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L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA AL DIRITTO
1. Il Dartmouth Summer Research Projection on Artificial Intelligence simulare l'attività neuronale
Nel 1943, Pitts e McCulloch elaborarono un calcolo logico in grado di simulare l'attività neuronale umana; da questo punto di partenza, nel 1948, Alan Turing (è un connessionista) propone di studiare macchine in grado di apprendere intelligenti. A quell'epoca, il matematico si interessava di neurologia e fisiologia, studi che funsero da base per l'analogia strutturale che lo porterà ad immaginare una "macchina intelligente" rete di neuroni artificiali interconnessi, che, tramite un procedimento di apprendimento e partendo da uno stato non organizzato, fosse in grado di evolvere in forma organizzata al fine di portare a termine compiti specifici. Nella proposta, Turing esamina alcuni pregiudizi che generalmente lasciavano liquidare come impossibile lo scopo proposto.
Tra questi: sfavore ad accettare l'eventualità che il genere umano possa avere rivali nello "intellectual1. lo power" → Turing si limita ad osservare che è un'obiezione basata su fattori di carattere emozionale e, come tale, non necessita di essere refutata. e l'osservazione, discendente da questo teorema, che2. Le recenti interpretazioni del teorema di Gödel come null'altro che il qualora una macchina mostrasse intelligenza, questa dovrebbe essere riguardata riflesso dell'intelligenza del suo creatore. → Il teorema di Gödel fonda l'argomento che una macchina intelligente in certi casi non sarebbe in grado di dare alcuna risposta, se si esclude la possibilità di dare risposte errate. La mancanza di errori, osserva Turing, Al contrario, una macchina intelligente dovrà costruirsi sul non è però requisito dell'intelligenza. meccanismo dell'apprendimento, similmente a quantoavviene per il cervello di un bambino e con un simile processo di ricompensa/punizione: il meccanismo di apprendimento è di per sé basato sull'errore. Il concetto di Turing comprendeva sia una somiglianza strutturale cervello/macchina, basata sulle reti di neuroni che formano il cervello e devono andare a formare la macchina, sia una somiglianza funzionale tra i metodi di apprendimento e configurazione basati sull'errore. A ciò si aggiunge quel che Turing chiamava "pleasure/pain system" che chiudeva la definizione di macchina intelligente in un'espressione comprensiva non solo degli aspetti razionali e logici umani, ma anche di quelli irrazionali ed emotivi. È di particolare rilievo, e generalmente dimenticato, il fatto che proprio Turing giungesse tra i primi a proporre, come modello di macchina intelligente, un algoritmo matematico che comprendesse l'errore come parte essenziale per il corretto apprendimento.sviluppo→ La macchina di Turing, nella sua versione originaria, è sinonimo di determinismo: è una macchina idealein grado di eseguire in un numero finito di passi la computazione di qualsiasi algoritmo computabile.→ invece, non sono quasi mai deterministiche: l’intervento del caso e dell’errore le faLe reti neurali,qualificare come probabilistiche, anche nel caso in cui portino a termine con successo la computazione.
Nel 1952 Turing viene arrestato per omosessualità e condannato ad un trattamento ormonale per via iniettiva.Muore nel 1954 per il forte stato depressivo, mangiando una mela insieme a del cianuro di potassio.
(COGNITIVISMO)Nel 1956 parte il Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence, guidato da Minsky,“SiRochester, McCarthy e Shannon: tenterà di scoprire come costruire macchine che usino il linguaggio,formino astrazioni e concetti, risolvano il genere di problemi attualmente riservati agli esseri umani
E simigliorino. Noi pensiamo che un avanzamento rilevante possa essere fatto se un gruppo di scienziati un "estate" attentamente selezionati vi lavora sopra insieme per La ricerca aveva lo scopo di portare al Per la prima volta venne utilizzato il lemma "artificial progetto di un pensatore artificiale. intelligence", creato da John McCarthy. Gli aspetti che gli scienziati volevano approfondire nella ricerca erano:
- I computers automatici: se una macchina può fare un lavoro allora si può programmare un elaboratore automatico che simuli la macchina;
- L'uso del linguaggio: come può essere programmato un computer per usare il linguaggio, presupponendo che una gran parte del pensiero umano consiste nel manipolare parole in accordo con regole del pensiero e regole congetturali;
- Le reti di neuroni: come può essere organizzata una rete di neuroni in grado di formare concetti;
- La teoria della grandezza del calcolo: come
ridurre in schemi più semplici problemi complessi;
- L'auto miglioramento: una macchina intelligente dovrà essere in grado di auto correggersi;
- La capacità di effettuare astrazioni di dati, anche sensoriali;
- la casualità deve essere guidata dall'intuizione
La casualità e creatività: per essere efficiente: la previsione colta o l'idea introducono una casualità controllata in un pensiero altrimenti ordinato.
