Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 20
Riassunto esame Critica letteraria, prof. Romeo, libro consigliato L'Italia postcoloniale, Caterina Romeo, Cristina Lombardi-Diop Pag. 1 Riassunto esame Critica letteraria, prof. Romeo, libro consigliato L'Italia postcoloniale, Caterina Romeo, Cristina Lombardi-Diop Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Critica letteraria, prof. Romeo, libro consigliato L'Italia postcoloniale, Caterina Romeo, Cristina Lombardi-Diop Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Critica letteraria, prof. Romeo, libro consigliato L'Italia postcoloniale, Caterina Romeo, Cristina Lombardi-Diop Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 20.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Critica letteraria, prof. Romeo, libro consigliato L'Italia postcoloniale, Caterina Romeo, Cristina Lombardi-Diop Pag. 16
1 su 20
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

“SCATENATE L’INFERNO!” FANTASIE DELL’IMPERO NELLA TIFOSERIA DELLA ROMA

Francesco Ricatti

Negli ultimi quindici anni, molti tifosi, giocatori e giornalisti della Roma sono soliti celebrare

la loro squadra con paragoni azzardati, ma efficaci, tra le vittorie calcistiche e i trionfi dell’antico

Impero Romano. Tuttavia, molte di queste fantasie, se analizzate da una prospettiva storica e

postcoloniale, possono mettere in luce il loro carattere spesso razzista e fascista. Lo studio delle

fantasie calcistiche sull’impero consente di analizzare l’influenza che il linguaggio e l’immaginario

fascista continuano a esercitare sulla società italiana di oggi. La celebrazione della gloriosa storia

di Roma da parte dei tifosi spesso richiama il linguaggio e la retorica coloniale e imperiale dell’Italia

post-unitaria e fascista. La celebrazione dell’Impero Romano in chiave calcistica è possibile solo

perché la storia coloniale italiana e la dittatura fascista sono state in gran parte rimosse dalla

memoria collettiva della nazione italiana. Oggi, infatti, la memoria del colonialismo italiano è debole

e frammentata. Questo fenomeno di amnesia collettiva è stato possibile perché la fine del

colonialismo italiano non è stata segnata da guerre anticoloniali. E’ così che le battute, gli scherzi e

le azioni ispirate alla rivalità calcistica rivelano a volte un sostrato razzista la cui natura

postcoloniale non deve essere sottovalutata (si pensi a ciò che è successo diversi anni fa al

calciatore Mario Balotelli, allora giovane promessa dell’Inter). Diventa allora fondamentale non solo

reinterpretare importanti eventi del passato da un’ottica postcoloniale, ma anche studiare e capire

come tali eventi siano stati ricordati, dimenticati e reinventati dagli italiani. In quest’ottica l’identità

romanista deve essere letta in relazione alle memorie e alle amnesie del passato coloniale e

fascista d’Italia. Lo dimostrano le origini fasciste della squadra, il suo collocamento urbano nel

contesto della Roma fascista, le fantasie imperiali dei suoi tifosi odierni e i riferimenti spesso

espliciti al linguaggio fascista. Un altro aspetto da tenere in considerazione è la natura maschilista

e omoerotica di queste fantasie imperiali. I riferimenti alla storia antica di Roma hanno

caratterizzato la storia della Roma sin dalla sua creazione. Il nome della squadra, i suoi colori

(giallo oro e rosso porpora) e il suo stemma (la lupa di Romolo e Remo) resero possibile

un’immediata identificazione della squadra con la città e la sua storia. I paragoni tra calciatori e

figure imperiali sono frequentissime. Ad esempio, il poeta romano Acitelli sogna monete effigiate

col profilo di Totti, magari a cavallo. Immagini simili caratterizzano anche la retorica impiegata dai

giornalisti per raccontare le vittore della Roma. Anche i tifosi romanisti hanno usato spesso

riferimenti all’antica Roma, basti pensare ai graffiti che spesso colorano i muri della capitale.

