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L'Austria e la Germania durante la fine dell'impero
L'Austria si riduce al solo territorio dalle Alpi a Vienna, e di fatto tutto ciò comporta l'abdicazione dell'imperatore e la fine dell'impero. Lo stesso vale per quanto riguarda la Germania, comunque anche là ci sarà un'abdicazione e la Germania si mette nella condizione di essere sconfitta in via definitiva, quello che volevano raggiungere gli alleati nell'impossibilità di siglare un trattato di pace ma di firmare, di siglare un armistizio di resa senza condizioni. Il che voleva dire sostanzialmente una sconfitta su tutti i crampi, una sconfitta che implicava inevitabilmente la possibilità dei vincitori di disporre liberamente dei tedeschi sul loro stesso territorio. Ancora una volta dobbiamo fare riferimento a questioni economiche, è chiaro che gli Stati Uniti una volta appurata l'impossibilità di continuare a sostenere l'impegno bellico degli inglesi e dei francesi a distanza e quindi decidendo di.
entrare in guerra impegnano direttamente le loro risorse militari ed economiche nella guerra. Dall'altra parte si aspettano alla fine della guerra una riconduzione redditizia di quella situazione, cioè un investimento militare che potesse produrre degli effetti economicamente benefici sul loro paese. La Germania perde l'impero e quindi si avvia a dar vita a una debole Repubblica. Quindi si trova in condizioni di non potere in nessun modo rappresentare le proprie ragioni in un tavolo di trattative di pace. Si tratta della situazione migliore attraverso la quale gli americani speravano di poter rientrare dall'investimento di guerra se non direttamente dalle risorse dei paesi indebitati cioè la Francia e l'Inghilterra, almeno attraverso appunto i debiti di guerra che si potevano comprare nei confronti della Germania. Questo spiega come nasca il tavolo di trattative di pace del 1919 e come vada a finire. Per quanto riguarda l'Italia ci sono promesse che ilIl governo liberale italiano aveva fatto alla propria popolazione di ridistribuzione delle terre, di guadagno di una posizione strategica nel Mediterraneo, di opportunità di lavoro, di sviluppo e tutto questo di nuovo è un qualche cosa che governo italiano dovrebbe rappresentare con il proprio di interesse nel tavolo delle trattative di pace. In ogni caso va rimarcato come punto di partenza il governo liberale in realtà continuò a mantenersi in un atteggiamento distaccato rispetto alla popolazione. I problemi del governo liberale sono tutti legati alla propria sopravvivenza e alla propria legittimazione. Il vero problema che ha l'Italia all'indomani della guerra è la prospettiva di un eventuale socialistizzazione del paese. Nel 1917 si era realizzata l'Unione Sovietica, le forze Socialiste già ormai da decenni agiscono anche in epoca giolittiana in Italia. Il problema non trascurabile del governo italiano è contenere le pressioni.
Le forze sociali impersonate dai movimenti socialisti, soprattutto quelli di carattere operaio, sono vittoriose in Italia. Un momento di grande identità è rappresentato dal proclama di Vittorio Veneto, in cui il generale Diaz descrive le forze austro-ungariche, uno degli eserciti più potenti del mondo, che fugge disperato tra le valli, sconfitto dall'esercito italiano. Questo momento rinfocola naturalmente anche gli atteggiamenti nazionalisti delle componenti più conservatrici del paese, ma in generale rappresenta onestamente un momento di forte sentire del Paese. Immediatamente dopo la guerra, il vero tema sarà quello del riequilibrio socio-economico e dei vantaggi che doveva portare il fatto di aver vinto la guerra. Ci sono molte problematiche aperte.
Per quanto riguarda la Francia, ha ottenuto il suo obiettivo di sconfiggere la Germania senza condizioni. La guerra poteva finire tranquillamente alla fine del
1916 con una trattativa di pace di equilibrio tra Francia e Germania, ma i francesi non la volevano. Quindi di fatto, a spese di notevolissime perdite umane nell'esercito francese, si realizza questa possibilità che la Francia possa sedere al tavolo dei vincitori come nazione vincitrice di fronte a una nazione che non ha la possibilità di negoziare in propria difesa, cioè la Germania. Il Regno unito ha problemi molto più ampi, non è importante finire la guerra perché si era mai posta in atto la disgregazione dell'impero e quindi il Regno Unito vuole tenere insieme quello che c'era prima dell'inizio della fine della prima guerra mondiale. Anche l'impero austro ungarico l'anno prima della fine, nel 1917 cerca di dar vita a una confederazione di stati che tenesse in piedi l'impero ancora, ma questa non avrà seguito. Succede sempre così, l'ultima volta fu con Michail Gorbačëv con
