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Le difficoltà dei due blocchi

Il Gollismo e l'indebolimento del campo occidentale. Dopo l'allontanamento nel gennaio 1946 il generale De Gaulle ritorna al potere in Francia nel 1958, risolvendo la crisi in Algeria e facendo tornare la Francia sulla scena internazionale con nuove richieste e una politica più aggressiva, soprattutto nei confronti del dominio statunitense; nel gennaio 1959 doveva entrare in vigore il MEC e la principale preoccupazione del generale riguardò soprattutto l'Inghilterra, che aveva proposto la creazione di una zona di libero scambio che si sarebbe parificata a quella del MEC; De Gaulle e il cancelliere tedesco Adenauer fecero fallire il progetto e gli inglesi crearono una zona di libero scambio (EFTA) con Svizzera, Austria, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia. Altro tassello importante della politica estera gollista fu il problema della NATO, in cui si chiede una direzione tripartita degli USA con Francia e Gran Bretagna.

Bretagna; al rifiuto americano e all'opposizione italiana e tedesca, il generale rispose intensificando il programma nucleare francese e nel 1960 esplode la prima atomica, passando alla fase dellasperimentazione militare.- Intanto negli Usa il presidente Kennedy, interessato all'Europa, lanciava il suo programma, il cosiddetto "Grande Disegno" nel 1962, dopo un viaggio nel Vecchio Continente per ristabilire dei rapporti prolifici dopo il fallimento della CED e la crisi di Suez: l'idea era che si dovevano costruire sull'altra sponda dell'Atlantico gli Stati Uniti d'Europa, costituendo due solidi "pilastri" di eguale importanza, dove l'unica differenza sarebbe stata il monopolio dell'atomica da parte degli Usa, dato che la teoria della risposta flessibile prevedeva un unico centro decisionale all'ultimo stadio ("un solo dito sul grilletto"), su tutti gli altri punti l'uguaglianza sarebbe stata.

Concretamente il piano di Kennedy prevedeva anche una riduzione dei diritti di dogana tra le due sponde dell'Atlanticoper stimolare il commercio: ciò implicava l'entrata dell'Inghilterra nel MEC; De Gaulle sembrava favorevole a ciò, ma tutto il progetto saltò a causa di un accordo di natura militare tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti stipulato alle Bahamas nel dicembre 1962.

Kennedy voleva assorbire la piccola forza nucleare inglese in quella americana, e infatti concordarono che l'atomica britannica sarebbe stata posta sotto il controllo dell'Alleanza Atlantica, mentre comunque quella americana restava libera dall'assenso dell'Organizzazione; a questo progetto di "forza multinazionale" se ne affiancava un altro, la "forza multilaterale" (MLF) che doveva concedere a Germania e Italia delle navi di superficie con missili atomici (progetto simbolico perché le navi erano molto).

vulnerabili). De Gaulle, naturalmente, non vide di buon occhio il progetto in quanto anche lui aveva il suo "grande disegno", la costituzione di una politica estera comune per gli Stati europei (egli era fermamente contrario alla formazione di uno Stato unitario o di una federazione) guidata da Francia e Germania e libera dall'egemonia statunitense; a questo scopo egli promosse una cooperazione franco-tedesca con un patto firmato nel gennaio 1963 che presupponeva incontri regolari di ministri e scambi economici e culturali. Nello stesso momento il generale stroncò il progetto di Kennedy opponendosi all'entrata dell'Inghilterra nel MEC, fornendo agli altri cinque partner (che invece erano favorevoli) blande giustificazioni economiche; allo stesso modo egli rifiutò la "forza multinazionale". Da questo momento la Francia apriva una crisi nel MEC e nell'Alleanza Atlantica. - Sul fronte del MEC, De Gaulle impose una politica di

