capitale, cioè rimanenze attive finali, che confluirà in chiusura nello Stato
patrimoniale finale.
Esempio:
Valutazione delle scorte di prodotti in corso di lavoro ad un costo pieno di fabbricazione pari a 55,
cioè costo variabile di 25 e oneri di 30, che comporta un'equa ripartizione del margine di
contribuzione tra l'esercizio in chiusura e il successivo.
Conto economico Rimanenze attive finali
55
55
Rimanenze attive finali a Conto economico 55
1. RATEI E RISCONTI:
Derivano da operazioni comuni a due periodi consecutivi e rappresentano quote di costi e ricavi
comuni a questi due esercizi che maturano in relazione al decorrere del tempo:
– rateo → si ha se la rilevazione contabile del valore comune a due esercizi avviene in via
posticipata nel prossimo periodo. Occorre iscrivere tra i componenti di reddito dell'esercizio o
meglio integrare questi ultimi con una quota congetturata dal valore comune: se si deve integrare
una quota di costo si ha un rateo passivo, se una quota di ricavo un rateo attivo;
– risconto → si ha se la rilevazione avviene anticipatamente, cioè durante l'esercizio che sta per
chiudere. Occorre togliere o stornare una quota del componente di reddito già rilevato, ma comune
a due periodi: se si toglie una quota di costo si ha un risconto attivo, se una quota di ricavo un
risconto passivo.
La rilevazione congetturata di costo o di ricavo dà luogo alla nascita di due valori non numerari
equivalenti, ma di segno opposto:
– componente di reddito per l'esercizio in chiusura (Conto economico);
– componente di reddito per l'esercizio successivo e costituisce un elemento del capitale di
funzionamento (Stato patrimoniale).
Esempio:
Affitto passivo semestrale di 6000€ da liquidarsi il 31.3 dell'anno prossimo. Alla fine dell'esercizio
di quest'anno bisogna congetturare un quota di 3000€. Da tale valutazione nascono due valori: uno
rappresenta un componente negativo di reddito per l'esercizio in chiusura (scrivere in DARE del
Conto economico); l'altro un elemento passivo del capitale di funzionamento (AVERE del conto
Ratei passivi finali che confluisce poi nello Stato patrimoniale finale).
Conto economico Ratei passivi finali
3000 3000
Se l'affitto passivo fosse stato liquidato anticipatamente il 31.10, per il semestre che va dal 31.10
dell'esercizio in corso al 30.04 del successivo, si sarebbe congetturato un risconto al fine di stornare
quella parte di costo che non è di competenza: in questo caso occorrerebbe congetturare un risconto
attivo di 4000€. Si ha il sorgere di un componente positivo di reddito per l'esercizio in chiusura
(scrivere in AVERE del Conto economico); l'altro un elemento attivo del capitale di
funzionamento (DARE del conto Risconti attivi finali che confluisce poi nello Stato
patrimoniale finale).
Conto economico Risconti attivi finali
4000
4000
Casistica riguardante ratei e risconti: RILEVAZIONE
Valori rilevati nel Valori Conto Stato patrimoniale
periodo congetturati economico finale
Costi anticipati → risconto attivo finale componente positivo + elemento attivo -
Ricavi anticipati → risconto passivo finale componente negativo - elemento passivo +
Costi posticipati → rateo passivo finale componente negativo - elemento passivo +
Ricavi posticipati → rateo attivo finale componente positivo + elemento attivo -
2. QUOTA DI AMMORTAMENTO:
I valori di fine periodo derivano anche da operazioni che comportano l'impiego per più periodi
amministrativi di fattori produttivi deperibili in termini economici, i cui valori sono stati rilevati
anticipatamente. Si parla di valori delle immobilizzazioni che concorrono alla formazione del
reddito di esercizio per quote di ammortamento. L'ammortamento è un procedimento di
ripartizione di un costo pluriennale che interessa più periodi e si applica ai costi dei fattori
produttivi che perdono di valore nel tempo fino ad esaurire completamente la loro potenzialità
tecnico-economica. Il procedimento si applica alle immobilizzazioni materiali o tecniche, che si
concretano in beni tangibili, e alle immobilizzazioni immateriali, come costi di ricerca e di
pubblicità, marchi altri beni intangibili, ma non ai terreni o partecipazioni, cioè ai titoli azionari che
un'impresa possiede. L'ammortamento è il risultato di un processo di congettura con il quale si
ripartisce il valore comune tra i periodi costituenti la durata economica del bene o del costo
pluriennale.
