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Nel Nord, lo stile galante si sarebbe evoluto nel cosiddetto ‘stile della sensibilità’ che sotto l’influsso dello Sturm und Drang
sarebbe sfociato nel Romanticismo
Nel Sud, questo percorso sarebbe stato inframezzato dall’esperienza del ‘classicismo viennese’
Questo’doppio binario’ spiegherebbe meglio la discrepanza tra lo sviluppo del pensiero filosofico-estetico, a cominciare dalla fine
del Settecento, da parte dei letterati romantici del Nord; una musica che in ambito viennese, nello stesso periodo, appare ancora
legata al pensiero illuministico.
Nella visione settecentesca (illuministica) delle arti, il ruolo della musica era stato eminentemente quello di esprimere un
determinato affetto, enfatizzando le potenzialità semantiche della parola. La musica strumentale occupava quindi una posizione
subordinata.
Con lo ‘stile della sensibilità’, incarnato nell’opera di Carl Philip Emmanuel Bach, la musica aveva cominciato a
– conquistarsi un ruolo espressivo autonomo.
Crollata l’illusione illuministica di una comprensione razionale della realtà, constatata l’insondabilità del mondo e della sfera
dei sentimenti con gli strumenti forniti dalla ragione, si riconosce ora proprio all’intuizione artistica la sola possibilità di
superare quei limiti. Si assiste dunque a un ribaltamento totale rispetto alla gerarchia tradizionale delle arti: il primato va alla
musica, e in particolare alla musica strumentale , libera dalle costrizioni del logos e della materia
Tra i pionieri di questo nuovo corso del pensiero si annoverano:
il berlinese Wihelm Heinrich Wackenroder (1773-1798)
Gli esponenti del cosiddetto ‘circolo di Jena’: Novalis (Fiedrich von Hardenberg, 1772-1802); Ludwig Tieck (1773-1853); i
fratelli August Wilhelm (1767-1845) e Friedrich (1772-1829) Schlegel, fondatori della rivista “Athenaeum” (1798-1800)
La Romantik (il romanticismo) che questi autori vennero teorizzando è un fenomeno complesso, difficile da definire nella
misura in cui deriva proprio dalla presa di coscienza della natura mutevole e contraddittoria della realtà.
Culto della libera espressione fantastica
Esaltazione del soggettivo e tendenza al superamento di sé nel sentimento e nello slancio passionale verso l’altro, verso la
collettività, verso Dio
Superamento della distinzione tra le arti e tra i generi
Rivalutazione dell’elemento popolare, di quello religioso, della natura, del medioevo (come culla della civiltà moderna),
– dell’oscurità e della notte, della musica tra tutte le arti
Attenzione alle date:
La prima opera letteraria compiutamente romantica sono le Herzensergiessungen eines kunstliebenden Klosterbruders (trad:
Effusioni del cuore di un monaco amante dell’arte) di Wackenroder (1796)
Tra gli scritti musicali più interessanti di Hoffmann la recensione alla Quinta sinfonia di Beethoven (1810)
Prima espressione del romanticismo musicale sono considerati i Lieder op. 1 e 2 su testo di Goethe di Franz Schubert (1814)
Sul piano della prassi della composizione musicale l’Ottocento non ripudia il Settecento (e il Romanticismo non si contrappone al
Classicismo). Per quanto concerne la musica strumentale:
è nell’Ottocento che Haydn, Mozart e Beethoven vengono elevati al rango di classici
Beethoven, in particolare, continua ad essere un modello per tutto l’Ottocento
la logica sonatistica non viene meno: si trasforma e ad essa sia affiancano nuove possibilità formali
Nel 1834 lo storico della musica Raphael Georg Kiesewetter definì la fase a lui contemporanea come “l’età di Beethoven e di
Rossini”.
Questo binomio consente di cogliere un ulteriore elemento di continuità del Settecento dentro l’Ottocento: la concezione della
musica nell’ambito del sistema produttivo teatrale
Beethoven
musica strumentale
musica come opus, come ‘testo’ intangibile, destinato anche e talvolta soprattutto alla posterità
musica come architettura complessa
musica che richiede uno sforzo di comprensione
Rossini
- musica teatrale
musica come oggetto da consumare nell’immediato, da adattare e modificare sulla base delle possibilità di esecuzione
predominanza della linea melodica
musica più semplice, di immediato appeal
E’ nel corso dell’Ottocento che si assiste alla mitizzazione della figura e dell’opera di Ludwig van Beethoven. I compositori della
tradizione romantica di area tedesca guardano a lui non secondo un processo ‘lineare’ (tramandando cioè il suo insegnamento di
generazione in generazione), ma in modo circumpolare (definizione di Carl Dahlhaus): ciò significa che ciascuno privilegia e si
confronta con
determinati aspetti della sua opera.
Tra il 1815 e il 1816 Beethoven compose pochissimo, dopodiché tornò a comporre in modo radicalmente mutato (le ultime sonate
per pianoforte opp. 106, 109, 110 e 111; gli ultimi quartetti per archi opp. 127, 132, 130,135 e la Grande fuga op.133; le
Variazioni su un tema di Diabelli; la Sinfonia n. 9, la Missa solemmnis)
La forma comincia a non essere più presentazione ed elaborazione di elementi tematici, ma è processo essa stessa. Ciò che conta
non è tanto la compiutezza e la bellezza dei temi quanto l’icasticità di motivi che si prestano a essere sviluppati e attraverso i
quali è possibile esplorare territori armonici e formali nuovi.
