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Area della Chiesa Anglicana

• In un primo momento, la Chiesa Anglicana aveva condannato gli scritti di Lutero e questo aveva fruttato al re Enrico VIII il titolo onorifico di difensore della fede attribuitogli dal papa. Il re aveva avuto 5 figlie femmine da Caterina d'Aragona, ma desiderava ardentemente un erede maschio. La passione per una dama di corte spinse il re a chiedere l'annullamento del suo matrimonio con Caterina e a sposare Anna Bolena. Le ragioni addotte dal sovrano erano che egli non avrebbe potuto sposare Caterina perché era stata sposata con suo fratello Arturo, ma Caterina sosteneva che Arturo era morto a 14 anni e che il matrimonio non era stato consumato. Al conseguente processo, la regina si appellò al papa, nipote di Carlo V, e Caterina prese le sue difese di fronte a papa Clemente VII. Condizionato dal gioco delle pressioni, Clemente non si decideva ad emettere la sentenza e si preparava lo scisma. Le ragioni risalivano alla seconda metà del 400, in quanto il sovrano inglese era considerato...

L'unica fonte di diritto sia nella sfera temporale che spirituale. Enrico VIII codificò solo questa tendenza. Dichiarò nullo il matrimonio di Enrico VIII (già segretamente sposato con Anna Bolena) e la scomunica di Clemente VII non servì a niente. Conferì a Enrico VIII il titolo di unico e supremo capo della chiesa anglicana: cadeva la distinzione tra sovranità temporale e spirituale; era abolita la giurisdizione papale in quanto il re era la fonte sia della giurisdizione temporale che di quella spirituale. Grazie al primo ministro furono promosse riforme economiche, conseguenza dell'atto: confisca dei beni di conventi e istituzioni religiose; l'incameramento tra i ben dei re di tutte le decime pontificie. La politica economica trova il consenso di ceti sociali diversi. Enrico VIII aveva promosso più che una riforma religiosa una riforma politico-costituzionale.

La dottrina cattolica aveva intaccato solo il primato pontificio, il che non era poco ma non era comunque l'adesione al luteranesimo. La vera riforma in materia teologica fu opera di Edoardo VI (1547-53). Il "libro della preghiera comune" riconosceva due soli sacramenti, battesimo e eucarestia, sopprimeva il carattere sacrificale della messa e aboliva il celibato ecclesiastico. Inoltre incamerò i beni dei vescovi. Il protestantesimo si avviava ad adottare il modello calvinista in materia teologica e attraverso la professione di fede ufficiale diventava religione di stato. Anche la Scozia aderì al calvinismo mentre l'Irlanda rimase cattolica. Pag 103-104-105 leggere Controriforma e riforma cattolica Il termine controriforma indicava l'azione con la quale un territorio veniva ricondotto con la forza alla confessione cattolica: ricattolicizzazione. Indica poi quel movimento interno alla chiesa cattolica che ebbe il suo culmine nel concilio di Trento.

Il concetto di controriforma ha un triplice significato:

  1. La repressione antiprotestante
  2. Il consolidamento dei dogmi e delle strutture ecclesiastiche
  3. La riorganizzazione interna della chiesa cattolica

Si tratta di una reazione complessa e a più livelli dei poteri che si opponevano al protestantesimo. Questi poteri sono 4:

  1. I re di Spagna che avevano stabilito un'alleanza con il pontefice e che avevano bisogno dell'aiuto della chiesa per far rispettare in tutto il loro vasto impero l'obbedienza al sovrano.
  2. La chiesa che, rotta l'unità religiosa aveva bisogno di consolidare la gerarchia e di ripristinare la sua autorevolezza. In quest'opera di restaurazione la chiesa non poteva fare a meno della monarchia spagnola, l'unica in grado di mantenere un potente esercito e di aiutare il papa sul piano finanziario.
  3. Teologi e cultura accademica cattolica
  4. Quarto potere i gesuiti, nuovo ordine religioso.

Attraverso l'uso del concetto "riforma"

La controriforma è un termine che indica il periodo della storia della Chiesa cattolica in cui si è verificata una reazione al protestantesimo e un rinnovamento religioso. Questo periodo si colloca nel tardo 400 e fa riferimento principalmente al movimento della devotio moderna, ai cenacoli e ai gruppi erasmiani, all'intensa attività assistenziale tramite la creazione degli ospedali e alla nuova religiosità promossa dal concilio di Trento.

La storiografia moderna ha superato la divisione tra i concetti di controriforma e riforma cattolica, preferendo connetterli. Controriforma e riforma cattolica sono due tendenze convergenti del cattolicesimo che mirano a una sua più decisa affermazione.

Si parla di controriforma per il periodo che va dal 1580 (papato di Sisto V) al 1640, ovvero il periodo in cui si è verificata la repressione della riforma protestante e di tutte le spinte di rinnovamento interno al cattolicesimo. In sostanza, per controriforma si intende principalmente il processo di cristallizzazione delle confessioni religiose tra la metà del 500 e la metà del 600, nonché il nuovo

Sistema giuridico della chiesa cattolica con il papa al culmine; la prassi pastorale, tendente alla riconquista delle masse; la teologia tridentina, la forte carica riformatrice di cui la chiesa diede prova. Inoltre si intendono gli abusi, gli eccessi e l'intolleranza che caratterizzarono spesso l'uso dei nuovi apparati controriformistici della chiesa.