L'osservazione di Turing che l'idea stessa di intelligenza fosse basata su fattori emozionali, si rivelerà nel proseguo delle ricerche in tutta la sua problematicità; al tempo stesso, segna una svolta metodologica nelle stesse domande scientificamente ammesse, che da un "come per?" si passa ad un "cos'è?"
Il cognitivismo (ipotesi classica) comprende tre tesi fondamentali:
L'oggetto di ricerca non può essere rappresentato teoricamente
in modo esaustivo,- in quanto la conoscenza completa di un oggetto di ricerca presuppone la conoscenza del tutto: giacché nulla esiste in quanto tale e per sé solo, ma lo diventa in seguito ad un atto di conoscenza; dell'uomo è
- Esiste un legame tra gli stati cerebrali e il mondo esterno, il sistema cognitivo caratterizzato da "rappresentazioni" che si formano all'interno del cervello in corrispondenza della realtà esterna.
- Tali rappresentazioni sono simboliche, rette da regole, ed esprimibili tramite un calcolo logico seriale. Su tale ultimo punto si è creata una scissione tra coloro che lo accettano, appunto i cognitivisti, e coloro che invece dubitano dell'esistenza di tali rappresentazioni simboliche all'interno del cervello e dubitano del procedimento cerebrale di elaborazione dell'informazione: della riproducibilità in modo logico-seriale così, anche al posto di "rappresentazioni".
Si parla di “stati È la tesi connessionista che ha cerebrali”. Portato alla progettazione delle reti neurali.→ Negando l’importanza della struttura.
Gli studi più promettenti adottavano un approccio cognitivista, nella riproduzione artificiale del comportamento intelligente: gli stati cerebrali umani trovano una corrispondenza nel mondo esterno e il sistema cognitivo consiste proprio in questo legame, cioè nelle rappresentazioni che si formano in corrispondenza di determinati stati del mondo esterno.→ Queste rappresentazioni possono essere espresse con un calcolo logico seriale, sono simboliche e rette da cognitivisti, con il motto “rules concentrano la loro attenzione sulle regole e rappresentazioni”, mente, non sul cervello. La rete di neuroni diventava una rete di connessioni logiche tra simboli.
Nonostante tali limiti, alcuni teorici cognitivisti, come Jerry Fodor, sostennero che alla macchina era possibile attribuire stati.
mentali e attività cognitive. Altri studiosi, invece, opposero obiezioni di senso l'intelligenza della macchina non era altro che il riflesso dell'intelligenza comune, come, ad es., che del suo creatore. riteneva che l'intelligenza fosse basata su fattori emotionali.
Turing ed elaborò un test, il quale consisteva in una comunicazione tra un essere umano ed un computer in una stanza ed un altro essere umano in un'altra stanza con il compito di interrogarli, per il solo tramite di domande e risposte scritte. Qualora l'interrogante non fosse riuscito a distinguere la macchina dall'uomo, allora la macchina doveva essere ritenuta intelligente. Una macchina intelligente, dunque, era in grado di riprodurre l'intera attività cognitiva dell'essere umano, compresi gli aspetti emozionali.
A questo proposito, John Searle sostiene in virtù della quale le macchine si pongono come strumento
d’ausilio importante dell’essere umano, ma pur sempre con dei limiti: egli ritieneartificialmente l’attività cognitiva dell’essere umanoche non possa essere riprodotta comprensiva degliaspetti emozionali. Si serve, nella sua argomentazione, dell’esempio della stanza cinese:“si immagini di chiudere in una stanza senza finestre un uomo che conosce solo l’inglese e di mettere a suadisposizione degli scatoloni con tutti i simboli cinesi, nonché un manuale di inglese che gli spiegherà qualidi collegamento con l’esterno, allorché gli appariranno sullosimboli scegliere e mettere in una fessuraschermo alcuni simboli cinesi. Fuori dalla stanza un cinese potrà far apparire sullo schermo, tramite unatastiera ad esso collegata, i simboli che vorrà e quindi potrà porre domande all’uomo nella stanza, al fine distabilire se capisce o meno il cinese. Quando il gioco inizia, l’uomoall'interno della stanza sa cosarispondere, grazie al manuale di inglese, saprà quali simboli scegliere, e darà al cinese risposte corrette".
In questi termini, il madrelingua cinese penserà che il soggetto inglese comprenda la sua lingua, ma la verità è un'altra: al termine dell'esperimento, l'inglese continuerà a non comprendere la lingua cinese né tantomeno ad essere cosciente delle risposte date.
J.S. arriva alla conclusione che la macchina non fa altro quello che ha fatto il madrelingua inglese nell'esperimento: nello specifico, la macchina grazie ad una elaborazione di banche dati ed informazioni che provengono del mondo esterno e in virtù delle istruzioni che le vengono comunicate, allora sarà in grado di dare una risposta corretta solo dal punto di vista sintattico, in assenza di un reale significato alla sua.
L'attività cognitiva dell'essere umano è del
Tutto diverso risposta, in quanto sfornita di stati emozionali. Da quella di una macchina, che fo