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Il fenomeno delle Avanguardie storiche è complesso,fatto di scomuniche tra (ex) amici ed invasioni
tra le arti. Ma raramente sono i teatranti che sconfinano in altri campi:il teatro è invece “invaso”
perché più diretto e comprensibile anche da una popolazione analfabeta.
Il testo di Ubu re era stato pubblicato da Jarry qualche mese,senza destare scandalo ma fu la sua
messinscena che sconvolse per la de-umanizzazione dell'attore,ridotto ad elemento funzionale. Il
testo nasce per le marionette e il fatto di trasportarlo per gli attori è un fatto rivoluzionario. Alcuni
attori però acconsento di essere chiusi in una maschera e di essere l'anima della grandi marionette.
Per raggiungere l'interiorità è necessaria la maschera,l'artificiosità e la rigidità delle marionette.
Jarry nel 1896 ipotizzò che l'attore dovesse sostituire la sua testa con maschera. Nel 1902 sostiene
che ci si annoia a teatro perché l'attore tradisce il pensiero del poeta che solo le marionette sanno
portare in modo passivo.
La nascente cultura Novecentesca rifiuta il ruolo dell'attore a favore del mito della marionetta,alla
ricerca di un teatro puro,non inquinato dalle passioni ed emozioni. L'essere inanimato è al completo
servizio del poeta e del suo personaggio.
Nei primi anni Venti stupirono i costumi di A.Exter per gli spettacoli di Taivor:armature cubiche di
fil di ferro che costringevano al loro interno gli attori. Anche nei laboratori della Bauhaus con L.
Schreyer che usa maschere espressioniste per spersonalizzare l'attore e poi O. Schlemmer che
esaspera l'idea di Schreyer. Schlemmer usa la marionetta come elemento dello spettacolo e quando
si serve di attori,li costringe dentro costumi geometrici che ne censurano l'umanità. Simili sono i
costumi per le serata Dada al Cabaret Voltaire di Zurigo dove si usano costumi di cartone.
Il Futurismo italiano tende a marionettizzare l'attore attraverso i costumi e gli attrezzi. F. Depero
realizza sia costumi che marionette:per i Balletti Russi di Djagilev progetta e costruisce costumi che
rendano marionette i danzatori. La figura umana deve scomparire sotto il costume,deve essere un
mezzo meccanico a disposizione degli oggetti.
Nel 1914 G. Balla aveva progettato un evento,Macchina tipografica,in cui 12 attori-danzatori erano
le parti di una macchina tipografica;nel 1917 realizza Feu d'artifice in cui luci e forme colorate sono
gli unici attori.
Marinetti esordisce come autore teatrale e nel 1905 pubblica a Parigi Roi Bombance messo in scena
da Lugné-Poe quattro anni dopo. Si basa su una recitazione non convenzionale e sulla negazione
della centralità della creatività dell'attore e dell'interpretazione psicologica del personaggio. È dal
1911 il primo manifesto dedicato al teatro,Manifesto dei drammaturghi futuristi,in cui Marinetti
annuncia di voler sottoporre gli attori all'autorità degli scrittori per allontanarli da una ricerca di
interpretazione profonda. Marinetti sogna un attore astratto e freddo e lui stesso inizia come
declamatore nel 1901 e nel 1916 scrive un manifesto sulla Declamazione dinamica e sinottica in cui
la parola chiave è disumanizzare. Il declamatore futurista sarà:
vestito in modo anonimo,meglio se in smoking
• con una voce disumanizzata,senza sfumatura o modulazione
• con una faccia disumanizzata
• con una voce fusa con le vibrazioni della materia
• con una gesticolazione geometrica
• con una gesticolazione che crei nell'aria cubi,spirali,coni...
•
La teatralità del Futurismo si realizza attraverso la serata,già usata dall'avanguardia russa e poi
ripresa dai Dadaisti. Lo scopo è provocare reazioni dirette e violente negli spettatori e se si
concludeva con urli e lanci di ortaggi era andata bene. Il Futurismo ha un'estetica della
provocazione che deve contagiare la quotidianità. Il punto estremo è raggiunto nel 1913-14
dall'Avanguardia russa che improvvisa performance di strada. Nasce l'idea di performer ovvero
l'autore o il teorico che s fa protagonista dell'espressione della propria arte.
V. Majakovskij era a metà tra l'attore e il performer:recitava ma non esitava ad uscire dal
personaggio per polemizzare con il pubblico. L'apice lo raggiunge nel 1913 quando interpreta
Vladimiri Majakovskij (che sarebbe dovuto intitolarsi La rivolta degli oggetti ma il censore sbagliò
e non distinse l'autore dal titolo).
La marionettizzazione dell'attore o l'autore-attore appartiene solo alle serate futuriste e dadaiste o al
cabaret. Come alle Avanguardie è la rinuncia al recitazione psicologica e,partendo da questo c'è chi
va verso una recitazione corporea come la biomeccanica di Mejerchol'd o chi usa la gestualità
mimica. Il Surrealismo mira ad evocare l'onirico,l'insolito e l'assurdo;l'avanguardia francese a metà
tra il Dada e il Surrealismo mira a spiazzare lo spettatore attraverso la giocosità. Di questo tipo è la
rappresentazione di G. Apollinaire Mammelle di Tiresia del 1917,con le mammelle che sono due
palloncini che l'attore fa scoppiare con un accendino e ne lancia altri al pubblico da sotto la sottana
mentre altri attori scendono in platea e,nel finale appare una cartomante con il cranio illuminato.
Tra le Avanguardie è l'Espressionismo tedesco che offre più materiale per gli attori delle generazioni
successive con un poetica del grottesco e del patetico,con un'esasperazione della teatralità. La scena
rivendica la sua autonomia rispetto alla scrittura e l'Espressionismo è il primo ad assumere una
posizione radicale. R. Blűmner è uno dei teorici della rivista Der Sturm per la quale scrive il breve
testo del 1907 Dramma e scena dove sostiene che l'attore debba attenersi ad un'arte riproduttiva e
non interpretativa ma può creare autonomamente delle forme. Il compito nel nuovo attore è elevarsi
per cogliere l'essenza e non la superficie. Il regista espressionista mette in scena il ritmo del mondo
che rende accessibile la verità interiore,secondo il regista F. Emmel che nel 1924 mette in scena Il
teatro dell'estasi.
P. Kornfeld scrive L'uomo spirituale e l'uomo psicologico,uno dei manifesti dell'Espressionismo,
dove teorizza che l'uomo dia specchio ed ombra dell'Eterno e che la psicologia non serva a nulla. La
sua teoria deriva dal lato oscuro del Romanticismo che include automi che cercano di prevaricare
sull'uomo;dell'inconscio che discende in un universo di mostri.
Sul piano della recitazione ci sono attori caricati di intenzionalità espressiva o attori-fantoccio. I
colori sono violenti,le luci di taglio per generare contrasti violenti e ombre lunghe e minacciose,la
vocalità spezzata e la gestualità eccessiva.
C. Bene usò queste tecniche:si basa sul modello del Grande Attore ottocentesco filtrato con
l'Espressionismo. Anche T. Kantor usa attori-manichini per il suo Teatro della Morte e si presenta in
scena come regista-demiurgo.
Anche il teatro nonsense è un'eredità delle Avanguardie con l'assurdo,il gioco gratuito,i costumi
bizzarri e la gestualità astratta.
Si afferma un protagonismo degli oggetti a partire dai manifesti futuristi:nel 1916 viene pubblicato
La cinematografia futurista che ipotizza questa centralità che già l'anno prima si ipotizzava a teatro
con i testi Teatro futurista sintetico.
Dopo le Avanguardie è stato impossibile riportare gli oggetti ad uno stato funzionale,tanto che è
nato il Teatro di Figura fatto di oggetti e figure inanimate.
La contrapposizione primaria:”verità” o “artificio”.
Il patrimonio comune.
Secondo E.G. Craig bisogna dividere le azioni in necessarie ed inutili,come scrive nel saggio Gli
artisti del teatro dell'avvenire che pone in rapporto la culturale teatrale del Novecento con il
Naturalismo. Se si abbandona l'obiettivo della naturalezza,resta da perseguire la necessità estetica.
Se si eliminano i modelli di riferimento resta solo l'intenzionalità artistica.
Per la storia della cultura il Novecento è un secolo molto lungo,pieno di movimenti che si
susseguono nel giro di pochissimi anni con le relative teorie.
Il Novecento a teatro può iniziare nel 1896 con Ubu Re perché è in questo periodo che entrano in
crisi i linguaggi tradizionali delle arti.
Si parte dalla rivendicazione dell'autonomia creativa e di dignità estetica in modo che la
messinscena non sia subordinata alla scrittura drammaturgica.
Dato un testo il regista sceglierà un'interpretazione e lo spettatore coglierà alcuni dei significati che
il regista ha voluto trasmettere per cui il testo avrà perso delle parti rispetto a quello pensato
dall'autore. Pirandello tratta il teatro con sospetto perché l'esito finale sfugge al controllo del
drammaturgo. Servirebbe che la messinscena fosse simile al lavoro di un traduttore che non mette
nessuna velleità artistica nel suo lavoro. Secondo Pirandello l'attore deve rendere reale il
personaggio creato dal poeta come se il palco fosse il luogo dove si manifestano i personaggi-
persone. È in questa prospettiva che va letto Sei personaggi in cerca d'autore dove i Personaggi
vogliono vivere oltre l'interpretazione. Se i personaggi si presentassero al pubblico,ci sarebbe una
comunicazione diretta tra autore e spettatori:in questo senso Pirandello è un uomo dell'Ottocento
perché punta ad eliminare il lavoro dell'attore che è esaltato dalla cultura novecentesca.
Secondo Craig il testo teatrale appartiene alla letteratura,il teatro può essere o meno un'arte. Ma se il
teatro è un'arte,non può essere quella letteraria essendo già arte teatrale.
Sulla scena l'attore è e produce senso in ogni momento del processo creativo. Il testo non è più
centrale -e molti vi rinunciano- ma lo spettacolo si carica di senso e di emozioni estetiche.
A. Antoine era un metteur en scène in senso moderno perché subordinava tutto alla fedeltà al testo
non lasciando autonomia agli interpreti. Contemporaneamente sorgono le rivendicazioni di
autonomia creativa della scena e di rifiuto di subordinazione al drammaturgo.
In questo clima importante è il rispetto delle didascalie. La didascalia è comune nel teatro moderno
e contemporaneo,assente invece quando il drammaturgo era un mero scrittore di dialoghi o quando
il drammaturgo sovraintendeva personalmente allo spettacolo. Quando il drammaturgo inizia a
scrivere e poi ad “abbandonare” il testo,le didascalie diventano le prescrizione dell'autore per la
messinscena. Hugo,Ibsen e Cechov furono prolissi nelle