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Nel Medioevo fu molto importante il riutilizzo non solo di edifici interi, ma anche di materiali che li
costituivano (arrivando anche da altri continenti, come Asia Minore e Oriente). Ciò avveniva in
diversi modi: sia asportando e collocando interi elementi di altri edifici in uno nuovo, che utilizzando
frammenti e materiali promiscui per irrobustire la struttura. (esempi: Duomo di Pisa realizzato con
elementi proveniente dal Pantheon di Roma, oppure la basilica Benedettina di Montecassino che
presenta colonne provenienti di Roma).
CAPITOLO 4
Dopo le trasformazioni di città ed edifici dovute al cambiamento della cultura da pagana a cristiana,
è seguito un periodo di abbandono e di conservazione dei siti, che permette la lettura di quelle
trasformazioni. Le pratiche di conservazione e restauro sui monumenti erano conosciute in asia
minore già in età classica, ad esempio il tempio di Artemide ad Efeso.
Esempi di trasformazioni:
Tempio di Apollo a Didima, dove è stata conservata la parte più antica dell’edificio
• precedente (altare, fontana sacra e boschetto di allori), intorno al quale è stata ricostruita
una nuova fabbrica.
Al contrario nel tempio di Artemide a Sardi, si nota la volontà di trasformare completamente
• la* fabbrica, dividendo la cella, per adibirla al culto degli imperatori.
Dopo la conquista dell’Asia minore da parte dei romani, vi furono interventi di trasformazione degli
edifici pubblici e religiosi, in alcuni casi di interi quartieri urbani, con il rimpiego di materiale classico
più antico appartenente agli edifici ellenistici distrutti.
Ulteriori esempi:
Il teatro di Efeso, edificio ellenistico, ampliato in età romana con l’aggiunta di due cavee e
• tre ordini sovrapposti.
Teatro di Nysa: utilizzo di materiali di spoglio, evidente nella struttura della scena, nelle
• scalinate e nell’odeon; il loro utilizzo avviene sia a scopo strutturale che ornamentale.
Case sulla terrazza ad Efeso: restauro riguardante edilizia privata, dove si nota la
• sovrapposizione delle tre tecniche usate per applicare ai vecchi intonaci quelli nuovi:
scorticatura dell’affresco precedente, strato di preparazione per il secondo affresco e malta
più grossolana per la messa in opera di pannelli di marmo.
L’evento che sicuramente ha influito sui fenomeni di trasformazione di strutture di impianto classico
o tardo antico in Asia minore è il trasferimento della capitale dell’impero romano da Roma a Bisanzio
(Costantinopoli), fondata nel rispetto della memoria storica di Roma. Ciò avviene grazie al riuso di
materiale e simboli provenienti da diverse città, come ad esempio una colonna proveniente dal
tempio di Apollo a Roma inserita all’interno di foro di Costantino e la colonna serpentina del tempio
di apollo a Delfi, collocata nella spina. Altro esempio è il monumento di Santa Sofia, dove
l’appartenenza a tutti i popoli romani è evidente da colonne provenienti dal tempio di Artemide ad
Efeso, da Tebe e dalla Grecia; all’utilizzo di elementi antichi sono però affiancate decorazioni e
tecniche di consolidamento più moderni. Anche l’asia minore è soggetta alla sostituzione di basiliche
pagane in chiese cristiane, ad esempio il tempio di Zeus a Diocesarea convertito in basilica, grazie
all’abbattimento della cella, chiusura del colonnato esterno e apertura laterale dei portali d’accesso.
Altro esempio è il riuso del tempio a Elaiussa Sebaste, dove l’inserimento di una piccola basilica
comportò il parziale smantellamento dell’edificio pagano. Sempre ad Elaiussa avviene una
trasformazione dell’Agorà in un luogo di culto cristiano, dove sono evidenti tre fasi: quella ellenistica
con pavimenti a mosaico, quella romana con piazza porticata e tholos centrale, quella cristiana dove
si crea la cattedrale sfruttando le precedenti costruzioni romane. Il risultato è quello di una basilica
a pianta circolare, con due absidi. A Hierapolis fu costruita una chiesa partendo dal calidarium delle
terme extraurbane, al quale furono aggiunti nuovi pilastri più resistenti, una copertura con vele e
cupole, un abside, mentre furono conservati i due originali ingressi al calidarium. Negli edifici
bizantini le strutture della basilica a pilastri furono costruite con materiali di riuso quali marmi e
frammenti classici, mentre per le mura e fortificazioni proto bizantine furono utilizzati blocchi di
travertino provenienti da edifici romani precedenti. Un esempio di quest’ultimo è l’uso di materiali
di spoglio nella fortezza medioevale di Korykos, dove si utilizzarono fusti di colonne e un arco
romani. L’asia minore è stata soggetta nell’età bizantina di trasformazione di edifici per spettacolo
romani in edifici ad uso abitativo, esempio è il villaggio Geyre edificato sopra il teatro di Aphrodisias,
creato attraverso l’utilizzo della summa cavea e della scena come mura difensive e la creazione di
torri di avvistamento, mentre all’interno di fondarono abitazioni. Sempre ad Aphrodisias lo stadio
venne adibito in parte a luogo di spettacolo e in parte ad attività legate all’agricoltura e al pascolo.
Esempi di trasformazioni di teatri in strutture fortificate e abitazioni sono teatri di Mileto, di
Pergamo, e di Aspendos.
