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Russia, attraverso uno scontro risolutivo contro il marxismo e il "bolscevismo giudeo" Questi obiettivi

trovarono attuazione pratica durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre il processo di pensiero

hitleriano giungeva a pieno compimento con la stesura del suo "Mein Kampf" nel 1924. I primi e più

odiati nemici di Hitler erano gli ebrei. Diversi studi e moltissimi storici hanno studiato a lungo sulle

cause di questo odio attraverso la concezione di diverse teorie: alcune decisamente fantasiose

(presunto avvelenamento della madre da parte di un medico ebreo), altre più radicate. L'odio

cominciò a maturare a Vienna, quando Hitler rimase fortemente impressionato dalle idee antisemite

del sindaco della città Karl Lueger. Da allora, disse Hitler, "cominciai a vedere ebrei dovunque

andassi". Anche la sua vita da sbandato nei bassifondi di Vienna dovette far maturare questa

convinzione. La concezione politica si sviluppa dal 1919, quando frequenta alcuni corsi di formazione

ideologica organizzati dall'esercito e prende coscienza dei maneggi del capitale finanziario

internazionale. Li di punto in bianco gli fu offerta l'opportunità di parlare alle masse e da allora ebbe la

certezza di saper parlare, di avere questo talento. Le sue critiche partirono proprio dal trattato di

Versailles, attaccando Francia e Inghilterra, mentre gli ebrei erano attaccati in quanto agenti del

capitale finanziario, e si convinse dell'esistenza di una cospirazione mondiale ebraica. Sarebbe stato

necessario abolire tutti i diritti ed estirpare dal mondo l'intera razza ebraica, in quanto il potere degli

ebrei appariva agli occhi del dittatore l'espressione massima del potere del capitale, direttamente

responsabili della guerra, della sconfitta e della morte di milioni di tedeschi. I finanzieri ebrei erano poi

usurai, approfittatori e parassiti. In un discorso alle SA del 1922, Hitler affermò che il suo unico

interesse era rivolto alla questione ebraica che aveva ispirato il marxismo e la rivoluzione bolscevica.

Durante il processo per alto tradimento alla nazione nel 1924 (dopo il fallito colpo di stato del 9

novembre 1923 con l'obiettivo di far cadere il governo del Reich) dichiarò di voler sconfiggere il

marxismo. La lotta tra razze è direttamente correlata alla questione ebraica: Hitler non solo vedeva

nella razza ebrea l'antitesi della razza superiore ariana, ma anche la causa dell'"inbastardimento del

sangue" tedesco. Gli ebrei erano per lui parassiti, che prosperavano nel corpo di altre nazioni e Stati

e che, distruggendo le razze pure, avrebbero conseguito alla fine il dominio sul mondo. Lo spirito

messianico e la capacità propagandistica di Hitler lo portarono alla guida del movimento

nazionalsocialista tedesco rispetto ai profili degli altri esponenti: Hess (introverso), Streicher

(demagogo razzista), Goring (uomo di azione), Goebbels (chierico), Himmler (freddo, disumano e

scontroso).

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Per ricostruire il modo in cui Hitler giunse ai vertici del potere è necessario partire dalla situazione

tedesca alla fine del 1929, con la definizione del pagamento delle riparazioni di guerra dovute alla

Germania ai vincitori della Grande Guerra, il crollo della borsa di New York e la perdurante crisi

economica, ma anche politica, in Germania. Ciò fece salire di molto i consensi della NSDAP, il partito

di Hitler, che uscì rafforzato dalle elezioni del 1930. Ma il consenso ottenuto dal partito

nazionalsocialista parte del 1920, quando Hitler divenne in pochi mesi l'oratore principale e organizzò

una serie di riunioni e congressi per spiegare le sue idee al popolo. Attraverso Rohm, stabilì contatti

importanti con ufficiali dell'esercito e militanti della destra radicale, mentre Eckart svolse un ruolo

prezioso come collettore di fondi e mediatore di ricche personalità affezionate al movimento. Nel

1921 Hitler aveva letteralmente oscurato il capo fondatore del partito Drexler con le sue capacità

propagandistiche e il ruolo di fustigarore del sistema politico weimeriano. Inoltre a partire dal 1923

grazie a Rohm fu possibile la formazione di squadre paramilitari, che in breve tempo divenne la

formazione più aggressiva ed estremista della Germania. Una crisi si ebbe nel 1926 quando alcuni

esponenti (in primo luogo Strasser) chiesero un cambio del programma di partito, giudicato troppo

vago e illusorio, ma Hitler seppe stoppare gli attacchi, ribadendo la necessità della lotta contro il

bolscevismo giudeo e internazionale. Nel 1930 poi Strasser venne espulso dal partito. La dote

principale che distingueva Hitler era la sua capacità di suscitare la visione di un futuro eroico per una

Germania rigenerata e risorgente dalle sue ceneri, una visione che prometteva grandi benefici per

tutti, mentre garantiva ai nemici l'annientamento totale. Dote esaltata dalla crisi generale dello Stato e

dalla grandiosa macchina propagadantistica nazista costruita attorno alla figura del Fuhrer. In una

dichiarazione ad Amburgo nel 1926 dichiarerà: "la comprensione è una piattaforma instabile per le

masse, l'unica emozione che non vacilla è l'odio". La propaganda hitleriana attecchì con maggiore

successo nel nord-est della Germania che non a sud e a ovest (maggioranza cattolica). Moltissimi

erano poi i consensi fra lavoratori autonomi, contadini ed impiegati. La macchina propagadantisca

ebbe effetti eccezionali tra il 1930 e il 1932 con manifestazioni spettacolari (noleggi di aerei,

cartelloni, striscioni, manifestazioni di piazza); mentre con la nomina di Bruning a capo del governo

nel 1930 il cancelliere governava sempre di più attraverso decreti d'emergenza controfirmati dal

presidente Hindenburg, che divenne indispensabile per chiunque ambisse al potere. La crisi

persistente e le pressioni delle elites tedesche portarono Hindenburg a sostituire Bruning, ma i suoi

successori Papen e Schleicher ebbero vita breve (dopo una serie di intrighi di palazzo) Fu così che

attorno al gennaio del 1933, venute meno tutte le possibili alternative, i grandi proprietari terrieri e una

parte di uomini della finanza accettarono l'idea che l'unico governo possibile fosse quello guidato da