Esoterismo: Sottigliezza compositiva, capacità di sviluppo a partire da piccole cellule, capacità di creare strutture sonore
organiche, in cui le microstrutture si riverberano nelle macrostrutture e viceversa.
Essoterismo:Spiccata volontà di comunicazione con il grande pubblico. E’ questo il periodo delle composizioni più celebri(rese
dall’Ottocento): quelle eroiche, prometeiche, simbolo dell’umanità che soffre, si batte ed ha la meglio sulle avversità.
Di fronte all'oscurità e all'esoterismo del linguaggio delle ultime opere di Beethoven, la cultura musicale s'era scissa in una
maggioranza e una minoranza: la prima che manifestava nei suoi confronti perplessità e rifiuto; la seconda invece che in quella
fluttuante oscurità salutava il dispiegarsi di un ineffabile sentimento mistico. Proprio da questa minoranza si era formata una
nuova tendenza romantica la quale si proponeva di ampliare i confini del suo regno e di far progredire l'arte oltre quel limite, che
già B aveva varcato.
Quello che avevamo dunque annunciato come il pieno rigoglio del romanticismo musicale, si presenta perciò adesso anche come
un nuovo romanticismo, il quale riattiva quelle tendenze radicali estreme, che all'inizio del secolo si erano manifestate con più
incisiva originalità nella concezione della musica elaborata dal romanticismo letterario; e le riattiva nel senso che sono adesso i
musicisti a farsene consapevoli portatori, sia nella teoria dei programmi e dei manifesti sia nella pratica delle opere. Il concetto di
neoromanticismo è rimasto operante nella storiografia musicale tedesca per designare la prosecuzione del movimento romantico e
l'affermazione della musica.
Si accentua nella musica l'aspetto nazionalistico; tra i molti sintomi il più caratteristico è la diffusione del culto romantico di
Bach, che in questi anni comincia vigorosamente ad attecchire, e la graduale sostituzione, nel ruolo di stella polare della
tradizione nazionale, del più mondano e internazionale Haendel. Dall'altra parte gli effetti di questo furore non furono sempre
positivi: essi raggiunsero spesso punte di ottusità sciovinistica e di chiusura provinciale, che non risparmiarono nemmeno gli
spiriti più aperti e sensibili.
Rispetto alla letteratura la musica andava proprio nella direzione opposta. Basterà confrontare le dichiarazioni di Heine e
Schumann: il primo poteva salutare gli avvenimenti del trenta come uelli che sancivano la fine, delle Kunstperiode, del periodo
artistico della letteratura tedesca, Schumann proclamava invece, la necessità di combattere il non artistico recente passato e
invocava un'età poetica.
Il nuovo romanticismo che prende le mosse dai rivolgimenti degli anni trenta è tutt'altro che un puro e semplice ritorno a quello
dell'inizio del secolo, anzi se ne distacca altrettanto nettamente che dal realismo della letteratura contemporanea, proprio nel suo
romantico slancio verso il regno assoluto della poesia. Il bisogno di una musica nuova e impegnata comporta ora con sé il
rovesciamento dell'idea di musica assoluta del primo romanticismo. La musica è diventata inconcepibile senza un'originaria
motivazione o intenzione poetica che ne legittimi la verità e la necessità e le fornisca anima e slancio; essa perciò rimanda a
qualcosa che è “dietro” di sé, e che traspare attraverso simboliche citazioni nel testo. È questa la novità più vistosa di questa
seconda e più intensa fase del romanticismo musicale. Al diverso atteggiamento tenuto a questo proposito da ciascuno dei suoi
protagonisti corrisponde una diversa soluzione dei problemi della composizione musicale, che d'ora in poi insorgono tanto più
pressanti, quanto più imperiosa si impone alla coscienza del musicista la qualità negativa che l'esercizio del proprio lavoro
d'artista ha ormai acquistato.
Mendelssohn
Nel panorama musicale degli anni 30 40, M (Amburgo 1809- Lipsia 1847) veramente incarnava una nuova figura d'artista: nuova
innanzitutto dal punto di vista della collocazione, meglio ancora della rappresentatività sociale. Rampollo di una famiglia
berlinese di ceppo ebraico, prestigiosa per le tradizioni di cultura. Se Mendelssohn da una parte sembra voler impersonare la
definitiva affermazione della borghesia come classe dominante anche nel campo della cultura musicale, al tempo stesso cancella
ogni ricaduta della vecchia immagine del musicista operatore subalterno o comunque delegato. Nuova è la sua figura di artista
libero e disinteressato. Si annovera senz'altro tra i beethoveniani. Il rapporto che egli ebbe con l'ambiente nel quale visse e operò,
risulta ambivalente: animato da una fervida e ispirata partecipazione, ma insieme come frenato da un certo qual aristocratico
distacco, che gli permise di schierarsi contro l'ottusità della “destra” codina senza per questo mescolarsi alle turbolenze della
“sinistra” rivoluzionaria, ma senza nemmeno ristagnare nel moderatismo.
La sua educazione fu di qualità pari al rango intellettuale della famiglia e fu di tipo umanistico nel senso più antico e nobile, ossia
un'educazione volta a sviluppare armoniosamente le facoltà dello spirito e del corpo. Per quanto riguarda l'educazione musicale,
ad essa sovraintese Zelter. I motivi