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CAUSE ECONOMICHE:
- la perdita del ruolo di prima potenza dell'Inghilterra;
- la spietata concorrenza nei Paesi europei per difendere le proprie economie;
- la fine della conquista coloniale;
- la corsa agli armamenti divenuta un grande affare economico che saldava gli interessi
dell'industria pesante con il militarismo ed il nazionalismo.
CAUSE CULTURALI:
- All'idea di patria si andava associando un insieme di elementi reazionari, di razzismo, di
aggressività imperialistica, di istinto di potenza.
- La nascita di nazionalismi.
I fronti.
Orientale: in Galizia dove si registrò una guerra di posizione e un non avanzamento delle
truppe austro-tedesche.
Occidentale: aggiramento tedesco con occupazione del Belgio per avere una invasione della
Francia: si avrà una guerra di posizione che si protrarrà per tre anni.
Meridionale – ottomano (Dardanelli): si aprì nel 1915 per un attacco inglese nei confronti
della Turchia.
Italiano: avviene tutto sul fiume Isonzo in quanto l’obiettivo erano le terre irridenti.
Marino: Inghilterra e Germania combattevano, per garantirsi possibilità di rifornimento di
armamenti e di generi di consumo (la Germania adoperò i sottomarini). I tedeschi affondano il
transatlantico Lusitania: guerra totale.
Le crisi marocchine e
le guerre balcaniche.
Le due crisi marocchine si verificano nel 1905 e 1911 a causa dell’occupazione da parte
della Francia di alcune zone del Marocco. Ambedue le crisi finirono con il risolversi con la con la
conferenza internazionale di Algerias del 1906. Ma se la Francia ha il protettorato sul Marocco la
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Germania ottiene solo la protezione del Congo Francese. Della seconda crisi marocchina del 1911
approfitta L’Italia per strappare alla Turchia la Libia.
Nel 1908 però comincia anche una crisi balcanica: l’Austria trasforma in annessione
l’armistizio della Bosnia Erzegovina. L’occasione avvenne dall’ulteriore indebolimento dell’impero
turco. L’Azione dell’Austria appoggiata dalla Germania ebbe come contro colpo l’indebolimento
della Triplice e un aumento di tensione nei rapporti con la Serbia in quanto aspirava ad annettersi
alla Bosnia Erzegovina poiché voleva fare un grande stato degli stati del sud. Un aumento di
tensione avvenne non solo con la Serbia ma anche con la Russia, nonché protettrice della Serbia
che preparava una lega dello stato balcanico. Quindi abbiamo Austria – Germania, Serbia –
Russia e l’Italia era in mezzo. A queste crisi seguirono due guerre la prima del 1912 e la seconda
del 1913.
1912: la Turchia venne sconfitta dall’Italia per la Libia e successivamente la Grecia la
Bulgaria la Serbia e Montenegro si coalizzarono contro l’impero turco che sconfitto, dovette
rinunciare a tutti i territori europei. Quindi abbiamo tutti i popoli slavi contro la Turchia.
Sull’adriatico nasce il nuovo principato di Albania per volere dell’Austria e della Germania per
impedire alla Serbia lo sbocco sul mare. Vincono sulla Turchia ma come si dividono le terre?
1913: provocò la guerra tra le vincitrici della Turchia. La Bulgaria attacca la Grecia e la
Serbia ma viene accerchiata dai suoi ex alleati e dalle Romania e viene soprafatta. I vantaggi
ottenuti vengono tolti alla Bulgaria con il Trattato di Bucarest. Quindi alla Turchia vengono restituite
alcune terre. I vantaggi andarono alla Serbia che vene annessa la Montenegro.
Il problema della Germania.
La Germania costituiva un bel problema: aveva due fronti scoperti, era alleata di Austria e
Italia e nemica della Russia. Pertanto venne proposto il Piano Schiliffen: si prevedeva una rapida
mobilitazione dell'esercito tedesco in direzione francese e al contempo avrebbe mantenuto un
atteggiamento difensivo allo scopo di attirare all'attacco l'esercito francese; dopo aver ottenuto la
rapida sconfitta della Francia si prevedeva di spostare velocemente le truppe fidando sui lunghi
tempi di mobilitazione dell'arretrato esercito russo. Obiettivo ultimo del piano era un ripetersi degli
avvenimenti che avevano portato alla sconfitta della Francia nella guerra franco-prussiana del
1870. La strategia tedesca, che avrebbe voluto una «guerra lampo», si scontrò con la capacità di
resistenza degli eserciti dell'Intesa: la guerra divenne così «di posizione» nelle trincee, sul fronte
occidentale e su quello orientale. Le trincee permettono di avere una unità nazionale di fronte al
nemico, superando quindi molte fra le grandi rivalità storiche.
La situazione italiana.
Essa era divisa fra interventisti e neutralisti. Interventisti: i nazionalisti che rivendicavano
terre italiane (Trento e Trieste) o parzialmente italiane (Istria e Dalmazia), gli irredentisti che
rivendicavano solo Trento e Trieste in nome degli ideali risorgimentali, i socialisti riformisti ed i
radicali. Neutralisti: la maggioranza degli italiani. Nonostante il numero vinsero gli interventisti, tra
cui nazionalisti e irredentisti che volevano la liberazione di tutto il territorio italiano, grazie ad una
grande propaganda tramite mass media di cui si fecero promotori Gabriele D’Annunzio e Mussolini
che, cacciato da PSI, fondò il giornale Popolo d’Italia, strumento di propaganda bellicista.
L'Italia abbandonò il sistema di alleanze in cui era inserita ed il 26 aprile 1915 aderì
all'Intesa: il 24 maggio 1915, l'Italia entrò in guerra, aprendo un altro fronte: lungo i confini con
l'Austria dal Carso al Trentino.