“ultimatum” con la minaccia di abbandonare l’organizzazione, soprattutto nel campo della politica agricola, volendo ottenere un mercato europeo privilegiato per i prodotti agricoli, in modo da smaltire le eccedenze francesi ad un costo più alto rispetto alle esportazioni che arrivavano da Paesi fuori dal Mercato Comune; le cosiddette “maratone agricole” durarono fino al 1965 e De Gaulle ottenne, oltre alla formazione di un mercato agricolo europeo e di un finanziamento dei singoli Stati alla politica agricola in base alle loro importazioni (svantaggioso per la Germania), anche che i poteri della Commissione fossero ridotti. Dopo queste crisi si ebbe un rilancio europeo quando nell’aprile 1965 furono fusi gli esecutivi delle tre Comunità esistenti, la CECA, l'EURATOM e il MEC, mentre la politica di esclusione inglese dall’Europa fu portata avanti da De Gaulle fino alla sua permanenza al potere (aprile 1969).- Per quanto riguarda

L'Alleanza Atlantica, si vide la volontà del generale di emanciparsi dagli Usa; ciò provocò anche lo scontento degli alleati europei, soprattutto della Germania che aveva bisogno della Francia per garantire la difesa di Berlino Ovest, con la conseguenza che Adenauer fu sostituito e il trattato di collaborazione tra i due Paesi perse progressivamente ogni suo valore.

Nel marzo 1966 De Gaulle inviò un messaggio al nuovo presidente americano Johnson (Kennedy fu assassinato nel novembre '63) in cui affermava la volontà della Francia di restare fedele all'Alleanza Atlantica ma di voler uscire dalla sua organizzazione militare, la NATO, al fine di riacquistare la piena sovranità sull'esercito e sul territorio francese a partire dal luglio dello stesso anno; le basi e le installazioni militari americane e canadesi dovevano essere smantellate entro l'aprile 1967.

La decisione francese comportava una divisione tra le comunicazioni

militari del nord e sud d'Europa, oltre al problema dell'indebolimento della difesa alleata in Germania; su questo punto il nuovo cancelliere Willy Brandt riuscì ad ottenere un compromesso in dicembre. Ma i rapporti tra Francia e Usa si deteriorarono ulteriormente in seguito ai viaggi che in quello stesso anno De Gaulle fece in Urss e in Cambogia, dove condannò la guerra nel Vietnam, e per la posizione del generale favorevole agli arabi durante la guerra dei sei giorni del 1967; anche con il Canada i rapporti si raffreddarono per l'appoggio aperto alle aspirazioni indipendentiste del Quebec. Molto importante fu anche l'attacco contro la stabilità del dollaro (sul cui cambio in oro si basava il sistema monetario mondiale), che vide tuttavia invertirsi la situazione quando bastò una crisi interna per far perdere stabilità al franco e pose la Francia nella necessità di avere un aiuto Usa. Nel 1969 De Gaulle rassegnò le

Dimissioni e il nuovo presidente Pompidou migliorò le relazioni con gli Stati Uniti di Nixon, accettando anche la partecipazione inglese al MEC in cambio del mantenimento dei sacrifici per il mercato agricolo da parte del cancelliere tedesco Brandt.

Campo sovietico: Breznev e i contrasti con Cecoslovacchia, Romania e Cina. La politica di Krusciov risultò in definitiva abbastanza fallimentare, dall'estero con la Crisi di Cuba e i contrasti con la Cina sino al mantenimento dei problemi agricoli dell'Urss all'interno, la sua noncuranza in materia di dottrina, il disimpegno dell'industria pesante per quella dei beni di consumo e il suo "avventurismo"; per questi motivi il Presidium lo allontanò nell'ottobre 1964.

