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Musica, Strauss si ritirò in una scrittura di tipo accademico e tradizionale.
La svolta inizia con
Il cavaliere della rosa (1911), Arabella (1933) e Daphne (1938).
Le strade della nuova musica.
Il sistema tonale era giunto a saturazione. Urgeva cercare nuove possibilità
musicali. Anni tra 8 e 900: gli anni del rinnovamento, della Musica Moderna
(fremente di novità).
Alcuni compositori, come MusorgskiJ, Janacek, Bartok e in parte
Stravinskij attinsero al folklore dei loro paesi, mentre Debussy si rivolse al
patrimonio musicale orientale.
Altri, come Schonberg, s’incamminarono verso strade nuove: essi giunsero
ad una completa atonalità.
Il confine della Nuova Musica veniva tracciato intorno all’anno 1910, quando
Schonberg e la sua scuola scrissero le prime composizioni atonali.
Dalle musiche “altre” (quelle orientali a cui s’ispiravano) proveniva una
visione statica della musica “come vicinanza di colori e di superfici, al pari di un
quadro”, una musica in cui “non esiste fine”. Questa concezione atemporale
della musica la troviamo in Debussy e in Satie, quanto in Stravinskij.
L’arrestarsi dello scorrere del tempo ebbe due conseguenze:
1. Il timbro acquistò un ruolo
rilevantissimo.
2. Musica considerata come oggetto sonoro da costruire con rigore artigianale e non come parabola di sentimenti
umani (bandita ogni pretesa di metafisica).
Il confine musicale tra 800 e 900, dal punto di vista estetico andrebbe posticipato attorno al 1920, quando il Neoclassicismo
andò sostituendosi all’Espressionismo.
La generazione uscita dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale cancellò qualsiasi cosa avesse il sapore di retorica e di
soggettivismo romantico: agli strumenti suonati dall’uomo si affiancarono suoni e rumori registrati o creati
elettronicamente.
Ricostruire qualcosa che sostituisse il sistema tonale si era fatto molto difficile. Si avvertiva inoltre, il rischio che la società di
massa riducesse la musica “colta” a un prodotto commerciale, mercificata come la musica leggera.
Dopo anni roventi di polemiche ideologiche si è arrivati alla conclusione che forse ricostruire un nuovo linguaggio è inutile. Di
volta in volta, a seconda del materiale musicale che si trova a trattare, il compositore formula le regole in gioco a cui attenersi;
regole la cui validità può anche cessare appena conclusa la costruzione di quella particolare musica.
C’è però un pesante rovescio della medaglia: se ognuno che parla si crea la sua lingua personale, non può aspettarsi che gli altri
lo comprendano.
Nazionalismo e realismo nella musica dell’Ottocento.
Storia di compositori europei alla ricerca delle proprie radici.
Negli altri paesi europei la produzione era veramente autoctona e si svolgeva attraverso la trasmissione orale.
Con il Romanticismo le cose cambiarono:
La riscoperta delle origini fu condivisa da quasi tutti gli autori di questo periodo per contribuire al processo di autonomia e
identità culturale al proprio popolo: nascono le scuole nazionali.
• Russia:
Alla fine del 700 l’imperatrice Caterina 2° di Russia impresse un grande impulso verso l’opera italiana e l’opéra-‐comique.
Sotto Nicola 1° moltissimi fondi del paese venivano utilizzati per lo sviluppo musicale, allestendo opere di autori
esclusivamente stranieri.
Esisteva un’Opera Imperiale Russa, ma il suo repertorio e i suoi interpreti provenivano prevalentemente dall’estero.
Glinka
1804 – 1857.
E’ l’autore a cui più si segnala nella produzione operistica russa. Benché di formazione occidentale, Una vita per lo Zar (1836) è
considerata la prima opera russa: argomento tratto dalla storia russa, presenza di uno strumento tipico russo in orchestra (la
balalaika) e uso di canti popolari.
Nella seconda metà dell’800 molti artisti vollero valorizzare maggiormente la produzione nazionale: Rubinstein fondò la
Società Musicale Russa (1859) che venne subito accusata di essere troppo accademica dal gruppo dei Cinque, giovani
compositori che ambivano a porsi come i soli veri difensori di una musica d’arte autentica russa. Stiamo parlando di:
Balakirev, Cui, Musorgskij, Korsakov e Borodin. Insieme leggevano musica, discutevano le composizioni e volevano
assumere l’eredità di Glinka. Essi fondarono la Scuola Musicale Gratuita, che era dedicata all’istruzione dei dilettanti e
dell’organizzazione di concerti. Un altro loro lato comune fu il dilettantismo (quasi tutti loro non avevano lavorato e avuto
esperienze in campo letterario): in tal modo nessuna formazione accademica poté impedire la loro libera ricerca di nuove
strade musicali.
Nonostante tutto, quasi tutti i Cinque si mantennero non troppo discosti dall’area estetica dei neotedeschi, l’unico che se ne
allontanò di più fu:
Musonskij 1839 – 1981.
Risalire alle fonti della musica popolare per l’autore era un modo per accostarsi all’umanità, alla vita
vera, quella senza filtri razionali. “L&rsquo