CAPITOLO 5
Il Rinascimento si basa su una cultura che testimonia un interesse verso il passato, il mondo classico,
riscoprendo testi antichi greci e latini. Questa ripresa del mondo antico è visibile anche
nell’architettura, dove diviene fonte di ispirazione per la costruzione del nuovo, spesso distruggendo
il vecchio. Non significa quindi studiare il passato per attenersi strettamente alle sue regole, ma
studiarlo per accogliere il suo insegnamento ricercando nuove soluzioni migliori.
Il restauro è inteso come strumento di trasformazione del vecchio secondo canoni nuovi, come
prosecuzione dell’antico manufatto. In questo modo l’opera rimane un’opera aperta (suscettibile di
nuove interpretazioni).
Nell’ambito delle fabbriche gotiche, l’atteggiamento di restauro consiste nel ricercare la
concinnitas, ovvero l’armonia tra antico e nuovo, attraverso il rispetto dell’ordine e della forma. Ad
esempio per il completamento della facciata della basilica di San Petronio a Bologna, tre furono gli
interventi di architetti del ‘500, basati sul disinteresse per l’arte precedente: pur rispettando la
preesistenza Peruzzi aggiunge elementi medioevali (pinnacoli, cuspidi), Vignola riprende uno stile
gotico (trifore) anche se influenzato dai nuovi canoni (binati di colonne), mentre Palladio si distacca
completamente dal vecchio prima con l’ordine gigante poi con obelischi e acroteri sulla sommità.
Da tutti e tre si nota la volontà di non conservare l’opera precedente ma di imitarne lo stile e la
forma.
A volte però si crea un’incompatibilità tra il vecchio stile e il nuovo linguaggio, come succede a
Brunelleschi per il duomo fiorentino, dove da una prima soluzione a sesto acuto si passa ad una
cupola a sesto ogivale.
Un altro esempio è l’atteggiamento di Alberti nel tempio malatestiano a Rimini (chiesa trasformata
in mausoleo) e nella facciata di Santa Maria Novella a Firenze: a Rimini Alberti si distacca dalla
preesistenza, inglobando il manufatto medioevale in una nuova struttura classica (arco di trionfo,
acquedotto), mentre a Firenze Alberti fonde elementi Rinascimentali (quadrato, sezione aurea e
ordini sovrapposti) con elementi medioevali preesistenti (rosone, bicromia dei marmi di
rivestimento).
Palladio nella basilica di Vicenza invece fonde lo stile gotico di una sala a primo piano con lo stile
moderno della struttura a loggiato, che presenta elementi costruttivi che legano stilisticamente il
vecchio al nuovo.
Esempi di restauro della città:
Borgo Leonino di Alberti: inserimento di strade e porticati di gusto classico per collegare le
• basiliche più importanti
Piazza del Duomo di Pienza di Rossellino: contrasto tra valorizzare il vecchio (strade rivolte
• verso le preesistenze) e intervenire con il nuovo (cattedrale, palazzi più simmetrici)
Piazza Capitolina di Michelangelo: recupero del preesistente (collegamenti con il foro
• romano, con il borgo medioevale e sculture come simbolo della memoria storica).
Leonardo da Vinci propone diversi interventi a Milano per riqualificare la città: proposta di città
satelliti collegate al centro principale, strade a più livelli per migliorare la circolazione e l’igiene, rete
stradale sotterranea per smaltimento dei rifiuti e carico e scarico merci.
Tre sono i diversi tipi di restauro dei trattatisti del ‘400-‘500, che seguono le idee di:
Alberti: conservazione dell’architettura classica non di quella gotica, restauro parte dopo lo
• studio e l’analisi dei danni causati dall’uomo e dalla natura sul preesistente (come medico
che fa una diagnosi)
Filarete: nostalgico uso dell’antico
• Serlio: motivazioni estetiche, appagamento dei desideri della committenza contemporanea.
•
Un’altra corrente di pensiero è quella di Michelangelo: egli parte sempre da un’impostazione
classica per arrivare alla sua completa distruzione(biblioteca Laurenziana). Esempi:
Facciata di San Lorenzo a Firenze dove crea una struttura indipendente dal prospetto interno
• a forma rettangolare simile ad un grande arco di Trionfo
Basilica vaticana, modifica la cupola, i pilastri organizzando lo spazio in modo diverso dal
• precedente architetto Bramante
Piazza del Campidoglio, dove cerca di dare razionalità all’esistente che doveva rimanere
• inalterato, introducendo una pianta trapezoidale e nuovi rivestimenti per le facciate. Vuole
anche conservare la memoria storica inserendo due statue antiche dei fiumi Nilo e Tigri sulla
facciata del palazzo senatorio. L’intervento della piazza avrebbe dovuto riguardare l’intera
città di Roma, ma Michelangelo lasciò incompleti i progetti su cui stava lavorando (es:
trasformazione delle antiche terme di Diocleziano in Basilica di Santa Maria degli Angeli).
Nel ‘400-‘500 nascono diverse leggi sulla tutela dell’antico, ma anche sul diritto allo sfruttamento
del materiale dell’antico. Interessante è la lettera di Raffaello a papa Leone X, inviata dopo che
Gregorio XIII auspica la distruzione di tutto il carattere medioevale. Questa lettera rappresenta la
sintesi delle speculazioni rinascimentali sul restauro, ed è divisa in due parti: nella prima affronta i
problemi metodologici che guidano la conservazione e la tutela delle preesistenze mentre nella
seconda propone nuove tecniche di rilevamento e rappresentazione.
CAPITOLO 6
Tra ‘600 e ‘700 (barocco) anche l’architettura segue le nuove esigenze d