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AGONISTICA SUBENTRA ALLA COMPETIZIONE GINNICA

E questa arte viene coltivata con vero e proprio slancio sportivo. Tutto ciò che era oggetto di discussione poteva essere introdotto nelle controversie: politica, educazione dei figli, filosofia naturale, medicina, poesia, religione... Viene ripresa la filosofia eleatica e l'argomentare oltre ogni apparenza. Dalle regole dell'argomentare, si sviluppano i fondamenti della logica. Il mito viene messo in secondo piano e la parola...

viene ora impiegata per indicare ciò che viene raccontato dai vecchi poeti e che si narra solo ai bambini. Il sofista può utilizzare il mito come ornamento, ma non può essere usato come chiave per comprendere realtà complesse. Questo è sicuramente un aspetto che appartiene ad un lontano passato. Infatti da considerare ormai vi sono:

  1. Obiezioni;
  2. Contro-obiezioni;
  3. Argomenti;
  4. Logos;
  5. Resa dei conti connessi a confrontarsi di individui critici.

Nel 444 fu affidato a Protagora il compito di compilare le leggi per la nuova città di Turi: in questo caso non vi è alcun superamento della morale. Questo nuovo atteggiamento ha anche un effetto negativo: è incerto tutto ciò che si dice anche da parte di uomini saggi o antenati. Ogni discorso può essere messo in dubbio.

Non mancano le reazioni negative verso i Sofisti e neppure le calunnie.

Il concetto generale della riflessione sofistica divenne il NOMOS,

che è COSTUME e LEGGE contemporaneamente. Le leggi vengono elaborate dagli uomini e mutate arbitrariamente. L'ampliamento però degli orizzonti, portò sostanziali novità: Si conoscono resoconti su popoli stranieri presso i quali tutto è completamente diverso (erodoto); Ogni aspetto ovvio del costume può essere scosso e rivisitato. In particolare su di esso si fonda la RELIGIONE, che distanziandosi dal nomos, è privata in teoria del fondamento. Gli dei sono esclusi dalle ovvietà e dalle necessità dell'essere. "riguardo agli dei non ho la possibilità di dire né che sono, né che non sono, né come dovrebbero essere raffigurati, infatti molto c'è che impedisce di saperlo: l'oscurità dell'argomento e la brevità della vita umana." Pare che con questo assunto Protagora fu portato in giudizio, che vi si sottrasse con la fuga e

chedurante la fuga fu affogato in mare. Il suo libro fu pubblicamente dato alle fiamme ad Atene. Il passocompiuto da questo filosofo è stato l'applicazione della alternativa eleatica alla teologia, dichiarandodi massima un relativismo della verità.Erodoto è d'accordo con la posizione di Protagora. Nella discussione intervengono in seguito anche:Prodico;a Democrito;a Crizia.aEssi diedero sicuramente risposte più raffinate al problema di come gli uomini siano giunti a formularel'esistenza degli dei:Prodico, parte dal linguaggio, cercando di comprendere l'essere attraverso i NOMI. Giunse allaa conclusione che all'inizio venne chiamato "dio" e venerato come tale ciò da cui gli uominiriuscivano a trarre beneficio, come il sole, la luna,… Si venerano poi come dei uomini e donne,che si spostano da un luogo all'altro, insegnando e portando nuove culture. I miti, invece, chestanno sullo sfondo

degli dei vengono ricondotti a un nocciolo storico, che rende il loro culto una forma di commemorazione. I criteri sono quelli di utilità e progresso. La contrapposizione appare quindi molto contrastante e si divide tra coloro che vengono venerati come dei e non esistono e non possono essere conosciuti.

Democrito di Abdera illustra lo sviluppo della religione in una teoria speculativa dell'umanità e lascia a maggiore spazio al sentimento e all'immaginazione, invece di fermarsi sul concetto di utile. Questo perché, secondo lui, gli uomini osservarono i fenomeni celesti, furono colti da un improvviso terrore e credettero che la causa di tutto fossero delle potenze superiori. Accanto a questo, vi è in lui una teoria, che spiega eventi religiosi soggettivi, in particolare sogni e visioni, in cui gli dei possono apparire. Più pericolosa è invece la teoria che riconduce la religione ad una cosciente menzogna.

E Prodico possiamo osservare i principi dell'ATEISMO, ameno come possibilità, come alternativa. Anche se i principi non vengono espressi direttamente, non sono né da trascurare, né da eliminare. Questa scoperta è una delle più importanti della storia della religione.

Il più importante ateo del V secolo è sicuramente DIAGORA DI MELO. Egli è un poeta. Il suo ateismo è comprensibile solo attraverso degli aneddoti:

  1. A Samotracia, di fronte ai ricchi doni votivi, egli diceva che questi sarebbero diventati molto più numerosi se tutti gli affogati avessero avuto il modo di rappresentarseli alla stessa maniera: la statistica qui contraddice la fede nei miracoli.
  2. Egli raccontava a tutti i misteri eleusini, dicendo che alla luce del giorno, tutto perderebbe il suo fascino.