l'Unione Sovietica quando finisce, l'anno prima cerca di dare vita a una comunità di stati indipendenti e di mantenere un'unità in un certo senso attraverso una natura confederativa. Quello che si cerca di fare anche in Austro-Ungheria senza esito. Mentre invece la Germania che era uno stato Nazione, vede semplicemente l'eclissi, la fine della propria casata regnante, gli imperatori prussiani. Si apre una stagione molto debole, la Repubblica di Weimar. Gli Stati Uniti sono i veri vincitori della guerra, sono quelli che escono con un vantaggio. Gli Stati Uniti ottengono oggettivamente la possibilità di avere dei forti rientri economici dalla loro partecipazione alla guerra. I danni al proprio esercito sono tutto sommato limitati, il loro territorio non è stato toccato. Ha vinto la loro linea, il presidente Wilson addirittura alla fine della prima guerra mondiale detta i punti per un nuovo equilibrio europeo. Si trattò di una pace ottusa.che mise nelle condizioni la Germania di cercare una rivincita. Già nel 1917 la Germania voleva chiudere la guerra, con una pace onorevole, una volta che aveva visto che la guerra di posizione non portasse a niente. A quel punto però i francesi e gli inglesi non accettano, una pace di quel tipo avrebbe semplicemente, li avrebbe solamente messi nelle condizioni di essere dei debitori degli Stati Uniti. Quindi a questo punto hanno bisogno di una sconfitta definitiva della Germania e non si poteva in quel momento della guerra chiedere alla Germania di firmare un armistizio senza condizioni, che invece era il loro obiettivo. Quindi si continua a combattere, questo è quello che cinicamente collega tutta questa storia alla seconda guerra mondiale. La Germania diventa lo strumento attraverso il quale le nazioni vincitrici della Prima Guerra Mondiale possono rimettersi a posto i debiti con gli Stati Uniti. Infatti le disposizioni di Versailles, di Parigi, dei trattati sono tutte.volte a limitare la Germania, ma soprattutto partono dai due miliardi di reichsmark,i debiti di guerra che devono pagare, che vengono trasferiti agli Stati Uniti. Quindi questo è il vero problema che conduce poi al fatto che la prima e la seconda guerra mondiale possano essere considerate come un continuum. Gli Stati Uniti ottengono un grande risultato tattico, però come conseguenza seconda si ritirano completamente o quasi della scena Europea. Tanto è vero che un'altra delle interpretazioni sulla storia delle relazioni internazionali che è abbastanza in voga, non è l'unica però è forte è comunque che i totalitarismi in Europa, fascismo e nazismo abbiamo trovato uno spazio di attuazione proprio perché gli Stati uniti si erano ritirati indietro quasi subito. Perché il presidente Wilson propone i famosi punti per ristabilire la pace nel paese, stabilisce la fondazione della Società delle Nazioni, elabora unprimo trattato di dottrina internazionale. Dopodiché gli Stati Uniti sono il primo paese fondatore che esce dalla Società delle Nazioni perché verifica in un solo anno che non ci sono le condizioni per poter essere i regolatori della pace in Europa, di regolare gli interessi internazionali. Gli americani nel 18-19 si rendono conto che non possono fare in Europa quello che stavano facendo in America Latina, cioè controllare gli equilibri dei paesi vicini attraverso il controllo del governo, in quel momento non ce la fanno e Wilson si ritira. A quel punto l'Europa è lasciata a se stessa di fronte a danni enormi dal punto di vista economico-industriale, umano, morale, l'Europa è totalmente inginocchiata. La Francia si barcamena su un equilibrio molto instabile. L'Italia è una finta vincitrice, perché invece di acquisire forza di influenza ne perde dopo la prima guerra mondiale e va incontro a una crisi politica interna che inUn altro paese come la Francia sarebbe diventata una rivoluzione, ma in Italia non accade e vaverso un'involuzione, verso un regime totalitario, il fascismo. La Prima Guerra Mondiale produce deidisequilibri enormi. Altri Stati neutrali sono la Spagna e il Portogallo, ma anche lo Stato del Vaticano (Benedetto XV, inutile strage). Si trattò prevalentemente di una diplomazia segreta, cioè un lavoro molto riservato, però chiaramente il Vaticano aveva i suoi intendimenti, la sua influenza molto forte. Nella prima guerra mondiale ha un'influenza quasi diretta anche sul Governo italiano, perché ormai la questione romana si è venuta superando e poi non si può negare che comunque si stesse creando una classe dirigente politica cattolica a livello locale che poi non a caso appena dopo la guerra nel 19 prende corso nel partito di Sturzo. Quindi evidentemente c'erano delle interazioni forti ma anche a livello auto diplomatico, è chiaro.
che il Vaticano ha sempre goduto un po' di quella immunità e di autonomia che in tanti episodi della Storia ha in realtà consentito stranamente a questo piccolissimo soggetto di esercitare un ruolo di influenza enorme. Si pensi alla fine dell'Unione Sovietica con Giovanni Paolo II, alla crisi dei missili su Cuba con Papa Giovanni XXIII. Il papa ha una capacità di influenza estremamente forte. Paradossalmente con la perdita del potere temporale, con la nascita dello stato italiano con capitale Roma, il Vaticano diventa sempre più influente a livello internazionale, lo è anche oggi. L'Europa immediatamente dopo la fine della prima guerra mondiale è in realtà un continente in ginocchio ed è lo stesso continente che soltanto vent'anni prima dominava il mondo, ha impiegato 5 anni ad autodistruggersi. Questo è molto ben esemplificato dalla disgregazione dell'impero austro-ungarico, che perde i pezzi inmodomolto spontaneo e naturale di fatto attraverso principi di rivoluzione nazionale nei paesi che ne facevano parte,questo è il caso della Cecoslovacchia e della Croazia che si separano, mentre l'Austria firma l'armistizio conl'Italia. La perdita della dimensione imperiale nell'Europa viene risottolineata dalla scomparsa