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Il Senato
La struttura aristocratica della società romana si esprimeva nell'assemblea dei patres familias, che aveva come compito fondamentale la scelta del re e formava il suo consilium. La tradizione attribuiva la creazione del Senato a Romolo. In realtà, il consiglio dei capi aristocratici era un elemento comune a molte società arcaiche e rappresentava un fattore di coesione dei gruppi familiari autonomi. Gli aristocratici sceglievano il capo e il popolo gli trasferiva il potere, che implicava le funzioni essenziali per la vita della comunità. Il re sceglieva il suo consiglio e anche in età repubblicana, questo potere sembra fosse esercitato dai consoli. Dal Senato in età monarchica sappiamo pochissimo, ma la sua istituzione come luogo nel quale si esprimeva una ristretta cerchia di capi della comunità fu un principio che rimase come fondamento di una comunità sostanzialmente aristocratica. L'organizzazione dellapopolazione: curie, comizi, tribù La città era tale in quanto i suoi abitanti erano organizzati in un razionale ordinamento politico; diventando di una comunità di individui, liberi e uguali tra loro. Secondo la tradizione, Romolo introdusse cives, membri di questi primi ordinamenti raggruppando i cittadini in curie e tribù. Le curie erano trenta, dieci per ciascuna tribù. È certo che le curie avevano un proprio territorio, propri luoghi per il culto. Dal punto di vista del funzionamento e della composizione il nome non chiarisce la sostanza del problema, cioè se esse fossero ordinate su base territoriale o su base gentilizia, possiamo solo ritenere che le curie fossero formate su una qualche base familiare, e che i cittadini vi venissero assegnati, al fine dello svolgimento di alcuni compiti importanti per la comunità. Le curie si riunivano in un'assemblea, i comizi curiati. Ogni curia esprimeva un capo, il carica a vita; il era il piùprimi re hanno solo due nomi,e non formati da prenome,nome gentilizio esoprannome;il che depone a favore della loro autenticità.Un primo nucleo di attendibilità storica è lapresenza di re latino-sabini ed etruschi.Storici appaiono i nomi dei tre re successivi,Numa Pompilio,TulloOstilio e Anco Marcio.Per Numa fa fede il nome,d’origine sabina e molto diffuso;anche per Tullio Ostilio ilnome rende probabile la storicità;con Anco Marcio abbiamo un altro gruppo di notizie:Anco è prenomesabino,Marcio è nome latino,e in età storica appartiene a una famiglia plebea.La storicità del personaggiopare sicura.
I RE ETRUSCHICon il successore di Anco,Tarquinio Prisco,la tradizione fa cominciare in Roma il lungo periodo dellamonarchia etrusca,durata circa un secolo,e intervallo da un ritorno di un re di origine diversa,con un nomelatino Servio Tullio.È probabile che i due Tarquini,Prisco e Superbo,siano in realtà uno
sdoppiamento, in base al quale si attribuisce al secondo il compimento di iniziative assunte dal primo. Fu un periodo di mutamenti profondi nella società romana, negli ordinamenti politici e nelle vicende esterne. Intorno alla prima metà del VI secolo la città si ampliò in maniera molto consistente. Risale a questo periodo l'erezione di una nuova e grande cerchia di mura; tutto ciò documenta una crescita urbana straordinaria. Vari istituti politici e religiosi furono adottati dalla tradizione etrusca. Un mutamento rilevante è determinato dall'inserimento della comunità latina nel più ampio contesto di una società ricca a contatto da tempo con i Greci del Sud della penisola e con i Punici. Tutto questo non vuole ancora dire che Roma fosse divenuta una città etrusca. Roma rimase una città latina, sottoposta al controllo di una dinastia straniera. La presenza etrusca fu comunque consistente; bastano a documentarlo i nomi.
