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Il culto dei Greci

Il culto dei Greci è quasi sempre fissato localmente, tanto che i luoghi di adorazione sono prestabiliti ed è difficile mutarli. I santuari vengono molto conservati e ci si prende cura di essi. Il culto non è un riflesso dell'esperienza del paesaggio. Esistono vari tipi di santuari:

  • Santuari centrali, che coronano l'altura dell'acropoli o fiancheggiano la piazza del mercato.
  • Santuari in posizione eccentrica, che si inerpicano sulle chine dei monti o cercano la solitudine degli stagni e delle paludi.

Altre sono anche le caratteristiche del santuario:

  • Sono spesso situati in una sella ben protetta del monte.
  • Il luogo sacro deve avere inconfondibili segni di riconoscimento, anche se raro è il riferimento a veri e propri monumenti della natura.

Importante è l'albero del santuario, presente in ognuno di questi luoghi e in stretta relazione con la divinità. Ad esso possono essere appese offerte, ma anche dischi, che

ondeggiano aseconda del vento (SACRIFICI PENDENTI). Parte del santuario è anche un BOSCHETTO SACRO, che può costituirlo o essere nelle immediate vicinanze. Fondamentale è l'ACQUA, fondamentale per bere, abbeverare e per la purezza del culto. Molti santuari hanno sorgenti o pozzi propri. Il santuario greco è costituito solo dalla delimitazione che lo separa dal profano. Il pezzo di terra dedicato al dio o all'eroe è chiamato TEMENOS, il cui confine è segnato da pietre, spesso iscritte oppure da un massiccio muro di cinta. Per lo più esiste un solo ingresso, dove vengono collocati bacili di acqua per la purificazione. È proibito introdurre qui qualsiasi tipo di contaminazione. Tutto ciò che è eccezionale nella vita degli uomini deve rimanere escluso da questo luogo. ALTARE Il temenos serve all'atto sacro, quindi al sacrificio. Il suo elemento essenziale è sicuramente l'ALTARE, sucuiviene acceso un fuoco. Ci sono vari tipi di altare:
  • Altari naturali in roccia, in cui altare e segno di riconoscimento si identificano;
  • Altari composti di pietre sovrapposte, presenti nei santuari di campagna;
  • Altari costituiti a ceneri e resti delle ossa per formare piccole collinette;
  • il comune altare greco è però quello in muratura e imbiancato in calce, oppure composto di blocchi di pietra quadrati. I lati spesso sono ornati di ampie volute. Nel centro è la piastra di metallo su cui arde il fuoco. Lo sfondo dell'altare è normalmente costituito dalla facciata del tempio. Esso è normalmente eretto solo in occasione del sacrificio e da allora esso rimane nel suo posto originario, malgrado le trasformazioni che può avere il santuario. Un temenos non deve essere riservato esclusivamente ad un dio, esso può racchiudere diversi luoghi per il sacrificio, diversi altari, che hanno poi un immediato rapporto tra loro.

tempio non era però un presupposto della cultura greca: il tempio è la dimora della divinità, ospitando l'immagine cultuale antropomorfa. Gli stessi greci hanno inizialmente esposto la teoria che la più primitiva forma di adorazione è priva di immagini. La poesia omerica conosce il tempio come dimora del singolo dio e ciò corrisponde alle condizioni della fine dell'epoca geometrica. In effetti i primi templi sono dedicati proprio agli dei, che sono allo stesso tempo rappresentati in statue cultuali. Tuttavia alcuni santuari rimasero senza tempio e senza immagini cultuali. Anche per il tempio e per l'immagine divina hanno luogo delle CERIMONIE DI EREZIONE. I templi in epoca classica possono essere arricchiti da statue crisoelefantine.

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 ANATHEMATA

Il luogo sacro nasce da sé, dalle tracce durature lasciate dagli atti sacri: I posti per il fuoco; ⇒ Le macchie di sangue o olio sulla pietra. ⇒ Quando ceneri,

Quando ossa e carboni si accumulano nello stesso luogo, si formano altari di ceneri. Inoltre, come già accadeva per i cacciatori paleolitici, anche nei santuari greci vengono esposti teschi di vittime della caccia e del sacrificio, per questo i bucrani diventano poi ornamenti degli altari. Nel luogo sacro, in ogni caso, rimane ciò che l'uomo lascia dietro di sé, soprattutto nel caso dei capelli tagliati. Anche l'utensile del sacrificio non può certamente essere adibito all'utilizzo profano.

Partendo da questi presupposti, l'uso di innalzare oggetti nel santuario ha avuto chiaramente un inaudito sviluppo, anche in relazione al sacrificio votivo. Questo oggetto è il dono che testimonia il rapporto con la divinità. Il dono può essere di vario genere:

  • In epoca antica si tratta di vesti o oggetti in metallo;
  • Figurine di bronzo o argento;
  • Immagini di terracotta o di legno;

Un gruppo di anathemata può anche

corrispondere all'idea di rendere duraturo l'atto sacrificale:
  • Recipienti di ogni tipo;
  • Spiedi per arrostire le carni;
  • Scuri sacrificali;
  • Tripodi.
Queste sono le offerte votive più tipiche dei santuari greci. Scene di culto sono rappresentate anche su tavolette votive e dal IV secolo, anche su grandi ed elaborati rilievi. È molto difficile stabilire se le figurette votive rappresentino il dio o il dedicante; è indubbio che possano comparire entrambi:
  • In epoca antica gli dei sono riconoscibili per il gesto epifanico;
  • Gli uomini portano sovente un animale da sacrificio;
  • La figura votiva non deve essere necessariamente in relazione con la divinità del santuario, giacché possono essere dedicate anche statuette ad altri dei.
SACERDOTI La religione greca potrebbe essere definita una religione senza sacerdoti, non esiste infatti una casta sacerdotale come gruppo chiuso con una tradizione e una gerarchia fissa. Per principio il

Dio si affida solo a chi rispetta il NOMOS, ossia chi è integrato nella comunità. In ogni caso, durante le manifestazioni cultuali, deve essere presente qualcuno che:

  • Diriga;
  • Pronunci la preghiera;
  • Compia la libagione.