Si tornò, almeno fino al 1970, ad una guida collegiale, con le tendenze di Breznev, appoggiato dai militari e più cauto con la destalinizzazione e Kosygin, favorevole alla distensione e all'apertura.

militari presero sempre più piede e dal 1970 Breznev si trovò ad esercitare da solo il potere. Anche i sovietici negli anni '60 dovettero affrontare una serie di problemi con i loro alleati. - In Romania vi fu a partire dal 1961 una dura opposizione del partito rumeno contro i piani del COMECON, il "Consiglio di Mutua Assistenza Economica" dell'Urss con le democrazie popolari europee, contestando soprattutto la specializzazione dei compiti tra i diversi Paesi, che avrebbe lasciato la Romania uno Stato fondamentalmente agricolo, non sviluppando l'industria. Il partito comunista rumeno, guidato da Ceausescu, rivendicò una propria indipendenza economica e di sovranità nazionale, sostenendo negli anni successivi le tesi cinesi e albanesi, rifiutandosi di partecipare all'attacco contro la Cecoslovacchia e accogliendo l'anno dopo il presidente Nixon. - Intanto continuava la disputa con la Cina che non si attenuò dopo la.caduta di Krusciov e vide anzi un pericoloso aumento degli incidenti di frontiera durante tutti gli anni '60; la "rivoluzione culturale" controllata da Mao nel 1966 per riprendere la guida del Paese, in seguito repressa, ebbe code anti-sovietiche e tornarono i ricordi dei trattati ineguali con cui i russi avevano sottratto territori all'impero cinese. Gli incidenti divennero seri nel 1969 per il controllo più che altro propagandistico della piccola isola di Demanski, dove furono inviate truppe da entrambi i Paesi e ci vollero dei negoziati per riuscire a sanare il conflitto. La crisi più grave si ebbe però sicuramente in Cecoslovacchia: questo Paese era sempre stato considerato il più fedele del blocco sovietico ma a partire dal 1963 il segretario ex stalinista Novotny aveva assicurato una certa liberalizzazione; la conseguenza immediata fu nel 1967 la formazione di un gruppo di intellettuali che richiedevano una maggiore liberalizzazione.della Cecoslovacchia per reprimere il movimento di liberalizzazione. Iniziò così un periodo di occupazione militare che durò fino al 1991. Durante l'occupazione, il governo di Dubcek fu destituito e sostituito da un regime filo-sovietico. Le riforme promosse dalla Primavera di Praga furono annullate e la censura fu ripristinata. Molti intellettuali e attivisti politici furono perseguitati e imprigionati. Nonostante la repressione, il movimento di resistenza continuò a lottare per la libertà e l'indipendenza. Nel corso degli anni, la Cecoslovacchia divenne un simbolo della lotta per i diritti umani e la democrazia. La situazione in Cecoslovacchia cambiò radicalmente nel 1989, quando il regime comunista crollò a seguito delle rivoluzioni pacifiche che si diffusero in tutta l'Europa dell'Est. La caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda contribuirono a creare un clima di cambiamento e apertura. Nel dicembre 1989, il governo comunista cecoslovacco si dimise e venne formato un governo di transizione guidato da dissidenti politici. Nel 1990 si tennero le prime elezioni democratiche e il paese iniziò un processo di transizione verso la democrazia e l'economia di mercato. Nel 1993, la Cecoslovacchia si divise pacificamente in due stati indipendenti: la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Entrambi i paesi hanno continuato il percorso di democratizzazione e sviluppo economico, diventando membri dell'Unione Europea nel 2004. La Primavera di Praga rimane un momento significativo nella storia della Cecoslovacchia e un simbolo della lotta per la libertà e i diritti umani. Oggi, il paese è un membro attivo della comunità internazionale e un esempio di successo nella transizione post-comunista.cecoslovacco; irussi credettero di poter agire come in Ungheria, sostituendo il governo di Dubcek con uno fedele a Mosca, tuttavia essisi scontrarono con la solidarietà dell'intera popolazione, del partito e anche dell'esercito cecoslovacco verso il programma d'azione del partito. Breznev f
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A.A. 2000-2001
118 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei trattati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rossi Gianluigi.