Soprattutto negli ultimi quindici anni, questa mitologia è stata anche fortemente utilizzata da varie

multinazionali per dare un’anima “romana” ai loro marchi e prodotti globali. Questo è stato

possibile grazie all’amnesia storica degli italiani riguardo al passato coloniale e imperialista

dell’Italia liberale e fascista. Queste fantasie sono appropriazioni indebite di capitale storico,

spesso ispirate dalla retorica imperialista e fascista. La propaganda di Mussolini identificava

spesso il Fascismo con la romanità e la celebrazione della romanità con il culto dell’Impero

Romano. Tale culto era sostenuto dalla presenza delle rovine romane nel tessuto urbano. Le

trasformazioni urbane realizzate durante il Fascismo diedero inoltre un’enfasi maggiore a queste

rovine, riducendone l’aspetto pittoresco e incrementando il loro carattere monumentale e simbolico

del potere fascista e del nuovo impero. Il forte legame fra la simbologia archeologica della Roma

contemporanea e le trasformazioni urbanistiche fasciste può essere rintracciato anche nella

reinvenzione neoclassica e modernista di Roma attraverso progetti architettonici e urbanistici che

rispecchiavano le fantasie fasciste sulla Roma imperiale (si pensi al Foro Mussolini, oggi Foro

Italico, oppure al “Colosseo quadrato” all’EUR). Due pubblicità globali della Nike di qualche anno

fa sono l’espressione di questa appropriazione indebita di capitale storico. Nelle due pubblicità

alcune stelle del calcio mondiale, fra cui Totti e Beckham, giocano due partite, una contro dei

diavoli mostruosi, l’altra contro dei robot inquietanti. Nel primo caso l’arena di gioco è il Colosseo,

nel secondo il “Colosseo quadrato”, costruito durante il Fascismo. In queste due pubblicità, Roma

non è altro che un riferimento iconico a un impero immaginario. Il mito di Roma era il credo

mitologico più pervasivo dell’intero universo simbolico fascista. Il legame, inoltre, tra fantasie

calcistiche e imperiali mostra chiaramente l’influenza dei media globali sulle fantasie e sull’identità

dei romani. Alcune multinazionali come la Pepsi e la Nike hanno sfruttato l’icona del gladiatore

Totti per usi commerciali. La popolarità di queste fantasie imperiali, quindi, si deve anche al loro

sfruttamento da parte di quelle stesse multinazionali che promuovono la globalizzazione. E’ anche

importante sottolineare come in queste pubblicità il corpo maschile venga a rivestire un ruolo

fondamentale. Le donne in molte di queste pubblicità sono totalmente assenti e le fantasie

imperiali operano nel regno di una mascolinità omoerotica. Un tale atteggiamento è problematico

perché queste fantasie sono profondamente radicate in un immaginario maschilista, coloniale e

fascista, e proprio il loro carattere ludico facilita l’assorbimento nell’immaginario di massa di

retoriche autoritarie e razziste. La possibilità di sviluppare una società più aperta e giusta dipende

anche da come la storia è ricordata e celebrata.

VOLTI NASCOSTI, STORIE RIMOSSE. VOCI A CONTRASTO DELL’ITALIA POSTCOLONIALE

Alessandro Triulzi

L’Italia postcoloniale è oggi attraversata da voci contrapposte provenienti da angoli diversi

della comunità nazionale. Scenari e ambientazioni coloniali appaiono nelle opere di scrittori italiani

che esplorano nuovi generi letterari all’interno della “New Italian Epic”. Parallelamente un numero

crescente di autori afroitaliani e di immigrati africani di seconda generazione stanno dando vita a

una considerevole produzione letteraria in lingua italiana. Due versioni narrative significative

dell’Italia postcoloniale di oggi sono il film-documentario “Come un uomo sulla terra” e il fumetto