Hitler. Fu Papen a indirizzare Hindenburg verso questa strada facendo nominare Hitler a capo di un

governo formato da 2 soli ministri del suo partito (Frick e Goring, rispettivamente ministro e sotto-

ministro dell'Interno) e di forte impronta nazional-conservatrice. Ma da li a breve le cose cambiarono.

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Il dominio nazionalsocialista ebbe inizio da una politica di terrore e repressione verso gli oppositori:

migliaia di operai legati alla sinistra vennero imprigionati, gli ebrei, pur essendo una minoranza,

vennero sottoposti alla più spietata persecuzione, insieme a zingari, omosessuali, mendicanti,

minoranze razziali e lavoratori stranieri. Bastarono 6 mesi per distruggere i Germania le varie forme

di opposizione politica: benchè solo Hitler e Goring fossero al governo, il 30 Gennaio del 1933 diversi

componenti della coalizione politica si accordarono sulla necessità di porre fine al regime

parlamentare in Germania. Il ministro dell'economia Hugenberg chiese il bando del partito comunista,

ma Hitler si rifiutò in quanto sarebbe potuta scattare un insurrezione popolare. Paper suggerì una

legge che garantisse pieni poteri al governo, ma per fare ciò sarebbe stato necessario chiedere

l'appoggio del partito cattolico del Zentrum, che si dichiarava contrario. A questo punto Hitler scelse la

strada delle nuove elezioni. Agli occhi dei partiti ciò apparve la possibilità di ottenere un consenso

plebiscitario e così accettarono le elezioni anticipate, ma non avevano fatto i conti con Hitler. Nel

1932 dei decreti d'urgenza portarono alla soppressione di qualsiasi attività anti-governativa e il

ricorso ad armi da fuoco per scacciare "organizzazioni sovversive". Ciò portò ad un escalation di

violenze a danno in particolare dei comunisti, che vennero imprigionati, torturati ed uccisi. Nel

frattempo le elezioni del 3 Marzo 1933 portarono la NSDAP al 43,9% di consensi e al trionfo del

partito nazionalsocialista. Il 23 Marzo venne approvata una legge che consentiva al Governo di

legiferare senza aver bisogno del Parlamento. Con l'eliminazione della sinistra e l'autoscioglimento

degli altri partiti tra maggio e giugno, il 14 Luglio 1933 la NSDAP fu dichiarata ufficialmente l'unico

partito tedesco. Le forze armate furono l'unica istituzione che riuscì a conservare intatta la propria

forza davanti all'invadenza del regime nazista. Hitler si rendeva conto che essi rappresentavano una

forza con cui bisogna comportarsi con prudenza per poter instaurare un regime totalitario completo.

Così, quando alcuni vertici militari cominciarono a vedere con preoccupazione la subordinazione

dell'esercito ad una nuova e più importante milizia, il dittatore si mostrò pronto a colpire. Il 30 Giugno

1934 nella "notte dei lunghi coltelli" i vertici della SA vennero imprigionati e prontamente fucilati con

un azione lampo condotta dalla Gestapo e dalle SS e lo stesso Rohm venne ucciso davanti a Hitler.

La perdita di potere subita dalle SA andò a vantaggio delle SS, la fedelissima guardia personale di

Hitler. Dopo la morte di Hindenburg, nel giro di qualche settimana, tutti i militari prestarono

giuramento di fedeltà ad Hitler. Per i nazisti la legge rappresentava null'altro che la "formulazione

legale della volontà del Fuhrer". Per questo venne introdotto un codice nazista a sostituzione delle

vecchie leggi, da usare e sfruttare a proprio esclusivo vantaggio. Il 17 Giugno 1936 con un decreto

Hitler nominò Himmler capo della polizia tedesca e delle SS, garantedogli un enorme potere in

quanto responsabile della difesa interna della nazione.

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Il nazismo al potere mostrò un eccellente dinamismo che lo contraddistinse. Sin dall'inizio apparve

chiaro che un ruolo chiave sarebbe stato quello del ministro della Propaganda Joseph Goebbels,

responsabile sin dal 1929 della propaganda del partito. La stampa, la radio, la cinematografia, la

letteratura, la musica e le arti furono ben presto allineate alle direttive del regime. Il culto di Hitler

divenne il centro della sua attività, fondato sulla certezza che il Fuhrer avrebbe sempre fatto il giusto

per il suo popolo. Un esempio riguardò i dipendenti pubblici, che dal Luglio 1933 dovevano esprimere

il pubblico con un gesto visibile la loro lealtà (Heil Hitler!). Il ripristino della grandezza tedesca doveva

passare dall'eliminazione del nemico ebreo che divenne il capro espiatorio: ciò poteva significare

disfarsi di un rivale in affari, ma anche nell'acquistare una proprietà a prezzo stracciato o

semplicemente sfogare la rabbia causata dalle frustazioni della vita. Criminali ma anche medici ne

approfittarono per esperimenti e azioni disu

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Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ahmed89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Travagliante Giuseppa.