Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 44
Storia romana - Origini di Roma Pag. 1 Storia romana - Origini di Roma Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana - Origini di Roma Pag. 41
1 su 44
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Complessivamente, l’abitato tra seconda metà del IX

e VIII secolo a.C. sembra coprire un’area di ca. 150 /

200 ettari, dimensioni comparabili a quelle dei

principali centri “villanoviani” dell’Etruria.

La tradizione mitografica antica è concorde

nell’individuare nell’area che gravita sul Foro

Boario quella di più antica frequentazione: ad

es., Saturno aveva occupato il Campidoglio,

mentre Evandro, proveniente dall’Arcadia,

avrebbe occupato il Palatino. Palatino

area del Foro

Campidoglio

Foro Boario

Aventino

Origo populi Romani, 3 : Igitur, Iano regnante apud indigenas rudes incultosque, Saturnus

regno profugus cum in Italiam devenisset benigne exceptus hospitio est ibique haud procul a

Ianiculo arcem suo nomine Saturniam constituit.

Quindi, mentre Giano regnava sugli indigeni rozzi e incolti, Saturno cacciato dal suo regno,

giunto profugo in Italia, fu accolto amichevolmente come ospite e lì, non lontano dal

Gianicolo, fondò una rocca e dal suo nome la chiamò Saturnia.

Varrone, de lingua latina V, 41-42: e quis Capitolinum dictum, quod hic, cum fundamenta

foderentur aedis Iovis, caput humanum dicitur inventum. Hic mons ante Tarpeius dictus a

virgine Vestale Tarpeia, quae ibi ab Sabinis necata armis et sepulta: cuius nominis

monimentum relictum, quod etiam nunc eius rupes Tarpeium appellatur saxum.

Hunc antea montem Saturnium appellatum prodiderunt et ab eo Latium Saturniam terram, ut

etiam Ennius appellat. Antiquum oppidum in hoc fuisse Saturniam scribitur.

Uno di essi è il Campidoglio, detto così perché lì mentre si cavavano le fondazioni del

tempio di Giove si racconta che fosse stata trovata una testa umana. Prima questo monte si

chiamava Tarpeo dalla vergine vestale Tarpea che lì fu uccisa dai Sabini e sepolta: di questo

nome resta una traccia perché ancora oggi una sua roccia è chiamata rupe Tarpea.

Si è tramandato che questo monte in precedenza si chiamasse Saturnio e che da esso il

Lazio sia stato definito “terra Saturnia”, come anche Ennio lo chiama. Si dice che sulla

sommità vi fosse un’antica città, Saturnia.

Origo populi Romani, 6, 3: huius admonitu transvectus in Italiam Evander ob singularem

eruditionem atque scientiam litterarum brevi tempore in familiaritatem Fauni se insinuavit

atque ab eo hospitaliter benigneque exceptus non parvum agri modum ad incolendum accepit,

quem suis comitibus distribuit exaedificatis domiciliis in eo monte quem primo tum illi a

Pallante Pallanteum, postea nos Palatium diximus.

Venuto in Italia dietro suo consiglio [della madre Carmenta], in breve tempo Evandro,

grazie alla sua straordinaria cultura e alla conoscenza delle lettere entrò in familiarità con

Fauno e accolto da costui con amicizia e ospitalità, ricevette un appezzamento di terreno

piuttosto ampio perché lo coltivasse. Egli distribuì questo terreno tra i suoi compagni dopo

aver costruito le loro case su quel monte che costoro allora chiamarono da Pallante

Pallanteo, e che noi in seguito abbiamo chiamato Palatino.

Nell’area del foro Boario è anche

localizzato un episodio connesso

all’impresa erculea dei buoi di

Gerione: mentre Ercole passava per

queste regioni con la mandria di buoi

sottratta a Gerione, Caco avrebbe

cercato di derubarlo e per questo

motivo sarebbe stato ucciso; Ercole

avrebbe quindi ringraziato Zeus per la

vittoria ottenuta costruendo un altare

a Iuppiter Inventor; Evandro, da parte

sua, avrebbe ringraziato Ercole Il culto di Ercole

istituendone il primo culto, ai piedi può dunque

dell’Aventino, consistente in un considerarsi

sacrificio di tipo greco (l’ara Maxima). come un culto

Episodi analoghi, collegati all’impresa emporico, un

dei buoi di Gerione sono diffusi in culto che

tutto il bacino occidentale del proteggeva le

Mediterraneo e sono da porre in attività di

relazione con le navigazioni arcaiche scambio che

greche e fenicie e le connesse attività avevano luogo

commerciali. presso il guado

sul Tevere,

attività alle quali

partecipavano

sia genti indigene

che straniere,

E’ da sottolineare, inoltre, che sul foro Boario

converge la viabilità più antica. Nell’ambito di

questa viabilità, l’elemento più risalente

sembra essere costituito dal sistema via

Campana / via Salaria.

La via Salaria era utilizzata per portare il sale

da Roma in Sabina, mentre la via Campana

raggiungeva da Roma il campus salinae alla

foce del Tevere.

Le due strade devono essere necessariamente

contemporanee e l’area del guado posto

dinanzi al foro Boario ne costituisce il punto di

snodo.

Ai limiti tra il foro Boario e l’Aventino, dunque in prossimità dell’Herculis ara Maxima, esisteva

un’area definita Salinae. Queste non possono essere identificate come vere e proprie saline, ma

probabilmente costituiscono semplicemente un luogo dove il sale proveniente dalla foce del Tevere

veniva ammassato e distribuito. capanna del Palatino

capanna del Palatino

Urna a capanna in bronzo (da Vulci ?)

urna funeraria “a capanna” plastico ricostruttivo del villaggio del Palatino

L’abitato proto-urbano ad un certo punto diventa una città, ovvero un organismo

con strutture urbane ed istituzioni politiche, sociali e religiose unitarie.