Il concilio di Trento

Per Carlo V il rinvio di tutta la questione luterana al concilio rispondeva all'esigenza di collegare la riforma della chiesa al sogno dell'impero universale. Per il papato il ricorso al concilio era visto come la definizione solenne di una riforma della disciplina e dei costumi, di una risposta adeguata al dilagare dello scisma protestante. Il primo papa che ebbe la piena consapevolezza della gravità della situazione fu Adriano VI che rese attiva la presenza cattolico-romana alla dieta di Norimberga: progetti di riforma dell'istituzione ecclesiastica che furono.

Poi ripresi durante il concilio) temeva la convocazione didi Trento. Il suo successore, (di casa MClemente VII EDICIun concilio per il rischi che potesse essere messa in discussione l'autorità papale. Fu ilche si rese meglio conto della situazione critica vissutapontefice Paolo III Farnesedalla chiesa di Roma. Infatti nel 1530 nella dieta di augusta era stata sancita la divisionereligiosa della Germania. Proprio in questi anni Carlo V cercava di rinviare al concilio ladefinizione delle questioni di fede e di religione. Paolo III lo convocava di continuo findal 1536, poi ne 1537, nel 38, nel 42. Ma il concilio si aprì a Trento solo nel 1545quando al chiesa di Roma era in una crisi profonda. Il concilio si proponeva 3 obbiettivi:Recuperare i territori protestanti;

  • Argiare l'eresia
  • Riaffermare il primato papale in un chiesa cattolica riformata.

Il primo obbiettivo fu realizzato solo in parte, gli altri furono pienamente raggiunti dalconcilio di

Trento dalla chiesa post-tridentina. Si può dividere il concilio di Trento in 3 fasi:

  1. Tra il 1545 e il 1547 le delibere conciliari riguardano soprattutto le questioni teologiche. I decreti relativi a tale materia furono 5 e si riferirono ai punti che erano stati oggetti della riforma di Lutero: l'origine della fede; la verità delle sacre scritture stabilita dall'autorità pontificia; il peccato originale; la giustificazione e i sacramenti.

Questa prima fase fu segnata dalla dialettica tra 2 modi diversi di concepire la riforma della chiesa: il papa la intendeva come sbarramento dell'eresia protestante, Carlo V come ultimo tentativo di pacificazione religiosa. La dura sconfitta inflitta da Carlo V alla lega dei principi luterana (1547) parve segnare un punto a favore della chiesa cattolica ma l'ingresso dell'Inghilterra nell'orbita protestante, dopo la morte di Enrico VIII e l'affermazione della chiesa anglicana furono un duro colpo.

1. Il concilio che dal 1547 al 1550 fu paralizzato anche per un conflitto al suo interno sulla questione della sede in quanto Paolo III voleva trasferirla a Bologna.

2. Tra il 1551 e il 1552 riapre il concilio. Il successore di Paolo III, Giulio III, in questa seconda fase vi fu la partecipazione ma poco significativa dei protestanti. La ripresa del conflitto tra l'imperatore e Enrico II indusse a chiudere dopo poco più di un anno quest'altra fase. L'unico intervento di rilievo fu a proposito dell'eucarestia in quanto venne ribadito il dogma della transustanziazione.

3. Con la controriforma intesa come offensiva contro l'eresia e riforma disciplinare del clero, Paolo IV entra nella sua fase più acuta: gran parte degli strumenti di attuazione di questo modello controriformista furono approntati da Paolo IV al di fuori del concilio.

4. Tra il 1562 e il 1563 Pio IV decise di riconvocare il concilio. Fu perfezionato il progetto di definizione dottrinale.

E disciplinare della chiesa cattolica. La più arduaquestione era l'origine del potere episcopale sulla quale si scontravano 2 tendenze:chi attribuiva solo al papa la fonte del potere dei vescovi o chi ne faceva discenderel'autorità dal sovrano statale (francesi, spagnoli e imperatore). A Trento fu stabilitauna via intermedia: i vescovi dipendevano dal papa ma avevano l'obbligo dellaresidenza e la corresponsabilità era definita su mandato divino. Il concili di Trentopervenne a conclusioni importantissime che influenzarono non solo la vita dellachiesa e delle comunità cattoliche tra la seconda metà del 500 e la prima metà del 600ma anche il rapporto tra poteri religiosi e poteri civili. I livelli principali su cui operòil concilio furono 4:

  • L'ordinamento della materia dogmatica e sacramentale
  • L'affermazione decisa della giurisdizione ecclesiastica e l'allargamento della sua sfera
d'influenzaLa disciplina del clero
  • L'organizzazione delle forme, della pietà e della religiosità popolare.
  • Gran parte di queste materie furono, nei decenni successivi a Trento, oggetto di numerosi interventi pontifici, attraverso le bolle di attuazione dei decreti conciliari. Da questo punto di vista il concilio non si concluse nel 1563 ma si protrasse oltre nel tempo.
contribuirono a definire la materia del rapporto tra chiesa e stato. Le Pio IV e poi Pio V due dimensioni della sovranità papale (quella ecclesiastica e quella del potere temporale, trovavano una loro nuova traduzione nel Tridentino e soprattutto nella bolla In cena oggetto di scontro tra il papato e gli stati che non potevano accettare la tendenza domini, della chiesa a estendere a dismisura la sua giurisdizione e interferire nelle competenze statali. Con il concilio di Trento veniva affermandosi un m
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A.A. 2009-2010
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Di Rienzo Pio Eugenio.