1917: l’anno della strage e della svolta.
Due furono i punti di snodo: l'ingresso degli USA in guerra e l'uscita della Russia, in piena
rivoluzione comunista.
A ciò si aggiunse il rifiuto della guerra da parte dei soldati, cosa che divenne un fenomeno di
massa: il disfattismo dei soldati andava di pari passo con quello delle popolazioni, travagliate dalla
miseria, dalla carestia crescente, dall'inflazione e dalle condizioni di lavoro spesso insopportabili.
Questa situazione determinò un ulteriore autoritarismo da parte dei governi che vide la 25 58
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delegittimazione del Parlamento. In questo periodo prese avvio la decisiva offensiva austro-
tedesca per risolvere il conflitto prima dell'ingresso in guerra degli USA. A farne per primo le spese
fu l'esercito italiano, sconfitto a Caporetto con gravissime perdite umane e materiali; ma l'offensiva
tedesca si arenò sul fronte occidentale, dove gli eserciti franco-inglesi resistettero strenuamente.
Con l'arrivo delle forze americane, le armate dell'Intesa passarono alla controffensiva e nel
giro di 3 mesi, da agosto ad ottobre 1918, ebbero la meglio sugli austro-tedeschi. L’Austria firmò
l’armistizio il 4 Novembre 1918 e la Germania l’11. La grande guerra era finita ma si lasciava alle
spalle una pesante eredità di distruzioni economiche, di conflitti sociali e di tensioni politiche.
Inoltre Inglesi e Americani avevano dichiarato sempre nel 1917, nel tentativo di attirare
simpatie e poteri, che avrebbero ritagliato in Palestina uno spazio nazionale ebraico agli Arabi: ciò
non avvenne e creò non poche tensioni con come causa forti migrazioni.
I trattati di pace.
Si aprì così, a Versailles, la conferenza di pace. Al tavolo delle trattative si scontrarono due
diverse strategie: quella francese a cui si adeguò il resto dell'Europa animato dal desiderio di
annientare la Germania, e quella americana, propugnata dal presidente Wilson, volta a
promuovere la riorganizzazione politica e territoriale dell'Europa sulla base del principio
dell'autodeterminazione dei popoli ma come poteva esser instaurata una pace in Europa Orintale
se i popoli erano tutti misti e con poche risorse?). Purtroppo prevalse la prima tendenza, pertanto
le legittime aspirazioni nazionali di diversi popoli furono subordinate al desiderio di imporre
durissime condizioni ai vinti.
Conferenza di Parigi 1919 – 1920: si stabiliscono i criteri fondamentali dei trattati.
o Trattato di Versailles, 29 giugno 1919 con la Germania: Alsazia e Lorena vengono
o cedute alla Francia; altre concessioni in favore di Belgio Polonia e Danimarca;
occupazione del bacino carbonifero tedesco della Rhur; onerose riparazioni di guerra.
Trattato si Saint Germain – an –Layne, 10 settembre 1919 con l’Austria: definitivo
o smembramento dell’impero asburgico.
Trattato del Trianon , 6 aprile 1920 con Ungheria: cessioni territoriali a favore di Romani
o Cecoslovacchia e Iugoslavia.
Trattato di Neully , 20 novembre 1919 con Bulgaria: concessioni territoriali a favore di
o Iugoslavia e Grecia.
Trattato di Sevres , 10 agosto 1920 con la Turchia: si ebbe un definitivo smembramento
o dell’impero ottomano e la internazionalizzazione degli stretti.
Trattato di Versailles : vieta il pregio di autodeterminazione a Germania e Austria e quindi
o di unificarsi.
Libia e Siria con un mandato vengono affidate alla Francia e con le medesime modalità
o Iraq Palestina e Arabia vengono affida all’Inghilterra.
Tali trattati avevano lo scopo di ridare un equilibrio all’Europa.
Si trattò fondamentalmente di una serie di trattati punitivi nei confronti della Germania che si
ritrovò a dover ripagare tutti i suoi debiti di guerra. Tuttavia, questo fattore messo insieme alla
ingente nascita di nazionalismi, costituiscono un elemento in sospeso che renderanno inevitabile il
secondo scontro mondiale.
Si trattò però di una pace imposta senza condizioni: la Germani infatti perde molti dei suoi
bacini e vide il disarmo delle proprie truppe proprio per pagare i debiti di guerra (la flotta rimase
però intatta).
Al fine di promuovere tutte le iniziative proposte durante la conferenza di Versailles nasce la
Società delle Nazione, tuttavia in modo diverso rispetto a come Wilson la desiderava in quanto egli
aveva una concezione perenne di tutti gli stati del mondo: mancavano infatti Germania e Russia e
poi anche Stati Uniti, a seguito nel 1921 della perdita di Wilson a favore del repubblicano Hardin
che promosse una politica di isolamento etero. Pertanto la Società delle Nazioni che verrà affidata
a Francia e Inghilterra, conterà ben poco. 26 58
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1920 – 21, Turchia. Ataturk fece cacciare il sovrano costituzionale precedente creando uno
stato tipicamente europeo con tutti gli aspetti politi più esasperati in quanto cominceranno a
sterminare le minoranze presenti.
Conseguenze socio – economico – culturali della guerra.
- Molti morti e feriti.
- Le privazioni di anni di guerra indeboliscono gli organismi e favoriscono la diffusione di
malattie come ad esempio la Spagnola.
- Difficoltà di reinserimento nella vita sociale civile ed economica.
- Difficoltà di riconversione dell’industria: se p