di famiglie etrusche presenti nei Fasti consolari dei primi decenni della Repubblica. Graffiti etruschi documentano l'uso della lingua dei dominatori nella città; tuttavia i Romani non adottarono l'etrusco, e mantennero l'uso del latino anche nella vita pubblica. I re etruschi implicano l'inserimento di Roma nel più vasto mondo politico e culturale italico; questo era dominato dalle culture etrusca e greca. Tale rapporto, ora divenuto rilevante fattore politico, è al centro dell'evoluzione della società romana. La tradizione ha conservato aspetti importanti e attendibili della vicenda storica. Un primo elemento essenziale è l'alternanza di diverse città etrusche nel controllo della città latina. Il nucleo della tradizione intorno a Servio Tullio è fondamentale; la storiografia romana racconta di un bambino, figlio di una schiava, il quale divenne il prediletto della moglie del re; una diversa versione parlava di un
segreto legame tra lo stesso Servio e una divinità che lo proteggeva; quando Tarquinio cadde vittima di un assassinio, la moglie convinse il popolo a nominare re Servio. Questa serie di motivi sono alla base della costruzione del re "democratico", asceso al potere per i suoi meriti, da origini umili, e quindi antiaristocratico. Servio dunque si presenta come il re, o "tiranno", democratico, alla maniera greca, che combatte l'aristocrazia gentilizia; in questa caratterizzazione politica confluirono elementi greci, latini ed etruschi. Il governo di Servio è rappresentato come momento decisivo dell'affermarsi di una nuova dinamica delle forze sociali e politiche nella tradizione antica. Servio fu un grande riformatore delle Istituzioni: la tradizione gli attribuisce l'introduzione di un ordinamento militare e politico, chiamato ordinamento centuriato. Tutti coloro che avevano un censo sufficiente ad armarsi da opliti, con la presente e costosa armatura dibronzo venivano chiamarti a servire nell'esercito ordinari in centurie,e costituivano la lanon facevano parte di questa leva,la legione oplitica formavano gli classis. Quanti infraserviano fu successivamente modificato,e la versione che noi conosciamo dagli classis; l'ordinamento storici di età augustea, presenta un sistema molto più complesso, basato su cinque classi di censo, divise in riforma serviana ebbe profondi effetti politici e sociali. Chiamando nell'esercito quanti seniores juniores. La potessero armarsi a proprie spese si superava sostanzialmente l'organizzazione sociale nella quale prevedeva ancora la nascita, il nuovo ordinamento aveva in sé gli strumenti per promuovere una maggiore mobilità sociale. Lo strumento per l'affermazione del peso politico degli opliti fu l'assemblea centuriata, cioè l'assemblea dei soldati. Questa mantenne le caratteristiche di una assemblea di armati: essa si riuniva nel Campo.Marzio, durante i comizi, una vedetta sul Gianicolo informava gli eventuali pericoli; nei comizi, il volto era computato per centuria. Anche un altro provvedimento concordemente attribuito a Servio si muove nel senso di un supermercato della struttura gentilizia e la creazione delle prima quattro tribù territoriali, nelle quali fu divisa Roma, e che furono chiamate tribù urbane, mentre le tribù extracittadine furono dette rustiche. Le quattro tribù formavano la alcune tribù rustiche risalivano alla riforma di Roma quadrata. Anche Servizio, le prime diciassette, secondo la tradizione. Servio dunque attuò una riforma della città sotto il dominio etrusco; una maggiore mobilità sociale è il presupposto dell'ordinamento serviano. I sovrani etruschi in Roma favorirono lo sviluppo di nuove forze, sulle quali si appoggiarono per imporre regimi più forti. Lazio, Etruria, Magna Grecia e le origini della Repubblica La storia di Roma nella fase finale.della monarchia è ancora storia italica, e in particolare storia tra rapporti tra Greci, Etruschi e Latini. Gli eventi che condussero alla creazione della Repubblica romana sono strettamente intrecciati con le vicende più generali di questa vasta area. Tali vicende sono segnate da un grande movimento in tutta la regione tirrenica; vi sono indizi di una grande mobilità; si trattava in sostanza di bande armate che avevano mezzi e consistenza sufficienti per impadronirsi di terre e città. Erano clientele di gruppi aristocratici, che si muovevano alla ricerca di potere e bottino e che trovavano nella città con una struttura gentilizia la possibilità di inserirsi. La presenza di queste bande armate nell'area etrusco-laziale è molto significativa per intendere le vicende della Roma del VI secolo e il quadro più ampio dell'Italia tirrenica. Le fonti antiche hanno attribuito ai Tarquini l'instaurazione di una egemonia romana suipopolivicini, riuniti intorno alla Lega latina; la politica di espansione avrebbe raggiunto l'apice con il Superbo. Un momento decisivo di controllo di Roma sulla Lega sarebbe stato la fondazione di un tempio di Diana sull'Aventino da parte di Servio Tullio. Le vicende dei rapporti fra