La tradizione letteraria antica data con precisione (sia pure con differenze

cronologiche anche notevoli) il momento della “nascita” di Roma:

Timeo (III sec. a.C.) → 814 a.C.

Varrone (I sec. a.C.) 753 a.C.

Catone (II sec. a.C.) 751 a.C.

Polibio (II sec. a.C.) 750 a.C.

Fabio Pittore (III/II sec. a.C.) 747 a.C.

Cincio Alimento (II sec. a.C.) → 728 a.C.

In base ai dati archeologici sono state proposte datazioni ugualmente varie per il

momento in cui sarebbe nata la “città”:

Müller-Karpe (1959): individua tre elementi sufficienti a far dire che esiste un centro

urbano già nell’VIII sec.

a) l’insediamento sui colli romani è notevolmente cresciuto in questa fase, con più nuclei

insediativi nessuno dei quali avrebbe il carattere di insediamento autonomo;

b) l’utilizzo dell’area del Foro come area di necropoli sarebbe cessata proprio per poter

adibire quest’area ad usi civici (religiosi e pubblici);

c) si osserva lo sviluppo di una notevole attività artigianale e lo sviluppo di una

differenziazione sociale e quindi di una aristocrazia.

Si osserva tuttavia che:

a) la documentazione archeologica potrebbe anche adattarsi ad un insediamento per villaggi

distinti;

b) l’area del Foro anche se cessa di essere utilizzata come area di necropoli continua ad

avere una destinazione “privata”, risultando occupata da capanne a cui sono connesse le

sepolture infantili;

c) l’esistenza di una differenziazione sociale e la presenza di una aristocrazia non significa

necessariamente la presenza di una città.

Gjerstad (1955):

a) data la prima pavimentazione del Foro intorno al 575 a.C.: sarebbe questo il momento in

cui nasce la città.

b) coerentemente, sposta verso il basso l’inizio dell’età repubblicana, dal 510 al 450 a.C. ca.

Si osserva tuttavia che:

a) Il riesame dei materiali archeologici consente di datare la prima pavimentazione del Foro

intorno al 650 a.C. (o tra 700 e 675 a.C., secondo la nuova cronologia proposta).

Muro “romuleo”

Fossa di fondazione e massi Fondazion

e

Massi del bastione tagliati dal Fossa di fondazione e fondazione

pozzo arcaico

Carandini (1997):

a) evidenzia come la tradizione letteraria, che colloca la nascita della città intorno alla metà

dell’VIII secolo trovi un parallelo nella più recente documentazione archeologica e nel

rinvenimento di un muro di fortificazione, datato verso il 730-720 a.C.. che separa il

Palatino dalla Velia;

b) la costruzione del muro comporta la distruzione di un quartiere di capanne: sia

l’importanza che il valore simbolico di un tale intervento pubblico sono comprensibili solo

in presenza di un’autorità forte, capace di ordinare e far eseguire un tale lavoro;

c) la costruzione di questo muro di fortificazione, separando il Palatino (ovvero Palatium e

Cermalus) dalla Velia, sancisce anche il nuovo rilievo che assume il primo nel sistema dei

montes, ed il superamento della fase protourbana durante la quale a prevalere sono il

Palatium e la Velia;

d) la nuova fase urbana, sul piano religioso, sarebbe riflessa nella processione dei Lupercalia,

che corre tutto intorno al Palatino escludendo la Velia, mentre la situazione protourbana

sarebbe riflessa nella festa del Septimontium.

Si osserva tuttavia che:

a) un muro è un muro.

b) L’esame dei rituali legati alle due feste (Lupercalia e Septimontium) potrebbe autorizzare,

a sua volta, una ricostruzione del tutto diversa.

Queste tre posizioni riflettono tre diversi modi di concepire il processo di formazione che ha

portato alla nascita della città.

a) per il Müller-Karpe il “divenire città” di Roma sarebbe il risultato di un lento, graduale

ed egemonico sviluppo dell’insediamento del Palatino -Velia;

b) per il Gjerstad, la città sarebbe sorta attraverso il sinecismo dei villaggi che si erano

sviluppati sui montes;

c) per il Carandini la nascita della città segna una brusca cesura rispetto alla fase

precedente, con un mutamento di ruolo delle parti che componevano l’abitato.

Comitium

Quale che siano state le

dinamiche che hanno

condotto alla “nascita” di

Roma, resta che la

documentazione archeologica

permette di individuare una

serie di “segni” che

suggeriscono effettivamente,

nella seconda metà dell’VIII

sec., l’esistenza di un “centro

urbano”. Oltre al muro del

Palatino (databile intorno al

730/20 a.C.), abbiamo altra

documentazione archeologica

che documenta lo sviluppo

precoce di luoghi destinati

all’aggregazione religiosa e Volcanal

politica: agli anni 730/20-700 a.C. sono Tempio di Vesta

databili le prime manifestazioni di

culto nell’area del Volcanal e in

quella del tempio di Vesta; Comitium

al 700-675 a.C. può collocarsi il

primo pavimento nell’area del

Comitium, l’obliterazione del

muro “romuleo” e la costruzione

di un nuovo muro di

fortificazione, la bonifica della

valle del Foro e la prima

pavimentazione della piazza. Volcanal Tempio di Vesta

E’ da sottolineare l’importanza del culto di Vesta, un culto civico la cui introduzione era

attribuita ora a Romolo, ora

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
44 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Savy89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Soricelli Gianluca.