Chiaramente la condizione per ottenere questa carica è avere un certo potere e una certa condizione economica. Il santuario rimane proprietà di un dio e il temenos non può essere utilizzato dall'uomo, a meno che non si tratti di servizi per il santuario oppure in occasione delle feste sacrificali. Per sorvegliare questo ordine è necessario qualcuno che sia preposto a questo compito. Questo è il sacerdote o la sacerdotessa. Il sacerdozio non è una condizione generale, ma il servizio restato a un determinato dio in un unico santuario: nessuno è sacerdote come tale. Il sacerdote ha spesso al suo servizio un custode per l'organizzazione dei sacrifici e vengono anche nominati degli addetti ai sacrifici.

Raramente il sacerdote abita nel tempio, ma ci si aspetta comunque che egli assolva alle sue responsabilità. Le cariche sacerdotali sono spesso ereditarie all'interno di determinate antiche famiglie, le quali devono la propria dignità non da ultimo ad un tale privilegio. I sacerdoti spesso vengono assunti, è infatti la comunità che decide, sebbene l'assegnazione possa valere anche come manifestazione della volontà divina. Una carica sacerdotale porta comunque delle entrate, per lo più sottoforma di cibo, secondo una usanza antichissima. Insieme all'animale sacrificale, il sacerdote riceve anche offerte di cibo, che egli utilizza solo parzialmente nel sacrificio, visto che gli spetta una porzione della carne arrostita e anche le vivande che stanno disposte sopra una tavola accanto all'altare. Spesso riceve anche la pelle. Il sacerdozio in Grecia non è una forma di vita, ma una carica sacerdotale.

secondaria e onoraria: Può comportare numerosi dispendi. Procura notevole prestigio. La persona devota ha profondo rispetto per il sacerdote. Il sacerdote ha delle caratteristiche fisiche molto evidenti: Porta lunghi capelli; Agone. Una fascia attorno al capo; Una corona; Vesti preziose; Una speciale cintura; Tiene in mano un bastone.

La sacerdotessa invece, viene spesso figurata mentre porta la chiave nel tempio. Il sacerdote sembra proprio classificarsi come un dio. Gli è richiesta la purezza corrispondente al SACRO. Di ciò fa parte: Evitare il contatto con i morti; Evitare le partorienti; Evitare il rapporto polare con la sessualità; Il celibato a vita quasi non esiste; Rispettare a seconda dei momenti divieti per certi cibi e digiuni; Essere privo di difetti fisici; Mutilati e storpi sono esclusi; Ognuno in qualche modo può diventare sacerdote.

POMPÉ: La forma primaria per la costituzione dei gruppi

è il corteo e la processione in greco è definita pompè. In una festa essa non manca quasi mai. Meta dell’azione sacra è il santuario, dove hanno luogo i sacrifici e anche il percorso che si compie è sacro. Esistono anche processioni, che rappresentano l’abbandono del santuario, il congedo, l’interruzione per un periodo di purificazione.

Pompè significa SCORTA e il nome stesso dimostra come in essa sia presente il suo stesso scopo. Esistono anche ruoli denominati con precisione:

  • Portatrice di canestro;
  • Portatrice di acqua;
  • Portatore di pantera;
  • Portafuoco;
  • Portatore di rami.

Nelle processioni non possono mancare gli animali da sacrificio, che servono per l’atto sacro e il banchetto festivo. Il monumento che mostra bene come si compone un corteo è il fregio delle Panatenee.

AGERMOSÈ diffusa l’usanza di raccogliere le offerte. In ambito greco, tale rito, ha un valore piuttosto marginale.

Vengono portati gli esempi delle sacerdotesse di Atena polias e dei bambini che portano i rami d'ulivo. Alla promessa di benedizione corrisponde la richiesta di offerte. I culti ufficiali vengono finanziati con denaro pubblico.

Appartenere ad un gruppo originario significa apprenderne le danze. Danza e musica sono inscindibili e gli strumenti di maggiore uso sono:

  • Flauto doppio
  • Strumenti a corde pizzicate

Celebrare le feste significa anche "predisporre dei cori". Il canto è associato all'animale da sacrificio, che segue il corteo. Solo nel santuario si dà avvio alle danze di volta in volta specifiche: così i nomi di Ditirambo e Peana sono chiamati sia il dio che il canto.

Il culto esige la ripetizione di canti antichi, fissati in formule magiche. Il canto deve ogni volta in maniera nuova allietare il dio nella festa. Per questa prassi cultuale è

Dettagli
A.A. 2012-2013
11 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della religione e della storiografia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Camassa Giorgio.