Per questi motivi egli fu denunciato e accusato di empietà, sebbene sia riuscito a sfuggire la pena e fosse ricercato in tutta l'Attica.

RADICI PRESOCRATICHE

La decadenza dell'autorità dei poeti e del mito condusse inesorabilmente alla fine della religione. Ci sono ora dei postulati sicuri di cosa debba essere dio e cosa non lo deve essere:

  • Non è antropomorfo;
  • Non è solo immortale ma anche increato;
  • Basta a se stesso e non ha bisogno di nulla;
  • Agisce tramite il suo spirito;
  • È onnisciente e tutto governa.

La novità vera e propria è rappresentata dall'aspetto spirituale, che si sostituisce all'ingenuo antropomorfo. Sono comunque promettenti le speculazioni su spirito e anima. L'elemento è investito di una propria autonomia ed è inteso come materia specifica: fuoco, aria o qualcosa di intermedio. L'immortalità dell'anima diviene una realtà.

Nel momento in cui naturale e divino si incontrano e si trovano uniti in una sintesi, si cercò di superare il conflitto con i poeti: invece di attaccare Omero,

Si preferì usare l'antica saggezza come alleata. Ci riuscirono attraverso l'ALLEGORIA. Il presupposto rimase quello del non senso del mito, così come esso era stato raccontato dai poeti; ma si pensa anche che il poeta in quel modo abbia voluto esprimere un pensiero recondito, che evidentemente era sfuggito all'ascoltatore e al lettore superficiale. Il primo rapsodo allegorico viene individuato in TEAGENE DI REGGIO, che rispondeva direttamente alle esigenze di Senofane.

Ci sono precisi principi che caratterizzano il nuovo atteggiamento nei confronti della religione:

  1. i poeti devono essere criticati;
  2. i loro miti, se intesi alla lettera, sono falsi ed empi;
  3. alcuni tratti della theologia devono essere accettati.

PLATONE è da considerarsi il primo vero filosofo. Non scrive mai in prima persona, ma costruisce dei dialoghi, in cui Socrate è colui che conduce la discussione. Per molti secoli, il platonismo si è

Rivelato una forma di interpretazione assoluta per parlare di divinità. La religione diventa qualcosa di profondamente diverso sa ciò che era stata in precedenza. Per i Greci, infatti, la religione aveva sempre significato un accettare la realtà in modo parallelamente ingenuo e adulto; con Platone la realtà perde la sua effettualità in favore di un mondo superiore, incorporeo e immutabile, che deve valere come primario. La fuga dal mondo è già in lui un tema esistente. Il Socrate di Platone si oppone ai sofisti, perché si pone sempre nuovi interrogativi e più profondamente di quanto essi non avessero fatto. L'ironico non-sapere di Socrate si basa su alcune convinzioni: che vi sia un bene che ogni uomo, se si è posto una meta, deve cercare di raggiungere; che il bene abbia una essenza, che è in sé solo buona e non può essere dannosa; che il bene abbia a che fare con

L'anima. Queste sono le basi su cui Platone costruisce la sua filosofia, superando il modello del Socrate storico. La sua teoria delle idee, sviluppa il suo fascino nel suo rapporto con l'anima: l'anima dell'uomo è ciò che lo rende capace di conoscere. Essa ha in sé un sapere, che non ha acquisito in questa vita. La morte riguarda solo il corpo, l'anima è immortale. La parola diventa il sigillo imperdibile della più vera personalità: athanatos. L'antropomorfismo è superato, infatti a determinare ciò che è sono solo sostantivi neutri, come: il giusto, il bello, il bene. Per questo motivo essi sono dati come oggetto della conoscenza all'anima dell'uomo. L'anima è solo destinata ad ascendere, non più ad essere abbandonata dagli dei. Il BELLO è ciò che all'uomo mostra la strada, esso tocca l'anima.

Suscita l'amore. Tuttavia, l'ascesa inizia solamente con il riconoscimento che il bello appare in molti corpi, in una molteplicità di aspetti. La migliore immagine di questo è rappresentata nel "Fedro".

Altro concetto è l'idea del BENE, che è origine della conoscenza e della verità, ma nel contempo è causa dell'essere di per se stesso.

Nella tarda produzione platonica è riscontrabile una duplice svolta rispetto agli scritti del periodo di mezza, il cui momento culminante è individuato nella REPUBBLICA. Qui è presente:

  • una posizione autocritica e logica che scuote la dottrina delle idee;
  • distacca le idee dal loro isolamento;
  • introduce nell'essere movimento e mutamento.

Fondamentale punto di partenza in questo senso è il PROGRESSO DELLA SCIENZA: Eudosso di Cnido crea le basi dell'astronomia matematica, costruendo un modello geometrico come equivalente di una formula matematica.

Questo modello è poi stato dimostrato es
Dettagli
A.A. 2012-2013
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della religione e della storiografia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Camassa Giorgio.