Procedimento:
– occorre individuare il valore originario del bene (V ) che può derivare per un'immobilizzazione
0
materiale da un acquisto da terzi (il valore originario è dato dal prezzo di fattura compresi gli oneri
accessori), da costruzioni effettuate all'interno dell'impresa (il valore è il risultato di una precedente
valutazione con la quale si sono stornati parte di costi di uno o più esercizi), da apporti dei soci (il
valore è il risultato di un baratto tra quote di capitale proprio e impianti) o da rivalutazioni extra-
bilancio. Per le immobilizzazioni immateriali il valore originario deriva il più delle volte da un
processo di storno di costi o da un acquisto da terzi.
– occorre stimare la durata economica del bene tangibile o intangibile (n), cioè il periodo di
tempo nel quale il bene può svolgere la sua funzione economica in relazione alle specifiche
esigenze dell'azienda e tenendo conto di possibili beni alternativi che in futuro possano limitarne o
annullarne la convenienza.
– considerare il presumibile valore di realizzo (V ), cioè il prezzo al quale il bene potrà essere
r
esitato, una volta esaurita la sua vita economica.
– una volta stimati o congetturati tali elementi, è possibile da un lato definire il valore da
ammortare (V = V – V ) e dall'altro disporre del periodo di tempo (n) per il quale ripartirlo.
a 0 r
Per la determinazione di un reddito inteso come misura della produzione economica d'impresa
(reddito gestionale) la quota di ammortamento dovrebbe esprimere il contributo o l'apporto dato dal
bene tangibile o intangibile al processo produttivo e il criterio di ripartizione dovrebbe favorire il
raggiungimento di questa finalità. Si adotta il metodo a quote costanti che si fonda sull'ipotesi
semplificatrice che l'utilità del bene oggetto di ammortamento si ripartisce nella stessa misura su
ogni anno di vita utile del bene stesso.
Esempio:
Supponiamo che V sia 200 e la durata economica (n) pari a 10 anni, si avrà una quota di
a
ammortamento pari a: Va 200
q = = = 20
10
n
La rilevazione dell'ammortamento potrebbe seguire due procedure:
– ammortamento in conto → prevede la riduzione del valore delle immobilizzazioni mediante la
registrazione della quota di ammortamento nello stesso conto che accoglie il valore stesso;
– ammortamento fuori conto → il valore delle immobilizzazioni viene ridotto attraverso
l'iscrizione della quota di ammortamento in un conto distinto (Fondo ammortamento), che ha
funzione di rettifica indiretta.
La soluzione più idonea è quella di operare l'ammortamento fuori conto, tanto per le
immobilizzazioni materiali che per quelle immateriali, e calcolare il valore netto solo ai fini della
redazione dello Stato patrimoniale.
Per la rilevazione si ha il sorgere di due valori non numerari equivalenti, ma di segno opposto:
componente negativo di reddito per questo esercizio (scrivere in DARE di un conto di reddito
Ammortamento che confluirà nel Conto economico); l'altro un componente positivo per il
reddito dei futuri esercizi che non dovranno più sopportare tale quota di costo, ma in sede di
chiusura costituisce un elemento passivo del capitale di funzionamento a rettifica indiretta del
valore originario degli impianti, elemento attivo del capitale di funzionamento ( AVERE di un conto
acceso agli elementi passivi del capitale Fondo ammortamento).
Ammortamento Fondo ammortamento
20
20
Ammortamento a Fondo ammortamento 20
3. FATTORI PRODUTTIVI E RISCHI ECONOMICI:
I valori di fine periodo possono anche derivare da:
– dall'impiego per più esercizi di fattori produttivi i cui valori si rileveranno in futuro (trattamento
di fine rapporto, imposte differite, manutenzioni e riparazioni...);
– dalla presenza di rischi economici particolari riguardanti specifici elementi dell'attivo (perdite su
crediti, perdite du titoli...).
Nel caso delle manutenzioni e riparazioni, cioè di quei costi che si sostengono per mantenere in
efficienza l'impianto. Questi costi si manifestano in termini numerari con un certo andamento
durante la vita utile dell'impianto che dipende da circostanze tecniche ed organizzative. Il rimedio a
questa incongruenza è