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La prima guerra mondiale
Prima guerra mondiale: momento di svolta che inaugura il ‘900 come secolo breve.
Per una serie di effetti che essa produce, può essere considerata come l’inizio del ‘900:
lo storico inglese Hobsbawm scrisse “Il secolo breve”, definendo così il ‘900, che,
secondo lui, inizia nel 1914 con la Prima guerra mondiale e termina nel 1991, con la
dissoluzione dell’U.R.S.S.
Hobsbawm pone agli esordi del secolo la Prima guerra mondiale, considerata “l’evento
cesura”, che chiude l’800 ed apre un secolo nuovo. Prima di quest’opera, Hobsbawm
aveva scritto tre opere sul “lungo ‘800”, che partiva dal 1789 con la Rivoluzione
francese e terminava nel 1913, definendolo come il secolo del trionfo della borghesia,
del capitalismo, della politica ideale e dell’imperialismo coloniale.
Prima guerra mondiale: conflitto di massa, con milioni di vittime e mutilati, leva
obbligatoria, eserciti di massa, composti da migliaia di soldati → consacrazione bellica
della società di massa
Guerra come elemento di passaggio tra la società liberale/borghese ottocentesca e
quella di massa novecentesca.
E’ considerata una cesura anche per gli effetti geopolitici che essa produce:
cambiamento a livello territoriale dei vari Paesi, soprattutto per quanto riguardo i
rapporti fra di loro.
Inizio della perdita di centralità dell’Europa a livello globale: età degli imperi come
“canto del cigno” degli Imperi europei.
La prima guerra mondiale scoppia sostanzialmente in Europa e vede due schieramenti
opposti: il blocco centro-meridionale (Triplice Alleanza: Germania, Austria, Italia) e la
Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia).
Scenario difficile in Austria, con varie minoranze che premono per l’indipendenza;
nell’aria dei Balcani, si intrecciano le pulsioni centrifughe della popolazione
austro-ungarica con la crisi dell’Impero ottomano.
A Sarajevo, in Bosnia, il 18 giugno 1914 l’arciduca ed erede al trono austro-ungarico
Francesco Ferdinando e sua moglie vengono assassinati da un giovane studente
bosniaco, Gavrilo Princip, membro di un gruppo indipendentista serbo.
L’Austria dichiara guerra alla Serbia e, grazie al sistema di alleanze, il conflitto si
espande rapidamente, soprattutto per l’entrata in guerra della Germania, che si sente
circondata dai nemici.
Nazionalismo bellicista → desiderio di guerra; le classi dirigenti dei vari Paesi vogliono
affermare la loro supremazia sul campo di battaglia. Anche una parte consistente della
popolazione europea, in prevalenza la borghesia, esprime un’esaltazione nazionalistica
di vedere la propria Patria affermarsi come potenza egemone a livello mondiale,
tramite una guerra vittoriosa.
Quest’esaltazione coinvolge persino i socialisti, che avrebbero dovuto essere contrari
al conflitto per via dei loro ideali internazionali; molti di loro si schierano a favore della
guerra.
L’Italia nella Prima guerra mondiale: allo scoppio del conflitto, l’Italia resta neutrale per
vari motivi, in particolar modo perché si riteneva che sarebbero derivati maggiori
benefici dalla neutralità.
Si fa lentamente strada l’idea che l’Italia debba sì intervenire, ma schierandosi contro
l’Austria: il dibattito pubblico vede contrapposta una maggioranza neutrale ad una
minoranza interventista, contraria all’Austria.
Contrari alla guerra: