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SUPREMAZIA.
- SECONDA GUERRA SANNITICA 326-304: fu dovuta ad una serie di atti ostili.
Cominciarono i ROMANI che nel 328 fondarono una colonia a Fregellae, un territorio dove i
Sanniti avevano la loro sfera d’influenza. L’anno successivo scoppiò un conflitto a NAPOLI:
la città venne assediata dai Sanniti e i Romani accorsero in aiuto degli alleati greco-
napoletani e SCONFISSERO I SANNITI, e stipularono con la città un foedus aequum
(trattato di alleanza paritaria). I Sanniti ottennero un concreto aiuto dai popoli che si
sentivano minacciati dall’espansionismo romano; e mentre i Sanniti tentavano di entrare nel
territorio controllato da Roma, i Romani decisero di provare l’avanzata nel cuore del
Sannio, ma subiscono una sconfitta alle FORCHE CAUDINE nel 321. Ma nonostante ciò,
vinsero altre battaglie e la guerra volse a loro favore.
Durante le guerre sannitiche i cittadini romani restarono mobilitati per lunghi anni, trovando al loro
ritorno i campi impoveriti dal lungo abbandono o devastati dalla guerra. A molti non rimaneva che
vendere il campo a qualche latifondista e partire per Roma in cerca di opportunità. Nel 312 il
censore APPIO CLAUDIO CIECO fece costruire un ACQUEDOTTO; ci fu una successiva
costruzione di un altro ACQUEDOTTO “ANIO VETUS” da MANIUS CURIUS DENTATUS. Fu
costruita una lunga strada battezzata VIA APPIA, il suo scopo era quello di velocizzare lo
spostamento delle truppe verso quei turbolenti territori.
- TERZA GUERRA SANNITICA 298-290: questa volta sembra che le ostilità siano
cominciate dalle attività romane in Lucania che indusse SANNITI, ETRUSCHI, UMBRI a
coalizzarsi per contrastarla; a loro si unirono anche i GALLI SENONI. La resa dei conti ci fu
con la BATTAGLIA DI SENTINO nel 295 dove i Romani vennero sorpresi dai Galli che si
gettarono nella mischia con carri carichi di arcieri che scagliavano frecce. Il console plebeo
PUBLIO DECIO MURE compì il RITO DELLA DEVOTIO consacrandosi a Marte e agli Dei
inferi, scagliandosi contro i carri perdendo la vita. Il gesto eroico, e ancor più la morte del
console rianimò le schiere romane che riportarono la vittoria. E i Sanniti sono
definitivamente sconfitti dai Romani.
Con i risultati ottenuti con le guerre contro i Sanniti, l’OBBIETTIVO DEI ROMANI si sposta verso la
MAGNA GRECIA. Nel 302 fu stipulato il TRATTATO DI TARANTO dove Roma non doveva metter
più piede. Ma il 282 fu l’anno cruciale, in quanto TURI (città rientrante nella zona d’influenza di
Taranto) minacciata da movimenti democratici, chiese aiuto a Roma; quest’ultima accorse in aiuto
mandando 10 navi al porto di Taranto, e così ruppe il trattato fatto precedentemente con Taranto.
Taranto rispose attaccando le navi di Roma e ciò causò la guerra. Taranto, impaurita però dalla
potenza romana, chiese AIUTO a PIRRO, re dell’Epiro (Pirro vedeva l’occasione per procurarsi
maggiore potere).
Il primo scontro con i ROMANI avvenne nel 280 ad ERACLEA, questo scontro si concluse con la
VITTORIA DI PIRRO. Fu un momento difficile per Roma. L’anno dopo Pirro spostò il suo obbiettivo
verso la Puglia, ma qui non portò nessuna vittoria. CARTAGINE chiese a Roma di non accettare
alleanze con Pirro, ma di continuare a combattere contro di lui fino a sconfiggerlo; (l’interesse di
Cartagine era dovuto al fatto che Pirro voleva attivare una politica anticartaginese in Sicilia).
Pirro arrivò ugualmente in SICILIA e liberate le colonie greche dalla minaccia cartaginese, queste
lo proclamarono re. Da questa vittoria Pirro conquistò gran parte della Sicilia Occidentale. Ma
Pirro, resosi conto di non poter governare la Sicilia a causa della resistenza cartaginese, ritorna
nella penisola italica dove fu sconfitto a Benevento e fu costretto a fare ritorno in Epiro. Così
facendo Roma fondò la colonia latina di PAESTUM e con la sconfitta di Pirro, i tarantini dovevano
accettare l’influenza romana.
CAPITOLO 5 – L’ESPANSIONE DEL MEDITERRANEO
Terminate le guerre contro Pirro, Roma aveva ottenuto il controllo della penisola italiana.
Fino a questo momento ROMA e CARTAGINE non si erano mai scontrate, anzi avevano più volte
rinnovato dei trattati di amicizia e alleanza tra loro. Ma la situazione cambiò quando ROMA voleva
estendere la sua influenza anche in SICILIA. L’occasione di intervenire in Sicilia fu data dalla
richiesta d’aiuto fatta dai Mametini che governavano su Messina ed erano sotto l’assedio dei
Siracusani. I cartaginesi allora dichiarano guerra a Roma, così iniziò la prima guerra punica.
- PRIMA GUERRA PUNICA 264-241: i MAMERTINI impauriti da Gerone 2° (tiranno di
Siracusa), chiamarono i CARTAGINESI per la loro protezione, ma, impauriti anche dai
cartaginesi, da loro stessi chiamati, chiesero aiuto a ROMA.
CARTAGINESI e SIRACUSANI resosi conto di ciò che Roma stava tramando si ALLEANO:
posero l’assedio a Messina, le operazioni si svolsero a Siracusa e Roma conquista Enna,
Catania e Centuripe.
GERONE si ALLEA con ROMA abbandonando i cartaginesi; e Roma non potendo
sconfiggere i cartaginesi su terra, decisero di allestire una nave da guerra per combattere a
mare. Nel 260 scoppia il PRIMO CONFLITTO NAVALE a Milazzo tra Roma e Cartagine; la
flotta comandata da CAIO DUILIO sconfigge quella cartaginese. Il conflitto più che navale è
da definirsi Corpo a Corpo, in quanto i Romani si servirono del CORVUS (lunghe aste con
cui agganciavano le navi nemiche creando dei ponti).
Nel 256 i Romani tentano l’invasione del NORD AFRICA ma la spedizione fallisce e lo
stesso ATTILIO REGOLO viene catturato e assassinato dai cartaginesi.
L’esito della prima guerra punica viene deciso nel 241 con la BATTAGLIA DELLE EGADI
dove i Romani sconfiggono nuovamente i cartaginesi.
Con la fine della prima guerra punica la SICILIA doveva essere amministrata, e con i Romani
divenne la prima provincia italiana. Nel 238 i Romani conquistano la Sardegna e la Corsica che
furono ridotte a province.
Nel 237 AMILCARE (capo dell’esercito cartaginese) decise di intraprendere una politica
espansionistica in Spagna e conquistare la parte meridionale fino all’Ebro. Morto Amilcare, il potere
passò nelle mani di ASDRUBALE, che emanò con i Romani un trattato, il TRATTATO DELL’EBRO
(il fiume dell’Ebro stava ad indicare la linea di demarcazione tra i possessi cartaginesi e gli
interessi Romani). Tale accordo, però, lasciava alcune zone d’ombra, in quanto la città di
SAGUNTO risultava rientrare nell’area di influenza cartaginese, ma nello stesso tempo era anche
alleata di Roma.
Tra la prima e la seconda guerra punica i Romani si posero come OBBIETTIVI:
- La CONQUISTA della PIANURA PADANA e la sua Romanizzazione, dove Roma voleva:
sbarrare la strada ai liguri e fermare definitivamente il pericolo dei Galli
- E la LIBERAZIONE dalle COSTE ADRIATICHE della PIRATERIA ILLIRICA:
contemporaneamente si poneva la questione illirica. La regina dell’Illiria, Teuta, praticava la
pirateria a danno degli alleati italici Romani. Sbarcati in Illiria i Romani si impadronirono di 2
città Durazzo e Apollonia, e a sud del regno di Teuta crearono un principato autonomo.
Tutta l’azione romana era stata facilitata dalla situazione della Macedonia, dove al potere
era salito FILIPPO 5°, un bambino di appena 7 anni; cresciuto, Filippo 5° cercò di
riacquistare i regni illirici e affermare l’egemonia in Grecia; si vennero così a creare le
premesse per un conflitto romano-macedone.
- SECONDA GUERRA PUNICA 218-202: Morto Asdrubale, ANNIBALE nel 219 pose
l’assedio a SAGUNTO, ciò fece sì che Roma dichiarasse per la seconda volta guerra a
Cartagine (perché aveva violato il trattato dell’Ebro). Il PIANO DI ANNIBALE: era quello di
cogliere di sorpresa i Romani portando la GUERRA IN ITALIA, attraverso le Alpi. Egli non
voleva però distruggere Roma, ma mirava al fatto che una parte degli alleati Romani si
staccassero dalla città egemone, così Roma risultava meno pericolosa per Cartagine. E,
mentre organizzava la mossa per cogliere di sorpresa i Romani, l’esercito Romano guidato
da PUBLIO SCIPIONE s’imbarcò a Pisa, contando sulla’aiuto di Marsiglia; ma Annibale fu
più veloce, prevenendo i Romani. OBBIETTIVO DEI ROMANI: era di portare la GUERRA
IN SPAGNA e immobilizzare le risorse cartaginesi. Senza attendere l’arrivo dei Romani in
Spagna, ANNIBALE attraversa le Alpi con l’esercito Cartaginese per portare la guerra nella
Penisola Italica. ANNIBALE invade l’Italia via terra e SCONFIGGE I ROMANI nella
BATTAGLIA DEL TICINO 218, nella BATTAGLIA DI TRASIMENO 217, e soprattutto nella
BATTAGLIA DI CANNE 216.
Ma nonostante le dure sconfitte e la presenza dei Cartaginesi in Italia, Roma non si arrende
ed inizia una POLITICA DI ATTESA: dove QUINTO FABIO MASSIMO pose il suo piano, un
lento logoramento delle forze annibaliche. Nel 215 ANNIBALE si ALLEA con FILIPPO 5°,
reciproco aiuto contro il nemico comune, Roma. L’unico alleato per Annibale era Filippo 5°,
che temeva l’espansione di Roma nelle coste illiriche.
Nel 212 ROMA si ALLEA con gli ETOLI, scoppia una guerra in Grecia, cioè PRIMA
GUERRA MACEDONICA 216-205: dove molte città furono saccheggiate. Questa guerra
terminò nel 205 con la PACE DI FENICE (che segnò l’ingresso di Roma nel Mar Egeo). Nel
212 ci fu il passaggio ad Annibale di Metaponto, Eraclea, Turi e Taranto. Nel 211 Roma
occupa Siracusa.
Nel frattempo la guerra fu spostata in SPAGNA dove a capo dell’esercito Romano vi era
PUBLIO CORNELIO SCIPIONE (l’Africano), che nel 205 si fece eleggere al consolato con
l’obbiettivo di spostare la guerra in AFRICA (in modo tale da allontanare l’esercito
cartaginese dal territorio italiano), nel 202 SCONFIGGE I CARTAGINESI nella BATTAGLIA
DI ZAMA; dopo questa battaglia Roma si interesserà agli affari del mondo greco.
Con la fine della seconda guerra punica restava il problema della SPAGNA, la quale passata sotto
il dominio di Roma, doveva essere amministrata e tenuta sotto controllo. Essa era una regione
ricca per le miniere, il bestiame, l’agricoltura.
L’interesse di Roma si spostò in SIRIA e in MACEDONIA. Il mondo orientale era più complesso
politicamente, socialmente e culturalmente rispetto al mondo occidentale.
- SECONDA GUERRA MACEDONICA 200-197: Mentre la SIRIA si trovava in una fase
d’espansione dove il re ANTIOCO 3° voleva estendere la propria sfera d’influenza verso
l’Asia Minore; la MACEDONIA con a capo FILIPPO 5°, stava riprendendo la politica di
egemonia in Grecia. FILIPPO e ANTIOCO firmarono un accordo attraverso il quale si
sarebbero divisi i possessi egiziani presenti in Asia e nell’Egeo. In GRECIA continuavano
ad esistere territori indipendenti, come ATEN