“Volto nascosto”. Il film ha per protagonisti alcuni giovani migranti etiopi che raccontano il lungo

viaggio per venire in Italia attraverso il deserto e il mare. Il film è stato condotto da un team misto di

migranti etiopi, insegnanti di scuola e animatori guidati da Andrea Segre e Dagmawi Yimer,

rifugiato dall’Etiopia. Il fumetto, invece, è un graphic novel che ricostruisce a puntate l’atmosfera

avventurosa dell’Africa italiana di fine secolo e le sue vicende militari. La serie, composta da

quattordici fascicoli, è apparsa con cadenza mensile tra il 2007 e fine 2008. Volto nascosto,

realizzato dallo sceneggiatore Gianfranco Manfredi, è una storia di amori e avventure che si

snodano tra Roma, Asmara e Addis Abeba durante la prima guerra d’Africa (1896). Il video-

documentario è stato distribuito da giovani e militanti dei diritti civili; mentre il fumetto era

indirizzato a un pubblico di lettori più giovani ma viene accolto con favore soprattutto da un

pubblico più adulto. Il film-documentario “Come un uomo sulla terra” è una testimonianza contro il

Paese di origine, l’Etiopia, e contro lo sfruttamento dei migranti nei paesi di transito (soprattutto

Sudan e Libia), denunciando le politiche repressive antimigranti dei governi di Tripoli e di Roma, i

quali proibivano, ma in realtà tolleravano e rendevano lucroso lo sfruttamento degli immigrati

irregolari. Il luogo della narrazione delle testimonianze dei migranti è stata la cucina della Scuola di

italiano Asinitas di Viale Ostiense a Roma. Le testimonianze dei migranti rassomigliano alle

narrazioni traumatizzate di ogni sopravvissuto. Chi si salva paga un prezzo fisico e interiore molto

alto e, come tutti coloro che sopravvivono a guerre, genocidi o carestie, torna spesso “muto” e

privo di voce, come lo erano i sopravvissuti della Prima guerra mondiale. Come un uomo sulla

terra ha informato il pubblico italiano sulle continue violazioni dei diritti umani contro i migranti in

viaggio dal Corno d’Africa. E’ in un centro CARA per rifugiati vicino a Roma che Dagmawi Yimer

filma in seguito “C.A.R.A. Italia” (2009) dove giovani richiedenti asilo provenienti dalla Somalia

raccontano l’amaro enigma di chi si rifugia nel nostro Paese. Volto nascosto , presentato da

Bonelli, è ambientato durante la prima guerra d’Africa che si conclude con la battaglia di Adua. Il

lungo graphic novel, scritto da Gianfranco Manfredi, era la prima striscia a fumetti ambientata nella

colonia Eritrea in guerra dalla fine dell’Impero. Nonostante racconti un’avventura di pura fantasia,

vi è grande accuratezza della ricostruzione storica. La trama collegava quattro personaggi: Ugo

Pastore, commerciante che diffidava delle strutture coloniali; il suo amico Vittorio De Cesaris,

ufficiale che trasformava le truppe locali in ascari; Matilde Sereni, una giovane nobile romana

contesa dai due giovani; e Volto Nascosto, un misterioso eroe mascherato, improbabile alleato

della regina Taitù, moglie di Menelik, simbolo della resistenza etiopica. Il termine “colonialismo” è

raramente usato in Volto nascosto e italiani ed etiopi vengono raffigurati come individui alla ricerca

di potere e avventure all’interno di un dramma di cui non sono coscienti. Simile per trama e

argomento è il giallo storico “L’ottava vibrazione” di Carlo Lucarelli, ambientato nella colonia

Eritrea ai tempi di Adua. Anche qui, scrittura brillante e immaginazione esotica dominano la

ricostruzione storica della colonia. Gli abitanti del luogo sono mere figure di secondo piano in una

tragica storia coloniale che è tutta italiana. Le donne locali sono rappresentate come mogli di

ufficiali o come prostitute e i giovani nativi sono prevalentemente ascari o zaptié. L’immaginario

africano che Volto nascosto e L’ottava vibrazione propongono è molto differente da quello

presentato nei racconti di Come un uomo sulla terra, perché il pr

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
20 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovyviv94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla critica letteraria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Romeo Caterina.